Il film è dedicato alla vita del celebre pittore J.M.W. Turner, uno dei più importanti esponenti della storia dell'arte britannica, vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo.
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Cosa so di più di quel poco che già so di Turner dopo aver visto questo film? Nulla. Mi ha messo voglia di approfondire il personaggio? Per niente. Le due cose principali che un film biografico deve lasciare a chi lo guarda è un'idea più chiara della vita del personaggio che racconta e soprattutto la voglia di approfondirlo ancora di più, cosa che non avviene con questo "Turner".
Non è nemmeno un vero e proprio biopic, dato che racconta più che altro aneddoti di vita quotidiana il più delle volte abbastanza insignificanti e comunque in maniera abbastanza piatta e noiosa, e neanche con l'arte in primo piano; inoltre per la qualità della pellicola la durata di quasi due ore e mezza si fa sentire eccome.
Ad eccezione del protagonista che se la cava bene, per il resto buona parte del cast è di basso livello, una recitazione (e un doppiaggio) abbastanza da soap opera o film tv.
Una spennellata di noia su una tavolozza disadorna e squallida, a cominciare dal suo bofonchiante protagonista, il pittore romantico William Turner, qui interpretato da uno sprecatissimo Timothy Spall. La colonna sonora stridula, che lacera i timpani, accompagna un biopic pomposo e senile, che riesce a spremere da una sceneggiatura piatta un prodotto urticante di faticosa digestione. Il biopic è un genere ormai abusato, ma in sè rischioso, da maneggiare con cura. "Turner" è privo di ogni eleganza. Da rifuggire come la lebbra (morbo che, peraltro, il regista non ci risparmia, alla voce "cenciosa serva", personaggio insulso che è stato inserito nel plot non si capisce bene con quale finaltà recondita...). Film che si ricopre perfino di ridicolo nel finale, ma che almeno fa cessare una straziante agonia. "Ma ti prego resta ferma", canticchia il pittore in uno dei rari momenti di allegria. Resta ferma la noia.
Grandissima prova di Spall per un film che purtroppo non ha mai un sussulto di originalità nè di inventiva nè di ardore cinematografico.. si tratta di un biopic secco e preciso ben diretto e interpretato,ma decisamente troppo lungo e che in diversi momenti gira su se stesso senza prendere una direzione se non quella della noia.. finale lento prolisso e scontato.
sarà di certo un film da intellettuali ma a me è risultato noioso lento e mai avvincente. una storia fortemente noiosa è una biografia priva di momenti di interessi. dura tanto e finisce in maniera noiosa
No.... grossa occasione sprecata.... film senza forza narrativa, personaggi macchiettistici compreso il povero William Turner, figura illustre del suo tempo, erudito e studioso nonchè immenso pittore.... viene saltata a piè pari l'età giovanile periodo fondamentale dell'artista per la sua crescita, Spall e Leigh rappresentano Turner goffo, apparentemete rozzo, brutto. Due ore e mezza di copia e incolla di sequenze piatte rese godibili solamente dalla bella fotografia, e dai magnifici quadri, per il resto, qualche grugnito dell'artista, gli urli della zia, un amplesso con la serva..... l'importante scena dell'immobilizzazione al palo della barca durante la tempesta messa lì con lo sputo...... insomma nessun approfondimento..... peccato....
non sono un amante di M. Leigh, ma adoro i quadri del Maestro inglese. La candidatura agli Oscar e il soggetto, mi hanno spinto al Cinema a vedere un biopic che altrimenti difficilmente avrei sostenuto in TV dall'inizio alla fine. Film drammaticamente lungo e pieno di tempi dilatati e probabilmente inutili. Dialoghi banali, frivoli e dell'utilità pari a zero. Attori (con T.Spell in primis) brutti, sporchi, storti e malati (da psoriasi impressionanti, fino alla mortale per "scrofite") quasi fosse una corte dei miracoli, ...eppure questo campionario di brutture di colpo si illumina grazie ad una fotografia esagerata, dove i paesaggi sono quadri dall'impatto straordinario (fulminanti per la loro impareggiabile bellezza), dove la natura è la vera padrona della scena. T. Spell si cala nella parte con buon impegno, ma è un caratterista e non regge il ruolo da protagonista,... grugni, smorfie e rantoli non sono sufficienti ... Rimangono i quadri (meravigliosi), il personaggio (raro caso di pittore ricco in vita, grazie al suo talento) e il suo carattere (critico, disilluso, dissacrante), rimane il suo originale approccio alla pittura, la cura per i colori, il suo colpo d'occhio, il voler vivere dentro a ciò che rappresenterà nei suoi dipinti....ma il film è davvero noioso e fastidioso (e tremendamente lungo) Mozione speciale per i micioni che qua e là mitigano lo schifo che li circonda