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L'idea del "doppio" finale pareva una grande idea alla regista Sigismondi, invece ha rovinato quello che di buono il suo THE TURNING aveva offerto. Fino al confuso epilogo, il film appariva come una ghost story dall'impianto classico ma onesta, abbastanza lineare e con qualche momento tensivo ispirato. Poi la regista ha voluto strafare e il risultato non è stato dei migliori, mettendo in evidenza i limiti di una storia, adattata su un racconto di Henry Jamaes, piuttosto densa di clichè del genere che ne compromettono l'originalità. Il cast se la cava bene: il giovane Wolfhard (già notato in STRANGER THINGS) mostra discrete abilità, la Davis fa il suo e anche gli altri offrono il loro apporto in maniera incisiva. Le atmosfere ricreate sono piuttosto classiche, già viste in altre pellicole, ma rendono il giusto sotto il profilo della tensione e così pure la location sembra decisamente all'altezza per offrire una visione abbastanza coinvolgente ma parzialmente invalidata da dinamiche inconcludenti.