L'alieno Klaatu, atterrato negli Stati Uniti con un disco volante, chiede di vedere i leader dell'umanità per convincere le potenze mondiali a eliminare le armi nucleari. Accolto con ostile ottusità, cercherà di vivere in incognito e di conoscere gli umani: a guardia del disco rimane Gort, un silenzioso ma potentissimo robot.
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Più che di fantascienza, è un film dove conta molto la retorica, intesa per una volta come l'arte del parlare e del persuadere, non molto dissimile quindi da quegli splendidi giudiziari che si facevano a quei tempi. Effetti speciali ridotti all'osso, neanche il disturbo di truccare l'extraterrestre: Klaatu doveva dar proprio l'idea di essere uno di noi, un uomo, più intelligente degli altri, che da solo si ergesse a salvatore dei suoi fratelli, che cercasse di far aprire loro gli occhi. Forse un Einstein, o forse un D.io. Fatto sta che il valore programmatico del film è ben chiaro, un giustificato appello alla ragione rivolto a tutti gli uomini e di fantascientifico ha solo che parla di mondi senza guerre. Qualche ingenuità qua e là, ma tutto sommato è un film che fa sorridere.