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Come rovinare un film con un finale vergognoso ! All'inizio promette bene, somiglia a " the others " , viene voglia di guardarlo senza fermarsi un attimo, fa paura, curiosita' e inquietudine si fanno strada nello spettatore, poi di colpo cambia rotta diventando un pastrocchio di cose senza senso come se si volesse finire alla svelta; e soprattutto cala la tensione e il senso di paura vera che percepisci all'inizio. Peccato, una cosa incomprensibile, nel voler dare un finale dal doppio significato si e' sciupato un film che prometteva bene !
Si cerca di fare qualcosa di diverso rispetto ai soliti horror,promuovo il buon senso ma boccio l'epilogo,la bravura dei protagonisti purtroppo non salva niente
Molte perplessità una volta finita la visione di questa "ghost story" tratta dal racconto di Henry James. Il doppio finale lascia più di un'interpretazione ed il progetto patrocinato da Steven Spielberg finisce con risultare un vero ginepraio. La location ed i protagonisti facevano presagire a ben altro risultato ma ne viene fuori un horror che non spaventa, privo di suspence, con lo stratagemma dell'uso smoderato dei classici jumpscares ed effetti speciali non all'altezza. Bravi comunque i protagonisti tra cui spicca il giovane Finn Wolfhard nel ruolo ambiguo del fratelllo maggiore.
Il film intrattiene fino al pasticcio finale, che vorrebbe "scioccare" lo spettatore, dimenticandosi però che non si tratta di una trovata così originale. Comunque anche prima non eccelle, visto che trasforma un romanzo gotico basato sul mistero in una serie di jumpscares alla James Wann. Tutto sommato consiglio anzi The Haunting-Bly Manor che, pur essendo un polpettone melodrammatico, restituisce meglio l'atmosfera originale
The Turning - un film della visionaria Floria Sigismondi, regista che conosco da tempo per la sua tecnica sempre precisa (aveva diretto video musicali, tra cui Sigur Rós, David Bowie, The Cure, ecc...) questa volta si cimenta in un horror sui fantasmi infestanti, una classica ghost story ispirata da un racconto molto conosciuto di Henry James, più volte tradotto sul grande schermo (tra cui l'horror Suspense degli '60, mi pare), ebbene a me è piaciuto molto, ma ci vuole un po' di pazienza per apprezzarlo. Un inizio regolare, molto normale come molti altri, però si nota subito l'alta qualità della location, della scelta degli oggetti e dei costumi, e sopratutto le ottime interpretazioni di tutti... Mackenzie Davis l'ho trovata eccellente nella parte di una au pair dalle vedute ampie e che proviene da una famiglia spezzata. La protagonista è stata ingaggiata in un castello irlandese e deve prendersi cura di due bambini difficili, tra cui Finn Wolfhard (che tutti ricordiamo per Stranger Things) bravissimo nel rappresentare un irrequieto adolescente. Ok, vedo molte delusioni nei voti sotto, perché in effetti nella sceneggiatura si sono presi molte libertà, tanti dubbi non proprio risolti, però c'è una chiave che bisogna capire, e io l'ho colta e apprezzata appieno. Un punto nel film in cui (avete visto oppure vedrete) c'è una "svolta", il turning del titolo. Quindi partite da questo presupposto. L'adolescente dice alla ragazza che "sa di cosa lei ha paura, e la luce accesa di notte non la proteggerà". La tata anziana dice "speriamo che la malattia di tua madre non sia genetica". E allora cos'è questa paura? I fantasmi, gli stupri, l'assenza di protezione, avere tutti contro...
No, lei ha paura di vedere sua madre, oppure di essere come lei: spiegato l'urlo finale.
E quindi la suspense si concentra sempre più in questo vortice di follia, dove non si capisce bene cosa c'è di infestato. Bello e coinvolgente, dategli una seconda chance.
Si vede che avro' visto un altro film, ma a me e' piaciuto. La tensione e' palpabile e ben costruita. Ho apprezzato la decisione di trasporre la storia di Henry James che e' di fine '800, agli anni 1990 con conseguente colonna sonora rock/grunge molto azzeccata. Molto brava la Davis, perfetta per la parte, e inquietantissimi i ragazzini, specialmente Miles, cosi' come la miss Grose interpretata da una paurosa Barbara Marten. Il film ha qualche piccolo difetto di sviluppo qua e la', come l'eccessiva rapidita' con cui Kate impara a cavalcare, ma si tratta di aspetti veniali. Mi ha soddisfatto e stupito anche la scelta, molto fedele al romanzo, di mantenere l'ambiguita' fino alla fine, anche con il doppio finale. Del tutto promosso, davvero non capisco le critiche feroci.
Per quanto difettosa e carente sotto un infinità serie di aspetti mi sento di consigliare la serie TV di Netflix rispetto a questo horror di routine diretto con mestiere ma piuttosto carente per quanto riguarda la sceneggiatura.... Lascia abbastanza perplessi ( almeno per chi conosce il testo originale) il dubbio che riguarda la sanità mentale dell'istitutrice,dubbio che il film ci presenta praticamente fin dalle prime battute. Tedioso e ricco di deja vu.
The Turning manca di qualsiasi tipo di particolarità, per tacere delle originalità. Pur avendo a disposizione un location di tutto rispetto per costruire un'adeguata atmosfera dal sapore gotico, il film non riesce a mantenere le premesse sulla carta. Il giro di vite di James è un ghost story universale e non può essere sprecata con un accumulo di situazioni e jumpscare un tanto al chilo, perchè così facendo non si permette ai personaggi di emergere. Quest'ultimi sono prigionieri di questo perverso meccanismo che non permette la minima evoluzione. Clayton con Suspence fece l'opposto ed i risultati si videro creando quel gioiello di film rimasto nella storia. Qui invece è un'occasione mancata malgrado un cast potenzialmente di discreto valore.
Una pellicola che si salva soltanto per il finale. Purtroppo la trama è ispirata al libro "Giro di Vite" di H. James, più volte saccheggiato nella storia del cinema e delle serie tv e infatti sa tutto di già visto e questo per un film horror è tutto un dire. Effetti speciali in cgi da anni novanta. Dalla Sigismondi ci si aspettava di più.
Leggendo le recensioni su internet pensavo ad un film terribile,ma invece non è brutto..La location è molto suggestiva, la regia discreta forse troppi jumpscare e la recitazione è ottima. La trama mi ha incuriosito, non spicca di originalità ma si lascia seguire con interesse.Nel complesso un discreto horror.
Atmosfera gotica e l'inquietante ambientazione della maestosa casa coloniale forse è la cosa più bella del film per il resto forse soffre un pò troppo di tutti i clichè del genere, dall' ampio uso di jumpscare alle insensatezze tipiche degli horror dove il protagonista fa sempre la cosa più incongruente come scendere nella cantina buia o seguire una figura pallida che fugge nella fitta foresta.il finale è la cosa più strana
l'idea del doppio finale è spiazzante : o scegli che si salvano scappando o scegli che è successo tutto in testa alla protagonista che come la mamma sta impazzendo
Che pasticcio!! Atmosfere buone ma il doppio finale e' inutile e spiazza in negativo. Difficile esprimere un parere...non mi e' piaciuto ma magari con una seconda visione lo si apprezza maggiormente perche' puo' essere che mi sia sfuggito qualcosa.
L'idea del "doppio" finale pareva una grande idea alla regista Sigismondi, invece ha rovinato quello che di buono il suo THE TURNING aveva offerto. Fino al confuso epilogo, il film appariva come una ghost story dall'impianto classico ma onesta, abbastanza lineare e con qualche momento tensivo ispirato. Poi la regista ha voluto strafare e il risultato non è stato dei migliori, mettendo in evidenza i limiti di una storia, adattata su un racconto di Henry Jamaes, piuttosto densa di clichè del genere che ne compromettono l'originalità. Il cast se la cava bene: il giovane Wolfhard (già notato in STRANGER THINGS) mostra discrete abilità, la Davis fa il suo e anche gli altri offrono il loro apporto in maniera incisiva. Le atmosfere ricreate sono piuttosto classiche, già viste in altre pellicole, ma rendono il giusto sotto il profilo della tensione e così pure la location sembra decisamente all'altezza per offrire una visione abbastanza coinvolgente ma parzialmente invalidata da dinamiche inconcludenti.