ultimo tango a parigi regia di Bernardo Bertolucci Italia, Francia 1972
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ultimo tango a parigi (1972)

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locandina del film ULTIMO TANGO A PARIGI

Titolo Originale: ULTIMO TANGO A PARIGI

RegiaBernardo Bertolucci

InterpretiMarlon Brando, Maria Schneider, Maria Michi, Giovanna Galletti, Gitt Magrini, Catherine Allégret, Luce Marquand

Durata: h 2.10
NazionalitàItalia, Francia 1972
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1972

•  Altri film di Bernardo Bertolucci

Trama del film Ultimo tango a parigi

Un americano di mezza età con una vita molto intensa e una ragazza della borghesia parigina, s'incontrano per caso in un appartamento da affittare e scoppia subito una passione sfrenata. I due decidono però di non farsi coinvolgere sentimentalmente e di rincontrarsi ancora nello stesso appartamento vuoto, senza neanche conoscere i reciproci nomi..

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Voto Visitatori:   7,85 / 10 (115 voti)7,85Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior Attrice Straniera (Maria Schneider)
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior Attrice Straniera (Maria Schneider)
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Voti e commenti su Ultimo tango a parigi, 115 opinioni inserite

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Mike91  @  09/02/2017 00:50:06
   1 / 10
Noioso e sterile film che vorrebbe rappresentare un'idea di una solitudine affogata cinicamente come un biscotto indigeribile nel latte scremato di un erotismo in realtà vacuo e prevedibile. Diretto da Bertolucci, maestro della noia, per molti un genio, per altri sempre trombone sopravvalutato, definito da un critico inglese di cui adesso non ricordo il nome con un aggettivo che lo inchioda e che sintetizza quella che è stata la sua carriera: tremendamente gasato.
E gasato è anche questo film se si paragona la sua presunta artisticità col suo obiettivo, risibile, di scandalizzare la morale di allora, con il regista che ne parla ancora oggi del fatto che il suo film scontò una pesante censura, che le copie furono bruciate, ecc...A dire il vero la censura fu la vera fortuna di questo film, perché gli diede un'aurea di scabrosità che ha rapprsentato il principale motore affinché diventasse un cult.
Ridicolo da parte di Bertolucci l'uso macchiettistico del carissimo eroe (o anti eroe) della Novelle Vague Jean Pierre Leaud, il Doinel truffautiano, utilizzato anche da Godard e da altri, sopratutto di quel periodo, oggi ridotto a una maschera depressa che ricorda un pò la figura nostalgica di un moicano. Tutte le scene dove lui, Leaud, e la protagonista sono insieme, e cioé quando parlano, litigano, ecc, ebbene, tutte quelle scene sono irritanti, perché è chiaro che il gioco di Bernardo Trombolucci è quello di strizzare l'occhio a quel cinema della Novelle Vague, molto più fluido e interessante del suo. Certo la scena del salsiccione Brando e il burro è interessante, bella anche la colonna sonora di Gato Barbieri. Non voglio offendere Brando eh, intendiamoci; incendiario in altri film. Ma qui mi sembra un barbone.
Diciamoci la verità: ultimo tango a Parigi non è, come pensa qualche cinefilo sciatto, grande cinema; ultimo tango a Parigi è il prodotto della stupidaggine censoria di allora, che ha paradossalmente e involontariamente consegnato a una presuntà artisticità erotica una pellicola autoreferenziale come poche altre, pedantemente compiaciuta nella sua funebre e apparecchiata dissacrazione che però nel film resta sempre borghese, sempre piatta, sempre prevista; nella sua pornografia didascalica e falsamente esistenzialista, nelle sue prolissità annacquate che Bertolucci mette li a bella posta per dimostrare di essere un grande autore. Meglio il suo epifenomeno comico: ultimo tango a zagarolo.
Un film nato morto, tra l'altro doppiato anche male in italiano, con le voci troppo chiare, squillanti, stereotipate, che voleva scandalizzare, ma che oggi scandalizza per quanto è nullo e noioso. Chi lo considera un grande film sono convinto che lo fa più per conformismo storiografico che per reale passione per la pellicola. Lo fa perché secondo lui Ultimo tango a Parigi ha rappresentato una rottura, una dimensione altra.
In realtà è stata una trasgressione da operetta. E la protagonista dice che è stata forzata a fare una scena che non voleva fare. Ma chi lo sa?
Comunque, una cosa è sicura: Bertolucci è sempre stato un gasato.
Anche se il conformista è interessante. Ma giusto quello. Anche l'ultimo imperatore è una noia benché una noia di lusso, ma ne parleremo in altra sede.

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Ultima risposta 15/02/2017 12.49.51
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Niko.g  @  10/06/2014 11:51:58
   6 / 10
E' il film più famoso di Bernardo Bertolucci, esaltato da una critica che ne fece in gran parte strumento di battaglia politica, al di là dei meriti tecnici che il film oggettivamente possiede.
Non mi sembra però che si vada oltre una fredda e morbosa cronaca passional-parigina verniciata di esistenzialismo. Un dramma carnale e monocorde a cui manca un vero e proprio processo di autocoscienza da parte dei protagonisti. Su questo piano trovo superiore "Luna di fiele" di Roman Polanski, dove il conflitto tra Eros e Thanatos è sottoposto alle varianti e alle simmetrie di una trama che alimenta coinvolgimento ed empatia, una parabola ben più pronunciata e interessante da seguire.
Si parla molto della bravura di Marlon Brando nel ruolo di Paul, eppure fa sorridere il fatto che Brando fu solo la quarta scelta del regista e che prima di lui rifiutarono la parte Trintignant, Delon e Belmondo. Quest'ultimo, in particolare, non volle nemmeno incontrare Bertolucci, ritenendo il film pornografico e degradante. Già.

"Ultimo tango" è un film intriso di ideologia, quella tipica di quegli anni di contestazione e che si può sintetizzare nelle parole di Herbert Marcuse sulla rivolta giovanile: "una ribellione allo stesso tempo morale, politica, sessuale". Bertolucci si lancia a tutta velocità in questa carreggiata inaugurata nel 1968, rivelatasi poi un vicolo cieco sul cui muro ha sbattuto la fronte un'intera generazione (più o meno alla maniera di un personaggio del recente film di Paolo Sorrentino).
Traspare in modo evidente l'odio e la negazione radicale che il regista nutriva per i valori tradizionali e gli istituti fondati sull'assenso religioso. Dalle bestemmie fatte pronunciare a Marlon Brando, agli insulti che lo stesso rivolge alla famiglia come istituzione, durante un atto di sodomizzazione del tutto gratuito ed evitabile. Inevitabile fu invece la censura, ferma e decisa, con sentenza della Corte di Cassazione passata in giudicato e perciò indelebile.

Anche se oggi prevale la tendenza, per nulla rassicurante, a non scandalizzarsi di nulla, alcuni passaggi della pellicola risultano deprecabili ancora adesso, a meno di non saper distinguere tra arte e depravazione. Non è quindi solo una questione di burro, ma anche di maiali, di vomito di maiali, di sodomìa e di uso pornografico delle mani (mi riferisco alle parti censurate).
Va poi tenuto presente che in questo caso non entra in gioco la sospensione dell'incredulità richiesta dal film d'azione, né l'aspetto fantastico dell'horror, né il realismo del film storico. Metterei da parte anche la fantomatica lettura dell'incomunicabilità, scomodata per giustificare il non giustificabile e per coprire la povertà filosofica del testo. No, qui la percezione è su ben altro piano e credo che questo abbia pesato molto nel giudizio di oscenità che la censura ebbe modo di rilevare.
Senza tali premesse, è difficile comprendere le conseguenze che ne scaturirono sul piano legale. Su questo aspetto, vale la pena soffermarsi e spendere qualche parola.
Esiste ed esisterà sempre una giustificazione dei registi, del tipo: "con questa scena voglio denunciare la tale situazione", "con quest'altra voglio sensibilizzare il pubblico su questo aspetto"… ma se non si fissano dei limiti, si finisce inevitabilmente per ledere altri diritti, altre libertà, arrivando ad inscenare lo stupro di un bambino in "A serbian film". O forse qualcuno pensa che tale Srdan Spasojevic non si sia giustificato tirando in ballo le violenze del Governo serbo?

IL BUON COSTUME E' UN BENE DI TUTTI.
Malgrado qualche sprovveduto sia convinto del contrario, il riferimento al "buon costume" è fatto ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione italiana, non ai sensi dell'art. 21 del Catechismo della Chiesa cattolica.
La Corte di Cassazione lo ha definito "un bene collettivo, un patrimonio comune", mentre "il pudore è assunto dalla legge nella sua accezione di valore etico proprio della collettività e non come bene individuale (quale pure è)" (Annali italiani del diritto d'autore 1992, 20/1).

CHI E' DAVVERO IGNORANTE?
Si sente spesso dire che non si può imporre il senso del pudore agli altri e che la libertà di manifestare il proprio pensiero attraverso un'opera d'arte, non può essere soppressa, né limitata. Questo significa essere ignoranti, non capire nulla di diritto e di eguaglianza e non aver capito nulla di cosa sia la libertà. Perché una libertà che non preveda limitazioni e costrizioni etiche, non potrebbe essere una vera libertà, diventando sopruso o anarchia.
Nel caso del film in questione, la censura agì non permettendo che il diritto alla libera espressione dell'artista sopprimesse altri diritti che ne riducevano contemporaneamente la portata assolutistica; i diritti di coloro che, non potendo conoscere il contenuto della pellicola e negare il proprio consenso, come nel caso delle proiezioni a luci rosse, si sarebbero dichiarati lesi da atti che ne avessero offeso il senso del pudore o ne avessero turbato la psiche. Furono proprio alcuni privati cittadini di Porretta Terme (dove si svolse la prima proiezione italiana) a denunciare il film per oscenità, facendo trasferire il processo a Bologna. Stessa situazione a Roma, dove diverse persone abbandonarono la sala dei cinema.

PERCHE' CENSURARE.
Il collegamento ai princìpi della Costituzione va ricercato non tanto nelle norme sulla libertà personale o sulla protezione dei minori, ma nel più ampio concetto di "persona umana" o meglio di "dignità della persona umana" (così la Corte Costituzionale). Concetto che l'arte ha spesso trascurato.
Ovviamente cambiano i tempi e cambiano i costumi, ma per quanto nel corso della storia il costume sociale possa cambiare, "non vi è momento in cui il cittadino e tanto più il giudice, non siano in grado di valutare quali comportamenti debbano considerarsi osceni secondo il comune senso del pudore, nel tempo e nelle circostanze in cui essi si realizzano" (sent. 191/1970).
"Ultimo tango a Parigi" venne allora censurato a ragion veduta e, come giustamente osservò qualcuno, se la percezione della morale è poi mutata, ciò vuol dire che la sentenza del '74 fu giusta almeno rispetto a quella morale. Tra l'altro, se è vero che i costumi sociali cambiano nel tempo, è altrettanto vero che la dignità dell'essere umano non è soggetta a cambiamenti e se l'arte non può mai dirsi oscena, l'osceno non può mai dirsi arte (come la Cassazione ritenne).
Anche nei confronti dell'artista più ribelle, i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti invocano piena tutela. L'arte non può, ad esempio, sacrificare la dignità umana oltre ogni limite, così come non può decidere di porre fine alla vita di un animale. Eppure, il cinema è arrivato anche a questo con "Cannibal Holocaust".

Tornando a "Ultimo tango", è proprio nel considerare la mortificazione del corpo, la dignità dell'essere umano e la potenza devastante di un'ideologia che accecò un regista nel suo delirio artistico, che ci si può rendere conto di quanto la vicenda umana di Maria Schneider sia più significativa di mille commenti e sentenze della Corte di Cassazione.
Nonostante la grande celebrità che ottenne grazie al film, Maria Schneider (forse neanche ventenne all'epoca delle riprese) dichiarò più volte che la scena di sesso anale non era nella sceneggiatura e che se avesse saputo e potuto non l'avrebbe mai girata, perché la considerò una violenza e un'umiliazione. Raccontò di aver pianto lacrime vere, mentre qualcuno le diceva: "E' SOLO UN FILM".
Ebbe per questo scompensi psicologici e anni di dipendenza da stupefacenti. Portò per sempre rancore nei confronti del film e del regista.
Bertolucci: "È purtroppo quello che succede quando si è dentro un'avventura che non si comprende".

A ciascuno le proprie riflessioni.

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Ultima risposta 24/10/2014 01.34.37
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Ciaby  @  16/09/2011 21:06:12
   10 / 10
Perchè non l'avevo ancora votato? Boh.

Comunque...

Film meraviglioso, che inquadra alla perfezione la deriva devastante di un rapporto impossibile basato sulla non-conoscenza, e che quindi da il la all'alternarsi convulso e possessivo di odio e amore. Una splendida Maria Schneider e un magnetico Marlon Brando incarnano i due fulcri di questo trascinante dramma, che mai parla d'amore. O meglio, lascia che l'amore esca invano da parole subdole o fasulle, ma non si tocca mai vertici romantici.

Nel sesso, i due personaggi cercano di riconoscersi, senza sapere l'uno del passato dell'altro. E se prima lui sembra ostentare nell'eliminazione dell'identità, poi i ruoli si invertono e si crea spiazzamento: lo spettatore non sa più davanti a chi si trova di fronte.

Sono esseri umani incoerenti e terribilmente fragili che tentano di porre le loro insicurezze nella sfera sessuale, invano.
Il disperato finale cerca una soluzione alla fine, ma non è detto che le cose avvengano come vengono ipotizzate. L'imprevedibilità umana risiede nell'incapacità della comprensione (persino il ragazzo di Jeanne non la capisce, preferendo prima fare un film che baciarla sul serio).

L'amore di "Ultimo Tango A Parigi" è impalpabile, perchè, come nella vita reale, sembra non esistere. è la visione cruda e appassionata di un Bertolucci che non si dà limiti e che colpisce duro nel tratteggiare le solitudini di personaggi che non possono parlare, perchè legati troppo al passato da dimenticare.

è un glorioso capolavoro, che distrugge la famiglia e tutto ciò da cui porre le radici. Un film che suona come una rivoluzione, ma che è anti-rivoluzione perchè in "Ultimo Tango A Parigi" non c'è redenzione. Come, spesso, avviene nella vita reale.

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Ultima risposta 16/09/2011 22.44.08
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  12/09/2011 10:32:45
   5 / 10
Un amore che sboccia fra due sconosciuti, i quali non vogliono conoscersi né parlare di loro.
Un regista che sta girando un film, o una specie di film.
Il nesso fra le due trame? Boh.
Non mi ha convinto questo “Ultimo tango a Parigi”. Gira e rigira sulle stesse situazioni senza arrivare a nulla secondo me. Non mi ha trasmesso niente, solo noia. Insomma, non succede niente di interessante, diciamo la verità.
Brando non mi entusiasma, Léaud invece sì, molto bravo, e brava anche la Schneider.
Certe scene saranno state scandalose allora ma oggi, io personalmente, le ho trovate ridicole.
Belli i colori della fotografia.

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Ultima risposta 26/10/2012 22.39.15
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  19/03/2011 00:54:39
   8½ / 10
Non si capisce minimamente dove voglia andare a parare, non c'è nessuna cima, nessun traguardo. Nulla è chiaro ma tutto appare reale, per qualche strana suggestione che non so nemmeno spiegarmi. Due identità anonime che si conoscono attraverso il sesso e la memoria. Che meraviglia l'immagine di Brando che raccontando la sua giovinezza strizza gli occhi e scuote la testa, come faccio sempre io, forse tutti, quando voglio scacciare il ribrezzo legato a certi eventi. Ed è una vera illuminazione l'ultima sequenza, che vede i due protagonisti scendere l'ultimo scalino del loro sovra-mondo, diventare finalmente lucidi seppur nell'ubriachezza.

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Ultima risposta 08/12/2011 15.22.01
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pinhead88  @  14/06/2010 14:46:36
   7 / 10
Uno spunto originale e maledetto per quei tempi,ma Bertolucci come al solito non si distingue dal suo autocompiacimento facendo sprofondare nella noia lo spettatore con le sue inutili e pesantissime pause.per il resto è tutto curato, sceneggiature povere e squalide che si amalgamano perfettamente alla storia e fotografia giallognola adatta al contesto.l'ultima parte è quella che ho apprezzato maggiormente.

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Ultima risposta 14/06/2010 15.49.06
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MidnightMikko  @  13/03/2010 20:14:22
   10 / 10
Una premessa è d'obbligo: Ultimo Tango a Parigi o si ama o si odia.
Chi lo odia molto probabilmente non ama il vero cinema,quello fatto di emozioni tangibili,di sospiri,anche di eccitamento,diciamolo (come si fa a non godere di fronte ad un piano sequenza perfetta o ad una fotografia da sballo?).
Ultimo Tango a Parigi è l'inarrivabile e perfetto capolavoro,insieme al monumentale Novecento,di uno dei più grandi registi della storia del cinema, Bernardo Bertolucci. Con una regia perfetta e lussuriosa come l'amore effimero dei due mediocri ed inutili protagonisti (un Marlon Brando magistrale e una Schneider sempre sensualissima,qui nella sua migliore interpretazione),Bertolucci confeziona un film che non si limita a catturare lo spettatore,ma entra in esso e lo trascina nello stesso vortice di mediocrità dei protagonisti. Sembra di sentire il tanfo di quella stanza d'appartamento.
Perfetto.

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Ultima risposta 13/03/2010 20.32.13
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chry2403  @  16/02/2010 10:34:42
   1 / 10
Assurdo film assolutamente inconcludente dall’inizio alla fine con monologhi senza senso e pause che pesano come macigni, ovvero un classico film francese, strano che l’abbia girato un italiano, evidentemente l’influenza di Parigi è stata molto più grave di quanto lui potesse immaginare.

Bertolucci avrebbe la pretesa di creare un film profondo con tematiche esistenzialiste, ma ha sfornato una pellicola noiosa e senza sostanza con la speranza che la presenza di Brando (nello stesso anno è uscito il film “il padrino”) e le scene di sesso potessero essere sufficienti a dargli il successo. Sull’inconsistente relazione tra i due protagonisti rimando allo spoiler del commento dell’utente “paride_86” dell’11/01/2009, ore 21.12.22 che trovo molto completo.

Le scene di sesso non sono per nulla fatte bene, girate male, senza passione, senza trasmettere il piacere/dolore/indifferenza che possono provare i protagonisti, sono tra l’altro pure espresse peggio dagli attori, soprattutto la Schneider che, come femmina, ha tanta importanza nella buona riuscita di questo tipo di scene, offre un lavoro decisamente scadente. Incomprensibile come la censura si sia scagliata su questo film che ha del sesso certamente spinto, ma dal punto di vista della scabrosità i veri film hard sono tutt’altra cosa.

L’inizio è assurdo e completamente fuori dalla realtà: un marito distrutto dal dolore che ha appena visto la moglie suicida nel bagno di casa cosa ha di meglio da fare? Andare a visionare un nuovo appartamento (anzi un attico immenso), trovare una donna sconosciuta e farsela dopo averci scambiato due parole, per giunta tutti vestiti. E la donna ci sta pure senza avere nessun tentennamento! Mai visto una scena più lontana dalla realtà come questa.

Una musica degna d’essere chiamata tale avrebbe potuto migliorare un po’ il film, ma è proprio quella che si pretende che venga chiamata colonna sonora a dare il colpo di grazia a questo scempio.

Ritengo un ulteriore errore la scelta della doppiatrice italiana della protagonista, con una voce troppo adulta per una ragazza di soli 20 anni. Infine non è chiaro cosa c’entri il tango indicato nel titolo se non per la penultima scena assolutamente ininfluente nell’economia del film, in questo caso infatti il titolo è totalmente fuorviante. No comment sull'epilogo, si poteva tranquillamente evitare.

La Schneider è un pianto, non fa nulla che possa considerarsi almeno decente, è stata presa solo per la sua bellezza acqua e sapone, ma tecnicamente è nulla. Brando qualche sprazzo di talento lo mostra, ma è lontano dai suoi film migliori e comunque non risolleva per nulla il film. Inutili gli altri.

La visione del film per me è stata una delusione profondissima, mi aspettavo ben altro.

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Ultima risposta 20/04/2010 02.49.37
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  30/01/2010 12:04:40
   8½ / 10
Film che per me è un quasi capolavoro. Non lo è forse a causa proprio di Bertolucci che raramente nelle scene in cui è assente Brando riesce a far seguire il film con passione e invece annoia con i rimandi registici a Truffaut (che non amo particolarmente,anzi). Per il resto la sua bravura dietro la macchina da presa è evidente,e all'epoca aveva solo 30 anni!

Chi veramente ha reso grande il film è Brando con un interpretazione intensa e sofferente,veramente emozionante in più punti. Nelle scene in cui è presente lui c'è sempre un emozione da prendere.

Maria Schneider è molto brava,non ai livelli della sua controparte Brando ma se la cava egregiamente (non so che fine abbia fatto dopo).

Le musiche jazz di Barbieri sono molto belle e la fotografia è uno dei punti forti del film.
Dal lato tecnico Ultimo tango è quasi ineccepibile,quindi. Bertolucci ha dei virtuosismo tecnici eccellenti in molti punti, ma come detto non ho apprezzato tanti momenti senza Brando.

Quanto alla storia è densa di profondità filosofica,raramente al cinema si è visto un film che trattasse la coppia Eros/Thanatos in maniera tanto sincera e profonda. La struggente e imprevedibile scena finale ne è un esempio. Quanto alle scene erotiche che tanto scatenarono la mandria di bigotti dell'epoca, viste quasi 40 anni dopo non hanno quasi più lo stesso effetto di sorpresa e non scandalizzano più di tanto. Certo sono funzionali ed essenziali nella trama.
Inutile dire che censurare un film per questo l'ho sempre trovato deprecabile,visto che poi le copie furono condannate ad essere distrutte all'epoca,allora mi viene sempre in mente il rogo di libri nazista. Meno male che oggi Ultimo tango possiamo vedercelo senza problemi.

Alcune scene non possono essere censurate totalmente,altrimenti il film perde tantissimo. Quella famosa del burro ad esempio,a quanto pare "inventata" da Brando. Probabilmente è la scena più famosa del film ma è anche la più sofferta,in cui gli ideali della famiglia vengono deturpati/analizzati in maniera viscerale.

L'ho apprezzato veramente tanto,stavolta però il bravo Bertolucci deve ringraziare Brando e deve essere contento di avergli lasciato carta bianca con il suo personaggio. Altrimenti non staremmo a parlare dello stesso film.

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Ultima risposta 14/02/2010 12.04.03
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giusss  @  28/12/2008 01:13:58
   2 / 10
Noioso,malinconico,pietoso,stancante,patetico.Ci vuol coraggio a dire che è un film bello!

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Ultima risposta 30/12/2008 01.56.42
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vito corleone  @  24/06/2008 20:00:15
   5 / 10
Il film di Bernabucci è lento e in alcuni punti noioso.
La sceneggiatura ruota intorno ad un uomo di mezza eta' distrutto e sull'orlo della pazzia per colpa del suicidio di una moglie adultera e non proprio ideale,ma che comunque amava alla follia.
Allo stesso modo la ragazza ventenne ama il proprietario d'albergo; nonostante sia un'uomo greve e rozzo,la giovane è affascinata piu' dal 45enne che dall'infantile cineasta.
Bisogna ammettere che il messaggio della trama è originale,anche se squallido e non condivisibile dalla morale comune,ma la sceneggiatura secondo me è poco curata nella presentazione dei personaggi secondari e nella connessione con i protagonisti,e inverosimile: quante possibilita' ci sono che una ragazza si innamori per colpo di fulmine di un uomo che potrebbe essere il padre e ci instauri una relazione completamente basata sulla violenza verbale e sessuale senza sapere niente l'uno dell'altro? Quante probabilita' che una donna che si dichiari innamorata un minuto dopo spari alla sua meta'?

La recitazione di Marlon Brando è ottima,non la migliore,ma comunque l'attore da dimostrazione della sua bravura e versatilita'.
Anche la fotografia è molto bella,e probabilmente in alcune inquadrature (quelle con i giochi di luce) suggerita dall'attore stesso,come fece in Apocalypse Now.
In conclusione pero' il film non raggiunge la sufficienza,dato che il regista italiano,secondo me,ha voluto,vista l'epoca,lanciare una sfida cinematografica irriverente (si è beccato anche la reclusione) e non ha fatto nascere l'opera dal cuore.
Non sono ne' prete ne' moralista,e tantomeno difendo i loro ideali,ma non ci vuole molto a capire che invettive contro la Chiesa nei riferimenti ai sacerdoti o alla famiglia e al pubblico pudore,vista la pellicola (oltretutto censurata) non sono una coincidenza se si trovano insieme miscelate in un contesto poco attinente.
Il film ha preso parecchi punti con giudizi di critici che avevano trovato nel film retaggi poetici collegati all'Eros e Tanathos,che secondo me,non erano proprio nelle intenzioni del regista.
Molto soppravvalutato.

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Ultima risposta 22/09/2008 19.21.33
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La ricotta  @  25/01/2008 12:40:31
   7½ / 10
Film a metà. Straordinario Marlon Brando (ragion per cui aggiungo un punto alla mia votazione). La parte finale è molto intensa, ma il resto non credo sia all'altezza. Con una storia del genere, si poteva fare di meglio.

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Ultima risposta 25/01/2008 12.47.29
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betsim76  @  21/01/2008 14:11:06
   4 / 10
A costo di attirarmi le ire dei fans, non posso dare un voto diverso a questo film, altrimenti falserei tutta la mia scala di valori. Ovviamente il mio giudizio é personalissimo, e non é legato alla media (avrei dato 1 se proprio volevo affossarlo). Ma il film lo trovo pesante, lento, per quanto volutamente, faticoso. A tratti ho smarrito il filo, la logica. Specialmente nel finale, dove entra in contraddizione con se stesso (dal mio punto di vista). Forse non é il mio genere, ma proprio non lo rivedrei (e a stento ho terminato la visione). Avrei potuto dare il 6 se Brando mi avesse impressionato, ma a parte la mole considerevole lo trovo stucchevole, questa volta.

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Ultima risposta 23/01/2008 15.44.45
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norah  @  04/12/2007 20:25:12
   8½ / 10
" Ero in una camera, senza lume.
Mi si venne a dire ch'ella era in casa mia:
e io la vidi nel mio letto, tutta mia, senza lume.
Così un'angoscia mi prese.
Ero cencioso, io, ed ella, una mondana che si dava: bisognava che se ne andasse! Un'angoscia senza nome:
la presi e la lasciai cadere fuor dal letto, quasi nuda; e, nella mai indicibile debolezza, le caddi sopra, e con lei mi trascinai sui tappeti, senza lume!
La lampada familiare arrossava, una dopo l'altra, le camere vicine.
Allora, la donna sparì.
Io versai più lacrime di quante Dio abbia potuto mai chiedere."

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Ultima risposta 23/01/2008 15.40.08
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TIGER FRANK  @  04/02/2007 03:30:33
   5½ / 10
Brutto no... ma volutamente lento e inconcludente
2 comuni denominatori per molti film di Bertolucci
regista di cui non riesco proprio ad appassionarmi
degustibus.
Avro' una sensibilita' particolare ma....erotismo zero!!!!!
tempi lenti ma non pesantissimi sebbene la palpebra talvolta ha pesato
pesantuccio a tratti nei contenuti
Marlon con il fondotinta e rimmel(sembra un giovane truccato da vecchio,e' innaturale e strano...si salva solo l'interessantissimo profilo che gli e'-ERA-rimasto)sembra un maialotto attempato e goffo poi su di lei e' veramente maleassortito .
la scena del burro fa orrore !!!!!!
sa piu' di stupro e di erotico non c'ho trovato proprio nulla
imbarazzante direi
Lei che piange disperata mentre lui le fa ripetere le "filastrocche" ...ma daaaaai!!!!!
Poi tra etero e gay ste cose se fanno e strafanno e non si lamenta nessuno me pare....posso capire l'originalita' per l'epoca ,lo scandalo,la censura e la provvidenziale pubblicita'ma non fa di questo "dettaglio"un film capolavoro.
Di siluri neri per bianchi sederi magari in edicola ancora non se ne vedevano magari sara' stato questo a creare tutto sto mito....tant'e'
....dialoghi cosi',spesso sul cazzeggiante andante,pretenziosi e presuntuosi
non mi capacito sia lo stesso regista di quello splendido film che conoscono in pochi che e' L'ASSEDIO(meraviglioso ve-de-te-ve-lo!)

non mi ha convinto che vi devo dire

ma da vedere cmq
ha una bella fotografia ed e' un classico ma fateve due cafffettucci prima consigliatissimi!

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Ultima risposta 29/09/2007 23.19.34
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HATEBREEDER  @  15/01/2007 16:21:20
   4 / 10
Storia del 'geniale' film: un uomo ed una donna si incontrano per caso e scopano. Oh, ma che sublime ed inarrivabile poesia, ho quasi le lacrime agli occhi! A questo punto non so, potrei anche pensare che se Bertolucci avesse diretto "Bambola" con Brando e la Schneider, ora saremmo qui a parlare di una approfondita analisi filosofica del lato animalesco dell'uomo e del desiderio nascosto da parte delle donne di prenderselo poeticamente nel ****.
"L'ultimo tango a Parigi" è una casuale farsa drammatico/erotica, messa in piedi per stimolare il cervello (e magari anche qualcos'altro) di presunti luminari del cinema, che sembrano andare a nozze nell'inventare tutta una serie baggianate psicanalitiche sul nulla.
Comunque Bertolucci (come avrete capito è il mio idolo) ha fatto di peggio con "The dreamers", altro film dove le scene da film trash vengono puntualmente interpretate come la parola di dio. Almeno qui gli attori sono fenomenali, ma la noia regna sempre sovrana.

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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  04/01/2007 13:44:18
   10 / 10
il più bel film che abbia mai visto. immenso.
forse non è neanche un film poichè è troppo stratosferico da raccontare, infatti Bertolucci inserisce un film nel film per poter gestire tutto, ma solo un genio come lui poteva riuscirci: Marlon Brando disse che neanche il regista sapeva cosa stesse girando, poichè è la storia (è riduttivo chiamarlo film) più composita che si potesse raccontare.
Bertolucci e Storaro sviluppano tutto perfettamente tramite un rapporto stretto, un'intesa fra fotografia e regia a dir poco eccezionale il tutto arricchito da musiche bellissime e indimenticabili e ambienti perfetti e molto suggestivi.
di fortissimo impatto visivo per le scene erotiche (straordinariamente vissute dalla coppia più riuscita che mi sia mai capitata di vedere: Brando/Schneider) che racchiudono il tema principale del film e sono importantissime (se le avessi viste censurate probabilmente non mi sarebbe piaciuto così tanto) per la sua riuscita: Il Sesso.
Paul e Jean sono due personaggi simili: vivono in un completo distacco dal mondo, ma non si può affermare che conoscano la realtà poichè sono emarginati, Dostoevskij li avrebbe chiamati sognatori (Le Notti Bianche) e ne sono stati respinti per il carattere, l'indole, il desiderio, la passione in un mondo in cui tutto è perversione, tradimento, corruzione e banalità.
Paul e Jean, l'uno accecato dalla morte, l'altra dall'amore che si cercano e si trovano, dapprima avendo un'intesa incredibile, travolgente come quel treno che appare all'inizio e ogni tanto durante lo svolgersi e vitale come la forza della tigre e del gorilla che i due si danno come nome.
Paul sofferente come non mai, si rigugia nel Sesso per trovare una via d'uscita, per dimenticare la propria identità di uomo fallito sia come marito che come lavoratore e pian piano si affeziona non alla ragazza che non esita a chiamarlo egoista, ma al Sesso a cui si aggrappa perchè unica attività che lo rende ancora maschio, che sa fare ancora bene.
tuttavia la realtà piomba addosso a lui come un tram in corsa, strappandogli ogni appiglio ed è allora che dimentica le regole per rimanere attaccato all'unica cosa che lo tiene in vita: il Sesso; assume un attaccamento morboso che alla fine porta alla tragedia e all'uccisione di una malsana carnalità e a un capovolgimento di valori da cui solo il matrimonio (snobbato per tutto il flm) potrà aiutare la donna a scappare.
emotivamente sconvolgente.
astrali nidi d'illusione
grazie Marlon sei stato divino e spettacolare
grazie Bernardo.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  12/11/2006 16:21:59
   10 / 10
Stupefacente.
Da molti critici definito il più potente film erotico di tutti i tempi, questa pellicola riesce a coniugare sesso e romanticismo in un modo incredibile.
Un romanticismo quello del film crepuscolare e alterno, ribelle e, ineluttabilmente, tragico.
Marlon Brando interpreta divinamente un personaggio a lui estremamente congeniale e Maria Schneider è bravissima nell'incarnare una giovane donna selvaggia e ingenua.

La scena del burro è casuale. Una mattina Marlon Brando e Bertolucci erano a colazione insieme quando Marlon prese un po' di burro con l'indice della mano: i due si guardarono e colsero tutto al volo.

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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  19/09/2006 00:54:42
   10 / 10
Capolavoro assoluto di Bertolucci, avviluppato nel proprio nichilismo.
Paul, vedovo fallito di mezza età, ricrea nell'Appartamento una nuova identità che lo vede dominatore, forte, sicuro di sè; l'annullamento della propria individualità gli permette di rinascere e rifugire dal grigiore e dalle insicurezze che la vita gli continua a riservare. Jean, d'altro canto, è una ragazzina che alterna e sostituisce una finzione ad un'altra, affascinata ora dall'una, ora dall'altra; quando la finzione regina nata nell'Appartamento trova il proprio naturale epilogo, lei ne rifiuta la fusione con la realtà, arrivando ad annientarne ogni traccia, fino in fondo, razionalmente e gelidamente.
L'animo umano scandagliato come raramente si era osato prima, e come difficlmente si riuscirà in seguito.
Menzione particolare merita - ovviamente - l'interpretazione sublime di Marlon Brando, in grado di rivestire il proprio personaggio ora di un carisma ed un fascino innaturali, ora del pallido grigiore del fallimento.

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Brando90  @  23/02/2006 20:16:32
   10 / 10
A parte il mio nick che indica che sono di parte...Bellissimo, è l'interpretazione che forse si avvicina di più a com'era Marlon (stupenda interpretazione, ed era ritornato,bello come sempre, in perfetta forma fisica dopo le spaghettate sul set del Padrino...).Uno dei film più belli della storia del cinema, un film liberatorio capitato in un'epoca dove i due sessi erano distanti. Grazie a Bertolucci, che nonostante tutto (censure,condanne e quant'altro) non ebbe paura di mostrare attraverso una telecamera e un attore magnifico "la cosa" più naturale di questo mondo.

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ilaria!  @  12/02/2006 16:57:34
   8 / 10
un film che lascia senza parole..commovente, emozionante e anche molto forte..un bel 10 a bernardo, che non tradisce mai.

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Ultima risposta 01/12/2006 11.10.43
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Invia una mail all'autore del commento doncorleone  @  30/12/2005 11:10:54
   10 / 10
Il migliore di Bertolucci che non si ripeterà mai a questi livelli!

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR thohà  @  02/09/2005 15:21:03
   10 / 10
Una giovane donna ed un uomo ormai d'una certa età vivono il sesso per il puro piacere fisico, senza coinvolgimenti emotivi. In un appartamento sfitto, tetro, desolante e opprimente di Parigi avranno luogo i loro incontri di passione sfrenata. Non conoscono neppure i loro nomi. Nulla deve essere detto di personale. "Se vuoi sapere qualcosa di me, fruga nei miei slip, non nella mia giacca".
Immagino lo scalpore che deve aver suscitato all'epoca il vedere la famosa scena del burro, o di lui che lava una Maria Schneider priva di ogni pudore o l'esposizione delle terga di Brando...
Un Marlon Brando al top della bravura, calato in una parte che pare autobiografica, tanto gli sta a pennello. Forse la sua migliore interpretazione. Brava anche la Schneider, erotica, sfacciata e al limite del porno.




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Ultima risposta 08/05/2007 14.00.43
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Guy Picciotto  @  25/08/2005 11:24:29
   9 / 10
"te la dico io una cosa sulla sacra famiglia, la sacra famiglia che educa i selvaggi alla virtù"..........leggendo l'aldilà dei principi di piacere di Freud di capisce perfettamente come l'oscenità deriva da " esser fuori dalla scena" come il porno è l'aldilà dell'eros , cioè del desiderio ( della scena), esattamente come il Brando di mezz'età dopo la morte della moglie, non c'è eros, il desiderio è disinteressato tra lui e la tipa dell'appartamento ( senza riferimenti alla vita reale, infatti i nomi e il quotidiano, il mondano, il civile sono sempre tenuti fuori da Brando), quindi è un film porno, alla maniera di Kafka ( il più grande pornografo della storia).
Film leggendario.

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Ultima risposta 08/09/2010 13.14.00
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Sere90  @  23/12/2004 13:55:13
   10 / 10
=MARLON= MARLON= MARLON= MARLON= MARLON= MARLON= MARLON= MARLON= MARLON= MARLON= MARLON= MARLON= MARLON=..... E' tutto!!!Grande Bertolucci... Senza dubbio uno dei film più belli mai esistiti!!!

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Ultima risposta 30/12/2005 11.09.50
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LAMU'  @  25/10/2004 12:24:12
   10 / 10
Nel giro di anni si può guardare svariate volte, senza che il suo fascino ne risenta. Datato 1972 ma attualissimo, tanto che stento a trovare un film dello stesso genere che si possa lontanamente paragonare a questo, la pellicola ti lascia una miriade di senzazioni conturbanti e contrastanti e inevitabilmente ti porta a delle riflessioni sulla tua vita personale e sentimentale.
Mi turba e non poco quel filo sottile che lega la passione travolgente all'assoluta e irritante indifferenza...è tutto così reale...
Troppo scandaloso allora, sono sicura che ancora oggi ci siano persone che stentano ad apprezzarlo per la loro chiusura mentale (e fisica suppongo)!
Brando insuperabile e inimitabile, la Schneider all'altezza...
CAPOLAVORO!


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Ultima risposta 26/12/2004 21.31.54
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dragonfly  @  29/09/2004 17:51:54
   10 / 10
Film di altissimo livello: in America è stato osannato, in Italia avevano bruciato tutte le copie per via di un paio di scene di sesso che nel film ci stanno tutte. ottimo (c'è bisogno di dirlo?) Marlon Brando, brava anche la Schneider. Film poi ripreso da molti, che tratta meravigliosamente temi come la passione, la solitudine, lo scarso interessse per la vita, il sentimento d'amore perduto. Colpisce particolarmente il finale, con Brando che prima di morire spiaccica il chewing-gum sotto il balcone: un grande attore non muore col chewing-gum in bocca... Genialità.
Bertolucci un giorno saprà scusarci il grande torto che gli abbiamo fatto in passato, grande regista!

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Ultima risposta 02/09/2005 14.57.48
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