salo' o le 120 giornate di sodoma regia di Pier Paolo Pasolini Italia, Francia 1975
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salo' o le 120 giornate di sodoma (1975)

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locandina del film SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA

Titolo Originale: SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiPaolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Umberto Paolo Quintavalle, Aldo Valletti, Caterina Boratto, Hélène Surgère, Sonia Saviange

Durata: h 1.57
NazionalitàItalia, Francia 1975
Generedrammatico
Tratto dal libro "Le centoventi giornate di Sodoma" di Marchese Donatien Alphonse François De Sade
Al cinema nel Settembre 1975

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini

Trama del film Salo' o le 120 giornate di sodoma

Ambientato nel 1944 nello stato fascista di Salò, il film narra le vicende di quattro Signori che si chiudono in una villa decadente con quattro Megere e una schiera di giovani ragazzi e ragazze, figli di partigiani. Le loro giornate, divise in una struttura da inferno dantesco si dividono in un Antinferno e tre gironi: Girone delle Manie, Girone della Merda e Girone del Sangue e sono una discesa senza ritorno nella perversione e nella crudeltà umana.

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Voto Visitatori:   7,84 / 10 (190 voti)7,84Grafico
Voto Recensore:   9,50 / 10  9,50
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T.r.Tancredi  @  10/07/2008 17:35:28
   8½ / 10
Premettendo, che un film del genere, non e'per gente particolarmente sensibile, o moralista, diciamo subito, che lacapicita' di Pasolini di far sprofondare i suoi personaggi nella piu' profonda depravazione umana, nella lascivita' piu' feticista, e' riuscita in pieno. Straordinaria la crudezza e il colore dato alle immagini , in cui le riprese sono accuratamente montate per dare unsenso di profonda veriticita' al contesto. Se il messaggio e' quello di legare il potere direttamente proporzionale alla perdita dell' etica e della compassione umana, beh...il regista ci e' riuscito in pieno. Percio' il voto per lamiaopinione, resta alto.

sweetyy  @  04/07/2008 16:47:40
   8½ / 10
Uno dei film più disturbanti e malati che io abbia mai visto.

lupin 3  @  25/06/2008 16:06:13
   7 / 10
Film nudo e crudo che almeno una volta nella vita va visto.
Rappresentazione libertina dove l'abuso di potere, l'umiliazione e la malvagità umana va oltre ogni immaginazione.

zoscolo  @  16/06/2008 12:51:33
   7½ / 10
premetto che è il primo film di Pasolini che vedo..avendo letto i commenti ho capito che non potevo vederlo prima di essermi un minimo documentato su Pasolini....tuttavia non riesco a dare un significato piu profondo alla pellicola non piu di quanto abbiate gia fatto voi, la violenza , la depravazione,l'indifferenza al dolore....ci sono tutte ma al di là di questo non cè piu nulla a parere mio.
Sarà che sono difficilmente impressionabile o forse perchè ho preteso troppo di capire un film del cui regista ignoro le caratteristiche...... comunque prometto che mi documenterò e guarderò altri suoi film per poter meglio capire questo....
cmq il voto non è assolutamente negativo perchè l'intento del regista l'ho colto pienamente..

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Ultima risposta 06/09/2009 09.03.17
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  26/03/2008 11:49:37
   9 / 10
Prendete quattro potenti, che nascondono la loro malvagità, pederasta, pedofili, senza valori; prendete tre borghesotte, nichiliste, maniache del sesso; prendete una decina di "soldati" complici delle nefandezze dei loro mentori, fate mangiare loro 10 pasticche di viagra ogni mattina appena svegli così da non frenare il loro istinto sessuale più perverso! Poi prendete una ventina di ragazzini e ragazzine, anche loro bestie ma non per loro volontà, e chiudete il tutto in una villa dall'aspetto ricco e raffinato ma che non fà altro che da maschera dell'inferno in cui queste persone sono catapultate! Ora fate fare a carnefici e vittime tutto ciò che non si può far vedere nel cinema ed ecco che avrete uno dei film più disturbanti della storia del cinema, seppur in confronto ai prodotti orientali sia soltanto una caramella al miele! Al giorno d'oggi infatti le scene che si vedono in questo capolavoro non sono così crude come si potrebbe pensare, ma fuse insieme riescono ad infondere la paura nello spettatore di ciò che avverrà dopo! Lo sfondo del film non è altro che una cornice intercambiabile, ben poco centrano fascisti e partigiani, qui si tratta di un viaggio all'interno della cattiveria che può raggiungere l'animo umano, cattiveria così esplicità e senza barlume di luce che resterà negli occhi dello spettatore per molti giorni come pochissimi altri film saprebbero fare! Difficile vederlo una seconda volta, perderebbe gran parte del suo fascino!

Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  14/03/2008 18:03:18
   9½ / 10
Che questo film sia un grande film è indubbio. Che sia necessario avere una conoscenza di base di PAsolini artista, anche.

La pellicola è esagerata, grottesca, dura, difficilmente digeribile, perversa e malata (come malata è la società borghese, per Pasolini, in maniera irrimediabile). Questo film è però anche una parabola sul potere (il fascismo è solo una metafora, Pasolini non era così limitato), sul sesso come mezzo del potere e sugli effetti del potere stesso sui potenti. Ma ci sarebbe tanto da approfondire. Di certo non c'è banalità, ne compiacimento.

Si parla di capolavoro. Probabilmente lo è. Io l'ho digerito male, vederlo per me è stata una sofferenza, sicuramente non lo rivedrei una seconda volta (anche se gli effetti ne verrebbero stemperati, in questo caso). Ne sono rimasto estremamente colpito, anche in negativo. Pasolini è al di là delle tecniche cinematografiche.

Scenografia e Musica sono elementi importantissimi, la seconda soprattutto. Perfetta e innovativa la fotografia.

Non mi sento di consigliare questo film, non è per tutti. Limitandosi a vederlo senza rendersi conto di quello che c'è dietro e, soprattutto, prima, rischia di renderlo indigesto. Credo si debba avere una grande consapevolezza di quello che è il pensiero del regista, nonchè l'opera di De Sade, da cui è tratto.

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Ultima risposta 30/06/2009 09.08.55
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  06/03/2008 12:52:31
   10 / 10
Sono sconcertato più che dal film stesso, dalla superficialità con cui è stato interpretato da diversi utenti.
Il film "pecca" di estremismo, di perversione sessuale, ma il sesso di Pasolini è la sua estetica narrante a cui più è affino, ed in particolar modo in questa pellicola non è altro che la metafora della vita, e della sua dignità soffocata di conseguenza.
Questa grandiosa allegoria di caratteri storici è il testamento intelligente di una rappresentazione altrettanto intelligente dell'umano e il disumano, del naturale e l'innaturale, come l'uomo la donna, le feci ed il sesso, tutti elementi ambivalentemente interpretabili nell' uso e nel consumo.
Un viaggio allegorico nell' inferno, nell'abuso di quel potere che può condurre la brama ed una specifica ideologia, anche politica.
Se da comunista Pasolini fece riferimento in particolare al fascismo, o al regime Hitleriano, dove tutto può essere collegato metaforicamente ai lager nazisti e a quello che succedeva all'interno di essi, condanna in ogni modo qualsiasi forma di potere capitalista, il film quindi può essere contestualizzato in qualsiasi epoca e frangente politico/sociale.
Fotograficamente splendido, è un vero capolavoro da vedere e rivedere, altrochè solo per stomaci robusti.

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Ultima risposta 11/04/2008 17.27.13
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gei§t  @  25/02/2008 16:12:48
   6 / 10
Nauseante. I carnefici usano il loro potere per compiere qualunque bestialità sulle vittime e tali abusi sembrano tanto più inumani per il fatto che lo spettatore non riesce a coglierne alcun lato "attraente"... solo si percepisce la nausea.

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Ultima risposta 22/03/2008 15.48.34
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La ricotta  @  25/01/2008 12:30:53
   9½ / 10
il conato insanguinato di un Pasolini arrendevole dinanzi a questa società.

Invia una mail all'autore del commento Rusty il Selvag  @  13/12/2007 23:47:54
   10 / 10
Pasolini , pensiero pulsante in cerca di “contatto”

Ascoltare la voce di Pasolini per sentire un pensiero pulsante pieno di vita,
spesso pieno di tristezza, ma mai di rassegnazione, il sognatore non può rinunciare al sogno,
alla possibilità di trasfigurarsi verso nuovi orizzonti, dove i pensieri prendono forma utopica,
nutrendosi di speranza, una speranza “cristiana”, un cristianesimo passionale, sensibile, corporeo, come il Gesù del “Vangelo secondo Matteo”, dove domina la “VITA”, il cuore, la passione,
la rabbia verso l’ingiustizia “terrena”.
Non basta essere grandi eruditi per essere poeti, il poeta vive il proprio tempo con profonda umanità, cammina tra la gente nutrendosi di vita. Il filosofo erudito spesso è un poeta fallito, esprime la propria frustrazione rifugiandosi in una “masturbazione” del pensiero, perdendo contatto con il corporeo “contatto vitale”, senza il sentire l’altro, il pensatore rischia di ingabbiarsi in una serie di cerchi concentrici, gironi infernali, dove ciò che domina è la “MORTE”, il pensiero diventa “fredda arroganza”,istituzione, potere, repressione, tortura,uccisione del giovane pulsante di vita e di eros, nel film Salò o le 120 giornate di Sodoma domina la MORTE, figlia mostruosa del delirio d’onnipotenza fisica ed intellettuale, dove “DEMONI” nutriti dal seno del nichilismo etico, torturano le giovani prede, nulla ha più valore, la vita può essere calpestata gratuitamente da demoni con volti deformati in espressioni mostruose ed in sorrisi malefici.
Pasolini mostra un “incubo reale” fatto di crudeltà e violenza, perversioni mostruose che forano la determinazione
storico-ideologica del fascismo, scorrendo come sangue sporco nella nostra società “Libera e Democratica” e nelle istituzioni , dove di libero e democratico resta ben poco.
Si! Il sistema è ancora crudele e violento, repressivo, nazifascista!
Il mascheramento della crudeltà, una maschera rossa che danza, mietitrice di sogni e signora della peste dell’omologazione che rende schiavi della “Metropolis”,esseri non umani, alienati e trasformati in robot, programmati alla ripetizione quotidiana della “giornata di produzione” e ridotti ad oggetti non pensanti in quanto ripetitori di “chiacchiere”.
Un bel film, sicuramente non un capolavoro assoluto, è
“Crash - contatto fisico” di Paul Haggis,
dove l’assenza di contatto viene ripetutamente sottolineata, siamo distanti, rinchiusi in scatolette di metallo ed in squallide stanze, per avere il contatto dobbiamo scontrarci,
distruggere le barriere della quotidianità opprimente, che ingabbiano la nostra esistenza,
superare la cultura del “sospetto totale” che porta solo odio, disprezzo e folle solitudine.



Mika

benzo24  @  28/10/2007 19:45:23
   7 / 10
indubbiamente un film ripugnante, ma allo stesso tempo anche molto affascinante. è anche vero che è un film di un pervertito, ed è anche abbastanza cruento e schifoso ed esagerato, lontano dalla realtà, molto vicino invece alla perversione omosessuale. un film da vedere certo ma non è certo un capolavoro, anche perchè pasolini come regista non è certo il massimo.

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Ultima risposta 25/01/2011 15.58.33
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Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  18/10/2007 23:47:21
   9 / 10
Più che un film, "Salò o le 120 giornata di Sodoma" è un'opera d'arte o, ancora meglio, una poesia tradotta su pellicola. Una poesia dai connotati drammatici (v. Antiferno), perversi (il Girone delle Manie), grotteschi (il Girone della Merd.a) o di violenza pura (il Girone del Sangue).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  22/09/2007 11:16:52
   7 / 10
Per quanto lo spessore e la profondità di questa opera siano notevoli, non si può negare che Salò è davvero un film difficile.
L'analisi sociologica, politica e religiosa è intesa in modo esemplare, preciso, un film profondo, ricco di riflessioni, cruento e disturbante.
Per il tempo è stato un capolavoro, contestualizzato al periodo storico si comprendono anche certe scelte stilistiche a dir poco discutibili, vederlo oggi, senza un'adeguata preparazione culturale cinematografica, lo si può vedere eccessivo e a tratti di cattivo gusto.
Insomma un film che richiede una certa conoscenza per apprezzarlo......

Personalmente, nonostante su questo film e su Pasolini ne conosca abbastanza non riesco ad andare oltre un 7 per una serie di tematiche nella cinematografia pasoliniana che proprio non mi vanno giù.

Se Pasolini ci parla di LIBERTA' SESSUALE PERCHE' VIVE IL SESSO CON TANTO SENSO DI COLPA e ancora di più quello omosessuale?
Il suo sentirsi peccatore e nello stesso tempo la sua sessualità discutibile (Pasolini andava con gli adolescenti) sono presenti in tutti i suoi film, cossichè alla fine non riesci a capire quale sia il messaggio dei suoi film, sempre ambigui e a volte sopra le righe.
Un tormento interiore che è reso benissimo nei lavori ma che alla fine non trova mai soluzione, sebbene la società del tempo una soluzione l'aveva trovata si chiamava LAICITA'!
Qui siamo in piena apoteosi, forse il suo capolavoro, sicuramente il suo capolavoro dove emergono tutte le caratteristiche positive e NEGATIVE del suo cinema

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Ultima risposta 10/11/2010 17.13.21
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  11/09/2007 22:44:54
   10 / 10
Il testamento involontario del più grande intellettuale del XX secolo.
Una discesa agli inferi cruda, violenta, sadica ed umiliante ma al contempo grottesca e surreale.
Una lama affilata che lentamente fende la carne.

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Ultima risposta 18/10/2011 15.13.42
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InSaNITy  @  05/09/2007 20:04:28
   9 / 10
E' un fim violento, crudissimo, perverso, che a chi non ama o soprattutto non conosce Pasolini (come intellettuale in toto e non solo come regista) dubito che potrebbe piacere.
E' una pellicola semplicemente spiazzante, che solo lui poteva avere il coraggio di fare, e soprattutto, esserne in grado.
Sinceramente le scene che mi hanno più..destabilizzato, diciamo, non sono state tanto le efferate torture e le sevizie, bensì il finale, ossia: l'assuefazione alla violenza.

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Ultima risposta 14/04/2008 17.36.04
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Invia una mail all'autore del commento Andrix84  @  05/09/2007 18:54:02
   6 / 10
Esageratamente pesante.La sufficienza la meritano la prova degli attori.

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Ultima risposta 25/02/2008 23.19.50
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PetaloScarlatto  @  15/06/2007 02:20:13
   10 / 10
IMMENSO....

nient'altro da dire per uno dei film più crudeli, estremi e violenti della storia del cinema occidentale...

Pasolini realizza la prima parte di un'ipotetica trilogia sulla morte ( mai realizzata per la sua prematura scomaprsa ) che doveva succedere alla trilogia della vita...

Film censuratissimo, odiatissimo dai bigotti del caxxo....

La chiesa cercò di bruciarne tutte le copie, senza riuscirci ( per fortuna; ma che bruci le ****** che produce lei!!!!!!! )...

Attori talmente in parte da far paura..

Un grande Bonacelli...


Desidero, da anni, vedere il film INTEGRALE, anche se so che non esistono pù copie d'esso...


Peccato...

Dies Irae  @  30/05/2007 15:27:33
   9 / 10
il film più sofferto della storia del cinema, il più maledetto.
portare il disgusto negli occhi delle persone e da quel disgusto rendere vive le loro ipocrisie.
chiaro come una lama di un coltello, sporco come la lama di un coltello inferto nel cuore e nel cervello di un uomo.
film capace di cambiare la vita intellettiva e morale di una persona, di pulsare a lungo nelle memorie spente di oggi.
come quei pochi film che lasciano un senso di vuoto, un senso di impotenza intellettuale laddove si incontrano ira e sapienza, speranze e delusioni si confondono in rabbiose rassegnazioni.
parlare e dire ciò che si sfiora in certe visioni non è concesso credo a nessuno perchè nessuno resta lucido, in certe visioni devi solo lasciarti andare, senza logica, senza speranze.

Invia una mail all'autore del commento angel__  @  22/05/2007 17:26:53
   9 / 10
perverso,a tratti pornografico.volutamente disgustoso anche. grande film di un pasolini in stato di grazia. la malvagità e amoralità del dittatore fascista, la sottomissione delle individualità,che non esistono più,ma sono solo corpi finalizzati ai piaceri dello schiavista. crudele quasi come la realtà

AKIRA KUROSAWA  @  20/05/2007 20:34:19
   10 / 10
forse il capolavoro di pasolini. cattivo e molto crudo , ma è la vera crudelta umana che a volte purtroppo si manifesta cosi spiegata.
il film è diviso in modo analogo alla struttura infernale dantesca ovvero in tre gironi: delle manie, della ***** e del sangue e delle donne narrano dei racconti che servono ad ispirare i 4 fascisti proprio come nel decameron( storie raccontate).
perfetta la musica di morricone che trasmette al tutto un aria davvero infernale, perfetti gli attori che interpretano i ruoli dei cattivi alla perfezione.
un film per stomaci robusti perche le scene sono davvero crude, al limite della sopportazione , e proprio per questo all inizio questo film non mi era piaciuto , solo dopo averlo visto 4 volte sono riuscito a comprendere la genialita. capolavoro

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Ultima risposta 05/09/2007 20.06.58
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phemt  @  20/05/2007 16:38:42
   9 / 10
IL Capolavoro assoluto di Pasolini è un film lucido, sconcertante, agghiacciante, assurdo, esagerato, unico, irripetibile (per fortuna!) opprimente e metaforico… Il regista compie un duro attacco contro il potere e contro le bestialità umane… Quattro gironi, quattro ********, i quattro poteri istituzionali (lo stato, la chiesa, la nobiltà e la legge) che rappresentano il vuoto la bestialità umana tra stupri, torture, perversioni, manie e barzellette idiote loro sono letteralmente già fuori dal mondo, non battono ciglio davanti alle loro tremende efferatezze ma quando il soldato disertore prima di essere giustiziato alza il pugno chiuso si sorprendono, inorridiscono e non riescono a capire come sia possibile un gesto del genere…
La coprofagia, la sodomia e le violenze in genere (anche e soprattutto psicologiche) vengono effettuate su corpi che non sono più corpi, ma solo oggetti di piacere perverso, di sadismo portato all’eccesso…
Impressionante il finale, con quel grido di aiuto verso Dio che rimane praticamente nell’aria e le ultime violenze alternate alla musica di Orff che Pasolini mostra mediante una ripresa in soggettiva… Infatti a questo punto siamo noi a guardare quello che succede nel cortile (non sentiremo grida o lamenti perché in casi come questo sono le immagini a parlare), non più i signori (che infatti si alternano), ormai siamo compromessi anche noi come quei ragazzi che si vendono, che fanno la spia verso chi come loro è in uno stato di assurda sofferenza, la bestialità ha vinto, non c’è salvezza per nessuno… Se non per chi si rende conto prima quello a cui sta andando in contro e tenta la fuga, non si salverà fisicamente ma si salverà mentalmente; e se non per chi ha il talento di suonare il piano divinamente ma non riesce a sopportare quello che vede… La salvezza ci sarà solo per chi si ribella!
Perfetta la regia di Pasolini (superba la capacità di disposizione degli attori), perfetti i diaologhi, notevole la fotografia di Tonino Delli Colli… Peccato per qualche “signore” poco convincente (soprattutto per quanto riguarda la scelta delle voci) e per qualche situazione un pelo ripetitiva di troppo (soprattutto per quanto riguarda i racconti durante il Girone della *****)…
Un calcio nelle palle dello spettatore che mantiene intatta tutta la sua terribile potenza anche ad una seconda, terza od ennesima visione… Normalmente per film del genere aggiungo la dicitura per pochi ma imperdibili per quei pochi; questo invece è un film imperdibile per tutti…

Samara18  @  01/05/2007 00:20:11
   8½ / 10
Molti dicono che il messaggio che il regista voleva dare a questo film si sarebbe potuto esprimere anche con diverse immagini,magari meno forti.
A mio parere questo film non è particolarmente crudo,e non ho avuto assolutamente problemi a riguardarlo una seconda volta per capirne meglio il significato. per quanto mi riguarda,se le scene non fossero quelle che sono non si potrebbe minimamente parlare di un adattamente cinematografico al romanzo di DeSade,ovvero uno degli uomini + perversi della storia,mica uno qualsiasi.
Il tipo di violenza presente nel film,violenza fisica e psicologica,è esattamente l'intento di pasolini,ovvero il precipitare dello spettatore in un incubo dove la morte potrebbe anche essere vista come una liberazione. Un inferno dove i diavoli sono gli esseri umani,che possedendo il potere,non fanno altro che lasciarsi andare in ingnobili e sadiche perversioni su altri esseri umani. Non avrebbe fatto questo effetto se non fosse cosi com'è,e forse molti,al giorno d'oggi non starebbero ancora qui a parlarne.
L'unica nota negativa per me,sono alcune voci,soprattutto dei signori,che possono apparire ridicole,e che stonano nel concetto di questo film,disturbante e tragico. Ma soprattutto l'uso di certi termini al posto di altri più dignitosi,chi ha visto il film probabilmente capirà.
Sarebbe bello se il cinema italiano fosse rimasto cosi.
Nonostante questo film non mi abbia lasciato particolarmente scossa,consiglio di non guardarlo alle persone sensibili.

Invia una mail all'autore del commento finazio  @  01/02/2007 11:57:46
   9 / 10
Salò è un film che non tollera che ci si fermi alle apparenze. Fermarsi alle apparenze è tipico degli spiriti semplici. Salò è un film devastante, ma credere che Pasolini l'abbia realizzato compiacendosi è a dir poco superficiale. Il tormento e la sofferenza sono evidenti e palpabili, come pure è palpabile la denuncia di un modo di agire e di pensare. Le persone che abusavano dei ragazzi di Salò sono le stesse che mandavano gli ebrei e gli omosessuali nei campi di sterminio, sono i semi di una politica intollerante che sopravvive ancora oggi, che pretende che ogni legge di questo Stato sia approvata dal Vaticano, che vuole porre su piani diversi i bianchi e i neri (e per estensione tutte le persone "diverse" tra loro), che non ritiene che il figlio dell'operaio debba avere gli stessi diritti del figlio del professionista, che omosessuali che si amano da anni non debbano avere diritto ad essere riconosciuti come coppia. Qui tutto è metafora. Salò è un atto di accusa non solo verso il fascismo (e degli escrementi che lo hanno alimentato) ma contro una borghesia che si è ripiegata in se stessa ed ha permesso che crescesse e distruggesse il Paese, diventando essa stessa carnefice delle generazioni che per certe scelte sono state devastate.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  22/01/2007 14:15:37
   8 / 10
E' un film terrificante, profondamente nihilista e disperato.
Fa vedere tutta la ***** (anche in senso letterale) che si nasconde dietro la facciata del perbenismo borghese. E' l'opera più violenta e perversa della storia del cinema, sconvolgente soprattutto nella censuratissima parte finale, naturale conclusione di un mondo che muore in modo infame e senza dignità alcuna.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  29/11/2006 10:22:15
   9½ / 10
Geniale come al solito Pasolini. Si cala nella banalità del male umano chiamando per immagini tutto ciò che da sempre si cerca di nascondere per falso pudore. La malvagità umana è un fatto certo e il bene spesso è solo un percorso di bontà legata al senso di colpa: quindi assolutamente inautentico.
Grande film ,per tutti colori che continuano a pensare anche quando stanno bene e sono soddisfaftti della vita.
Il fascismo è stata una vergogna italiana infinita che ha mandato inutilmente al macello con menzogne di ogni genere milioni di soldati gettando nella disperazione più nera milioni di famiglie. Per non dimenticare...e per non ripetere...

doppiak  @  18/10/2006 10:14:13
   9 / 10
crudele,crudo... chi riesce ormai a fare dei film così che scandalizzano... e poi non sono cavolate,gli abusi sessuali e tutte le perversioni sono esisiste ed esistono ancora... riflette l'animo crudele della figura umana....

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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  04/10/2006 22:01:41
   9½ / 10
E’ molto difficile dimenticare questo film dopo averlo visto. L’impressione di realismo e di possibilità che avvenga è troppo forte per essere preso per un semplice film fantastico come tanti classici dell’horror. Qui Pasolini supera se stesso nel raccontare lo spirito di un racconto che usa il sesso come metafora. Con Boccaccio, Chaucer e Le Mille e una notte ha tradotto con cura lo spirito ludico, di celebrazione dell’intelligenza e della bellezza fisica. Qui traduce lo spirito di Sade di supremo piacere nel dominio assoluto con l’intuizione geniale di collocare la vicenda in un periodo storico ben preciso, tra i più bui della storia mondiale. Ne viene fuori una violentissima critica del fascismo, rappresentato privo di tutti i suoi orpelli retorici, nella sua essenza di dominio e potere violento di una “elite” sulla massa vile. Riesce ad andare anche al di là del pur spietato film di Bunuel (Il Fascino disceto della borghesia) nello svelare tutto il torbido che si nasconde dietro la maschera di perbenismo e bellezza esteriore dei vari Eccellenza, Presidente e Signora.
Pasolini descrive minuziosamente le psicologie e i comportamenti quasi schizofrenici dei 4 libertini (un misto di sottomissione omosessuale e violenza prevaricatrice) senza nascondere niente, rimanendo fedele a Sade, ma lo fa in una maniera che ce li rivela quasi ridicoli e meschini (ma purtroppo molto pericolosi). Anche i poveri ragazzi sono trattati come negli scritti di Sade: meri oggetti di piacere e sottomissione; disegnati come remissivi, incapaci di ribellarsi, che reagiscono con lamenti e suppliche inutili. Appelli a pietà o a enti esterni non fanno che ribadire e aumentare il potere e il piacere di chi non conosce sensibilità. Tanto più che le “leggi” dei dominatori vengono quasi accettate da chi le subisce e li portano addirittura alla delazione. E’ tale il potere dei dominatori da annullare qualsiasi indipendenza in chi subisce. Il coraggio di ribellarsi, di non accettare, ce l’ha solo la pianista. Evidentemente solo l’arte e la sua conoscenza salvano dall’abbrutimento. Inquietante il siparietto finale: si può fare l’abitudine anche a questo stato di cose.
Questo film ha un preciso valore storico. In un periodo di grande liberazione, di fiducia nel libero esprimersi degli istinti individuali contro le costrizioni sociali (erano gli anni ’70, con i figli dei fiori, l’anarchia), Pasolini avverte che gli istinti umani non sono tutti positivi, che non ci può liberare da tutto quello che è coercizione sociale. Ed è un impegno di sorveglianza che dovremmo avere tutti, perchè una situazione come quella della Bosnia negli anni ’90 ci avverte che la “bestia” è sempre lì pronta a sfruttare ogni occasione propizia (anarchie, guerre) anche nella “civilizzata” Europa.

Invia una mail all'autore del commento pennabilli  @  12/09/2006 11:13:33
   10 / 10
il più bel film della mia vita.
mi sconvolge la sua durezza e la sua intelligenza.
sono affascinata da Pasolini, dalla sua sensibilità.

HATEBREEDER  @  02/09/2006 19:57:11
   9½ / 10
Solo per pervertiti o malati mentali.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  01/09/2006 17:01:39
   10 / 10
Salò è una metafora sul Potere e sulla violenza. E' un film talmente chiaro che diventa simbolico. E' a tratti più che sgradevole, ma non è sadico. Sciascia riguardo al film scrisse:"i più non ne avranno che nausea e orrore: e o sentiranno l'impulso di ripagare tanta violenza con violenza o sentiranno tanta disperazione e dannazzione da trovarsi a invocare Dio come nel film la vittima".
De sade è solo un pretesto per esternare la sofferenza di Pasolini per una società votata al consumismo più sfrenato.
Quest'opera immensa mi ha sconcertata inverosimilmente e se mi capita di sentire quel motivo conduttore del film, la canzonetta anni '40 "Son tanto triste" che è esplicitata nell'epilogo tramite il maldestro balletto dei 2 collaborazionisti, incosciamente rabbrividisco.

Vegetable man  @  06/08/2006 19:51:05
   10 / 10
Salò o le 120 giornate di Sodoma è un'opera che va a lambire i confini estremi della perversione umana, prendendo il largo per non fare più ritorno ai lidi della nostra comprensione. Difatti non c'è nulla da comprendere, la storia fluisce senza un inizio ed una fine, senza cause, ideologie e schemi a cui possiamo ricondurre tutto il tragico orrore che ci scorre davanti agli occhi: solo una desolante e struggente catarsi di sadomasochismo. I figli dei partigiani vengono radunati in una villa a Salò dove signorotti fascisti ne assumono la proprietà e ne dispongono a proprio piacimento. Spesso ignudi, i ragazzi vengono di continuo umiliati, sodomizzati, costretti a mangiare ***** e pisciare in bocca ai loro perversi padroni. Gli ultimi venti minuti sono il culmine del loro tragico soggiorno; nell'ultimo girone, quello del sangue (prima ci sono stati quello delle manie e quello della *****), i giovani subiscono torture medievali. Così finisce il film, senza spiragli di salvezza o rendenzione. Solo un'assordante indifferenza e sufficienza da parte dei loro carnefici, esseri neanche più umani che hanno lo smisurato potere di fare ciò che vogliono senza nessuna legge al di sopra di loro e nessuna etica. In questo senso è illuminante il discorso di uno di loro: deteniamo un potere assoluto, la felicità, che ci deriva unicamente dal fatto di goderne delle sofferenze altrui rapportate al nostro godimento. In queste poche parole sta tutta l'agghiacciante morale del film e la parabola dell'umana sofferenza, che ci infliggiamo quotidianamente gli uni agli altri.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  31/07/2006 10:52:45
   8 / 10
Mai mi sono trovato cosi’ tanto in difficolta’ nel dover commentare un film…Salo’ è indiscutibilmente un’opera d’arte ,un ‘opera che pero’ di primo acchito puo’ disturbare in maniera profonda,ed è quello che è successo al sottoscritto che dopo la visione della pellicola è rimasto sconcertato e disgustato da un film che avevo etichettato come una mera provocazione.
Col passare dei giorni mi sono pero’ reso conto di aver assistito ad un'opera di grande valore,Pasolini infatti arriva all’anima dello spettatore sprofondadolo in un incubo nel quale il lato peggiore dell’uomo viene mostrato senza moralismi o giustificazioni,il regista romano è efficace e spietato nella rappresentazione del potere assoluto,privato di qualsiasi freno morale,che dispone del popolo nella maniera piu’ aberrante ed estrema.
Il film infastidisce ,non tanto per le crude scene che ci propone,ma proprio perchè riesce a rappresentare cio' che insito nelle caratteristiche dell'uomo,che privato di qualsiasi freno si traforma in un essere moralmente disgustoso,violento e dominatore,incapace anche del piu' semplice gesto di pieta'.
Anche la rappresentazione del popolo è impietosa...esseri umani incapaci di ribellarsi,rassegnati ad essere utilizzati come oggetti atti a soddisfare il voleer,le voglie e le perversioni dei propri “padroni” ,un popolo capace solamente di aspettare (ed invocare)un intercezione divina ma incapace di ottenerla,come a voler sottolineare il libero arbitrio a cui è sottoposto l’uomo costretto a passare dalla volonta’ ai fatti se vuole ottenere qualcosa.
Pasolini fu coraggioso affrontando e soprattutto mostrando temi scabrosi come sesso omosessuale,di gruppo,voyeurismo,pissing,coprofagia,torture,omicidi…temi che farebbero tutt’oggi rabbrividire la censura e che scandalizzarono non poco l’opinione pubblica dell’epoca, tant’è che a distanza di tanti anni il film in tv è passato veramente pochissime volte.
Salo’ è il tipico esempio di cinema che si ama o si odia,l’importante pero’ è non fermarsi all’apparenza di cio’ che i nostri occhi vedono ma cercare di approfondire il messaggio di fondo,che si rivela null’altro che una tremenda rappresentazione della societa’ e dell’animo umano,sia che questo sia ebbro e ricco di potere sia che questo sia costretto alla sottomissione alla prevaricazione…purtroppo il ritratto che ne esce è tutt’altro che confortante.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  13/06/2006 12:40:54
   10 / 10
Uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi. E, nonostante la violenza, uno dei film più morali della storia del cinema. Una denuncia del potere e dell'anarchia, una visione nichilista dell'uomo senza possibilità di riscatto se non, forse, attraverso le muse: siano musica, arte, cinema, poesia, teatro. Il pensiero di PPP avrebbe dovuto essere amplificato con una personale trilogia della morte, ma la tutt'oggi misteriosa morte del poeta-regista ne impedì la realizzazione.

mago di segrate  @  12/06/2006 20:31:57
   7½ / 10
Obiettivamente un film troppo malato nauseabondo e disturbante per i miei gusti. Però devo ammettere che è girato alla perfezione e gli attori sono tutti molto bravi. Il film italiano forse più sconvolgente della storia(almeno di quelli che ho visto io). All'epoca creò non pochi problemi e traviò non poche persone

caligola  @  28/05/2006 01:45:43
   10 / 10
Particolari quei film a cui si puà dare o 10 o 1. Non ci sono vie di mezzo o lo si capisce e lo si ama oppure non si capisce un ***** e lo si odia. Ho letto commenti imbecilli di gente che critica la forma, l'esasperazione della violena; signori ricordate che cià che Pasolini ha riprodotto non è altro che un catalogo delle perversioni insite nell'uomo, non si è inventato nulla...e nascondere la testa sotto la sabbia non cambia le cose. Volete sapere cosa è l'inferno? Non andate in chiesa a farvelo spiegare dagli uomini in gonnella, l'inferno non è altrove, è vostro vicino di casa. E Pasolini ce lo ha mostrato.

karaberto  @  05/05/2006 14:11:45
   10 / 10
La grande regia è anche prendere un testo (Le 120 giornate di Sodoma, appunto) e senza cambiarne una virgola realizzare un film completamente diverso.
Sempre attuale, di una modernità inossidabile, è un film che non lascia indifferenti. L'apparente rigida freddezza dei personaggi rende spontaneo allo spettatore il metterci i sentimenti; personaggi forti, sentimenti forti, qualunque sentimento sia.
Ma già tanto s'è scritto su questo film, non resta che vederlo, almeno una volta.

pabren  @  03/05/2006 23:52:46
   10 / 10
per me è insieme a teorema il film piu geniale di pasolini,il film meglio riuscito girato con una raffinatezza difficilmente toccata anche da altri registi,le ambientazioni sono stupende le narratrici spettacolari geniali con quella perfida amorale bellezza,a volte ingenua frigida violenta diabolica....
piano piano scendiamo nell orrore
nella violenza
nella sopraffazione
nella verità umana
grazie pier paolo di questo splendido algido capolavoro

Duca di Blangis  @  28/03/2006 21:44:43
   10 / 10
Sconsiglio questo film a chi non può sopportare: la crudeltà, il sangue, gli escrementi, coprofagia....IL SADISMO
Si parla spesso a vanvera di sadismo; il bambino che tortura la lucertola è sadico!!! Ma per favore !! Il sadismo è ridurre le persone a OGGETTI e di questi farne ciò che si vuole.
Il film è un climax di violenza psicologica e fisica che arriva a livelli non immaginabili ma purtroppo a livelli UMANI.
La tecnica del film la definierei normale, senza particolari pregi, ma artisticamente è a livello di un "Ivan il terribile" e il messaggio del film è il piû sottile, complicato, filosofico al fine di portare ad un obbiettivo: IL POTERE
"l'unica vera anarchia è quella del potere": Frase memorabile del film che spiega un pò tutto: se si possiedono potere e denaro e influenza si è a posto, si può fare qualunque cosa, le conseguenze esistono come per qualsiasi altra persona ma il potere le elimina o le attenua di molto.
Ovviamente i 4 sadici oltre che a questa concezione filosofica profonda sono dei degenerati....sono sadici
Etimologicamente sadico deriva dal Marchese de Sade che ha scritto nel '700 "le 120 giornate di sodoma"; il film è abbastanza fedele al libro(un cambiamento è per esempio il fatto che nel film i sadici sono fasciti) ma se devo essere sincero il libro mi ha impressionato di più.
Molti ignoranti alla fine di quesot film dicono: P.P.P era un pervertito omosessuale. Essi non hanno capito che il sesso è SOLO un mezzo per portare ad un FINE: disponibilità di potere illimitato su altre persone, o meglio oggetti.
Questo capolavoro, dove ogni frase detta nel film è studiata da uno dei più grandi intellettuali del '900, è una critica al capitalismo e al consumismo...ma a mio avviso NON è solo una critica: mostra come la REALTÀ è crudele, come anche se uno tortura a morte un altra persona la fa franca e può ricominciare......mostra come la natura ,che è immorale, sia lontana da noi, ma sia molto più vicina ai sadici: nel libro i 4 pensano di aiutare la natura opprimendo di più i poveri e rafforzando di più i "forti"(è soggettivo)...così dicendo non sto dicendo che chi RINUNCIA alla morale sia un sadico, esso lo può diventare visto che ora è libero dalla morale, ma può anche diventare un essere che accresce la propria potenza e potere su se stesso(vedi NIETZSCHE) al fine di non aver bisogno di altri per rafforzarsi, ma solo di se stesso e di nessun altro...specialmente di un dio!

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Ultima risposta 13/06/2006 00.12.45
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Mosè  @  16/03/2006 17:37:24
   10 / 10
mitico. ave a Pasolini

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  14/03/2006 11:34:00
   10 / 10
questo è il cinema che il mondo invidia all'italia,quello che non si nasconde dietro i falsi moralismi ma affronta gli argomenti più scabrosi,per quanto tabù possano essere.la perversa violenza del film è davvero esasperante da vedere,ma fermarsi a questo,quasi si parlasse di film trash,vorrebbe dire perdersi tutto quello che pasolini vuole mostrare,la corruzione del potere,il nichilismo della borghesia,l'intima natura dell'uomo,che libera da freni e regole che la inibiscono raggiunge livelli di cui solo la metaforica discesa nell'inferno può dare un'idea

chiara_80  @  01/03/2006 14:42:02
   9 / 10
Uno dei pochissimi film che mi ha fatto disperare. mi sono ritrovata in lacrime e manco me ne accorgevo. Pasolini è violenza e tenerezza, è audacia e ritrosia.

regista  @  27/02/2006 18:47:33
   10 / 10
non sò cosa dire stupendo violento erotico rivoltante w pasolini

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Ultima risposta 14/11/2009 21.19.28
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marv  @  20/02/2006 17:19:41
   8½ / 10
COIVOLGENTE
DRAMMATICO
RIVOLTANTE
NAUSEANTE
SADICO

I LIKE IT ! ;-)

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Ultima risposta 17/07/2007 22.15.47
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Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  04/02/2006 02:09:08
   10 / 10
Capolavoro del cinema. in assoluto uno dei film più belli degli anni 70. in questa film è racchiuso tutto il pensiero di pasolini, la sua personale e condivisibile visione del mondo è qui. il coraggio di portare le proprie idee in alto e di sbatterle in faccia ai detrattori era proprio di quest'autore, che dopo questo film lasciò nel nostro cinema (e non solo) un vuoto incolmabile.
non rivedremo più tanta voglia di osare e di mostrare nel più grande spettacolo voyeur di sempre, e cioè il cinema.

pastapasta2  @  17/01/2006 16:29:36
   7 / 10
odio pasolini, tuttavia questo mi è piaciuto perche qui paolo riesce a fare un film stra-malato e perverso come nn se ne sono mai visti. consigliato a stomaci robusti sopratutto la seconda parte( il girone della *****)

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Ultima risposta 05/09/2007 20.09.02
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cinefilomalato2  @  26/12/2005 23:35:33
   10 / 10
A mio avviso (modesto, s'intende), "Salò" rimane uno dei più bei film di tutto il cinema italiano (e anche l'unico grande film di P. P. Pasolini). Se dal punto di vista puramente tecnico il film non denota un uso particolarmente "buono" delle tecniche cinematografiche, altettanto NON si può dire per quanto riguarda la sceneggiatura e per ciò che si è soliti chiamare come "significato, messaggio del film". Il film, tratto da "Le 120 giornate di Sodoma" del marchese de Sade, spiega molto bene che cosa sia realmente il potere (potere politico s'intende, con tutte le sue diramazioni quali chiesa, esercito,ecc....), e ancora di più che cosa sia l'anarchia del potere (il potere, lo stato, nelle sue varie forme dittatoriali, detiene realmente un potere molto confondibile con l'anarchia, in cui è destinato a sfociare), concetto cardine dell'opera sadiana. Il film infine è una denuncia all'intero sistema capitalistico e alla società del consumismo, una denuncia dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo (sfruttamento praticato in tutte le epoche, così come pure al giorno d'oggi, anche se forse in una maniera meno drammatica di quella dipinta da Pasolini, ardente marxista). "Salò" è un corollario di violenze inaudite, al limite della sopportazione (il vero sadismo), la cui visione molte persone non riescono a sostenere (anche giustamente!). Tuttavia è un film che consiglio a tutti coloro che si professano, come me, "Cinefili Malati"!

ds1hm  @  13/12/2005 15:08:22
   9 / 10
lessi che una delle idee di base del film era quella di rendere indigeribile ciò che lo spettatore guardava e al contempo rendere tangibile attraverso il disgusto visivo ciò che ancora non risultava socialmente e culturalmente assimilato andando così letteralmente a distruggere quelle idee di emancipazione ipocrita e falsa che si volevano far credere diffuse nel nostro ipocrita paese. Idee uniche e rimaste ahimè desolatamente sole e mai più riprese. Attualmente ci dicono che non ci sono più tabù e che l'emancipazione è pressochè completa. Che bello sarebbe vedere di questi tempi un film del genere sui temi che non si vogliono affrontare appieno (omosessualità-pedofilia-tossicodipendenza).
Stile cinematografico che non ho sempre apprezzato ma poesia, profondità, intelligenza.

Invia una mail all'autore del commento cinefilo malato  @  08/12/2005 20:23:44
   9 / 10
Pasolini vive per sempre, in questo favoloso dramma dai risvolti angoscianti!
Il mio voto si ferma al 9, per la regia, ma per la sceneggiatura il 10 lo merita eccome!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/11/2005 00:32:40
   9 / 10
Lascio malvolentieri il compìto arduo della recensione al mio rivale (ehm) e comunque ho davvero tanto da dire. Questo film mi perseguita da anni, cerco sempre di cercare una verità e trovo sempre risposte diverse. Consumando una lettura "degenerata" (per lui) come l'ineffabile testo Sadiano un amico piuttosto bigotto mi confessa di averne avuto paura perchè "per quanto schifato ha voluto leggere tutto fino alla fine". Il principio su cui si basa l'addattamento di Pasolini non è certo la sua sregolatezza morale (semmai il suo nichilismo a/politico) ma il disprezzo sociale dei quattro aguzzini, che contestano l'ordine e la dimensione del piacere puro a favore della totale anarchia del corpo come oggetto e abuso. L'Ordine viene messo in discussione secondo i criteri che adottava un Ferreri, mentre in Sade troviamo la complicità di un rito che prevarica ogni forma di potere per emanciparla per sè. La Creazione (del testo Biblico) viene sottoposta a una vituperante maledizione cfr. il duca e infatti l'episodio forse più agghiacciante del testo di Sade è l'omicidio di una madre e del suo feto. Salò vive di una certa ambiguità: al rigore scenografico e alla struggente litania del tema musicale si oppone una brutalità raffinata, che cita la comedie francaise e i canti fascisti ("sul ponte di Purati"9 mentre le meretrici (tra cui si nota un'affascinante Elsa De Giorgi) e i quattro aguzzini vivono vaghi momenti di inedita tenerezza e passione, che esprime comunque una sopraffazione che non è mai del tutto coerente, una sorta di redenzione inconscia. La mercificazione del corpo ridotto a carne di deflorazione e amplesso di scatologia e rito bondage diventa la primaria ragione morale. In fondo essa stessa è l'appartenenza a un rito fatalista, dove le vittime tentano solo vaghi esperimenti di fuga, e imparano persino a ridere della loro miserabile condizione. Per gli uomini di potere, gli "scellerati" come direbbe Sade, questo rito non produce che la loro cecità immorale, non vedendo che pur plagiata da paraventi sociali e simbolismi rassicuranti, la dimensione della realtà non è affatto così diversa. Ma al di là della sua apparente vitalità (la vitalità della morte, forse) il film ha qualche crepa che il tempo ha forse incentivato. Ma resta un'opera terribile e affascinante sul nonsense delle motivazioni: che la corsa ai gironi del sadismo passi attraverso giovani soldati, che i ragazzi stessi le vittime, trovino solo la forza di desistere a reazioni scomposte altrettanto tragiche, che esprimano, incarnino, l'emblema del sacrificio anche Divino ("padre perchè ci hai abbandonato?") Il rito stesso del matrimonio celebrato come livellamento tra sacro e profano, perchè secondo il potere "Dio non puo' esistere come peso sociale". L'apolide contraddizione di fondo rivela dunque una società che assume il ruolo di vittima senza curarsi eccessivamente del suo destino. Che accetta l'imposizione della Democrazia falsa e della dittatura piu' bieca ("dopo la guerra tutto finito, si è spento il clamore sugli errori delle scelte", cfr, Pasolini) E i passi di danza dell'epilogo non sono un atto di speranza, ma di indifferenza. L'unico atto di speranza è la sorte della pianista, mentre i due ragazzi restano figure amorfe, future generazioni in balìa forse di altre coercitive complicità. Emblematico è per esempio il giovane trovato a letto con la serva di colore, Ines pellegrini, che muore non prima di agitare il pugno chiuso: un segno inatteso e candido di resistenza, che dimostra che alla forza e sopraffazione altrui ci si puo' ribellare, e che suscita stupore anche negli occhi dei suoi imminenti assassini. Semmai trovo superati certi schemi "en travesti" piuttosto pretenziosi e kitsch, sorretti comunque da musiche religiose che sembrano rievocare (già il b/n) il cinema nordico di Dreyer e il medioevo piu' efferato. Cio' che ancora stupisce del Salò è la riprovazione morale verso un'opera che estremizza e identifica tutte le nostre barriere sociali piu' diffuse. Non è certo decontestualizzante, alla maniera di Bunuel: è solo la bruciante, diabolica metafora NUDA di un mondo che lusinga i suoi ricatti, e che cerca di espellere con la perversione e l'aberrazione dell'individuo ("come puoi credere che ti avremmo ucciso? Lo sai che ti uccideremo mille e mille volte per l'eternità, se l'eternità potesse essere eterna") la condizione Umana dell'esistenza stessa. Nella stessa fossa finiscono innocenti e rei, praticamente

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Ultima risposta 28/11/2005 19.04.39
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moiretta  @  13/11/2005 18:49:42
   10 / 10
superviolento e allucinante

Invia una mail all'autore del commento cayonet  @  08/11/2005 23:42:12
   9 / 10
Impatto devastante, mi ha lasciato incollato allo schermo fino alla fine.
Onestamente, probabilmente, la mia ignoranza letteraria mi avrà impedito di cogliere alcuni significati (+ che altro citazionistici) della pellicola.
Salò, comunque, è un film sull'eccesso e come esso sia legato alla cultura ed allo status sociale.
La devianza e la perversione sessuale sono per Pasolini direttamente proporzionali alla cultura dell'individuo e, in conseguenza, al ruolo che lo stesso ricopre all'interno della società.
Simbolismi che richiamano al ruolo 'punitivo' e 'moralizzante' nonchè 'inquisitorio' della religione rispetto al sesso.
L'ignoranza dei ragazzi 'popolani' la quale fa sì che fra di loro prevalga, nel momento di estremo bisogno, il tradimento reciproco al legame solidale eventualmente sovversivo.
GIUDIZIO FINALE: Da vedere ed analizzare attentamente, comunque UNICO

F150  @  05/11/2005 00:32:34
   10 / 10
un film che non si discute: bellissimo violento e allucinato

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Aliena  @  21/10/2005 15:57:59
   8 / 10
Pasolini è un Poeta del Novecento,
e come tutti i meravigliosamente e contortamente sublimi creatori del secolo scorso
usa l’arte come provocazione irrisoria della realtà sociale in cui si trova
tremenda e angosciante denuncia del potere dittatoriale come fonte di perversità e nefandezza
l’uomo ridotto a corpo nudo privo di stimoli umani,
che diventa volgare animale abusato,
che mangia la sua stessa ***** e che diventa carne da macello,
ma cosa ancora più peggiore: incapace di ribellarsi

questo film è una sorta di sogno perverso, il desiderio incoscio di ogni amante del cinema,
il massimo voyeurismo del viaggiatore immobile
è un film talmente estremo da sfociare nell’oscenità più depravata e impensabile
senza mai risultare volgare

folle…


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Ultima risposta 25/11/2005 11.33.11
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Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  21/10/2005 13:31:14
   10 / 10
povero popolino. pasolini morì prima di conoscere quelle che sarebbero state le sprezzanti, intransigenti ed illogiche conclusioni del suo ultimo film uscito postumo. E meno male che è schiattato prima, sennò vai a perdere tempo anni ed anni a spiegare ciò che in realtà voleva dire. Dopo la prima non esaltante trilogia della vita "salò" avrebbe dovuto essere il primo tassello di una famigerata trilogia della morte, e dalle ceneri di salò sarebbero seguiti "porno-teo-colossal" e "san paolo(bestemmia)" per la serie: se il buongiorno si vede dal mattino...
pasolini recupera il concetto sadeiano che vuole il potere come entità assolutamente spaventosa se incontrollata, e incastra alla perfezione l'impianto del marchese maledetto con la contemporaneità di cui è stato testimone. ma non inganni il riferimento a fascisti e a salò; salò non è un film "politico" nell'accezione borghese del termine, bensì si propone di indagare cosa sia l'ebrezza del contollo totale. E il risulato non è dissimile dall'anarchia, concetto su cui pasolini ha molto insistito; non c'è nulla di più anarchico del potere volto alla soddisfazione personale; l'anarchia dei molti che porta all'assenza dello stato è trasfigurata nell'anarchia di uno nei confronti di molti; E il modello della villa, una piccola città stato, si apre immediatamente con un proclama poco lusinghiero e conveniente per i suoi abitanti: "voi siete già morti". e poco a poco la corruzione del potere fa appassire tutto ciò che si dimostra vivo e pulsante, non solo nel senso delle persone ma delle virtù stesse; il suicidio della pianista complice è la rinuncia a qualsiasi proclama artistico; l'unica comtemplazione è quella che soddisfa la pulsione scopica, non quella estetica. L'estasi è raggiunta attraverso un progressivo rafforzamento del potere assoluto (e quindi egocentrico, volto a soddisfare ogni minima esigenza), e gli ultimi istanti sono lì a testimoniarcelo. la soddisfazione non è quella dei carnefici, ma di colui che guarda. la corruzione del potere coincide con un voyeurismo estremo che non ammette interferenza. Come di un D io che crea e poi si limita ad osservare il suo mondo creato, così i gerarchi osservanti si beano di ciò che hanno edificato. E uno di essi rovescia il binocolo per prendere ancora più le distanze.
Eh, ma che film phico.

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Ultima risposta 07/11/2005 19.40.05
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NanD  @  20/10/2005 08:20:50
   9 / 10
Atroce.
L'obbiettivo del film è pienamente raggiunto, anche 30 anni dopo non perde vigore.
Grandissima la capacità di Pasolini di creare ribrezzo, e odio nello spettatore.
Fortemente sconsigliato a coloro che non sopportano i film crudi.


Finaldestinatio  @  17/10/2005 18:03:19
   10 / 10
l'unico film che lo supera in crudità è MEN BEHIND THE SUN che però non vale niente rispetto a questo bellissimo

Dziga  @  17/10/2005 17:54:12
   10 / 10
Pasolini è da conoscere a fondo!!!guardatelo!

Marci  @  14/10/2005 14:56:33
   10 / 10
Il primo film che mi ha fatto chiudere gli occhi

farfy  @  17/09/2005 11:10:27
   8 / 10
Ho letto il libro di Sade e mi ha lasciato senza fiato: penso che nessun testo possa superare il limite di eccesso, violenza, volgarità, sesso, di questo libro. Il film non l'ho visto, ma ho guardato le immagini su un settimanale...vorrei vederlo ma non so se è possibile recuperarlo da qualche parte..........

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Ultima risposta 06/11/2005 00.53.37
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viagem  @  06/09/2005 16:01:32
   8 / 10
Film crudo, violento, stomachevole, inguardabile, di denuncia della società borghese e dei vizi umani in genere. Grazie al cielo a distanza di anni ancora ci scandalizza.
Capolavoro di Pasolini e del suo pensiero critico, però non ne consiglio la visione.

ulisseziu  @  06/09/2005 15:34:50
   9 / 10
Ci sono realtà e realtà diverse...
Rappresentare QUESTA realtà, manifestarla al pubblico, in maniera così credibile, negli anni '70 poi... ma che ve lo dico a fare....

Aprite gli occhi, non esiste solo l'eterosessualità, non esiste solo la chiesa cristiana, non esistono solo destra e sinistra con le loro idee radicate nella tradizione storica, non esiste solo il rapporto sessuale "canonico" ed i pazzi e criminali non sono solo i poveracci ed i disperati!!!

Povero Pasolini, il solo pensiero di quanto ci stava stretto in quella società fondata sull'ipocrisia mi commuove...

Guy Picciotto  @  25/08/2005 13:27:47
   9 / 10
L'inferno dantesco non secondo dante ma secondo pasolini, l'inferno al tempo della globalizzazione e del nazional-capitalismo. l'eccitazione sessuale finale del fascista mentre voyerusticamente visiona le torture dalla finestra col binocolino compiacendosene e masturbandosi è un chiaro segnale dei tempi....era il 1975, oggi nel 2005 l'informazione imbottita al vetriolo di segnali ballardiani di sesso mercificato e torture alla guantanamo mostrati come radiografie spinali, densità di immagini (o simulacri) tra il libidinoso e l'atroce, il sesso è diventato un mezzo per attuare il controllo psicologico, la sodomia è un mezzo er attuare la tortura fisica. pasolini non risparmia nemmeno la controparte plebea, anzi colpevolizza la categoria, è non è difficile vedere nelle vittime il basso-medio ceto italiano un tempo umile e dignitosa massa contadina che oggi non desidera altro che imitare i granosi della tv e dell'alta società. pasolini denunciava il "mutamento antropologico" del popolo italiano, ossia quel processo iniziato alla fine degli anni 50 per cui le identità culturali del paese erano progressivamente state sacrificate allo sviluppo industriale e commerciale "violento" del boom, in nome di quella "omologazione culturale" che annullava la varietà socio-culturale italiana, figlia di una storia millenaria. egli ribadiva che, se si fosse messo dall'alto di una torre a guardare la piazza, 10 anni prima avrebbe saputo riconoscere un proletario da un borghese, un fascista da un comunista, un meridionale da un settentrionale, e 10 anni dopo ciò non era più possibile, perchè la classe dirigente politica ed economica aveva sacrificato quella varietà in nome di una corsa al benessere e al consumismo . in fondo pasolini aveva percepito con svariati anni d'anticipo quel fenomeno aberrante che oggi chiamiamo "globalizzazione". pasolini aveva vissuto, come tanti, la trasformazione della società italiana da agricola e rurale (al massimo piccolo industriale) a società consumuistica e caratterizzata da un'industrializzazione forsennata e da un'urbanizzazione selvaggia. questa trasformazione avvenne in pochissimo tempo, poco più di 10 anni. pasolini ha sempre affermato che la sua posizione non era contro il progresso, anzi, bensì contro lo sviluppo, in particolare lo sviluppo vissuto sulla pelle degli italiani nei '50 e '60. la varietà culturale dell'italia, sebbene rurale e contadina, era per lui il ritratto di una purezza che veniva sacrificata sull'altare del consumismo omologante. con salò pasolini ci dice che esiste oggi un fascismo "in giacca e cravatta" che giudicava più pericoloso di quello "con fez e manganello". un fascismo strisciante che si insinua nella società al fine di plasmarla, di rimodellarla, di imporgli i propri modelli, il tutto con il sorriso e la benedizione delle istituzioni, e che questo nuovo fascismo è l'unica vera anarchia praticabile in questa scietà nazional-capitalista, il film in questione ci dice che quando hai il potere economico finanziario puoi esercitare l'anarchia senza nessun ostacolo.

maxfox71  @  22/07/2005 12:20:38
   9 / 10
La denuncia di uno dei maggiori artisti italiani secondo il quale il potere ha sempre la forza di rigenerarsi e si presenta sotto diversi aspetti nelle varie epoche umane; quindi dopo quello fascista prende forma il potere consuministico ovvero il più spietato e totalitario che si sia mai realizzato nella storia dell’umanità, al quale secondo la sua personalissima visione sembra non esserci proprio scampo in quanto penetra l’anima della gente e la lacera in modo irreversibile. Il film tratto dall’inquietante romanzo “Le 120 giornate di Sodoma” di DeSade rappresenta la futura società dei consumi, la quale attraverso i mass media si maschera di democrazia e di tolleranza e che il regista rappresenta attraverso la mercificazione (di marxiana memoria), la manipolazione dei corpi ed il sesso come bruttura. In questo contesto le prime vittime sono proprio i giovani che accettano come si presenta la nuova cultura consumistica senza alcun giudizio critico e senza ormai nessuna tensione ideale e rivoluzionaria.
Solo per chi ama Pasolini e la sua opera.


maia82119  @  13/07/2005 17:58:37
   10 / 10
geniale....un capovoloro....assurdo....

Invia una mail all'autore del commento scackley  @  09/07/2005 13:46:09
   9 / 10
Posso scrivere soltanto: "PIER PAOLO PASOLINI"

controsenso  @  08/07/2005 21:05:31
   9 / 10
Film difficile, controverso, disperato. Volutamente duro e inguardabile, assolutamente irriguardoso e violento.
Per me rappresenta, nel cinema, una vetta insuperabile nella spietata e cruda rappresentazione del potere - di qualsiasi potere!- che pone e dispone, che ci angaria, ci sevizia, ci sodomizza, ci fa mangiare *****, ci prostituisce ed infine ci elimina... mantenendo in vita solo coloro che si asserviranno e poi proseguiranno nella barbarica sottomissione di altri, funzionale alla assurda ed inumana logica del potere stesso.
Capisco i duri commenti, però è un film estremo di un grandissimo intellettuale rivoluzionario che andrebbe riscoperto.

desi  @  08/06/2005 23:04:57
   7 / 10
"Chi potrebbe dubitare della mia sincerità quando dico che il messaggio di Salò è la denuncia dell''anarchia del potere e dell''inesistenza della storia? Eppure così enunciato tale messaggio è sclerotico, menzognero, pretestuale, ipocrita, cioè logico della stessa logica che non trova affatto anarchico il potere, e che trova esistente la storia, anzi, pone ciò come un dovere. La parte del messaggio che pertiene al senso del film è immensamente più reale, perché include anche tutto ciò che l''autore non sa, cioè l''illimitatezza della sua stessa restrizione sociale storica. Ma tale parte del messaggio è imparlabile, non può che essere lasciata al silenzio e al testo".
Così Pasolini rispose alla domanda di un giornalista al termine del film e pochi giorni prima del suo assassinio.
A dimostrazione di come non si possa interpretare un film di cosi profondo spessore psicologico...
Io mi limito ad annunciarvi la semplice visione del film più crudo e sporco del cinema italiano.
Difficile


Invia una mail all'autore del commento Strangelove'90  @  21/05/2005 21:40:22
   9 / 10
Estremo, cruento, crudele, masochista, sodomita e chi più ne ha più ne metta. Su questo film si è detto molto, a volte troppo. Resta il film d'autore più estremo che i miei poveri occhi abbiano visto. E poteva essere solo l'inizio: sembra che Pasolini avesse in mente di creare un "trilogia della morte" che proprio la sua morte ha fermato.
Merita 9, non 10 perchè a volte è troppo esagerato nella sua efferatezza, ma che film!

antonius block  @  21/05/2005 16:57:45
   9 / 10
un inchino prego !

Philanselmo  @  13/05/2005 01:34:24
   8 / 10
Un film da non perdere tratto da un libro da non perdere.
Sade tracciò la linea di confine di ogni mania, violenza, perversione e disgusto. Pasolini cerca di riproporlo sul grande schermo.
E lo fa alla grande.
Quello che secondo me rimane veramente impresso, più che le scene di violenza estrema, sono le espressioni, le movenze e il modo di parlare dei protagonisti mentre le attuano.Non ho mai visto carnefici più terrificanti di quelli in questo film.
Sconvolgente, in tutti i sensi.

Krypto_06  @  31/01/2005 00:28:12
   9 / 10
Film ai limiti dell'inverosimile..violenza, brutalità, sesso sfrenato, manie di tutti i tipi...tutti questi elementi vengono usati come metafora della vita e della violenza fine a se stessa...un consiglio che lascio alle persone deboli è non guardate questo film potreste rimanerci sotto...a parte questo credo che pasolini abbia fatto un film molto coraggioso e non facile da capire sulla società borghese fascista e non solo visto che quest'opera rapportata ai nostri tempi resta molto attuale per i contenuti che trasmette...mai visto un film cosi....ola

Gruppo REDAZIONE maremare  @  24/12/2004 00:57:53
   8 / 10
Film disturbante.
Un attacco feroce alla società borghese ed una lucida analisi dei propri meccanismi psicopatologici.

Gruppo COLLABORATORI Aenima  @  17/11/2004 08:41:11
   9 / 10
Questa pellicola di Pasolini trasporta le vicende narrate nelle 120 giornate di Sodoma, scritte dal marchese De Sade sul finire del ‘700, alla Repubblica sociale italiana del 1944. Tutto il film ruota intorno a 3 componenti fondamentali (la violenza, la musica, la geometria) fuse insieme a creare un perfetto equilibrio in cui il caos regna sovrano: le scene più truculente, che si svolgono per lo più in una sala (definita delle orge) in cui tutti gli elementi sembrano disposti secondo un preciso ordine geometrico, sono infatti sempre accompagnate da un allegro motivetto musicale (che il più delle volte sovrasta le grida strazianti delle vittime).
Non c’è redenzione per i carnefici, che corrotti dal vizio sfruttano la loro posizione di privilegio per soddisfare i propri piaceri sessuali, come non esiste salvezza per le vittime, che schiacciate dalla stupidità dell’ingenuità finiscono per annientarsi l’una con l’altra.
Lo scopo di questa pellicola, secondo quanto dichiarato dallo stesso Pasolini, era quello di protestare con “un film perverso contro la perversione”, ma tale denuncia risulta implicitamente rivolta anche all’essere umano (in quanto tempio della perversione) e quindi alla vita stessa ("E' dunque assolutamente necessario morire, perchè finchè siamo vivi manchiamo di senso.....solo grazie alla morte, la nostra vita ci serve ad esprimerci" - P. P.Pasolini)
L'infinita vividezza di questo film rende lo spettatore vittima delle sue violenze. Un lento, lentissimo viaggio all'inferno da cui sembra impossibile uscire indenni.


4 risposte al commento
Ultima risposta 06/09/2005 16.23.44
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  30/09/2004 13:24:25
   9 / 10
Film pazzesco di Pasolini, un vero e proprio viaggio all'inferno, estremo e quasi insostenibile se non per gli stomaci + forti.
Cinema violentissimo , coraggioso, e insieme, una riflessione sull'uomo e sulla violenza.


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