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"Toni" è uno dei precursori del Neorealismo italiano per l' importanza data al background "dove la natura sa bene come operare la fusione delle razze". Ma nel film di Renoir gli intenti drammatici vertono su tutt' altre direzioni, infatti al regista ben poco importa della focalizzazione esterna, cioè del taglio documentaristico tipico dei film neorealisti, per raccontare - esattamente come Visconti che anche qui è stato assistente alla regia - un' altra storia di passione che porterà alle estreme conseguenze, ma seguendo il percorso dei suoi personaggi discutibili certo, ma sempre genuini ed estremente veri. Una costante della filmografia del vero antimoralista della storia del cinema. E la fotografia impressionista (straordinario il momento del tentato suicidio di Marie al largo sulla barca dove l' orizzonte non ha un confine ben definito) riesce a sprigionare dalla pelle di Josepha una carica erotica che sommata alla bellezza dei paesaggi di campagna elevano l' estetica di questa vera opera d' arte ad un livello riscontrabile ad oltranza solo in questo immenso Poeta del cinema francese.