the tree of life regia di Terrence Malick USA 2011
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the tree of life (2011)

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locandina del film THE TREE OF LIFE

Titolo Originale: THE TREE OF LIFE

RegiaTerrence Malick

InterpretiSean Penn, Brad Pitt, Joanna Going, Fiona Shaw, Tom Townsend, Jessica Chastain, Jackson Hurst, Crystal Mantecon, Lisa Marie Newmyer, Pell James, Tamara Jolaine, Jennifer Sipes, Will Wallace

Durata: h 2.19
NazionalitàUSA 2011
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2011

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Trama del film The tree of life

E' la storia di una famiglia del Midwest negli anni cinquanta attraverso lo sguardo del figlio maggiore, Jack, nel suo viaggio personale dall'innocenza dell'infanzia alle disillusioni dell'età adulta in cui cerca di tirare le somme di un rapporto conflittuale con il padre (Brad Pitt). Jack - che da adulto è interpretato da Sean Penn - si sente come un'anima perduta nel mondo moderno che vaga nel tentativo di trovare delle risposte alle origini e al significato della vita, tanto da mettere in discussione anche la sua fede.

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Voto Visitatori:   6,90 / 10 (168 voti)6,90Grafico
Palma d'oro
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Palma d'oro
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Voti e commenti su The tree of life, 168 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  27/06/2011 12:21:56
   6 / 10
La luce aliena che affianca le scene di vita, introdotte da immagini di grandiosa visionarietà, d'ampissimo respiro,che ne ingigantiscono e assieme ne rimpiccioliscono le vicende, non è la luce del sole, né luce di memoria. Il finale viene a togliere ogni dubbio residuo e possibile a riguardo. E perciò chi, come me, non condivide affatto l'ideologia del film, vi può trovare più che altro un senso di soffocamento. Malick invece, probabilmente, intende descrivervi la figura della ruota, in cui passato e futuro s'incontrano, lungo tutta la circonferenza, e nel punto fermo, al centro, vi sarebbe la vita. Rilegge la vita intorno a quel chiarore. Ma è un dialogo chiuso, fra sé e il suo dio, in cui vi esclude la natura, che cita appena inizialmente, e il non credente.

In fondo, fuori dalla natura e dalla memoria dell'individuo, egli crede di vedere, e vede il Bene Supremo, addirittura lo rappresenta e ce lo mostra. Perché il Bene? Coloro che credono all'eternità della vita, cristiani o di altre religioni, tralasciando il discorso avvilente di un giudizio divino, non sono sfiorati intanto dall'idea che essa possa essere ancora inquietudine? Perché se la meta (un bene), abbaglio di luce allo sbocco di un tunnel, non è che la continuazione di ciò da cui si fuggiva - un bisogno, un'ansietà, una paura - quel bene non esiste. Se non qui in terra, figuriamoci oltre, dove non è affare nostro.
Sarebbe la pietà cristiana la porta che dà accesso a quell'eternità? Non ho mai colto il vero significato di tale pietà. Vale per me, al limite, una pietà come compartecipazione al dolore, ma non per chissà ché, entro una dimensione di sensibilità umana, propria, e soprattutto al di qua, dove ce n'è già fin troppa, di roba confusa, e non oltre la nostra memoria.
C'è chi dice che la posizione di un ateo dimostri arroganza. Io ho sempre pensato l'opposto. Intravedo invece, in fondo alle religioni, una sorta di orgasmo mentale, per quanto si voglia casto il corpo, che arriva a riempire di paternità e sostanza umana l'universo. Il film di Malick, bello a vedersi, ispirato omaggio al cinema di Tarkovskij, dove musica e immagine s'accordano in cerca del sublime, me ne ha offerto un esempio.
E pur non dandosi risposte ai molti punti interrogativi che si pone, vi mette un unico, coprente, monolitico, opprimente punto esclamativo.

2 risposte al commento
Ultima risposta 27/06/2011 19.11.19
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