revolutionary road regia di Sam Mendes USA, Gran Bretagna 2008
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revolutionary road (2008)

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locandina del film REVOLUTIONARY ROAD

Titolo Originale: REVOLUTIONARY ROAD

RegiaSam Mendes

InterpretiLeonardo DiCaprio, Kate Winslet, Kathy Bates, Kathryn Hahn, Michael Shannon, Zoe Kazan, Ryan Simpkins, Ty Simpkins, Kristen Connolly

Durata: h 1.59
NazionalitàUSA, Gran Bretagna 2008
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2009

•  Altri film di Sam Mendes

Trama del film Revolutionary road

Anni '50, Frank e April Wheeler sono una coppia appartenente alla classe media americana, vivono nei dintorni di New York in una di quelle belle case da benestanti, ma sono in forte conflitto riguardo allo spazio da dedicare ai propri desideri contro l'opprimente ondata di conformismo che sembra essersi impossessata degli Stati Uniti in quegli anni.

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Voto Visitatori:   7,27 / 10 (224 voti)7,27Grafico
Miglior attrice in un film drammatico (Kate Winslet)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attrice in un film drammatico (Kate Winslet)
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Voti e commenti su Revolutionary road, 224 opinioni inserite

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uzzyubis  @  20/06/2010 10:07:17
   9 / 10
Mi fa ridere leggere nei commenti precedenti il fatto che il film in questione sia tacciato di troppa angoscia..ma forse non è questa una delle sensazioni che vuol dare il regista? E poi la lentezza del film? In questo sito troppe volte si indica la lentezza del film come una caratteristica in negativo, ma se fosse riconosciuta come una caratteristica e basta? Ma queste persone che parlano hanno mai visto un film di Antognoni? Dove la lentezza è caratteristica intrinseca e necessaria al racconto!
Cmq lasciando perdere queste cose il film è molto bello a mio parere sia la ricostruzione degl'anni 50 che l'interpretazione dei personaggi. Ciò visto anche delle tempistiche teatrali con monologhi o dialoghi che sfruttando la loro dinamicità portano a rallentare tutto ciò che li circonda.
Gran film!

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Ultima risposta 13/09/2010 02.43.09
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WrongImpression  @  11/01/2010 15:06:21
   4 / 10
Un altro film sulle crisi di coppia quindi di conseguenza è bocciato. Poi è noioso anche, sembra piu' un opra teatrale alla fine nel film ci sono solo le liti tra i coniugi e non c'è una trama consistente.
Film irritante.

Kate Winslet proprio non riesco a farmela piacere in nessun film

Leonardo Di Caprio molto bravo ma in questo film è decisamente fuori ruolo

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Ultima risposta 19/03/2010 12.47.57
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  26/05/2009 11:27:29
   7½ / 10
“American Beauty” fu il punto d’arrivo,il termine ultimo di una società allo sbando,in cui la perdita d’identità e di valori, legati soprattutto all’ambito famigliare,innescava un serie di eventi tragicamente inevitabili.
Mendes torna a parlare di legami,di famiglia,di affetti e lo fa illustrando la crisi di una coppia apparentemente “perfetta”.Il suo sguardo non è più generale,ma si concentra sui due protagonisti. Una coppia che dietro una facciata da cartolina cela un malessere devastante,dettato da una diversità di obiettivi che rende incompatibile un rapporto forse mai idilliaco.La presa di coscienza drammatica insiste sul fatto di non essere assolutamente speciali,ma di far parte di una massa uniforme,che sbarca il lunario trascinandosi attraverso vite senza slanci e prive di rischi.
Il grigiore del quotidiano viene ben esposto da Mendes attraverso una fitta serie di dialoghi molto azzeccati,cui danno credibilità un’eccellente Kate Winslet ed un Di Caprio per una volta in parte.I colori pastello stridono con il nulla che alberga all’interno degli animi,i panorami ordinati dei sobborghi,con casette adorabili e prati ben tenuti, sono solo un gradevole contenitivo per i drammi che si sviluppano dietro quelle mura così immacolate.
Supportato da una colonna sonora magistrale firmata da Thomas Newman,il regista analizza ancora una volta con grande lucidità meccanismi solo in apparenza ordinari e scontati,riuscendo a portare in superficie il lato più sgradevole e convenzionale della middle-class americana.

7 risposte al commento
Ultima risposta 26/05/2009 17.40.45
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  06/05/2009 13:21:07
   7½ / 10
Bello questo film di Sam Mendes, innamorato dei drammi familiari e dei sipari strappati per svelare le ipocrisie, in questo caso della "buona borghesia" americana degli anni '50.
Bello il fatto che ogni personaggio nasconda la sua cospicua dose di abiezione, di menzogna e di "vuota disperazione". Bello che sia una persona considerata pazza e infrequentabile a sbattere in faccia la verità a tutti, nella vergogna generale.
La coppia perfetta, le due persone speciali che avrebbero dovuto dar vita a una famiglia speciale, al disopra della noia e degli stereotipi, è solo un'illusione, una prigione, un ennesimo fallimento fatto con lo stesso stampino usato per i vicini di casa.
E alla fine la coppia speciale viene dimenticata, buttata nella spazzatura, messa da parte nei discorsi, perchè in fondo non era speciale affatto... anzi, era solo strana.

Monumentale Kate Winslet, un'Attrice a tutto tondo. Di Caprio ci prova ed è anche bravo, ma lo sforzo di rendere veritiero quello che per la Winslet è naturale, è decisamente evidente.

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Ultima risposta 06/07/2009 08.13.52
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  19/03/2009 09:06:44
   8½ / 10
Devastante esegesi della crisi di coppia, che affonda dolorosamente perché consapevole della propria forza, circondata da un mare di ipocrisia borghese e benpensante.
Una pellicola che fa male. Parecchio.

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Ultima risposta 20/03/2009 20.43.32
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minoidepsp  @  01/03/2009 10:25:11
   8 / 10
La vita in comune dei Wheeler crolla davanti al peso dei sogni non realizzati.
Ottimo il racconto dei conflitti e delle differenti reazioni di lui e lei.
Bella anche la scena finale dove il signore abbassa il volume del suo apparecchio acustivo per non sentire la moglie petulante.

P.S. Per me la vita a Parigi non li avrebbe mica salvati dal tracollo.

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Ultima risposta 05/03/2009 23.19.12
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Anna.J1  @  22/02/2009 19:57:44
   4½ / 10
film molto deludente,mediocre di caprio che va troppo sopra le righe e non convince quando fa la persona adulta,la winslet sembra sua mamma o sua sorella maggiore

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Ultima risposta 02/03/2009 18.32.28
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Marione  @  21/02/2009 11:18:47
   4½ / 10
Che barba!Scusate ma io questi film non li reggo, che senso ha andare al cinema per vedere una storia banalissima che racconta(tranne gli ultimi 5 minuti) la vita di tutti i giorni?? Io l'ho trovato di un a piattezza e banalezza sconcertante, eccezzionali gli attori specialmente la ragazza, ma se vado al cinema pretendo di vedere un qualcosa che mi sorprenda, di originale sicuramente "non comune" come purtroppo questo film è.
Ciao!

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Ultima risposta 21/02/2009 18.11.38
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aladar  @  15/02/2009 12:38:58
   2 / 10
Film lento e noioso, non lo consgilio proprio e vorrei far notare a tutti che:
- il trailer lascia immaginare un film completamente diverso
- è odiosa la pubblcità occulata promossa dalle lobby dei tabaccai: fumano tutti, fumano sempre, anche April quando sa di essere incinta, anche quando scappa nel bosco e senza avere una borsetta con se e non avendo tasche nel suo abito tira fuori da chissa' dove sigarette ed accendino e si mette a fumare. disgustoso.
- la coppia ha 2 figli che si vedono in una sola scena del film e poi spariscono, forse il regista era troppo impegnato con la calcolatrice a contare gli incassi per notare questo grossolano errore.
in sostanza, PENOSO.

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Ultima risposta 22/02/2009 14.20.06
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pier(pa)  @  14/02/2009 14:02:31
   8 / 10
Sam Mendes ci porta nell'America degli anni '50, piena di speranze, sognante. Dall'altra parte del sogno, c'è il suo film.
Nella delusione di una vita media, spaventosamente normale, tragicamente tranquilla (cit: vuoto disperato), Frank ed April tentano di capire cosa hanno sbagliato, e come rimediarvi.
Il film di Mendes trascina lo spettatore in un ripugnante senso del reale, costretto in una perenne "fluttuazione dell'animo"; per dirla in due parole: necessariamente indeciso.
Ma se da una parte c'è la disillusa Kate Winslet, donna tanto bella e madre tanto perfetta, quanto spirito inquietato dalla paura di trascorrere una vita che "passi da sola", dall'altra c'è DiCaprio, uomo infido, basso, arrivista, cialtrone, pronto a tutto per la sua pseudofelicità; perfetto uomo medio, in sintesi. Ma la vita travolge anche lui, e il sogno che (all'inizio) condivide con April, l'amore che le dimostra, la pena per la sua infelicità sono tutti sentimenti sinceri.
Mendes vince soprattutto con il personaggio di DiCaprio, di cui alla fine del film non si riesce ad avere "coscienza" certa. Se April mostra la chiarezza del suo sogno, dei suoi intenti, DiCaprio non riesce a scegliere tra il sé "veramente vivo" e il sé "fintamente vivo", e alla fine somiglia tanto all'asino di Buridano che tra fieno e acqua rimane piantato su se stesso.
Michael Shannon interpreta con una grandezza inarrivabile in personaggio di un "saggio" pazzo, adeguando il concetto di "ferita come feritoia", pazzia come spiraglio da cui scoprire il vero volto della realtà.

Su una cosa questo film, in fine, non convince. Per questo mi fermo ad 8.
Mendes punta troppo su questo sogno "della vita" di April e, anche se in parte, di Frank. Non so con che intenti abbia scelto il suo finale, ma la voglia di "vivere davvero" del personaggio della Winslet lascia un senso di irrealizzazione molto finto. Mendes non comunica qualcosa di essenziale (metto lo spoiler se no rovino il finale):

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Ultima risposta 15/02/2009 12.46.36
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641660  @  14/02/2009 09:33:09
   3 / 10
Dire pessimo sarebbe fare un complimento. Meglio scrivere alla Fantozzi che è una ****** pazzesca. A me piace una Kate energica come in "se mi lasci ti cancello", un Leonardo spumeggiante in "Prova a prendermi", ma in questo film è tutto morto, noioso, LENTO, insignificante, DUPALLE!!!!. Cosa dovrebbe essere?!? Uno spaccato della vita americana anni 50 serena e felice solo in apparenza?!? Un trattato sull'ipocrisia?!? La cosa più interessante del cinema è stata la persona vicino a me che russava e non ho trovato una sola ragiona valida per svegliarla. Will Smith in sette anime sembra un Terminator in confronto a questo DiCaprio.

Consigliato solo a chi soffre d'insonnia. Scarsa prova di recitazione di Kate, Di Caprio invece bravo!

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Ultima risposta 14/02/2009 18.02.08
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Violabianca  @  11/02/2009 17:07:17
   7 / 10
La storia di Revolutionary Road non e' banale. Per quanto affronti l'eterno tema dei rapporti di coppia, non vi e' nulla di superficiale o scontato. La storia del matrimonio di Frank ed April nasce dal romanzo di Richard Yates pubblicato nel 1961 (anche se i fatti si ambientano nel '55). Per quei tempi ci pare effettivamente un racconto estremamente moderno e viene spontaneo chiedersi quale sia stata la reazione dell'America puritana alla sua pubblicazione. Il regista Sam Mendes porta quindi sugli schermi una storia molto attuale affidandola alla notevole prova di recitazione di sua moglie Kate Winslet e Leonardo di Caprio. Il film, dopo brevissima introduzione, prende l'avvio quando la relazione dei due coniugi e' gia' deteriorata e la crisi conclamata. La prima ora del film, con un andamento forse un po' lento, mette sempre piu' a fuoco le ragioni delle insoddisfazioni dei protagonisti. April non e' riuscita nella carriera di attrice e non riesce ad accettare il suo ruolo di madre e moglie devota nei sobborghi di NY. Frank ha abbandonato ogni sogno di vita bohemienne per un lavoro impiegatizio e noioso. Eppure Frank sembra risentire di meno dell'abbandono dei sogni giovanili e pare essersi ben incanalato nella monotona vita del pendolare di provincia. Quando April, per cercare di recuperarlo dal suo torpore, ma soprattutto per ritrovare una scintilla di vitalita' per se' e riconfermare le ragioni del loro amore gli propone di trasferirsi a Parigi, Frank vacilla ma infine accetta davanti alla determinazione della moglie. E qui incomincia la seconda parte del film dove eventi inaspettati si susseguono ed accelerano la disgregazione della coppia. Il dolore, la rabbia, il bisogno di cambiamento di April diventano sempre piu' forti ma Frank e' incapace di riprendere le loro vite in mano. Quando il figlio della loro vicina di casa (una straordinaria interpretazione di Michael Shannon, giustamente tra i nominati all’Oscar) psichicamente disturbato, ma proprio per questo libero da ogni conformismo, gli urla in faccia tutto il proprio disgusto per la codardia di Frank, finisce per fare da detonatore al dramma finale dei protagonisti. Sam Mendes affronta con stile piu’ classico un altro affresco dell’America ma siamo lontani da American Beauty. L’obbiettivo si stringe sulla piu’ sulla disintegrazione della vita di coppia, mettendo certo a fuoco uno dei primi segnali della rivoluzione sociale in atto in quegli anni, ma soprattutto osserva l’impreparazione dell’animo umano davanti all’amore che sconfina nel dolore.

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Ultima risposta 12/02/2009 11.26.22
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redtears  @  11/02/2009 15:08:41
   5½ / 10
Concordo su quasi tutto con quanto ha scritto Jem, anche per il sotto scritto il film non ha lasciato nulla se non un senso di tristezza e forse anche un po di rabbia.
Sulla figura del pazzo, al contrario di Jem, credo che sia molto importate è quella che mi ha più colpito ed ad un certo punto si sovrappone ad April e come uno specchio riflette i suoi veri pensieri. Riflette anche Frank ma in maniera distorta poichè il pazzo non conosce l'amore mentre Frank si.

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Ultima risposta 14/02/2009 11.49.43
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  11/02/2009 00:02:41
   7 / 10
Sicuramente un buon film, magistralmente diretto e interpretato, con alcuni momenti superbi per la loro carica emotiva (in particolare i dialoghi con il matematico psicolabile). In sostanza però non l'ho trovato poi così originale. Il risvolto inquietante della vita medio borghese americana è già stato raccontato in molti film e in recenti serie tv, da Rosemary's Baby )la figura dei vicini)fino al recente Mad Men, passando per Desperate Housewives (che si apre con il suicidio di una casalinga apparentemente perfetta). Cmq da vedere, Kate Winslet in particolare dà prova delle sue grandi capacità interpretative.

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Ultima risposta 08/03/2009 12.57.39
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  10/02/2009 09:33:39
   8 / 10
La prima parte scorre quasi senza un coinvolgimento emotivo consapevole, ma già smuove disagi ottenebrati che diventano malessere via via che la storia si sviluppa, un malessere aspro e gelido, sbattuto in faccia dal regista senza tuffi nella retorica del dramma, con anzi una lucidità spiazzante.
April specialmente incarna alla perfezione il malessere( una Winslet sorprendente), trasfigurandolo molto bene nella prigionia introspettiva in cui si dimena,nella rassegnata delusione del sogno, nell’insuccesso di non riuscire a vivere pienamente la propria esistenza e accontentarsi di “osservare la vita che ci passa di fianco”. La disperazione del vuoto si materializza in dialoghi spietati in un confronto che di umano sembra avere poco, anzi tantissimo.
Mendes con abilità ci conduce verso un finale, forse prevedibile, mostrato con un tocco di raffinata drammaticità, la scena della Winslet di spalle davanti alla grande finestra è splendida, ci inocula la sua solitudine che talvolta è anche la nostra.

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Ultima risposta 03/03/2009 23.28.43
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  09/02/2009 18:00:07
   7½ / 10
Certo, se uno ha un rapporto di coppia in corso non può restare indifferente vedendo le vicende dei due protagonisti. Da questo punto di vista il film spinge senza mezzi termini a farsi un esame di coscienza, a riconsiderare la propria vita e il rapporto con la persona che sta accanto. Certo i problemi e i modi di vivere che avevano le coppie degli anni 50 in America non sono gli stessi di una coppia benestante di Monza che vive nel 2000. Però il senso di claustrofobia da routine, la voglia di evadere, la difficoltà di interagire con il carattere e i desideri di chi ci è più caro sono ancora attuali, visto che il funzionamento della società capitalista occidentale non è cambiato più di tanto nella sua struttura.
Detto questo bisogna dire che il film non sempre riesce ad esprimere tutte le sue potenzialità, in bilico com'è fra il far identificare lo spettatore nei personaggi e nel distaccarli per farli giudicare obiettivamente. Ad esempio si entra nella vicenda in maniera forse troppo sbrigativa con un feroce litigio. I problemi sono subito posti come esistenti in sé, non riusciamo a comprenderli fino in fondo. April è insoddisfatta della propria routine, ma lo sappiamo perché lo dice lei e si comporta di conseguenza, non perché lo abbiamo dedotto facendo esperienza diretta della sua vita. Rimane quindi sempre un po' di distacco e incomprensione latente verso quello che viene mostrato e quindi il tutto rischia di apparire a volte forse forzato, inspiegabile o forse esagerato. Solo con lo scorrere del film riusciamo piano piano a entrare nella psiche dei protagonisti e sentirne veramente e fino in fondo il pathos. E' infatti l'inizio del secondo tempo il punto clou di tutto il film quando tutti i nodi vengono al pettine e ognuno butta fuori tutto quello che ha dentro. Quelle sono scene veramente emozionanti e coinvolgenti. Mentre la psiche di Frank tutto sommato è comprensibile e bene illustrata, molte decisioni o pensieri di April, il loro senso, sfugge un po', come ad esempio la decisione che prende alla fine e che fa precipitare la storia. Cosa aveva in testa di fare con quell'atto?
La mia impressione è che il libro da cui è stata tratta la storia sia un capolavoro e che il film non riesca forse a riprodurre tutte le sfumature, i sentimenti e le emozioni che le parole spesso riescono a dare rispetto alle immagini.
Una bella storia, un bel film, dei bravissimi attori (soprattutto Kate Winslet) ma alla fine rimane come un po' di insoddisfazione, come se fosse mancato un maggiore coinvolgimento emotivo o un maggiore approfondimento complessivo. Comunque qualcosa rimane certamente dopo la visione. Tante domande. Siamo soddisfatti della nostra vita? Non abbiamo insoddisfazioni o recriminazioni? Siamo sicuri di avere accanto una persona felice e realizzata? Siamo pronti a rinunciare a tutto pur di farla felice?

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Ultima risposta 13/02/2009 08.29.17
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  08/02/2009 20:13:01
   7 / 10
"Revolutionary Road è uno di quei film che si può amare
o odiare con estrema facilità. Se da una parte ci
affascina l'analisi della coppia affrontata dal romanzo
di Yates, dall'altra bisogna riconoscere la quasi totale
assenza di evoluzione delle vicende narrate. In questa
rappresentazione quasi teatrale Mendes riesce bene nella
sua trasposizione, mentre Di Caprio e la Winslet si
calano perfettamente nei rispettivi personaggi. I due
dimostrano di avere un feeling naturale e di essere
molto maturati dai tempi di Titanic. A mio parere è
quindi un buon film, che dice tutto ma anche niente, che
tenta di scavare nella complessità dei rapporti di
coppia e, più in generale, tra le persone."

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Ultima risposta 16/02/2009 07.14.22
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gabriele  @  08/02/2009 20:00:37
   5 / 10
Stavo per cominciare a scrivere il mio commento a questo film, poi ho letto quello qui sotto di Jem e lo condivido in tutto al 100%. Riguardo alla interpretazione invece, direi ottima la Winslet un'pò meno DiCaprio che mi è piaciuto molto di più in altri film.
Alla fine direi che questo film è molto poco educativo, anzi....

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Ultima risposta 10/02/2009 20.41.33
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR jem.  @  08/02/2009 18:48:53
   5 / 10
Questo film non mi ha dato nessuna emozione.
Entrando al cinema mi aspettavo qualcosa di veramente bello e invece sono rimasta molto delusa,ma analizziamo la storia:

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La migliore parabola sull’egoismo.

Non c’e amore nel film in nessuna forma, e certo April non avrebbe iniziato di nuovo ad amare il marito cambiando città. L’unico insegnamento che se ne trae è CHI TROPPO VUOLE NULLA STRINGE, detto fin troppo conosciuto.

L’unico tarato alla fine è il pazzo, ma che ci azzecca nella storia? Qualcuno me lo spieghi.
Spezziamo una lancia a favore dei due attori, che recitano bene, anche se sembra che abbiano sempre la stessa età (colpa del trucco suppongo) ma peccato che ciò non basti a fare di un film un buon film, ovviamente se non ci fossero sati loro credo che in pochi sarebbero corsi a vederlo me compresa. Non sempre un buon nome è una garanzia.

17 risposte al commento
Ultima risposta 14/02/2009 12.07.18
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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  08/02/2009 16:23:31
   6 / 10
Personalmente in REVOLUTIONARY ROAD trovo ben poco di rivoluzionario.
Spiace dirlo ma lo scandaglio della "perfetta" famiglia americana che nasconde disagio, repressione delle ambizioni e intimo desiderio di ribellione fino ad implodere e sfociare nella tragedia non è certo nuovo e ha un pò stancato, almeno me. Dialoghi sempre uguali ripetuti troppe volte, uno sviluppo prevedibile e un finale ancor più prevedibile e poi - prevedibilissimo - la vera verità rivelata nelle parole di un folle, rinchiuso in un manicomio perchè ha compreso la natura ipocrita della società in cui vive. Mhà... nuova quest'ultima cosa, Forman è solo circa 30 anni che la ribadisce.
Per non parlare della disillusione del rapporto di coppia, che vuole essere crudele e tragico ma che, a causa della ripetitività, manca nell'impatto di quella crudezza alla quale sembra ambire.
Inoltre pure la regia non è esaltante: patinata e di maniera scivola via senza momenti esaltanti.

Ormai al cinema mi aspetto qualche cosa di nuovo, nella storia o nella regia, e in questo film non l'ho certo trovato.

26 risposte al commento
Ultima risposta 12/02/2009 14.22.51
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  08/02/2009 14:20:52
   8 / 10
Il ritorno di Mendes su ottimi livelli. Questo è quello che penso. Un regista ormai maturo e libero da fronzoli o sfaccettature glam. Un occhio cinico, lucido e spietato. Solo attraverso una crescita di questo tipo il regista britannico poteva affrontare un testo come Revolutionary Road di Yates.
Il risultato è ottimo sotto tutti i punti di vista. Di Caprio e la Winslet offrono un'ottima prova, la Bates può anche star zitta davanti alla telecamera per fare un figurone e Michael Shannon interpreta un personaggio che personalmente l'ho trovato splendido. Un pazzo che con chiarezza riesce a vedere la realtà e la spiattella ai propri interlocutori senza peli sulla lingua e con un cinismo incredibile. L'ambientazione anni '50 è molto bella quanto alcune sequenze che ho apprezzato molto.
Che dire, un vero pugno nello stomaco di quelli dolorosi, un modo di far cinema che l'italico Muccino dovrebbe apprendere. Mendes non è mai eccessivo, non vuole strappare lacrime ma vuole semplicemente farci riflettere e ci riesce perfettamente.

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Ultima risposta 09/02/2009 22.44.07
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genki91  @  07/02/2009 14:04:15
   8 / 10
Ecco la scena:
Io vado al cinema, con altri 4 amici e vediamo uscire altri 2 amici...
Chiediamo:
"Com'è il film?" e loro:
"Una *******, meglio perderlo..."
Ma noi più determinati che mai, entriamo e lo vediamo.
Non fidatevi mai degli amici...
Il film è bellissimo, una Winslet meravigliosa, proprio da Oscar, DiCaprio ottimo come sempre,

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Quindi si riconferma la coppia DiCaprio-Winslet.
Quadro perfatto di una famiglia medio-borghese degli anni '50 in America, con i propri problemi da affrontare.
Finale fantastico che,un minimo mi aspettavo.
Film che comunque non delude le aspettative.
Decisamente più scorrevole e simpatico il secondo tempo rispetto al primo.

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Ultima risposta 07/02/2009 14.05.13
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Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  06/02/2009 20:58:11
   7 / 10
Analisi spietata e veritiera della famiglia americana di una volta ma anche di adesso (crisi a parte). Il falso mito del mondo idealistico e felice dell'America anni '50, la cui massima istituzione era l'intoccabile famiglia, viene qui demolita e smembrata pezzo per pezzo senza pietà e il falso specchio si infrange rivelando al di sotto del perbenismo un mondo ipocrita e atroce, dove regnano l'odio, la frustrazione e i falsi sentimenti. Ottimamente interpretata da un Di Caprio e una Winslet in stato di grazia, non da meno fa Kathy Bathes, il dramma però a mio avviso non riesce ad arrivare fino in fondo, con scene di dialoghi che si ripetono una dopo l'altra in modo quasi estenuante dove si avverte la mancanza di eventi catalizzatori e punti cardine che arrivano tardi. Altro punto dolente sono gli attori secondari che Mendes carica con una recitazione veramente eccessiva che sfocia nella macchietta gigionesca, fatta solo di smorfie, battute poco credibili e uno stile più adatto al teatro che al cinema, dove diventa fastidioso. Il problema di alcuni modi di dire colpisce purtroppo anche il personaggio di Di Caprio. Ma questi certamente sono limiti secondari. Il personaggio del matematico matto è indubbiamente il migliore di tutto il film, si resta penzolanti dalle sue battute, le più vere, le più convincenti, le più seguite, parole che svelano la verità e tagliano più di una spada il velo dell'ipocrisia, ovvero il marcio che sta dietro i suoi "simpatici giovani vicini", parati dietro una maschera di buone maniere, perbenismo e falsi sorrisi, e quello della madre, che mente a se stessa e non vuole vedere la verità anche quando le viene sparata in faccia, che vive nel mondo che si è costruita ad hoc e dove vive alcuni dei terribili valori della borghesia americana più spudorata che rappresenta (bellissima infatti l'ultima inquadratura), parole regalate da un attore bravissimo e ispirato, anche lo stesso "classico" e perfetto vicino sorridente, che sembra vivere felice, avere tutto e comportarsi da amicone per la birra e la grigliata della domenica sul prato all'inglese, non è altro che un falso e perdente uomo medio, privo di amore per la sciocca moglie e ricco al contrario di desideri nascosti. Per il resto la fotografia funziona e la regia classica di Mendes non si carica troppo di eccessivo manualismo da scuola di cinema, come avveniva in Era mio padre, compitino svolto senza passione, freddo e privo di anima.
Il Mendes di Revolutionary Road è sicuramente più maturo e cinico, ma ancora lontano dall'essere definito autore a tutto tondo.

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Ultima risposta 08/02/2009 03.41.10
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  06/02/2009 12:02:07
   7½ / 10
Un American Beauty ancora più drammatico e senza speranza.

I rimandi a uno dei miei film preferiti sono costanti ma qui non abbiamo situazioni tragicomiche estremizzate ma solo la terribile realtà, dove alla ricerca di una vita "speciale" (o la fuga da una mediocre) si sostituisce la consapevolezza di far parte del sistema in maniera non poi differente rispetto a quelli che vengono considerati banali e vuoti.
E questa resa, dettata dalla comodità di una vita agiata e dalla paura di cambiare, può avere notevoli risvolti, come ci mostra la fantastica coppia Winslet-Di Caprio ( fortunatamente, qui del Titanic non c'è proprio niente).

Il voto al perfetto quadro psicologico dei protagonisti e dei comprimari (tra cui il folle Michael Shannon) è elevatissimo, peccato forse che alcune situazioni risultino ridondanti e la mancanza di avvenimenti "forti" fanno calare il coinvolgimento in alcuni frangenti.
Ma d'altronde, questa è la realtà.

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Ultima risposta 06/02/2009 16.01.44
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§Vale§  @  05/02/2009 13:37:56
   8 / 10
L'unico motivo per cui non posso dare un voto più basso è per la prova strepitosa di Leo e Kate che sono stati entrambi bravissimi.
Concordo sul fatto che la storia non riesce mai a decollare veramente.
L'amore che travolge i due in Titanic qui è tutta un altra storia, e certamente più vicina alla realtà di tante coppie.
American Beauty alla fine ti lascia un amaro in bocca che questo film invece non riesce dare in pieno.
Mi aspettavo qualcosa di più.

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Ultima risposta 05/02/2009 18.27.09
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  04/02/2009 22:02:48
   8 / 10
Mi ero ripromesso di contenere gli entusiasmi davanti alle due ore (non tutte vibranti, con qualche forzatura di troppo, un che di vagamente edulcorato in un contesto che non lo è affatto) del nuovo film di Mendes, autore che è ancora difficile identificare per la sua "sincerità" (v. l'esordio vibrante ma studiato a tavolino di A. Beauty ma anche un film furbetto come "Era mio padre", il discreto "Jarhead" etc.).
Credo che l'ottimo risultato sia dovuto tanto a Mendes, magistrale regista di attori (la Winslet è a dir poco stre-pi-to-sa!!!) quanto a un referente letterario come Richard Yates, bravissimo a frantumare i sogni mettendo in mostra quello che i sogni non dicono ("Non siamo mai stati speciali, o destinati a vivere tutto ciò").
"Revutionary road" è un film da vedere "oltre", per non rischiare - come temo faranno molti - di confonderlo nella massa dei melodrammi furbetti americani: tutt'altro.
Il pathos è immenso, come le frustazioni di April davanti al suo primo fallimento (come attrice) o magari all'illusione che la mediocrità del consorte fosse una maschera dove celare chissà quali misteriosi talenti...
Il non-luogo, oasi perfetta e di perfetta gratitudine (ipocrisia) dell'estabilishment americano, meschino rifugio provinciale di benessere e falsità, finisce per tradire ogni possibile legame con l'American Dream (ops Beauty) arrivando a sognare, con un pò di sconcerto, il glamour europeo.
Se Mendes avesse evitato certi momenti tirati per le lunghe o certi eccessi nei dialoghi (comunque meravigliosi) sarebbe stato meglio, ma è di sicuro il suo miglior film in assoluto.
Non solo la Winslet ci regala un'interpretazione sublime ("Non posso partire, non posso restare, non servo a niente e a nessuno": ti viene voglia di baciarla una donna che parla così...) ma che dire dei comprimari? La Bates è perfetta nel ruolo della proprietaria-vicina impicciona e un pò bigotta, e memorabile l'attore che impersona il figlio "svitato" ("molte persone sono coscienti del vuoto ma... ci vuole un gran fegato per vedere la disperazione").
E ci vuole, aggiungo io, un bel coraggio per descrivere impetuosamente l'aborto di April in un film destinato (a sentire i trailer) alle grandi masse.
Spiacente per gli aficionados di "Titanic", ma qui non c'è (più) spazio per il sentimentalismo e perlomeno ci siamo risparmiati Celine Dion... qui si affonda in un climax quasi Faulkneriano, in una versione appena più moderna di Tennessee Williams, o nel dramma corale à la Eugenie O'Neill.
Non è poco fare cinema anticonvenzionale con i mezzi più convenzionali, caro Mendes, di questi tempi

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Ultima risposta 26/02/2009 09.23.56
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jack2057  @  03/02/2009 01:48:15
   6½ / 10
carino

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Ultima risposta 03/02/2009 10.41.43
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Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  02/02/2009 11:03:33
   8½ / 10
Niente di così innovativo e originale, ma l'ho trovato un gran bel film.

Dopo Milk è il migliore della stagione che ho visto.
La sceneggiatura è eccellente ed è magnificamente supportata da un ottima regia e fotografia.
I due interpreti sono stati superlativi e credo che la Wislet meriti la statuetta molto di più rispetto alla suo ruolo nel Titanic.
Anche Di Caprio è stato bravissimo, ma sarà dura spuntarla quest'anno contro il gigante Penn.

Il film non è a mio avviso paragonabile ad American Beauty, in quanto bisogna tener conto che questo è tratto dall'omonimo romanzo di Richard Yates, mentre l'altro ha vinto il premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale.

Tuttavia i dialoghi accesi colpiscono nell'animo.
Alzo mezzo punto per la Wislet che stavolta mi ha veramente colpito

A chi piacciono i film di questo genere lo consiglio vivamente

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

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Ultima risposta 02/02/2009 16.58.09
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  02/02/2009 10:42:19
   8 / 10
Il fratello maggiore di American Beauty, sia dal punto di vista anagrafico che cinematografico. Tanto glam e ammiccante il primo, tanto duro e senza fronzoli questo, probabilmente l'evoluzione naturale per Mendes.
Era già tutto nelle righe di Yates comunque, punto di arrivo di un percorso critico che passa per Gatsby e l'ingenuità beat, che dissolsero in modo definitivo l'ipocrita fiducia in quel conformismo della middle-class di provincia (americana ma non solo), destinato a franare rovinosamente pochi anni più tardi, salvo ripresentarsi a stretto giro, ciclicamente e al ribasso.
Precisamente connotato ma oltremodo attuale, un film che disintegra il codice Hays scoprendo i nervi di vite che non valgono la pena di essere vissute, intessute di non-detti e incomprensioni, convenzioni e compromessi, disagi e illusioni, insicurezze e aspirazioni frustrate.
Grande ricostruzione, splendida prova dei due protagonisti (tanto finti in Titanic quanto in piena alchimia qui), sceneggiatura fedele e regia mai sopra le righe, impreziosita solo da intensi primi piani e da alcune sequenze chiave, di rarà potenza espressiva

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.
Un incubo generazionale, da vedere (e da rileggere).

3 risposte al commento
Ultima risposta 19/03/2009 09.08.56
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  01/02/2009 21:53:56
   4½ / 10
Disarmato. A fine visione ho iniziato ad avere gli stessi dolori lancinanti allo stomaco che provai dopo aver visto l'ultima faticaccia mucciniana. Qui però non si tratta di un Muccino qualsiasi, bensì di quel gran regista capace di film come "American Beauty" e il meno innovativo ma sempre bello "Jarhead".
Se verso la fine Mendes ci avesse proposto un colpo di scena, dove si scopriva che prima delle vicende raccontate i due protagonisti erano sorvegliati speciali in un manicomio intento alla cura di malati mentali, allora il voto sarebbe stato molto più alto.
Poi per carità, la mano del grande regista c'è: le scene all'interno della casa sono girate magistralmente e gli attori sono bravissimi. Sembra quasi una pièce teatrale, con quella macchina da presa che si muove sontuosamente negli interni e quei siparietti fra la Winslet e Di Caprio che ricordano tanto quelli fra Cruise e la Kidman di "Eyes Wide Shut".

La prima parte è buona, non succede nulla di particolare ma comunque tiene svegli e interessati, incuriositi da come potrebbero cambiare le cose.
Veramente un peccato poi vedere come si evolvono gli avvenimenti e soprattutto come cambiano le decisioni e i comportamenti dei due sposi Titanici. Senza senso, sembra tutto messo lì a casaccio per smuovere qualcosa o far riflettere uno spettatore che non può far altro che mettersi la mano davanti agli occhi e ad ogni minuto che passa sperare che sia tutto uno scherzo. E non parliamo del finale poi, letteralmente citofonato e tristemente triste.

Bella la fotografia mentre la colonna sonora è spesso ripetitiva e sottotono.

Siamo lontani anni luce dalla freschezza e dall'originalità di quel gran film che era ed è "American Beauty".

5 risposte al commento
Ultima risposta 24/02/2009 20.23.22
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Il_Recensore  @  23/01/2009 23:35:39
   6½ / 10
Torna all'attacco il regista di American Beauty, e torna un tema a lui assai caro, quello della ipocrisia e dell'incapacità di comunicare con l altro da se. Questa volta però manca quel ritmo narrativo scoppiettante e coinvolgente tipico del titolo precedente. A mio parere, il film non decolla mai, sembra che una svolta sia sempre dietro l'angolo, invece ciò non accade. Forse è intento del regista, proprio per ricreare il clima e le emozioni che i 2 protagonisti vivono (o non vivono), ma il coinvolgimento di noi spettatori è limitato dalla bravura dei 2 attori (La Winslet sicuramente otterrà un Oscar per la prova data). Mi è piaciuta molto la figura del pazzo (mi ha ricordato quello di Re Lear) che è l'unico a dire le cose come stanno senza pensare ai giudizi degli altri.
Girato ovviamente con maestria e accompagnato dalle musiche di un Newman non troppo in forma. Caro Sam, sarà per la prossima!

PS Dimenticatevi di Jack,Rose e dell' iceberg! Le cose saranno un tantino diverse!

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Ultima risposta 30/01/2009 17.43.58
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