Il Libanese, il Freddo, il Dandi, sono i capi della banda della Magliana, che per 15 anni ha sparso il terrore in Italia. Durante questo periodo, attraverso tutte le vicende italiane come il terrorismo degli anni '80 e Mani Pulite, il commissario Scialoja si mette alla caccia della banda.
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Dopo anni immemorabili, un noir italiano (degno) torna a calcare le sale cinematografiche nostrane. Michele Placido (regista ed autore di un orribile cameo) firma un'opera grigia, d'altri tempi, senza lasciare quasi mai spazio al sensazionalismo ed al sentimentalismo. La banda della Magliana viene ricostruita in maniera fredda, anche se spesso, forse ciò dovuto al passato del regista, sembra quasi di assistere ad una "Piovra" del XXI secolo più che ad un poliziesco aggiornato al duemila (per intenderci siamo più vicini a "Il Boss" che a "La mala ordina", tanto per fare un paragone con l'ancora inarrivabile Fernando di Leo). Note positive: straordinari interpreti (tutti bravissimi, ma certi attori da dove saltano fuori?), su tutti un applauso a scena aperta per Rossi Stuart e Santamaria, ed una fotografia livida che fa veramente quello che può ed oltre (certe scene di inseguimenti ad esempio proponibili un trentennio fa, oggi in Italia sarebbero impensabili).
Note negative per cui il voto non supera a mio giudizio il già ragguardevole 8 (cioè di film magnifico): la stessa prima lodata fotografia a volte appare troppo compiaciuta; la lunghezza del film (c'è davvero una mezzora di troppo); e,soprattutto, i riferimenti alla storia: anche se necessari, vista la banda a cui si faceva riferimento, hanno tolto quell'alone di mito che avrebbe veramente potuto far diventare "Romanzo Criminale" un autentico capolavoro. Accorsi, in una parte a mio avviso sbagliata, se la cava con mestiere, ma tutti i componenti della banda, ripeto, gli rubano la scena. Imperdibile per chi ama il film di genere.