uno sguardo dal ponte regia di Sidney Lumet Italia 1962
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uno sguardo dal ponte (1962)

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locandina del film UNO SGUARDO DAL PONTE

Titolo Originale: VU DU PONT

RegiaSidney Lumet

InterpretiRaf Vallone, Jean Sorel, Maureen Stapleton, Carol Lawrence, Raymond Pellegrin

Durata: h 1.57
NazionalitàItalia 1962
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 1962

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Trama del film Uno sguardo dal ponte

Eddie Carbone, un emigrato italiano a Brooklyn che vive con la moglie Bea e la nipote diciottenne Caterina, non ha difficoltà a far sbarcare due cugini di Bea, Marco e Rodolfo, che sono arrivati clandestinamente dall'Italia per lavorare. Li ospita in casa sua e trova loro un'occupazione al porto. Ma la serenità della famiglia è subito messa a dura prova.

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Voto Visitatori:   7,60 / 10 (5 voti)7,60Grafico
Miglior attore protagonista (Raf Vallone)
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior attore protagonista (Raf Vallone)
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Voti e commenti su Uno sguardo dal ponte, 5 opinioni inserite

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Filman  @  30/09/2021 21:53:54
   8½ / 10
Un paio di sequenze di VU DU PONT sono scene capolavoro, tanta è la tensione, la cura nella costruzione e la qualità nella recitazione, tutte merito della regia estremamente comunicativa di Sidney Lumet.
Evidente però la destinazione teatrale di questo racconto di gelosia e possessività maschile ambientato in un contesto popolare, ed è evidente proprio per il poco protagonismo di questo retrogrado ambiente di periferia: non si può certo dire che descriva ed esprima al massimo delle possibilità le condizioni degli italo-americani e degli immigrati.
La discesa del protagonista nella follia sembra essere originata dalla mentalità e dalla cultura della sua gente.
Nella sua dimensione un film perfetto. Complessivamente un film quasi perfetto.

Goldust  @  04/09/2015 11:45:21
   8½ / 10
In una Brooklyn povera ma orgogliosa si dipana questo dramma della gelosia tratto dalla piece teatrale di Arthur Miller, preciso nel raccontare la condizione di pericolosa incertezza in cui vivevano ai tempi gli immigrati clandestini e prodigioso nella sua capacità di coinvolgere, mantenendo fino al finale un livello di tensione sempre crescente. La regia dinamica di Lumet, che in certi tratti sembra immergersi tra i portuali ed in altri sembra scomparire tra le anguste mura domestiche, oltre a farci vivere il trasporto emotivo dei personaggi riesce ad esaltare la recitazione fisica e nervosa di un Raf Vallone mai così intenso, la cui gestualità mi ha ricordato lontanamente quella del Colombo di Peter Falk.
Indimenticabili alcuni passaggi - come il bacio scandaloso di Eddie a Rodolfo, dato per spregio - così come la composta rassegnazione della Stapleton, moglie delusa dal marito ma ancora innamorata.
Uno dei lavori più riusciti del regista, da vedere e magari confrontare con il ben più enfatico ed urlato "Un tram chiamato desiderio".

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  21/05/2011 20:01:23
   7 / 10
Si racconta del dramma degli emigrati Italiani costretti a stare lontani per molti anni dalle loro famiglie perche non si trova lavoro nel proprio paese...ne conosciamo due,accolti come clandestini da alcuni parenti...
All'interno un altro dramma...la gelosia di un uomo verso la propria nipote!
Un buon Lumet ma lontano dai suoi lavori migliori.
Resto sorpreso nel vedere quel David di Donatello assegnato a Vallone...forse sono io che non ho capito la sua interpretazione ma a mio avviso è lui il punto debole del film...Carica troppo,dall'inizio alla fine,il suo personaggio con una teatralita' eccessiva e fuori luogo per arrivare a un finale piuttosto deludente...

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Ultima risposta 23/10/2013 03.08.27
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  01/11/2009 18:54:49
   7½ / 10
Dramma famigliare a tinte forti tratto da Arthur Miller, diretto con incertezza da Lumet, che alterna momenti di grandissima forza drammatica ad altri di spenta analisi sociologica. La vicenda è comunque talmente affascinante da mettere in secondo piano i difetti. Memorabili le prove di Vallone (indimenticabile il violento bacio tra lui e Sorel) e della straordinaria Maureen Stapleton, notevole la carica emotiva nel finale. Da vedere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 23/10/2013 03.04.51
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LoSpaccone  @  19/10/2009 19:43:13
   6½ / 10
Tratto da un testo teatrale di Arthur Miller, il film mescola situazioni, temi (erotismo morboso, emigrazione) e contesto ambientale che richiamano a “Un tram che si chiama desiderio “ e “Fronte del porto” . Purtroppo però Lumet, che pure è un signor regista, non è Kazan. Il dramma è delineato in maniera rozza, c’è poca attenzione alle sfumature e i toni in alcuni momenti paiono eccessivamente esasperati. Vallone (attore che ho sempre faticato a decifrare) carica troppo la sua interpretazione e pure il finale sembra concedersi ad un visione pittoresca dell’italianità e agli stereotipi melodrammatici che talvolta la interpretano (siciliani uomini d’onore che si sfidano a duello), simile all’epilogo de “Il cammino della speranza” di Germi con lo stesso Vallone. Probabilmente il film è penalizzato anche dal cast internazionale, troppo eterogeneo, però ha dalla sua una certa fluidità dei dialoghi e l’ottima rappresentazione dei quartieri popolari di Brooklyn, tipico del miglior Lumet.

2 risposte al commento
Ultima risposta 23/10/2013 03.09.06
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