the descent - discesa nelle tenebre (2005)

Io mela sono fatta addosso....
Il primo tempo mette angoscia e incute timori claustrofobici, il secondo tempo diventa splatter e più "rumoroso"
Un buon 'horror come non se ne vedono da parecchio tempo....
Astenersi dalla visione intellettuali e critici cinematografici improvvisati!

E' la prima volta che inserisco un commento, per cui perdonatemi se rivelerò parti del film... consiglio a tutti quelli che non vogliono anticipazioni di NON leggere il mio commento !

SPOILER (si dice così, giusto ?)
Orribile la scena dei pipistrelli che prendono il volo dalla grotta, realizzata con computer graphic, come pure la scena finale dell'attacco in gruppo dei mostri.
Assurdo poi che un gruppo di donne riescano a tener testa e ad uccidere mostri così forti da camminare velocissimi sulle pareti e sul soffitto di una grotta !

Non credibile il fatto che la protagonista, spinta anche da gelosia (?), uccida la sua amica, e che questa non tenti minimamente di discolparsi spiegando di aver colpito una delle compagne solo per errore...

...ma veniamo al senso di tutto il film e da come io l'ho interptretato.
Io credo che, come in "Allucinazione perversa" di Lyne, la donna sia in coma in ospedale dopo l'incidente d'auto in cui perdono la vita figlia e marito, e che tutto il film sia solo un suo incubo.
Nessun altro ha letto il film in questo modo ?
Tutti a vedere un horror poco credibile con mostroni ciechi che si arrampicano meglio di Spider man ?

"The descent" è un horror da brivido. Ed è uno dei pochi film dell'orrore dell'ultimo periodo che fa veramente paura. Una piacevole sorpresa questa di Neil Marshall, autore inglese del divertente "Dog Soldiers".

In "The descent" Marshall abbandona ironia e grottesco, gli elementi che caratterizzavano "Dog Soldiers" per inoltrarsi per 90 minuti , nei cunicoli strettissimi e bui di una grotta gigante, in un incuobo claustrobico e traboccante di tensione.
Il film ha dei difetti. Innanzitutto gli stessi di "Dog Soldiers", uno stile un po' del ***** nelle sequenze d'azione (6000 fotogrammi al secondo), e una musica (molto azzeccata) a tratti toppo invadente. Inoltre Marshall all'inizio poteva prendersi magari una decina di minuti in meno nel presentare le sue 6 protagonista.

Ma tutto ciò passa in secondo pieno. Il regista è bravissimo nel creare tensione, e anche se non inventa niente che già non si sappia, gioca superbamente con luci e ombre, e crea un vero e proprio incubo, che colpisce al 100% qualsiasi spettatore. Persino nella prima parte, quando le protagoniste si sono calate nella grotta ma non hanno ancora incontrato le creature, la tensione è palpabile in ogni sequenza. Quello di Marshall è davvero un saggio di cinema claustrofobico che prende lo spettatore in un incubo dal quale non si può uscire, e lo porta ad avere le stesse sensazioni delle protagoniste.

La seconda parte poi è devastante. Marshall, dopo aver creato la giusta atmosfera, introduce ste creature misteriose che vivono nel buio, sono cieche e si nutrono di carne. Il regista esagera in tutto e come in "Dog Soldiers", forse anche di più, fa una vera e propria orgia di sangue e splatter come si faceva una volta, senza nessun limite.

Marshall intendiamoci non ha fatto nulla di nuovo: la storia è classica, gli omaggi a film come "Un tranquillo week end di paura" , "Le colline hanno gli occhi" e il + classico di tutti, il "Non aprite quella porta" di Tobe Hooper , sono evidenti e alcune sequenze li richiamano direttamente.
E' originale invece nella location e nella scelta di fare un horror totalmente femminile, con 6 protagoniste, tutte donne.

Inoltre di horror così non se ne vedono neanche a cercarli. Per gli amanti del genere questo film diventerà sicuramente un cult. E il regista Neill Marshall, pur avendo dei difetti, è bravissimo e nel genere si muove alla perfezione.

Mi inchino davanti a quest'horror che non si dimentica facilmente, che proviene dall'Inghilterra, nonostante l'ambientazione, ed è tutto quello che il cinema Horror americano non è.

Si astengano i deboli di stomaco.