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Darezhan Omirbayev è un regista kazako avente all'attivo un 5-6 film, tutti di buona qualità e tutti molto ben considerati da critica e festival (che han elargito loro numerosi premi), purtroppo ancora non molto famoso qui in Italia.
Realizza i suoi film in parte con sovvenzioni statali ed in parte con aiuti privati.
Fortunatamente ho anche avuto la possibilità di vederlo di persona a Milano, nel corso di un interessante intevista.
Questo SHUGA (che è anche il nome della protagonista oltre il nome dato al film) è un lungometraggio dall'aspetto tecnico indubbiamente molto buono e molto curato (soprattutto prendendo in considerazione geometria e tecnica di ripresa), che però presenta una temporalità degli eventi quasi rarefatta, immobile, lunghissima (e questo poi è uno dei tratti caratterizzanti dello stile registico di Omirbayev, assieme a certi suoni posti in modo indiretto ed una certa imperscrutibilità Rosselliniana di determinati personaggi dei suoi film).
Alla fine della visione non paiono essere passati 90 minuti, ma quasi 4 volte tanto.
Seppur ciò non possa essere precisamente classificato come difetto, ovviamente basta per far tenere lontani i mainstreamers dalla pellicola in questione.
Quest'ultima poi altro non è che la 25esima riduzione cinematografico del capolavoro letterario Anna Karenina, ovviamente modernizzato e frammentato da flashback temporali.
Bravi gli attori seppur non professionisti e come già detto molto buona la regia.
Il senso del film?
Cercare di stare sempre con la persona che si ama, perchè l'amore infedele genera sempre sofferenza e dolore.
Da vedere, ma ripeto, si tengano lontani i mainstreamers (su 50 persone, nel corso della visione si saranno alzate una buona trentina, vi dico solo questo).