I travagli del giovane Tom Lee (Kerr), sentimentale e sensibile alla cultura, guardato con sospetto perché per tutti, a cominciare dal padre, corrisponde troppo poco allo stereotipo del "macho". Solo la moglie del direttore del college ne capisce e apprezza la finezza d'animo; sarà lei, per fargli vincere l'angoscia di un sospetto di omosessualità, a iniziarlo all'amore.
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Un melodramma da camera di stampo classico che affronta il tema allora spinoso dell'omosessualità rifuggendo i facili patetismi. Poca azione, tante parole, una compagnia di attori ben diretta ed un gusto del dialogo intelligente che ricorda certi lavori di Joseph L. Mankiewicz. Dopo il potente flashback che presenta i fatti la chiusa finale è un pò frettolosa, ma pazienza.
Malgrado il titolo c'è davvero poco di "simpatico" all'interno di questo film! Il tema dell'omosessualita' trattato circa cinquanta anni fa da un Minnelli che "rischia" visto il tema scottante...soprattutto per l'epoca del film! Con un garbo assoluto,grazie a una sceneggiatura molto cauta,si racconta di questo ragazzo che è costretto a lottare contro la sua natura...Film bellissimo e coinvolgente interpretato ottimamente che si rovina solo nel finale che cambia le carte in tavola...Se per quasi due ore la potevamo pensare in un modo,il finale trasforma tutto in una versione molto piu' "morbida" della situazione... Resta un film bellissimo che non mostra per nulla il decorso degli anni...
Uno straordinario melodramma in larghissimo anticipo sui tempi, che con grande sensibilità e realismo tratta la tematica omosessuale riuscendo a sensibilizzare il pubblico come molti film più espliciti e recenti non sono stati in grado di fare. Peccato che la censura non abbia permesso un finale in sintonia con il resto del film. Splendide le interpretazioni dei due Kerr (in realtà solo casualmente omonimi). Deborah commossa che legge la lettera in giardino non si dimentica.
Uno dei primi film a trattare "quasi esplicitamente" il tema dell'omosessuali-tà. In un'epoca di grandi aperture mentali (piu' apparenti che reali) il film di Minnelli soffre pero' della predisposizione censoria che sfocia in un finale quasi retrivamente conformista. Ma in realtà il film è semplicemente adorabile e l'interpretazione della Kerr nei panni della moglie del direttore del college dove studia Tom (L'unica persona che sembra accettarlo e volergli bene) è straordinaria. Da antologia lo scontro col marito ed emblematica una frase come "tu non hai paura di lui, ma di quello che rappresenta per te". Non so se ho scritto la frase esattamente come l'ho sentita, sono passati tanti anni dall'ultima volta che ho visto questo film. Da sottolineare l'umiliante rito di Tom che si convince ad andare da una prostituta per mettere fine alle voci su di lui, e la cattiveria gratuita dei compagni di college