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"The cage" è il tempo, gabbia e prigione, protagonista indiscusso -ma totalmente indifferente- di ogni esistenza.
L'uomo è "attore" (agisce) su un palcoscenico che non gli appartiene: l'esistenza che crede di possedere e gestire a piacimento è una parentesi dominata dall'inesorabile scorrere del tempo. Se la vita è solo un breve giro di lancette sull'orologio del Tempo, l'uomo esiste ed ha senso solo in quanto meridiana che segna il passare delle ore. Su un orizzonte così ampio, tutte le attività umane diventano ridicole nella loro insignificanza, e su quell'angosciante palcoscenico ogni uomo è uno sciocco e patetico burattino, il cui muoversi nelle vie del mondo non ha più senso del casuale vagolare di una capra.
Corto sperimentale di Terayama, privo di trama ed intriso di simbolismo e surrealismo "in fieri". Dieci minuti di angoscia ipnotica per la vista (una pesante monocromia verde) e per l'udito (un motivo ritmico freddo e ciclico).
Un talento espressivo che merita la visione, anche solo per curiosità.