tutta la vita davanti regia di Paolo Virzì Italia 2008
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tutta la vita davanti (2008)

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locandina del film TUTTA LA VITA DAVANTI

Titolo Originale: TUTTA LA VITA DAVANTI

RegiaPaolo Virzì

InterpretiIsabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Elio Germano, Massimo Ghini, Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Teresa Saponangelo

Durata: h 1.29
NazionalitàItalia 2008
Generecommedia
Al cinema nel Marzo 2008

•  Altri film di Paolo Virzì

Trama del film Tutta la vita davanti

La ventiquattrenne Marta, fresca di laurea in filosofia, trova lavoro in un call center venendo a contatto con un ambiente apparentemente giovane e dinamico che, in realtà, nasconde tutte le insidie insite nel precariato.

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Voto Visitatori:   7,11 / 10 (168 voti)7,11Grafico
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Voti e commenti su Tutta la vita davanti, 168 opinioni inserite

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outsider  @  21/05/2011 21:58:40
   8½ / 10
Quadro eccellente di alcuni ambienti della società contemporanea e della degenerazione di un modo di essere fatui e vuoti.
Bravissimi tutti, dallo sfigato e untuoso Mastrandrea, nei panni della zacca sindacalista e inconcludente di turno, a Ghini, emblema dell'uomo che vive sul niente riempito di nulla, alla folle Ferilli in corsa verso il vuoto totale, alla nostra protagonista che segna una positiva linea guida nella storia.
Elio Germano centrato nel ruolo che interpreta, bravo a cambiare abito nei vari film, come un mutante.
Inutile dire che questa pellicola di Virzì passò alla storia per il più italiano, splendidamente inquadrato in un'inquadratura spacca mutande. Trovarsi in una situazione come quella, beh, credo che personalmente mi lancerei ad afferrare il pallone e poi centrerei "il canestro" come alle olimpiadi militari!
Da comprendere il regista pelatone che poi...mi pare, l'abbia sposata.
Incredibilmente curato in tutti gli aspetti e con contorni ben definiti ( esempio la trash situation della visita d Ghini a casa dell'ex moglie), questo film non manca di una certa profondità espressiva; mi riferisco al momento focale, centrale della pellicola, in cui la Ramazzotti chiama l'amica e poi si rende conto, testualmente: " mi sa che me so persa", il riferimento ovviamente non è alla strada, ma in una scena in cui il significato è alla portata di tutti si esprime in modo commovente il punto tragico cui certi comportamenti inevitabilmente portano.
Avevo dimenticato di commentare questo film dopo la prima visione. L'ho rivisto volentieri.
Da non perdere, decisamente. Film per tutti.

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Ultima risposta 15/06/2011 19.04.22
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ROBZOMBIE81  @  22/07/2010 19:01:08
   7½ / 10
Bel film generazionale che mostra una condizione di precarietà purtroppo attuale e che alterna denuncia verso certi lavori all' immobilismo di chi forse potrebbe fare qualcosa e non lo fà,fortunamente non si vive(o muore)di solo Moccia..

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Ultima risposta 22/07/2010 19.55.42
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Alex83  @  06/07/2010 02:10:34
   8½ / 10
Ogni tanto il cinema italiano ( e non solo) sforna qualche film degno di essere visto....peccato che l'abbiamo dato in tv in piena estate quando sono tutti fuori casa all'aria fresca....(sarà stata una scelata del grande capo? comprensibile visti i temi trattati....). Mi vergogno ogni giorno di più di essere un cittadino italiano.

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Ultima risposta 06/07/2010 09.42.19
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Gui80  @  27/03/2009 23:20:15
   4 / 10
Media del 7... mamma mia.
Io penso che nel cinema non basti soltanto affrontare un argomento sensibile all'opinione pubblica per far un buon film, anzi...
Si rischia spesso di cadere nella retorica, nel banale, e nella noia... tre elementi che non mancano di certo a questa scadente pellicola.

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Ultima risposta 03/03/2010 05.01.36
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  26/03/2009 15:41:57
   7 / 10
Riuscita rappresentazione del mondo del precariato in cui vivono tantissimi giovani...me compreso visto che lavoro in un call-center!
Riusciti anche i momenti gottesco-musical-fantasy che accompagnano la storia...una Sabrina Ferilli perfetta nella parte! (per fortuna dalle mie parti c'è molta piu' comprensione verso gli operatori!).
Il rapporto tra la protagonista e la vecchia signora è molto ben fatto e commovente...soprattutto come nasce il tutto!
Insomma,finalmente,un bel film Italiano che riesce a toccari punti interessanti!
Non mi ha convinto tutto quello che gira intorno al personaggio di Mastandrea e le troppe scene di nudo che non sono funzionali all'opera...

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Ultima risposta 31/03/2009 01.30.24
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benzo24  @  25/03/2009 12:04:40
   1 / 10
che film stupido..il problema è che in italia si cerca di trasformare tutto in macchietta, rendendo il tutto ridicolo, con personaggi fuori dalla realtà, interpretati da attori scadenti.

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Ultima risposta 03/03/2010 05.03.11
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gambero  @  24/03/2009 15:14:52
   7 / 10
niente male!!credo sia uno dei film italiani meglio riusciti degli ultimissimi tempi!!trama originale e purtroppo veritiera,recitazioni buone da parte di tutti gli attori(su tutti germano),buon ritmo dall'inizio alla fine,finale interessante!!ciò che mi è piaciuto di meno è sostanzialmente il fatto che credo si sia voluto esagerare troppo il modo di lavorare nei call center..non credo sia così pesante!!magari mi sbaglio..da vedere cmq sia,bella pellicola!!

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Ultima risposta 24/03/2009 15.22.19
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  01/12/2008 19:30:33
   7½ / 10
Bisogna giudicare questo film, secondo me, per quello che è: un’impietosa satira del mercato del lavoro italiano degli anni 2000. Si tratta di parodia e quindi tende a esagerare certi aspetti della realtà. Non bisogna perciò prendere questo film come un resoconto oggettivo e generalizzare i comportamenti dei personaggi. Lo scopo, tutto sommato, è quello di divertire, di ridere, di prendere in giro e bisogna dire che ci riesce molto bene.
Allo stesso tempo, però, dietro le esagerazioni si riconoscono alcuni aspetti specifici del reale, i quali colpiscono molto, invitano a riflettere. Insomma, vuole anche essere uno stimolo ad aprire gli occhi e ad approfondire un fenomeno che coinvolge soprattutto le giovani generazioni. Spingere a prendere posizione, a fare considerazioni (al di là delle risate), ecco il grande merito di questo film. Complimenti, Virzì.
Altra cosa da tenere presente è il vizio stilistico del regista di prendere in giro tutti. Nei suoi film non si salva mai nessuno. Per questo, secondo me, ha scelto di far presentare le vicende del film da una voce neutra fuori campo che parla con un tono da barzelletta. In questa maniera ci stacchiamo dalla vicenda, la vediamo con occhi critici, non ci identifichiamo con la protagonista. Anche Marta insomma è soggetta all’ironia di Virzì e le sue scelte vanno seguite con distacco e occhio critico.
L’ironia comincia subito dal primo ambiente descritto, cioè quello universitario, dove si fabbricano i cervelli, le coscienze critiche della società. Invece regna l’indifferenza, la routine, la burocrazia. Il sapere sembra qualcosa di fine a se stesso, una conoscenza come un’altra per trovare “impiego” nella società. Del resto il regista non ci permette mai di entrare nella mente di Marta. Non sapremo mai perché ha scelto filosofia. Solo per trovare un lavoro? Che aspirazioni ha Marta? Quelle semplici borghesi o qualcosa di più? A Virzì e per i suoi scopi non interessa. Gli basta far vedere la completa assenza di una forza critica attiva nella società attuale.
L’iniziativa è quindi lasciata agli “imprenditori”, all’interesse privato, il quale è abilissimo a travestirsi, a presentarsi in maniera affascinante e a penetrare a fondo nella mente della gente di cui ha bisogno per funzionare. I veri “filosofi” sono loro, che creano una nuova etica, dei nuovi valori, dei nuovi stimoli e non si peritano di esaltare o umiliare le persone, a seconda del loro interesse, senza mostrare pietà o umanità alcune. Alcune scene sono devastanti, come quelle delle premiazioni o delle punizioni. Dietro si può facilmente riconoscere la filosofia vincente inaugurata dalle reti televisive di Berlusconi negli anni 80 e dalla sua rete di propaganda Fininvest. Se può “consolare”, Virzì allude al fatto che anche i manovratori diventano vittime delle loro stesse macchinazioni e finiscono pure loro stritolati dai sistemi che hanno creato.
Altra istituzione presa di mira da Virzì è quella sindacale, anche questa accusata di essersi ridotta a qualcosa di burocratico, che mira a “denunciare” sui mass-media piuttosto che a agire in concreto nei luoghi di lavoro. Il personaggio di Giorgio il sindacalista è molto macchiettistico, “sui generis”, probabilmente è il personaggio meno convincente del film. In fondo le sue intenzioni sono nobili, magari non ha i mezzi per intervenire, non è tutta colpa sua. Ma forse Virzì ha voluto denunciare la strana schizofrenia di chi subisce il sistema: hanno il cervello così lavato dai loro datori di lavoro che danno la colpa dei licenziamenti (sentiti come qualcosa di naturale e indiscutibile) non a chi gli ha eseguiti, ma a chi gli ha provocati (un po’ come tanti adesso che danno la colpa ai partigiani per le stragi di Sant’Anna o delle Fosse Ardeatine).
Marta è una ragazza buona, generosa, è molto intelligente, eppure subisce mentalmente il sistema, non ci partecipa fino in fondo ma nemmeno lo contesta o lo combatte con decisione. E’ un po’ lo specchio di tanta gente che sa, sente ma non trova nessuno stimolo per cambiare o ribellarsi, appare come rassegnata. Anche per questo il film non ha in realtà alcun lieto fine. Rimane addosso una brutta sensazione, veramente brutta, quella di sospettare che forse il reale non si discosta poi di tanto dalla sua parodia.

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Ultima risposta 17/12/2008 13.50.08
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Invia una mail all'autore del commento DonD  @  05/09/2008 01:01:29
   5 / 10
Bah, sarà che visti i voti mi aspettavo qualche cosa di grandioso.... ma alla fine del film ho notato il vuoto + assoluto. Una pallicola che inizia ma non prende mai il volo... come l'encefalogramma di un morto: piatto.
La cosa + bella è la canzone del finale.

Sinceramente nn capisco come faccia ad avere una media così alta.

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Ultima risposta 09/09/2008 21.41.16
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pinnazza  @  28/08/2008 18:07:04
   7½ / 10
bello!
una commedia dell'assurdo. atmosfera alienata e alienante lungo tutto il film.
Brava la protagonista, brava la Ferilli e anche Mastrandrea.
Film di livello!!
e poi la nonnina...che voce tenera ha..!?

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Ultima risposta 10/09/2008 11.54.58
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risikoo  @  01/07/2008 14:34:39
   4½ / 10
Problema attuale, ma il film proprio non mi è piaciuto. Personaggi poco approfonditi, situazioni esagerate. Bene Germano, come sempre. Mastandrea macchietta di se stesso. Mi aspettavo molto di più.

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Ultima risposta 16/09/2008 22.14.06
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bolda11  @  20/06/2008 22:30:10
   7½ / 10
Mi aspettavo di vedere un film sciatto e basato su luoghi comuni, ma Virzì mi ha piacevolmente sorpreso. I luoghi comuni permeano sì l'intera pellicola, ma sono resi caricature di loro stessi; così la ragazza madre, l'addetto alle vendite 's****to' (fantastico Germano), il capo onnipotente sono tutte immagini di una realtà che sta diventando pericolosamente comune nel nostro paese. Le parti minori fanno da buon contorno al film, veramente piacevole. Unica pecca un Mastandrea troppo clone di se stesso, con il suo personaggio che peraltro qui non viene neanche sviluppato a dovere.

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Ultima risposta 20/06/2008 23.49.44
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mr orange  @  12/05/2008 23:15:03
   5 / 10
mah a me non è proprio piaciuto. comincio con la voce fuori campo della ferilli che non solo è davvero irritante ma sembra che il dialogo sia stato scritto con il vocabolario davanti senza nessuno spessore narrativo. la recitazione è inferiore, si salvano alcuni ma non che brillino troppo.
per non parlare dei vari personaggi, sono stati caratterizzati peggio delle commedie di moccia, a parte la studentessa da 110 e lode iper intelliggente e brava troviamo il sindacalista pronto a tutto per aiutare tutti, la donna di facili costumi, la pazza omicida e via dicendo........davvero incredibile anche se pare ovviamente fatto apposta.

ovviamente per il voto che ho messo, ci deve essere un lato positivo in questo film ed è il più semplice possibile, almeno il mondo del call center è stato narrato, balletti stupidi a parte, davvero rispecchiando la realtà. così ad esempio è stata intravista la suddittanza psicologica che si cerca di trasmettere, le pause che sembrano dei favori e i licenziamenti che servono da monito agli altri e il falso buonismo dei team leader. insomma per chi non ha mai provato l'esperienza orribile di lavorare in un luogo come quello rappresentato, un'occhiata istruttiva al film gliela può anche dare l'importante è che non si aspetti una commedia, perchè di certo farà storcere il naso parecchie volte. per gli altri che sanno come funziona questo mondo si potrebbe intravedere un'occasione per rispecchiarsi con i personaggi, che però poi fallisce dall'approccio estremo che la narrazione prende.

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Ultima risposta 13/05/2008 13.58.07
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Chri&Deb  @  29/04/2008 16:05:00
   7 / 10
Carino, gli attori recitano bene i loro ruoli, ma un complimento a parte va alla protagonista che riesce a trasmettere al meglio le sue emozioni.l'unico difetto è che ogni tanto il film cade nel banale con stupide canzoncine che mettono l'ansia solo a sentirle.
se nn avete eccessive aspettative vedetelo, potreste anche rimanere piacevolmente colpiti!;)

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Ultima risposta 29/04/2008 17.47.25
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Invia una mail all'autore del commento Shuk  @  26/04/2008 22:18:23
   9 / 10
Essendo un appassionato dei film di Virzì... non sono molto imparziale nel commentare questa sua opera... Sembra una sorta di magia, ma 3 dei suoi film hanno caratterizzato e riguardato una fase della mia vita... Ovosodo (infanzia), My name is Tanino (liceo), Tutta la vita davanti (università)...
Quest'ultimo un vero e proprio ritratto dell'Italia del precariato, alla riscoperta dei buoni sentimenti perduti...
La standardizzazione del lavoro e delle relazioni sociali è un aspetto che si evince da questa sceneggiatura...
A tratti eccellenti le interpretazioni dei protagonisti, una su tutte quella di Valerio Mastrandrea... esponente moderno della commedia all'italiana di buon gusto...
Deliziosa la scelta di un narratore... in questo caso la voce di Sabrina Ferilli...
Credo che un film che ti faccia commuovere, ridere e riflettere sia ben fatto a priori... a prescindere da alcuni punti scontati e prevedibili...
OTTIMO VIRZI'...
Una delle commedie italiane più belle degli ultimi tempi...

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Ultima risposta 27/04/2008 05.30.18
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serrano  @  26/04/2008 00:29:30
   8 / 10
sembrava una caz.zata...
...e invece....
...invece!
certo...tratta il tema con una certa vena "naif", ingenua...che però ha comunque il suo effetto!
non so a voi, ma a me mi ha coinvolto e fatto inaz.zare parecchio...
...e mi ha fatto "incupire" e piombare in funesti pensieri di vendetta!
certo che viviamo in un paese di m.erda!!!!
V-Day every day !!!!

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Ultima risposta 16/09/2008 22.18.06
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ivanino  @  23/04/2008 13:20:27
   5 / 10
mah...che dire un film un tantino stupido e superficiale, i protagonisti sembrano tanti cogl... e le canzoncine che gli fanno cantare ogni mattina ti irritano il sistema nervoso!
sinceramente mi aspettavo di meglio!!!

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Ultima risposta 23/04/2008 22.55.50
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alex75  @  16/04/2008 09:26:32
   7½ / 10
Una laureata in filosofia alle prese con l'incubo del precariato trova lavoro in un call center dove assapora tutti gli orrori dell'era berlusconiana, tra miti consumistici, fatui miraggi di successo e povertà culturale.
Un gran bel film questa commedia di Virzì, sospesa tra il sorriso e l'amara consapevolezza di una società che vira sempre più pericolosamente verso lo spaventoso spettro di un'America tutta condizionamenti televisivi e ignoranza.
Segnalo nel buon cast la mirabile interpretazione della Ferilli, vera sorpresa del film, che regala un'ottima interpretazione della manager frustrata, tra vacanze a Sharm el Sheik e il sogno di un amore impossibile. Da vedere

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Ultima risposta 18/04/2008 16.28.05
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  07/04/2008 19:29:02
   6½ / 10
Volevo sottrarmi allo zucchero filato de "il cacciatore di acquiloni" e ho posto le mie speranze su Paolo Virzì. Tutto sommato però questo (tipo di) nuovo cinema italiano (?) non fa per me.
A tratti avverto (ma è un problema mio) un certo fastidio per le potenzialità mal sfruttate. Ci resta un film che, citando "Impiegati" di Avati e aggiornandolo ai nostri giorni/anni, ricorda più spesso il cinema di Denis Arcand.
L'approccio musical è in parte indovinato, anche se sembra un'incrocio tra la pubblicità della vodafona vs. Rino Gattuso e il disgraziato "Da o a 10" del Liga, e Virzì dirige un film (onestissimo per carità) sul precariato disarmante nella sua amenissima vaquità: praticamente una fiction televisiva ipertrofica gonfiata e allungata per lo schermo cinematografico, che mi ha fatto lo stesso effetto allergico proprio delle telefoniste "imbonitrici" che infestano la nostra quiete quotidiana e per cui il sottoscritto non prova alcun tipo di solidarietà: figuriamoci davanti a un manico di imbecilli e cretinette che pendono dalle labbra di certi coercitivi adepti, maschili o femminili...
Indubbiamente poi ci ripenso e mi convinco che sì, è uno specchio dell'Italia di oggi (il personaggio di Ghini "patron" amichevolmente carogna è emblematico in tal senso) ma il linguaggio, anche ironico, usato per descriverlo, sembra la lista della spesa di un minimarket.
Per inciso: non mi ha emozionato quasi mai, anche se attori praticamente da fiction (Ghini o Ferilli) il loro mestiere lo sanno fare, Mastrandrea è il solito s.f.i.g.a.to e l'unico personaggio realmente interessante è quello interpretato da Michaela Rammazzotti.

Ma siccome non voglio essere severo e tutto sommato questo clima surreale e grottesco mi ha divertito e preoccupato (forse) vada per la sufficienza piena.

Credo però che valga la pena parlare di certe tematiche con meno compromessi all'etere televisivo, altrimenti "Il bello delle donne" è vicino

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Ultima risposta 19/04/2008 21.51.09
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  04/04/2008 10:55:58
   8 / 10
Con questo prodotto di ottima fattura Virzì si inserisce autorevolmente nel solco tracciato dai vari Germi, Risi e Monicelli. Un solco inaridito nel tempo, ove fondamentale era fotografare in modo assolutamente personale lo stile di vita degli italiani di quel determinato periodo storico, i loro oggetti di culto, i loro feticci, le loro bassezze.
Virzì riesce in tutto questo, ben sapendo che non basta raccontare una certa Italia, ma lo si deve fare all’interno di una sceneggiatura molto lavorata, in cui nulla viene trascurato, tirato via, lasciato al caso. Basti guardare la cura con cui ogni personaggio viene introdotto nella storia, il suo approfondimento, il carattere che gli si affida.
Con una sceneggiatura di tale portata e il tocco originale dell’autore, non si può che elogiare questa ultima fatica di Virzì: una vera ‘commedia all’italiana’, ottimamente interpretata da tutti i protagonisti.
Un film da vedere e far vedere a chi crede ancora che il migliore esponente della commedia all’italiana sia un tale di nome Pieraccioni.

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Ultima risposta 04/04/2008 11.28.40
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Invia una mail all'autore del commento SakiJune  @  01/04/2008 20:58:59
   8 / 10
Uno dei film italiani più "veri" e appassionanti degli ultimi tempi. Un Mastandrea in ottima forma: posso dire che il suo Giorgio Conforti mi è sembrato il personaggio davvero a 360 gradi, umano e credibile. Anche la protagonista è molto azzeccata, nel suo essere partecipe ma anche distaccata dal mondo in cui si trova a vivere, in virtù della sua cultura che le permette di trovare un equilibrio nella visione delle cose. Molto meno convincenti le vicende della coppia Ghini/Ferilli. Splendida invece la Ramazzotti con la sua Sonia, così ingenua nella sua disperata ricerca d'affetto, di "una persona gentile". Da non perdere, davvero.

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Ultima risposta 16/09/2008 22.22.25
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  01/04/2008 15:53:37
   6½ / 10
Iperbolico il film di Virzì nell’affrontare l’amaro tema del precariato in Italia, le punte grottesche tentano di lenire il pessimismo trapelante, ma l’analisi spietata del mondo del lavoro giovanile in questa Italia meschina ci annichilisce.
Iperbolico dicevo, iniziando dalla protagonista: troppo normale, troppo ingenua e troppo accondiscendente per essere una neolaureata in filosofia teoretica e soprattutto ragazza indipendente ( vive sola a Roma, lontana dalla famiglia). Troppo forte il contrasto tra la protagonista e le sue colleghe, tutte piuttosto frivole, amanti del GF, praticanti del gossip aziendale, attente a compiacere il superiore in ogni modo. Troppo rimarcata l’aggressività della ditta di call-center in cui tra jingle motivazionali, premiazioni “scolastiche” al più “bravo, penitenze goliardiche e umilianti al “cattivo” si consuma nella totale alienazione l’esperienza lavorativa dei giovani co.co.co. Troppo macchiettistici i ruoli dei due direttori, Ghini e la Ferilli, la cui vicenda sentimentale è piuttosto scontata e forse fuori luogo.
Ben ritratto il personaggio di Mastandrea , giovane sindacalista, idealista imbranato, che insegue Marta, sua musa ispiratrice e critica severa, con il disincanto di chi lotta già perdente.
Nell’insieme il film è buono, poteva essere migliore con un’ironia meglio dosata e senza certi scorci melodrammatici.
Intuizione brillante i due siparietti musicali sui titoli di testa e di coda.

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Ultima risposta 16/09/2008 22.27.44
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  31/03/2008 21:54:32
   7½ / 10
Divertente e disperato,brillante e coinvolgente,ben diretto e soprattutto ben interpretato,frizzante e allo stesso tempo mai banale,esempio (purtroppo sempre piu'raro) di un cinema italiano con ancora qualche cartuccia da sparare...Virzi'dopo pellicole poco riuscite come My Name Is Tanino e N-Io E Napoleone,torna alla stragrande con un prodotto "mascherato" da commedia ma caratterizzato da una dura e riuscitissima critica sociale.
Davvero ottimo il cast,con una splendida Sabrina Ferilli spalleggiata dalle bravissime e intense Isabella Ragonese-Micaela Ramazzotti,e perfetta la sceneggiatura capace di toccare temi scomodi come il suicidio e la prostituzione senza scivolare nel retorico o appensantire la visione....per quanto mi riguarda l'unico difetto e'rappresentato da situzioni talvolta disegnate in maniera troppo caricaturale e forzata,ma per il resto parliamo del miglior prodotto italiano visto di recente al cinema.

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Ultima risposta 31/03/2008 22.23.08
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  31/03/2008 11:45:28
   6 / 10
Purtroppo ho un difetto: spesso non riesco a scindere la qualità di un film dalla situazione (o storia) che esso propone. La squallida (ma purtroppo, in parte vera) Italia che Virzì ci propone mi ha fatto venire una tale nausea che non riesco a valutare la pellicola per quello che realmente vale. Perciò sarebbe un 7 pieno, ma purtroppo il senso di disagio che "Tutta la vita davanti" mi ha dato mi fa togliere un punto al film.

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Ultima risposta 04/04/2008 20.59.07
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ughetto  @  30/03/2008 19:18:49
   4½ / 10
Questo film è un evento affascinante: dimostra esso stesso la tesi che contiene.
La quale tesi è che sul tema della flessibilità del contratto del lavoro, e delle sue implicazioni sociali, non ci sono le idee chiare, anzi non c'è nessuna idea; e le vittime di questa poca chiarezza possono essere impunemente sfruttate da un sistema con pochi scrupoli e, soprattutto, con poche regole.
Quindi, dicevo, Virzì è parte integrande della sua stessa tesi, perchè dimostra, con un film pessimo, che la cultura italiana è incapace di razionalizzare il problema.
Non è capace innanzitutto in sede di analisi: il film ripropone gli stessi effetti collaterali per le impiegate, di quelli denunciati, in altri sedi, come peculiari del lavoro in fabbrica su lunghe filiere: insomma l'alienazione.
E la scena di sesso consumata nella decapottabile è una citazione della "classe operaia va in paradiso" di Pietro Germi. Nulla di male a citare: ma qui si trattava di enucleare una nocciolo problematico peculiare del lavoro flessibile. Cosa che non è stata fatta. Si è preferito attingere, in modo banale e scontato, a quanto già detto in duecento anni di riflessione sul lavoro.
Analisi fallimentare anche sul fronte sindacale, dove il discorso sulle vecchie tute blù, non solo spiega male il problema, ma una volta di più non va a fondo.
Buio assoluto ovviamente sull'eziologia: ragioni della produzione, scenari globali che implicano questo nuovo panorama contrattuale.
Oscurità anche su quelle che potrebbero essere le reali esigenze dell'impiegato così detto precario medio: infatti la protagonista, laureata in filosofia, sfugge ai parametri.
Se, dicevo, carente in sede di analisi, si rivela disastroso in sede di sintesi.
In pochi minuti (lo so che è difficile chiudere una sceneggiatura che non esiste), ogni genere di disastro si abbatte sulla pellicola: incidenti, prostituzione, e un omicidio tanto assurdo quanto sciocco ai sensi della narrativa. Tutto in direzione di un pranzo catartico dove la parola finale che viene pronunciata è la conferma della malsana congiuntura culturale che ha dato origine a un film così scialbo e squilibrato.
Brava la Ramazzotti nell'interiorizzare le movenze (non le espressioni, sempre identiche) del suo personaggio.
Regia inesistente (e non credo che dare un taglio televisivo sia un modo di criticare la televisione, alla Oliver Stone). Insopportabile la voce fuori campo: ma quetsa è una vecchia polemica.

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Ultima risposta 02/04/2008 00.05.35
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filosofo  @  29/03/2008 19:03:05
   8 / 10
Grande film! Finalmente un film italiano che non sia una ca.gata! Davvero una bella storia, e devo dire che è molto attuale! Un film molto particolare, che non si ferma solo sulla "storia" della protagonista ma anche sugli altri personaggi del film.
E poi si vede anche la fi.ga della bionda! Fantastica quella scena, la migliore di tutto il film! Davvero inaspettata! Bel colpo di scena davvero!!!
Complimenti al regista... aspettiamo il sequel!

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Ultima risposta 21/04/2008 19.49.37
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