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Tratto da una poesia del "maledetto" Charles Bukowski questo cortometraggio affronta l'impietoso parallelo tra il pregiudizio e la distorta idea di perfetta organizzazione sociale del mondo adulto in contrapposizione all'apertura mentale dei giovani, per nulla spaventati dall'anticonvenzionalità o da chi non è allineato ad un conformista modo di vivere e pensare. L'accattivante voce narrante e dei disegni elementari ma ugualmente incisivi ci riferiscono del particolare parco giochi di quattro ragazzini: una casa dalle imposte sempre chiuse, circondata da canne di bambù e con uno stagno pieno di pesci rossi. L'abitazione si presume abbandonata. I genitori intimano e sbraitano di non avvicinarsi, ovviamente per i ragazzi questo diventa il più stimolante dei veti da trasgredire. Si troveranno faccia a faccia con la persona che abita all'interno, "l'uomo dai meravigliosi occhi" del titolo che non si fatica a comprendere sia uno dei tanti alter-ego nati dalla penna dell'impenitente Bukowski; ovvero l'emarginato, il reietto, l'escluso per eccellenza.