Klute, ex poliziotto e ora detective, è ingaggiato da Cable, industriale, per indagare sulla morte di un suo collaboratore, Gruneman. Sulla traccia di alcune lettere, Klute arriva a Bree Daniels, prostituta dalla personalità complessa. Mentre tra Klute e Bree nasce una storia, l'indagine finisce per incastrare proprio Cable come omicida di Gruneman. Bree cambierà vita, ma il finale è malinconico.
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Un poliziesco incentrato più sulla figura femminile della protagonista - una donna piena di insicurezze che cerca testarda il suo posto nel mondo - che sull'intreccio giallo che ne sta alla base. Ottima la Fonda ma in generale il film è noioso e le due ore di durata si fanno sentire tutte.
Ora, siccome sono fermamente convinto di non essere un genio, penso proprio che anche un bambino in stato di semi-infermità mentale avrebbe capito fin dal primo quarto d'ora chi fosse veramente il maniaco e che fosse stato lui ad uccidere Tom.
Si salva solo la progressiva introspezione psicologica della protagonista.
Avevo sentito parlare in termini molto lusinghieri di questo film e ricordo anche di aver sentito qualcuno paragonarlo addirittura a “L’uccello dalle piume di cristallo”. Dopo la visione della pellicola, il mio giudizio è il seguente: a parte l’eccellente cast, dove splendono la frizzante Jane Fonda e il glaciale Donald Sutherland, il film risulta di una lentezza disarmante. La sceneggiatura nn mi convince assolutamente e la regia di Alan Pakula è decisamente piatta. Dovrebbe essere un giallo-poliziesco, ma di tensione neanche a parlarne! Nel film vengono presentati alcuni inutili personaggi che nn lasciano nessunissima traccia. Ecco, questo sì: la colonna sonora e alcune inquadrature assomigliano notevolmente al primo film di Argento. Ma il paragone finisce qui! Il finale poi è alquanto ridicolo… Mah, davvero pessimo!