the black dahlia regia di Brian De Palma USA, Bulgaria 2006
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the black dahlia (2006)

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locandina del film THE BLACK DAHLIA

Titolo Originale: THE BLACK DAHLIA

RegiaBrian De Palma

InterpretiJosh Hartnett, Scarlett Johansson, Hilary Swank, Aaron Eckhart, Mia Kirshner, Noel Arthur, Judith Benezra, Mike Starr, Fiona Shaw

Durata: h 2.00
NazionalitàUSA, Bulgaria 2006
Generedrammatico
Tratto dal libro "Dalia Nera" di James Ellroy
Al cinema nel Settembre 2006

•  Altri film di Brian De Palma

•  Link al sito di THE BLACK DAHLIA

Trama del film The black dahlia

Los Angeles, 1947. Due poliziotti, Blanchard (Aaron Eckhart) e Bleichert (Josh Hartnett), indagano sulla misteriosa morte di Elizabeth Short, una ex prostituta ora aspirante attrice, nota anche come Dalia Nera. I due poliziotti dopo aver scoperto che il fidanzato della vittima non é del tutto estraneo ai fatti si rendono conto che anche all'interno della polizia c'é qualcuno che non vuole far luce completamente sull'omicidio. Mentre Blanchard è sempre più preoccupato perché il raccapricciante omicidio minaccia la sua relazione con Kay (Scarlett Johansson), il suo partner Bleichert si sente sempre più attratto dalla enigmatica Madeleine Linscott (Hilary Swank), figlia di uno degli uomini più importanti della città, che si rivela stranamente legata alla vittima.

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Voto Visitatori:   6,01 / 10 (165 voti)6,01Grafico
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Voti e commenti su The black dahlia, 165 opinioni inserite

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gemellino86  @  26/01/2013 10:58:55
   5½ / 10
Il mio amore per Scarlett Johansson (anche per la somiglianza con Charlize Theron) mi fa dare questo voto. Infatti è lei l'unico interesse di un film lento, pesante, prolisso e noioso. Gamma espressiva del protagonista molto limitata. Avrei dato 4 se fossi stato più obiettivo.

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Ultima risposta 31/01/2013 21.35.53
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  27/04/2008 19:24:21
   6 / 10
Santo cielo il film per me è durato quattro ore con tutte le volte che mi sono perso all'interno e fatto tornare indietro i capitoli.
Insomma una sceneggiatura confusissima per un film altrettanto noioso, non si salva neanche la fotografia, interni laccati quasi tutti da scartare, ho visto però degli interessanti contrasti ombra/luce in molte torride riprese esterne.
Che salva in parte il tutto è la mano di De Palma che non lascia molto spazio all'arte del montaggio, sbagliato il doppiatore per quanto riguarda la voce di Harnett, forse la migliore è ancora una volta Hilary Swank, che ripeto, assolutamente identica alla mia ex.

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Ultima risposta 14/10/2008 22.25.11
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tabularasa  @  18/03/2008 20:54:22
   7 / 10
classico noir-voce narrante fuori campo,poliziotti duri e spacconi,sigarette a gogo,femme fatale,battute al vetriolo.
i colori molto anni 40/50 con un intreccio di storie e ruoli dei personaggi di cui solo alla fine se ne verrà a capo con le inevitabili rivelazioni finali

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Ultima risposta 27/04/2008 19.29.31
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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  30/04/2007 17:49:55
   3 / 10
Il peggiore film del regista. De Palma si diletta a riempire lo schermo con belle inquadrature e citazioni lasciando a casa ogni pretesa di narrazione. La sceneggiatura è addirittura ridicola, con un finale pessimo e uno svolgimento noiosissimo (mi sono addormentato più volte durante la visione del DVD). Per non parlare dell'assurda voce fuoricampo che più che ricordare i noir ricordava quella di Frank Drebin in "Una pallotttola spuntata". Siamo davvero ad un livello bassissimo e potrei infierire senza pietà perchè la sceneggiatura è piena di s.tronzate e scene ridicole, ma lascio perdere perchè mi dilungherei troppo.
Passiamo agli attori: Josh Hartnett è patetico, addirittura frivolo e irritante nel suo continuio atteggiarsi a Bogart del nuovo millenio, mentre Scarlett Johansson risulta innocua al confronto con le dive che l'hanno preceduta. Di quelle ha soltanto le manie e i capricci, ma la bravura l'ha dimenticata a casa di De Palma. Si salva solo Hilary Swank, ma che comunque non ha il fascino delle dark lady del passato.
Non mi è piaciuta neanche la fotografia: troppo lucida, patinata, non drammatizza con tagli netti e ombre definite ed è tutto troppo evidente.
Insomma il casting è sbagliato, la luce pure, la sceneggiatura non ne parliamo...ma il regista cosa ha fatto di buono a parte mettere la telecamera diligentemente? La risposta ovvia è: niente.
Se volete vedere un bel noir tratto da un libro di Ellroy, allore vedetevi "L.A. Confidential" di C. Hanson e lasciate perdere questa porcheria perchè non vale neanche l'euro speso per il noleggio.

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Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  21/01/2007 22:04:04
   6½ / 10
L’idea di base è sulla strada del capolavoro, la realizzazione imbocca una deviazione per non so dove.

Comincio dall’idea di omaggiare/citare i più grandi noir di sempre e non solo. La pellicola è piena di riferimenti fino all’inverosimile, il primo, il più esplicito è quello a “The Blue Dalia”, non solo per il titolo ma anche per il personaggio interpretato dalla Johansson che ricorda vagamente Veronica Lake (benché non ci sia paragone con l‘originale), ma anche per aver dato ad una ragazza, all’interno della storia, proprio il cognome Lake, e soprattutto perché viene, poi, definitivamente ed apertamente citato; Si fa riferimento a “Il Grande Sonno” (sorella grande non del tutto limpida e sorellina particolarmente esuberante), dal quale il film, a mio avviso, riprende anche la complessità della trama, che è sicuramente un punto a sfavore considerando che in sé questa pellicola di De Palma non è così coinvolgente, solo Il G. S., appunto, con una trama quasi incomprensibile riesce comunque ad essere un capolavoro tendenzialmente indescrivibile; Ancora, vengono citati “The Killers” (il bancone del bar dove lavora il padre di Betty è praticamente identico a quello del bar nelle primissime scene del film di Siodmak e se non erro anche il movimento di telecamera che lo descrive nella sua lunghezza), “Vertigine” (l’ossessione del detective per la vittima oggetto delle sue indagini), e sicuramente tanti altri che mi sfuggono o di cui ignoro l’esistenza. Va, ad ogni modo, detto che il riferimento a “L’uomo Che Ride”, nonostante il film di Leni venga ripreso non tanto per la sua profondità quanto più per questioni meramente citazionistiche, è indubbiamente un tocco di classe e dà una certa eleganza alla pellicola.
Ora, in considerazione del fatto che La Dalia Nera è un film che si prende sul serio e che le citazioni non sono messe lì giusto per starci, l’opera si pone automaticamente non indifferenti ambizioni che, purtroppo, non riesce a raggiungere.. perché in quel mare di riferimenti si perde, soprattutto, come ho già detto, per la complessità della trama, risultando a conti fatti né troppo convincente né tanto meno coinvolgente, il che è decisamente un peccato. Tutt’al più ci si diverte, e si mantiene l’attenzione per cercare di scovare quante più citazioni possibili.. e devo dire che ciò non è sempre un punto a favore perché, come in questo caso, ossia nel caso il film non sia così esaltante, ci si concentra su tutto tranne che, appunto, sul film.

Le interpretazioni, a mio avviso, costituiscono un altro punto debole, mi riferisco, in particolare ad Hartnett e alla Johansson che non riescono neanche lontanamente a dare spessore, convinzione ai loro personaggi, e in questo genere, in cui gli aspetti primari sono atmosfere e caratteri carismatici, si può ben capire quale effetto negativo ciò possa avere.(mia personalissima opinione è che questa coppia di attori sia un po’ troppo giovane per un noir vecchio stile; non ne ho mai visto uno con una coppia di ragazzini).
Molto particolare, nonché affascinante nella sua nascosta malinconia, il personaggio di Betty che, nei suoi movimenti e nei suoi sguardi, ha un non so che della Lulù di Pabst ne “Il Vaso di Pandora” ..e non è cosa da poco.

Molto più che doverosi i complimenti per la scenografia praticamente perfetta nel ricostruire quei meravigliosi anni ’40 teatro dei noir più belli di sempre.

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Ultima risposta 26/01/2007 15.47.35
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  13/01/2007 19:09:01
   8 / 10
mi è piaciuto un sacco, e francamente non capisco le critiche profuse da ogni dove sul fatto che sia un film inintellegibile.
i fatti sono tutti spiegati, i collegamenti sottolineati dalla voce fuori campo e l'unica critica per me imputabile a de palma (anzi, allo sceneggiatore) è che le 'epifanie' non hanno coerenza e soluzione di continuità, ma sono utilizzati solo nelle scene chiave per consentire il prosieguo della storia. ecco, questa è l'unica forzatura che imputo al film.
immagino cosa sarebbe potuto venir fuori con due protagonisti più carismatici...

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Ultima risposta 14/09/2007 21.38.45
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Invia una mail all'autore del commento MaShRooMiNa  @  24/10/2006 13:20:48
   6½ / 10
certo che da de palma mi sarei aspettata di più...ma comunque il suo marchio inconfondibile pervade per tutta la durata del film!!fotografia meravigliosa...inquadrature paragonabili a tele dipinte a olio...e dialoghi mirati e profondi!! a tutto ciò però...purtroppo non rende giustizia la pessima recitazione del cast..di attori che oltretutto non mi vanno nemmeno molto a genio...!!molti sostengono che la trama sia complicata e poco chiara..ma io credo che non sia questo il vero problema....!!e ke anzi gli intrecci siano spiegati abbastanza ampiamente nel finale ma che comunque quell'alone di noia che contraddistingue l'intero film distolga così tanto l'attenzione dello spettatore dalla trama che alla fine questo si allontana dal mondo in cui ogni film ci dovrebbe catapultare...perdendosi un sacco di passaggi clue del film!!in conclusione comunque direi che è un film da non perdere....e se siete degli appassionati di de palma...tranquilli non vi spaventate....questo film di sicuro non rientrerà tra i capolavori del grande brian...ma ricordate che ci sono sempre gli indimenticabili carlito's way, gli intoccabili e scarface!!

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fio81  @  15/10/2006 23:37:33
   7½ / 10
L'unica pecca del film è che è veramente complicato da seguire. Devo dire che sono stato attento a tutto il film, ma solo alla fine sono riuscito a ricollegare tutti i pezzi (o quasi tutti) con uno sforzo mentale veramente notevole. Per quanto riguarda il resto del film, niente da obbiettare su nulla: dalle inquadrature, agli attori, alle ricostruzioni degli ambienti, ai colori, tutto perfetto, compreso quei piccoli pezzi comici che ridestano un pò lo spettatore dalla tensione che crea il film.

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Hugolino  @  15/10/2006 17:19:09
   6½ / 10
Mamma mia..carino, credo.
Alla fine del film, mi ricordavo solo i nomi dei 2 poliziotti a cui potevo associare la faccia, per gli altri boh... informazioni sparate così... senza sottolinerne l'importanza è ovvio che poi non si capisce niente...
Cmq si salva per l'ambientazione e per gli attori...

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Ultima risposta 16/10/2006 14.17.25
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Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  13/10/2006 10:46:25
   3 / 10
Il nonno Mike sotto imitazione di Fiorello direbbe: "Ma Brian De Palma, ma ti sei fumato del crack!". Beh, secondo me un pò se lo deve essere fumato. L'unica cosa che funziona in questo film sono le ambientazioni...un pò poco, no? La storia è a dir poco confusa, regia scarsina e gli attori sono mediocri (l'unica che salvo è Hilary Swank). Se "Femme fatale" era stato un mini-flop, questo è un mega-flop: mai mi sarei aspettato di mettere un voto così basso ad un film di De Palma, regista che per quel che riguarda i film thriller considero discreto, da 7. Ma di questi utlimi tempi direi che sta andando a picco! Veramente un brutto film, che mai coinvolge e mai ti prende, quindi assolutamente da evitare!

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Ultima risposta 15/10/2006 09.56.20
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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  12/10/2006 00:35:26
   7 / 10
Black Dahlia sembra più un film sulla Los Angeles cinematografara degli anni '40, cruenta e corrotta, del mondo pericolosamente dorato di Hollywood, macchiato di "sangue e sperma" (definizione del cinema contemporaneo data dall'esimio, grandissimo storico Eric Hobsbawm, con particolare riferimento a quello del nostro De Palma*...), che un noir con una propria anima indipendente. Eppure si vede poco la città (certo, è scenograficamente ed economicamente comprensibile), ma De Palma riesce comunque a parlarcene attraverso i percorsi investigativi o criminosi dei suoi protagonisti, al loro inevitabile intreccio umano e morale.
De Palma, grazie anche alla sontuosa scenografia di Ferretti e alla fotografia in seppia di Vilmos Zsigmond, mette in scena un immaginario, che è quello hollywoodiano, di una Hollywood del passato, fatta di oscure vicende, ma soprattutto di film e pellicole. E' un'altra (questa più di tutte) rappresentazione della sua cinefilia, nella quale però vengono tanto celebrati quanto demistificati gli elementi fondamentali del suo film: Hollywood/Los Angeles e la sua creatura più nota, il cinema (nel suo duplice aspetto di arte e industria).
Per il resto, rivolgersi a Kater qualche commento più sotto...


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Ultima risposta 16/10/2006 21.07.08
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Invia una mail all'autore del commento testadilatta  @  11/10/2006 03:47:46
   3 / 10
BRIAN DE PALMA è uno dei miei registi preferiti e uno dei più grandi viventi.
Mi dispiace ma sono rimasto delusissimo da questo film ke aspettavo di vedere con ansia.
Tecnicamente posso dire che de Palma utilizza tutti i suoi virtuosismi ma lo fa in maniera compiaciuta e senza sentimento, a volte sfiorando la parodia.
Il senso di morbosità presente nei suoi capolavori precedenti è qua solo accennato o sviluppato in malo modo.
Bisogna dire che gli attori non lo aiutano molto anche perchè Hartnett non è Al Pacino... sarà un'affermazione banale, ok, ma è così.
Parliamo della sceneggiatura, la vera pecca del film, di JOSH FRIEDMAN.
Io mi chiedo:
ma come si fa ad affidare la trasposizione di un così bel romanzo a uno sceneggiatore con alle spalle 2 scandali come REAZIONE A CATENA e LA GUERRA DEI MONDI?
MAH!

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Ultima risposta 13/10/2006 18.55.27
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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  08/10/2006 18:03:28
   6½ / 10
Quando sono uscita dal cinema ho avuto la sensazione che si prova ad andare ad un appuntamento e scoprire che ti hanno piantato il bidone.
BD non è un brutto film, ma è un film senz'anima, senza passione. E' come uno di quei bei quadri manieristi, magari curati nei minimi particolari, ma senza spessore. Un film non da dimenticare, ma che verrà presto dimenticato. E non è per la storia (magari articolata ma non incomprensibile) e non tanto per il cast (seppur piuttosto piatto) ma perchè è vuoto, quasi svogliato; due ore di belle immagini e una storia giallamente gradevole...e poi il nulla. Chiaramente adorando (il) De Palma (che fu) come altri avevo "investito" su questo film, ma non posso nemmeno dire che abbia fallito, semplicemente credo che abbia dato buca. Se guardiamo indietro, piacciano o non piacciano le sue ultime cose hanno personalità. Nel bene o nel male portano comunque la sua firma. Lasciando stare Femme fatale che attualmente, almeno in questo forum, è in fase di rivalutazione, Mission Impossible trabocca di carattere rispetto alla cosa insipida che ho visto ieri.
Brian, hai finito lì in bagno? Ti prego, vieni fuori...

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Ultima risposta 12/10/2006 13.30.04
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Constantine  @  08/10/2006 13:18:23
   9 / 10
E finalmente giunge a noi il nuovo film di DePalma tratto dal fantastico romanzo di Ellroy la Dalia Nera, non vi nascondo di attenderlo da almeno due anni e ieri ho provato un senso mistico di liberazione nel riuscire a vederlo. Il film promette molto, il romanzo è uno tra i più famosi dello scrittore americano e forse anche il più morboso verso la sua vicenda personale, e DePalma fortunatamente non ne resta intimorito fin dalle sequenze iniziali rimescolando la cronologia con FlashBack e voce narrante; è un inizio strepitoso. La scenografia, i costumi, le musiche, ci riportano indietro agli anni 40 e fanno rivivere in maniera maestosa l'America di quel periodo, mentre il regista continua a farci scoprire passo passo i protagonisti con un tripudio di sequenze tecniche e di gran classe ( in cui mi soffermerò in spoiler) ; Bucky Bleichert è Josh Hartnett e fisionomicamente ci può stare, forse un pò giovane ma cerca di dare il meglio di sè e gli va riconosciuta l'enorme difficoltà del ruolo in cui non demerita, al contrario del suo doppiatore italiano che spesso pecca, Lee Blanchard è Aaron Eckhart e qui andiamo sul perfezionismo, Eckhart tira via il detective dalle pagine del libro per portarlo su schermo riuscendoci perfettamente, la sua è una faccia alla Ellroy e questo DePalma lo sa bene visto che lo ha voluto fin da subito nel progetto. La vicenda prosegue e ancora una volta il regista traghetta l'attenzione nello scorrere della vicenda con quell'atmosfera del genere fino alla scoperta della Dalia; da questo momento in poi DePalma diviene superbo. All'atmosfera citata si aggiunge tutto il noir di fattura James Ellroy, in un turbine di marciume che risucchia i protagonisti e lo spettatore con loro, Kay la bella salvata da Blanchard interpretata come poteva da una troppo giovane Johansson ( peraltro bellissima) passa insecondo piano rispetto a quel corpo morto su cui sembrano addensarsi tutte le attenzioni; Compare la conturbante Hilary Swank che ci può stare benissimo, anzi convince anche i più scettici come me prima di entrare in sala. Perfetti tutti i comprimari, innazi tutto praticamente identici alla loro controparte nel libro e poi molto bravi, tanti caratteristi tra loro facilmente riconoscibili. La sceneggiatura che rimane molto vicina al libro ha il merito di convincere tantissimo per tre quarti di film, ma il difetto di perdere di vista la grande ossessione di Bleichert per la Dalia nei passaggi finali, fortunatamente DePalma con una sequenza finale mirabolante e stupenda risolleva questo punto. Che dire in finale quindi? Questo film rispetta tutte le aspettative create attorno ad esso, non è perfetto visto la presenza di due attori troppo giovani a cui avrebbero fatto da miglior scelta due cavalli di razza più rodati, ha il difetto di modificare un pò la visione del detective Bleichert che nel libro aveva tutt'altro spessore , adattandolo però al suo interprete e alle esigenze cinematografiche, in ultimo forse i suoi dialoghi sono troppo veloci e qualcuno potrebbe trovare difficoltà a seguirli ( Per i difetti un punto in meno) ; ma di certo tutti questi difetti che ho elencato non riescono ad affossare lo stupendo film diretto da DePalma che veramente convince e stupisce.

" Riesci a vederti la scena?"
" In Technicolor."

" Insomma detective lei non è quello che spara ed io non sono quello che muore."


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Ultima risposta 10/10/2006 02.18.44
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Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  07/10/2006 18:48:11
   8 / 10
bello e curato il nuovo film di de palma, sicuramente il migliore degli ultimi anni. forse l'attesa intorno a questo film era troppa, e di certo non bisogna aspettarsi un film d'azione. chi parte con questo presupposto finirà inevitabilmente deluso: black dahlia è prima di tutto un giallo vecchio stile, con personaggi grezzi e duri e una città come sfondo, L.A., che di pulito e onesto non ha nulla. il film è ben costruito, e qualche intoppo nella sceneggiatura verso la fine si può perdonare. ottima ricostruzione d'epoca e buoni attori (tranne la johansson che effettivamente non da il meglio di sè). il tocco di de palma si riconosce nella scena delle scale e della fontana e nella passione per i film della hollywood d'oro, e infatti alcune inquadrature, come ad esempio le mezze figure di Hilary Swank che tiene la sigaretta ad altezza spalla o la fotografia che illumina i capelli delle donne da dietro, stanno lì a testimoniarlo.

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Ultima risposta 08/10/2006 18.23.25
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  07/10/2006 18:26:45
   7½ / 10
A me black dahlia non è dispiaciuto affatto. Certo, da De Palma sarebbe lecito aspettarsi qualcosa in più, soprattutto tenuto conto del fatto che si muoveva nel genere a lui più congeniale, ma il ritmo è buono, la regia accurata e nel complesso il prodotto è più che soddisfacente. Peccato per alcune pecche di sceneggiatura e per gli attori poco in parte (leggasi soprattutto la Swank-fatalona e la Johannson).

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Ultima risposta 09/10/2006 18.45.21
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Gruppo STAFF, Moderatore priss  @  05/10/2006 18:29:32
   4 / 10
ottimi commenti prima del mio hanno già espresso perfettamente tutte le perplessità sorte nel corso della visione.
De Palma purtroppo delude su tutta la linea, non solo dal punto di vista della frammentarietà e incomprensibilità della trama (per potersi districare fra la ridda di personaggi si sfiora la necessità di dotarsi di un taccuino su cui stenografare nomi e ruoli nel corso della pellicola) ma anche a livello di regia, piani sequenza da mal di mare, ma soprattutto uno spoilerone quanto una casa per quel che riguarda il finale piazzato lì in maniera davvero impressionante... è un vero peccato che Brian abbia deciso di distaccarsi dalla sua "grammatica hitchcockiana".

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Ultima risposta 10/10/2006 18.46.58
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR barbara  @  05/10/2006 17:39:01
   5 / 10
L.A. Confidential prendeva un bellissimo ed intricatissimo libro di Ellroy, ne tirava fuori i tre protagonisti e, tagliando circa 250 pagine di romanzo, ce li rendeva nei loro contrasti e nelle loro miserie. Quando si dice un grande adattamento!

Dalia Nera è il contrario. Nel tentativo (pure malriuscito) di non lasciare fuori nulla, alla fine si perde tutto...

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Ultima risposta 17/10/2006 09.36.29
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  04/10/2006 12:54:53
   4½ / 10
Il film parte bene, ma compie l'errore di promettere molto senza poi mantenere quasi nulla...
Verboso, troppi personaggi in scena, troppi morti, troppi intrecci, assenza pressochè totale di scene con suspense, difficile da seguire, privo di passioni ben coltivate, dei personaggi si sa sempre poco per cui è difficile identificarsi... un disastro.
Come telefilm per malati o intrattenimento da aereo può passare...

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Ultima risposta 08/10/2006 19.03.18
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  04/10/2006 09:25:12
   5 / 10
Ci sono due punti di vista l’ultimo De Palma. Il primo è per chi non ha letto il meraviglioso noir di Jame Ellroy da cui il film è tratto: in tal caso lo spettatore ignaro si trova di fronte a un giallone dalla trama assolutamente incomprensibile, con vicende avviluppate attorno a una serie di temi di cui non si riesce a cogliere la priorità e con una serie di personaggi accanto ai protagonisti, di cui si intuisce l’importanza senza poter quasi capirne il ruolo. Credo che in questo caso prevalga il disorientamento, da parte di uno spettatore ipnotizzato dalla maschera di cera indossata da Josh Hartnett.
L’altro punto di vista è per coloro che hanno letto lo stupefacente romanzo di Ellroy (che considero il migliore scrittore contemporaneo di noir): in questo caso prevale la rabbia per dover vedere un intreccio letterario perfetto sfilacciarsi in una trama frammentaria, in cui le omissioni e i necessari tagli impoveriscono la storia, in cui i personaggi tratteggiati con estrema maestria dallo scrittore non conservano un briciolo dello spessore psicologico necessario a rendere il film sconvolgente almeno la metà del romanzo da cui è tratto.
Altra nota negativissima, oltre alla sceneggiatura incomprensibile è, come già rilevato da molti, la scelta degli attori: Scarlett Johansson, per quanto bellissima, sembra una Barbie spaesata con un’espressione quasi comica dipinta sul viso; di Hartnett ho già detto: in Slevin fingeva di essere un uomo affetto da atarassia, ma sospetto che lo sia veramente; persino la bellissima Hillary Swank è fuori posto, sembra una bambina vestita con gli abiti di carnevale della mamma.
Il mio voto non è completamente negativo per l’eleganza della presentazione: la fotografia è molto bella con i colori virati al seppia, gli espedienti tecnici ricordano molto i film degli anni ’40, c’è molta accuratezza della ricostruzione delle scene, e almeno Aaron Eckhart/Lee Blanchard fa il suo lavoro in maniera onorevole.
Però che rabbia.

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Ultima risposta 09/10/2006 18.57.39
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Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  04/10/2006 05:01:01
   7½ / 10
Chi ha letto il romanzo di James Ellroy potrebbe restare deluso da questa trasposizione. Brian De Palma, ma forse più di lui Josh Friedman in quanto autore della sceneggiatura, sembra voler imboccare una strada e poi, improvvisamente, decide di seguirne un'altra. Inizialmente il film è una fedele trasposizione del romanzo di Ellroy di cui vengono letteralmente citate pagine intere, ma poi la caratterizzazione di alcuni personaggi primari e lo stesso corso degli eventi vengono completamente stravolti. The Black Dahlia in alcune sue parti tende ad edulcorare i contenuti dell'opera di Ellroy, in atri riesce ad essere più cinico e più inesorabile del romanzo stesso.
Ciò premesso, il film diretto da De Palma è un opera di discreta levatura. Un noir intenso senza eroi. In una Los Angeles dell’immediato dopoguerra, dominata da una Hollywood ladra di sogni e dispensatrice di disillusioni e di miserie umane, la corruzione ha crepato ogni cosa a partire delle “Stanze del Potere”, ai poliziotti che durante la rissa iniziale anziché sedare le violenze scommettono sui riottosi, al mercato del sesso che si cela dietro le audizioni di giovani aspiranti attrici. Ulteriore simbolo di tutto questo degrado sono le case edificate con i materiali di scarto dei set cinematografici. I personaggi strisciano per le strade e all’interno della vita stessa della città come i topi nelle fogne; peccatori senza speranza né desiderio di redenzione, perseguitati dai loro fantasmi personali, dalle loro debolezze e dalle loro ossessioni.
Il ritmo del film è incalzante e la trama è avvincente, anche se potrebbe risultare un poco dispersiva a chi non avesse letto il libro.
Le regia di De Palma è molto buona, anche se non ottima. Si tratta di un regista che riesce sempre ad esaltare la forza visiva dell’immagine e con essa sa sedurre il pubblico. Fra momenti in cui la macchina da presa ruota di trecentosessanta gradi e vari piani sequenza, vi sono tre sequenze particolarmente eleganti e raffinate. La prima è il ballo all’interno del locale lesbo, la seconda è la lunga soggettiva in cui Bleichert incontra la famiglia di Madeleine, e la terza è quella della resa dei conti notturna al rilascio di De Witt. Assai interessante anche l’incontro di pugilato fra i due poliziotti. Esso è parafrasi di quella Los Angeles del 1947: il machismo di due moderni gladiatori che lottano in un’arena, intrisa di violenza e permeata d’intrighi e d’imbrogli intorno ai quali circolano molti soldi, sotto gli occhi di una platea maniacalmente curiosa del sangue altrui.
Una regia che rende anche omaggio al Cinema, densa di citazioni e di autocitazioni.
Molto bravi tutti gli interpreti. Fra tutti primeggia la Swank, insolitamente sexy e seducente, nel ruolo dell’ambigua e misteriosa Madeleine, un’affascinate dark lady.
Eccellente anche il lavoro di Dante Ferretti che offre un’opera scenografica semplicemente perfetta.
Un errore mi ha colpito ( ma potrei essermi sbagliato) all’inizio la mano ferita della Dalia Nera è la destra, ma quando si assiste al modo in cui lei si è procurata tale lacerazione, m’è parso che fosse inquadrata la sinistra.
Comunque sia non è certo questo il punto debole del film, bensì, come accennato sopra, la sceneggiatura. Le tematiche dell’ossessione, delle ambiguità familiari, dei sogni e delle disillusioni, così come le passioni più sfrenate ed insane, sono affrontate energicamente dalla regia, ma troppo superficialmente dalla sceneggiatura. Questo fa anche perdere alla pellicola quel fascino, che ha decretato il successo del libro, e quel pessimismo di fondo che permea tutta la vicenda.
Inoltre si ricordi che l’omicidio di Elizabeth Short, cui si ispirano libro e film, è un fatto di cronaca realmente accaduto e rimasto ufficialmente insoluto. Fu un delitto di una brutalità e di una violenza inaudite e non si trattò di un omicidio seriale. All’epoca ebbe una totale copertura mediatica, e la popolazione seguì gli sviluppi delle indagini proprio come oggi segue le soap opera. Di tutta questa esaltazione e del terrore, che questo assassinio suscitò nell’opinione pubblica, nel film non ce n’è traccia.
The Black Dahlia è decisamente un buon noir e ne consiglio la visione. Tuttavia avrebbe potuto essere sviluppato in modo assai migliore.
Ne consiglio la visione anche a chi ha letto il romanzo di Ellroy, a meno che non si ricerchi una completa fedeltà al testo, che, come accennato, non c’è. Ma in fin dei conti lo stesso Ellroy durante un’intervista in cui gli chiesero le sue impressioni sul film, all’epoca ancora in lavorazione, ha dichiarato: “Mi sembra fottutamente buono!”.

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Ultima risposta 10/10/2006 17.53.30
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Invia una mail all'autore del commento Fionzo  @  02/10/2006 09:40:17
   2 / 10
Che dire
il film è penoso: fotografia scarsa, attori mediocri e trama davvero incomprensibile. Sarà pure di De Palma ma come disse il buon Fantozzi: per me questo filmè una ****** PAZZASCA!!!


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Spilbergo  @  02/10/2006 00:55:28
   3 / 10
Il film è una porcata micidiale, se non fosse stato De palma a girarlo avreste tutti detto che era una zozzata, probabilmente se non fosse stato per il nome illustre dietro la macchina da presa non sarebbe uscito neanche in dvd.


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Ultima risposta 11/11/2006 03.19.08
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grumi  @  01/10/2006 23:33:44
   8 / 10
Gran film, buoni attori e ottima regia. A me è piaciuto probabilmente perchè non mi aspettavo troppo e soprattutto perchè prima di andarlo a vedere mi ero letto i commenti qui sotto che, tranne alcuni sparsi qua e là lo sminuiscono un pochetto.

Qualcuno ha scritto che è surreale e sicuramente in alcuni momenti lo è sembrato anche a me ma è una delle tante variazioni di tema che secondo me contraddistingono il film e lo rendono così paicevole

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Ultima risposta 02/10/2006 09.42.36
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  01/10/2006 17:03:07
   5 / 10
No, questo non è il grande De Palma di Scarface, de Gli intoccabili o di Mission impossible! Dev'essere stato un altro a dirigere questa roba! Non ci posso credere: sono andato al cinema premunito di vedere un grande film e invece...

Il film inizia già male: parte con toni surreali e grotteschi (vedi la s*****ttata iniziale degna di un film di Seagal o l'espressione inebetita della Johansson mentre guarda un film muto). Dunque penso: "Bene, De Palma avrà voluto girare un film in questo stile". Invece no, andando avanti scopro che ciò che è grottesco e surreale è prettamente involontario.
Il film prosegue, ma constato con dispiacere che non ha nulla di particolarmente speciale se non una scena con una bella soggettiva, una scena con un omicidio e il relativo violento fracassamento di cranio e fuoriuscita di cervello diretta splendidamente e una moltitudine di scene in cui ammirare le tette della Johansson.

Aaron Eckart e Hilary Swank sono ben in parte, la Johansson non mi ha colpito come in Match point ed è complessivamente mediocre (lei rimane sempre gnocca comunque) , ma la più brava è sicuramente la sconosciuta Mia Kirschner che interpreta la povera Dalia Nera e Fiona Shaw, la madre di Madeleine (Hilary Swank).
Riservo un commento speciale riguardo Josh Hartnett: sboroneggiandosi scimmiotando i grandi del passato come quando si atteggia da gran figo fumando le sigarette o come quando ogni volta che scopa spacca mezzo mondo ci regala indimenticabili e spassosi momenti di humour e compassione involontari.

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Ultima risposta 03/10/2006 10.43.13
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/10/2006 14:50:51
   6½ / 10
Devo dire che, all'indomani della mia impressione suscitata alla Mostra del Cinema, mi aspettavo che le mie riserve fossero completamente smentite: non è stato così e se i fan di De Palma hanno trovato l'operazione "black dalhia" quantomeno discutibile, vuol dire che il film ha qualcosa che non funziona.
L'addattamento di Ellroy è tutto sommato piu' che dignitoso e ... basta, e per varie ragioni.
De Palma stavolta si perde (ma non è la prima volta) in uno sterile manierismo, ossessionato dal bisogno di ricreare le atmosfere languide e introspettive dei noir classici, ma è tutto assai incoerente, specialmente quando è necessario superare l'onda temporale di tanti decenni di cinema : nel divario tra passato e presente, l'ostentazione del glamour da una parte e l'irritante rappresentazione della contemporaneità stilistica (insopportabili. diciamo, i provini soft-core della - finta? - "dalia nera") mostra eloquentemente quanto l'abilità registica di De Palma sia vacillante.
Ma non è una critica a un certo tipo di cinema: è il modo di fare "questo cinema" che non funziona, a differenza di un'opera per certi versi insuperabile come "untouchables".
Non ho letto il libro di Ellroy, tuttavia posso (credo) esprimere le mie perplessità sulla realizzazione dello script, dove è poco approfondita l'amicizia tra "ice" e "Fire" (Lee/Dwight), e soprattutto è ignobilmente rimosso quel senso di perdita della realtà di Dwight, nel momento decisivo in cui sa di non potersi fidare piu' di nessuno.
La Kay della Johansson non aggiunge nulla alla sua carriera cinematografica, anzi probabilmente lei da il meglio di se' fuori dai ruoli convenzionali di fatalona (ancora oggi le sue migliori prove sono "la ragazza dall'orecchino di perla" e "lost in translation"), la Swank ancora una volta stupisce (ma non del tutto in sintonia) con la sua dark lady saffica.
Mia Kirshner - provini sexy a parte- è invece convincente in pieno, ed è probabilmente l'unica che non provi a vivere in un dejavu di sguardi fatali e bottiglie di whisky raccolte per terra... probabilmente cio' è dovuto anche alla particolarità del suo personaggio.
Esercizio stilistico, dicevamo, e come tale impeccabile.
Con diverse incongruenze e lacune, per inciso la madre alcolista della Swank, la sua famiglia, la sparatoia in casa, tecnicamente superba per l'omaggio non dichiarato a Welles (forse "L'orgoglio degli Amberson"?) ma che rischia spesso di cadere nella caricatura.
Il film, comunque, non scalda il cuore e non appassiona mai veramente: neanche quando apre scenari inquietanti tipo la citazione dell'Uomo che ride con C. Veidt che dovrebbe/potrebbe essere una chiave di lettura anche per chi non ha letto il libro ma è un'ulteriore ostacolo alla sua comprensione.
Sorvolo sul patetico Hartnett, bello senz'anima, che tenta disperatamente di essere Bogey e finisce per sembrarne una sua parodia
Poi, per dirla tutta, De Palma cita abilmente se stesso, come la scena à la Einsenstein di Untouchables, e la solita galleria di voyeurismo raffinato e forse "sublimale" (il Lynchiano night lesbico con kd lang in smoking - ? . mentre intona un meraviglioso evergreen - Calvin Klein docet?).
Insomma, malgrado tutto un buon film di genere, ma privo di quel tocco magico che un'operazione del genere avrebbe potuto dare
Archiviato tra i tanti capolavori mancati

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Ultima risposta 02/01/2007 11.18.07
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Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  01/10/2006 11:39:18
   6 / 10
E' ufficiale: odio Scarlett Johansson...
Anche la mia vicina di casa ha le tette grosse ma non è che appesta ogni sorta di film... già ha rin********to Allen che continua a scriverle intorno film anonimi ma per interpretazioni ancora discrete, qui invece siamo al limite del ridicolo.
Senza scomodare grandi interpreti del passato da cui, in termini di fascino, c'è decisamente un abisso, ma basta anche rivedersi L.A. Confidential per capire che ad affossare questo film era sufficiente una coppia di protagonisti buoni per Dawson's Creek con la nostra britney spears a sfoderare espressioni da fatalona involontariamente comiche e il novello Bogart che dire spaesato è poco.
Fatta questa parentesi personale condivido quanto detto da altri; la sceneggiatura, in effetti complessa e difficile da rendere, causa qualche confusione e una diffusa lungaggine mentre la regia, pur ottima, non prevale più di tanto, come fosse lo stesso De Palma a non crederci.
Sotto l'aspetto tecnico invece il film è più che buono, oltre che zeppo di citazioni per i cinefili accaniti, ma secondo me c'era il materiale per tirare fuori un filmone, con un altro cast (buona comunque la prova della Swank) e una revisione della sceneggiatura.

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Ultima risposta 27/12/2006 11.01.04
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valerio1989  @  01/10/2006 00:49:11
   8 / 10
Ke dire.. è un film sicuramente ben fatto e curato nei minimi particolari.
La regia è ottima, gli attori sono tutti bravi dal primo all'ultimo e, specialmente la seconda parte, scorre bene.
Bellissime le donne stile black: Johansson, Swank e Kishner,buoni i costumi e le ambientazioni.
Belle le scene in cui si scopre tutto...

Il risultato è un film avvincente,raro, e crudo in alcune scene.
L'unica pecca è il troppo ingarbugliamento dovuto dall'eccesso di personaggi e delle scene.

Da vedere almeno 2 volte x essere capito a pieno ma sicuramente bello.

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Ultima risposta 01/01/2007 14.00.01
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  30/09/2006 21:35:18
   6½ / 10
E rieccoci, ancora una volta con i soliti problemi del cinema De Palmiano.
Avendo letto il libro di Ellroy (che mi era piaciuto tantissimo) aspettavo veramente tanto l'uscita di questo film. De Palma dopo l'omaggio al nero americano anni '40, "Femme Fatale" , in cui tornava a utizzare uno stile simil-Hitchcockiano sulla classica storia torbida di "La fiamma del peccato", stavolta porta sullo schermo un romanzo già complesso di per se. E ancora una volta guardando solo e sempre la forma.
In "The Black Dahlia" troviamo ambientazione, musica, voce off, look, e tutte le caratteristiche principali dei noir + famosi. I cinefili patiti di neri, saranno contenti di vedere 6000 citazioni disseminate dappertutto. Come la dalia del titolo (e il suo doppio Swank) che assomiglia ovviamente a Veronica Lake, protagonista con Alan Ladd del classico- bellissimo "La dalia azzurra" (che però in quel film era il nome di un bar).
Notate le 1000 citazioni da film come "La fiamma del peccato" di Wilder, per non parlare di "Il grande sonno" di Hawks (guardate la sorellina della Swank), e poi la soggettiva quando entra nella casa della famiglia della Swank, in cui De Palma rifà Delmer Davis regista dell'immenso "La fuga" (Film che in tutta la prima parte era in soggettiva).
Ma ce ne sono infinite. In almeno un paio di tutti i vorticosi ( e sempre stupendi) piani-sequenza che ci sono nel film, De Palma imita Orson Welles (compreso il famoso iniziale di "L'infernale Quinlan").

E così via dicendo. Il problema di questo film è che c'è solo questo. La storia è mal resa, la sceneggiatura confusissima, spesso manca persino l'atmosfera. Nei film di Torneur, Davis, Siodmak, Lang e così via, l'inganno si respirava nell'aria, erano torbidi. Qui niente, queste citazioni e lo sfoggio di tecnica sono al servizio di niente.
O meglio sono al servizio di un film che vorrebbe soddisfare oltre ai cinefili anche il grande pubblico. E da qui la scelta del tutto inspiegabile di fare un noir a colori .
Se lo splendido "Rischiose abitudini" di Stephen Frears o le incursioni Lynchane nel nero (Velluto blu o strade perdute) facevano dei colori il vero punto di forza, De Palma invece che fa? Non usa il bianco e nero e poi, in maniera francamente ridicola, usa colori smorti. Mi chiedo davvero che senso ha. Il genere piace a De Palma, da sempre. L'hanno fatto i Coen (alla loro maniera) un nero in bianco e nero, ed era un capolavoro.
La scelta del regista di Carlito invece è inspiegabile.

Un'altro punto debole è a mio parere il cast. Perfetti sono Aarhon Eckart e la bellissima e bravissima Hillary Swank, sensualissima.
Ma Josh Harnett, che poi è il protagonista, è fuori luogo. Probabilmente De Palma l'ha visto in "Sin city" all'inizio con il look adatto. Ma quando fa Mithum o imita Bogart facendo le smorfiette con le sigarette, mette tenerezza.
Anche La Johnason era 1000 volte più sexy nell'ultimo film di Woody Allen, qui per me non è adatta, oltretutto è troppo giovane.

"La dalia Nera" è un divertente omaggio, ricco di tecnica e citazioni. Poi poco altro. Il precedente "Femme Fatale" è molto + bello.

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Ultima risposta 02/10/2006 08.27.26
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento stefano76  @  30/09/2006 18:09:35
   6½ / 10
Aspettavo da tempo immemore la possibilità di vedere questo film, perché avevo una curiosità da soddisfare. Ma più che curiosità, un atroce dubbio: essendo grande amante del regista e guardando le sue ultime pellicole, l’idea di non vedere mai più un grande film di Brian De Palma circolava nella mia mente dal momento in cui i titoli di coda di Femme Fatale erano comparsi sullo schermo di un cinema del centro di Milano, dove tre anni fa vidi l’ultima opera del maestro.

Possibile che De Palma, dopo Carlito’s Way, non fosse più riuscito a realizzare una pellicola degna del suo nome? Ne La dalia Nera avevo riposto moltissime speranze, perché ero convinto che questa volta ci fossero le basi per realizzare qualcosa almeno al livello delle sue opere migliori ma non classificabili come capolavori (vedi Vestito per uccidere o Blow Out). Uno dei difetti degli ultimi lavori di De Palma è la sceneggiatura, a partire da Omicidio in diretta la sceneggiatura dei suoi film è sempre il punto debole, e proprio per questo speravo che ne La Dalia Nera, tratto dall’ottimo romanzo di Elroy,le cose, da questo punto di vista, fossero diverse.

Purtroppo, venendo al sodo, La Daria Nera si allinea agli ultimi film di De Palma, dove il regista è quasi l’ombra del grande regista che fu. La Dalia Nera è un film con una sceneggiatura pessima, potenzialmente bellissima, ma che viene buttata giù senza la minima pretesa di realizzare quello che poteva essere un bellissimo film, ma solo cercando ti tenere insieme i vari elementi ( e sono tanti) che la costituiscono. La Daria Nera è una storia complessa, è la storia di un omicidio che però rimane sullo sfondo e fa da parete a questioni ben più importanti e complicate, che purtroppo nel film non sono assolutamente approfondite. I personaggi hanno uno spessore psicologico praticamente nullo, e De Palma si sforza di sopperire a questa mancanza infilandoli in sontuose scenografie anni ’40 (di Dante Ferretti) e sfoggiando momenti di tecnica a cui ormai ci ha abituato.

Il risultato, purtroppo, è una pellicola molto lontana dall’essere definita un bel film. Il primo tempo è completamente senza ritmo e la noia e lo sbadiglio varcano la soglia più di una volta. Il secondo tempo si risolleva decisamente, ma la sensazione finale è quella di aver assistito all’ennesimo film minore di De Palma, ma questa volta senza la scusante di aver affrontato generi diversi dal solito: questa volta, mi dispiace dirlo, De Palma aveva per le mani tutte le carte per poter fare poker. Aveva tutti gli elementi per tirare fuori un film molto bello, ma ha fallito. Questo non è il De Palma di Scarface, Carlito’s Way, Carrie e non è nemmeno il De Palma di Blow Out, Vestito per uccidere o Vittime di guerra. Questo, al massimo, è il De Palma di Doppia personalità.

Io oggi sono a lutto, perché il De Palma dei capolavori è definitivamente tramontato.

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Ultima risposta 20/10/2006 17.36.27
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  30/09/2006 13:06:34
   7½ / 10
finalmente mi sono tolto dalla testa questo film he aspettavo da troppo tempo.

- inizio parlando dei punti deboli..

1-josh arnett, ecco quando seppi della sua presenza pensai non so perchè (visto che non ho letto il romanzo) ma ad un ruolo marginale certo non quello del protagoinista, il bagaglio di espressività del ragazzo è un po limitata

2-e a dirla tutta pure il mio amore sembrava un po fuori parte, l'ho trovata un po forzata (cmq ti amo ugualmente)

3-ma il limite più grosso e FASTIDIOSO del film è il ritmo iniziale da soap opera sudamericana....

4-mi ha fatto inc. che si soffermasse a lungo su particolari secondari e invece tutto di fretta e sinteticamente durante le rivelazioni che componevano la risoluzione del mistero

- mentre il bello del film è tutto il resto!

1-vengono le vertigini quando de palma ci mostra il pianosequenza alla "touch of evil" per presentare la scena della sparatoia e scoperta del cadavere

2-e poi le lacrime agli occhi con un misto di stringi cu.lo quando succede quel che succede nelle scale del'hotel

3-ottimo cast pur tenendo conto di ciò che ho detto prima (dolcissima e tenerissima Mia Kirshner che è pure una gran bella figliola)

4-scenari voyur e kitch sparsi qua e la

tirando le somme la seconda parte del film è decisamente migliore e se il tutto avesse avuto quel ritmo ora parleremmo di un CAPOLAVORO.
Peccato che come diceva l'ottimo KOW. de palma abbia puntato più al bello che all'efficiente.

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Ultima risposta 03/10/2006 00.14.17
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Gruppo COLLABORATORI Aenima  @  30/09/2006 02:40:37
   9½ / 10
...Le luci in sala si riaccendono...Gli spettatori recuperano timidamente le giacche e si avviano vociferndo verso l'uscita...Sullo schermo scorrono i titoli di coda ma io resto seduto, attonito...Nella testa una sola domanda: "Cosa ***** mi è tranvato addosso?"...La mia ragazza mi fa notare che siamo rimasti soli, e che i tizi in "uniforme" armati di aspirapolvere non ci stanno guardando proprio bene, bene...Decido di alzarmi...Credo di avere una faccia da cernia al limite del possibile, ma fortunatamente me ne accorgo e tento di ricompormi...

"Bhe, ma allora ti è piaciuto?"

Mi volto...Valentina aspetta una risposta...

"Bhe sì...***** un capolavoro! Anzi ti dirò: il miglior De Palma..."

Capisco che stò esagerando...Correggo il tiro: "Cioè insomma...Dicamo che...Bhe indubbiamente un ottimo titolo...Sfiora il capolavoro."

Farfuglio su questa linea per altri venti secondi abbondandanti...Forse farei meglio a fermarmi...Cambio strategia e mi impantano miseramente in un'analisi para-critica eufemisticamente imbarazzante: "No sai: il tema del doppio...Lo sguardo dicotomico alla relatà di un certo tipo di cinema...La capacità del regista di creare nell'osservatore stati di angoscia incorrotta..."

...Ormai non ho più freni...Passo senza il minimo pudore alla poesia più becera "in chiave di peggio": "Vedi: il genio di De Palma stà tutto nel sincronismo che riesce a creare con il pubblico...Il nostro fiato si spezza nello stesso istante in cui vediamo le due metà del corpo della dalia"...

Mi blocco...Alzo lo sguardo al cielo come in attesa di un'ispirazione divina...Il frastuono delle macchine che sfrecciano sulla strada è la colonna sonora ideale del mio momento...Valentina mi porge la mano: "Andiamo a casa..."

Massì...Andiamocene a casa...

Sono passate quasi 2 ore dalla fine della proiezione, eppure vi giuro: nella testa ho ancora una sola domanda: "Cosa ***** mi è tranvato addosso?"...

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Ultima risposta 01/10/2006 12.21.05
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Gruppo COLLABORATORI Victor  @  07/09/2006 11:27:58
   7 / 10
Forse il libro di Ellroy,che si è detto pienamente soddisfatto della trasposizione cinematografica,era troppo complesso e ricco di personaggi per una trasposizione cinematografica,fatto sta che il risultato finale non è quello da tutti previsto,infatti,specialmente nella parte relativa al rapporto tra Blanchard,Bleichet e Kay, è facile perdere il filo della narrazione e sembra sconnesso dal resto della storia.Comunque il film va visto,non fosse altro che per la presenza nel cast di Hilary Swank finalmente in un ruolo che esalta la sua bellezza,anche se nel poster sembra una vecchia, e della Johansson che ancora una volta dimostra di essere brava oltre che bella(anche se meno della Swank).Poi va comunque ricordato che dietro la cinepresa c'è sempre Brian DePalma....e si vede.

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Ultima risposta 29/09/2006 22.39.41
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