Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Simpatica l'idea e indiscutibile la bravura di far quadrare un soggetto di dimensioni spicciole nella forma cinematografica di un lungometraggio. CHINESISCHES ROULETTE (Roulette Cinese) è senza dubbio un film piccolo, nelle sue ambizioni, ma ha la dignità di voler ricercare l'arte nell'intensità, nel ritmo e nella danza di sguardi, parole e movimenti. Rainer Werner Fassbinder dimostra non solo di avere nel proprio sangue la direzione teatrale (oltre alla satira borghese), ma anche di avere la potenza registica della scuola europea più alta.
Non abbiatene a male per il mio voto basso, ma il mio è ovviamente un giudizio di gusto personale e non un giudizio sul valore dell'opera. Cioè: voto quanto il film mi è (poco) piaciuto, e basta.
La mia prima impressione è che si tratti di un film "invecchiato male": sembra una pellicola tirata fuori da un polveroso scaffale dei primi anni '70. E la cosa che forse ho più apprezzato è stata proprio la musica dei Kraftwerk di quegli anni: un Radio Activity in una scena un po' surreale (l'educatrice che balla al ritmo dei Kraftwerk con le stampelle della ragazza). Per il resto potrei consigliare il film a chi sta facendo pratica di tedesco, come fosse un corso di lungua, dato che i dialoghi sono pittosto scarni, facilmente comprensibili, ben sillabati e perfettamente inseribili in quei fascicoli di corsi di lingua che un tempo vendevano in edicola e con i quali io stesso incominciai a studiare il tedesco.
Ma per il resto... io ho visto il film sino alla fine solo per poterlo commentare.
Le scene/dialoghi nella sala da pranzo: fastidiosissimo il perenne coro dei canarini di sottofondo. Mi sembrava di rivedere "Epitaph" (un trashone dei peggiori), per via del fastidioso rumore di sottofondo che quasi copre i dialoghi... La lunga scena del gioco della roulette cinese (che caspita di gioco è ??): musiche di sottofondo che non aggiungono niente alla stupidità del "gioco"...
L'odio della ragazza verso la madre. Va be'... "E allora?" Mi chiedo io!
Poi: vi sembra credibile che le due coppie di amanti, una volta incontratesi per errore al "castello", decidano di restare lì dentro così, "tanto per"? Che ridere! (e infatti tutti ridevano, quando si sono incontrati)
E vi sembra credibile che nella Germania del '76 uno tenga una pistola carica a disposizione di tutti, proprio a fianco di una scacchiera?
Insomma, si tratterà anche di un bravo e famoso regista tedesco, ma questo film non mi è proprio piaciuto!
Un altro dei (tanti) bellissimi film di Fassbinder, è una delle sue opere più ambigue e intellettuali, uno spietato e avvincente gioco al massacro che cresce lentamente fino alla stupenda mezz'ora finale. Regia straordinaria (le carrellate, le inquadrature attraverso le vetrate), cast perfetto (su cui spiccano Brigitte Mira e Margit Carstensen).
una sottile critica alla classe borghese,con una parte finale veramente originale. non girato benissimo ma nella media,mi aspettavo qualcosina in più. molto bravi gli attori,bambina/adolescente compresa.
Severissimo e gelido, lo specchietto usato da Fassbinder per riflettere la falsità umana della borghesia media, qui rappresentata da un gruppo di coniugi, amanti e figli rinchiusi in una rurale villetta e impegnatissimi a odiarsi ipocritamente per un motivo o per l'altro. Ma è solo quando le maschere si possono togliere con la scusa di un gioco che tutti gli insulti vengono (delicatamente) vomitati fuori. Film difficile, troppo intellettuale e abbottonato per poter essere decifrato in maniera immediata ed efficace; ma il gusto visivo di Fassbinder, quasi barocco tanto è luminoso, è talmente pulito e curato da soddisfare anche lo spettatore più stranito e confuso. La sequenza della roulette cinese comunque è arte pura.
"Roulette Cinese" è in assoluto il film più cinico e spietato di fassbinder, che si mantiene su questo registro dall'inizio alla fine (sconcertante) della storia. Si tratta di un ritratto borghese al vetriolo, tra ipocrisie e veleni, falsità e cattiverie, che porteranno ad una conclusione ambigua ma in ogni caso onesta.
Un film di breve durata orchestrato unicamente in funzione del 'gioco' finale. Agghiacciante e diretto come al solito, senza compromessi, il regista mostra ogni velleità e infamia della coppia ma anche del singolo, e del rapporto genitore-figlio. Quest'ultimo è privato di qualsiasi calore che si confà ad un siffatto legame. C'è un disgustoso rigetto che anima le due figure genitoriali, ma è opportuno fare una distinzione: non esattamente di entrambe, ma della madre nei confronti della figlia storpia. Il padre è una sorta di surrogato, fragile e trasparente, legato a doppia mandata alla propria 'teorica' metà, che non appare tale, ma una sorta di padrona psichica. Rapporto non approfondito per esigenze di sceneggiatura, ma indubbiamente di grande interesse, specie nella gelosia rivelata a mezza bocca da parte di lui nel corso di una scena. Tutti i personaggi si muovono come marionette, tutte le situazioni soltanto ammiccate sono amplificate dalle simbologie del gioco. Emergono i particolari più disumani. E una madre talmente vigliacca da non avere il coraggio di realizzare il folle desiderio di una figlia che non ha nulla da chiedere alla vita, prendendosela col suo feticcio: l'istitutrice muta. Sicuramente non si tratta di un minore, anche se formalmente il film potrebbe apparire tale. Ma c'è quasi tutto Fassbinder concentrato qui, con risultati non eccelsi ma di qualità.
Lucido e molto forte, teatrale e un po' esagerato, è un piccolo gioiello, pur non privo di difetti.
E' il tipico Fassbinder minore, lontano da film memorabili come "Il diritto del più forte" "il matrimonio di Maria Braun" o "le lacrime amare di Petra Von Kant".
Gioco perverso di una bambina... ho ricordi vaghi, ma angoscianti di questo film... una sorta di Angelo sterminatore visto con gli occhi e il talento disordinato di Fassbinder