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I sani e gli handicappati. Sì, ho detto handicappati perchè questa commmdia nerissima se ne sbatte altamente del politicamente corretto e ti sbatte in faccia anche l'accettazione di una realtà, riconoscendone i limiti reciproci: la condizioni di disabilità fisica e mentale da una parte ed i complessi di colpa dall'altra. Geirr non fa altro che scoperchiare il vaso di Pandora assestando delle potenti sberle ad ogni tipo di pietismo e la sfrontatezza di un certo tipo di ottimismo a tutti i costi. D'altro canto non bisogna guardare solo un lato della medaglia, negando l'esistenza del suo rovescio. Un film bellissimo, recitato in maniera straordinaria da un cast che delinea in maniera ottimale i personaggi. Da vedere.
Corrosiva commedia in cui il politicamente scorretto diventa veicolo per smascherare il perbenismo e l'ipocrisia annidata in certi ambienti. L'occhio è rivolto soprattutto alla classe borghese, anche se l'idea è quella di una critica più ad ampio spettro qui racchiusa tra le accoglienti mura di una villa in cui abita l'iracondo Geirr. Rimasto paralizzato ed impotente a causa di un incidente stradale l'uomo si crogiola nel suo livore alimentando enormi dosi di rabbia, la moglie, disperata, nel tentativo di salvare un matrimonio ormai agli sgoccioli, convoca una sorta di squadra di salvataggio composta da alcuni disabili capitanati da una psicologa fallace emblema di certo sistema assistenzialista. È proprio chi dovrebbe sanare a rivelarsi inefficace scatenando una baraonda in cui, come da tradizione di certo cinema scandinavo, la tragedia viene smorzata mediante un sapiente utilizzo dei tempi comici e situazioni al limite dell' assurdo, senza mai fortunatamente sfociare nel demenziale. Bard Breien induce la riflessione evitando di far leva sulla situazione non proprio invidiabile dei propri personaggi, sino a scendere a patti con un caos liberatorio in cui ogni freno viene messo da parte per dar sfogo ad una repressione causata non solo dalla condizione fisica ma, soprattutto, da certe convenzioni sociali qui smontate attraverso un abile meccanismo dissacrante. Ogni teatrino imbellettato viene demolito dimostrando come non necessariamente lo scontro - qui attuato seguendo un ottimo script in cui i vari microcosmi umani cozzano tra loro- sia nocivo, ma anzi possa fungere come valvola di sfogo. Gradite anche le parecchie citazioni cinefile con menzione doverosa alla scena della roulette russa tratta da "Il cacciatore".
Simpatico, anche leggero, a tratti irriverente, senza mai abbandonare l'ottima riflessione che si apre alle varie possibilità per affrontare delle problematiche. In verità semplice, ma da piccolo compendio di psicanalisi. Bello!
Un film veramente di buon livello; me lo aspettavo più cattivo, invece credo sia più incline alla riflessione (il dialogo può davvero aiutare a volte, come il confronto, il conforto, lo stare con gli altri, ecc.) che al semplice sfottò.
Davvero un film maturo che vede i suoi punti forti nei dialoghi e negli attori; saggia anche la scelta di non elevare il minutaggio a più di 75 minuti.
Semicitazione a Il cacciatore (pure presente con una locandina oltre che ad una sequenza relativa alla roulette russa) e facce davvero giustissime.
Un film rischioso che è venuto fuori nel migliore dei modi.
Tale Breien. purtroppo, risulta inoperativo da ormai 6-7 anni.
Film che affronta il tema della disabilità senza peli sulla lingua, andando a smontare piano piano tutte quelle facili ipocrisie che si nascondono dietro al cosiddetto pensiero positivo.. A parte la breve introduzione la storia si svolge nel corso di un'intera giornata all'interno dell'abitazione del protagonista "negativo".. Bravi gli interpreti per una visione che condita anche da momenti leggeri si è rivelata piacevole.