Cresciuto nell'Arizona del secondo dopoguerra, un giovane di nome Sammy Fabelman scopre uno sconvolgente segreto di famiglia ed esplora come il potere dei film può aiutarlo a vedere la verità.
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The Fabelmans inizia con inquadrature e sfumature che tendono inizialmente a suggerire una versione americaneggiante di "Nuovo cinema Paradiso". Tuttavia, ben presto l'entusiasmo si stempera e ci viene presentata la più scontata delle storielle americane. Gl'interpreti sono decenti, con una punta in più di espressività per l'imperscrutabile personaggio affidato a Paul Dano. Mi spiace per Michelle Williams, che dai tempi di "Dawson's Creek" sembra essere condannata a recitare lo stesso ruolo, la femmina attraente e sognatrice che rovina la vita degli altri. Il giovane protagonista Gabriel LaBelle è senza infamia e senza lode, personaggio ben inquadrato e ben marchiato a fuoco dalla sorellina in uno scambio di battute spontaneo e significativo.