requiem regia di Hans-Christian Schmid Germania 2005
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requiem (2005)

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locandina del film REQUIEM

Titolo Originale: REQUIEM

RegiaHans-Christian Schmid

InterpretiSandra Hüller, Burghart Klaußner, Imogen Kogge

Durata: h 1.33
NazionalitàGermania 2005
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2006

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Trama del film Requiem

Michaela Klinger è una ragazza di campagna dalla incrollabile fede religiosa. Vorrebbe avere una vita come quella di tutte le altre ragazze ma non può perchè affetta da una forma di epilessia di cui i medici non capiscono le cause. Quando compie i 21 anni, nonostante l'opposizione della madre, inizia a frequentare l'università e tutto sembra andare per il meglio. Ma, all'improvviso, le crisi riprendono, crisi terribili che la spingono sull'orlo della pazzia...

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Voti e commenti su Requiem, 28 opinioni inserite

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Horrorfan1  @  22/01/2014 20:52:44
   9 / 10
Indeciso fra l'8 e mezzo e il 9, sto sul 9, perché questo film ha a mio avviso il merito di riequilibrare almeno un po' la bilancia dell'obiettività, su un argomento saturato dalle numerosissime (e poco multiformi!) pellicole su esorcismi e ragazze indemoniate, che furoreggiano nelle sale o fra i Dvd in vendita.

Mia opinione personale, anche prima di vedere questo film: educazione e convinzioni religiose rovinano spesso molte più persone (donne soprattutto) di quanto non riesca a fare da sola una malattia neurologica o mentale (di cui, comunque, la nostra protagonista evidentemente soffriva).

Film tristissimo: è difficile non provare compassione per la ragazza!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  10/05/2013 16:19:05
   7 / 10
Requiem è la versione realistica di The Exorcism of Emily Rose. Entrambe le pellicole si basano sulla storia vera di Annelise Michael. Un realismo che il regista marca chiaramente con una regia nervosa e quasi documentaristica molto affine al Dogma danese, che riesce a trasmettere le ansie e le paure di una ragazza per la prima volta fuori da un ambiente circoscritto, molto chiuso mentalmente. Ambiente con il quale la ragazza non riesce per debolezza a chiudere i rapporti e quindi, con ogni probabilità, ad innescare un rapporto di avversione/repulsione verso il contesto familiare alla base di questo suo forte conflitto che la porterà al completo rifiuto dei simboli cristiani, elemento centrale del nucleo di provenienza. Da notare poi una certa somiglianza di questo difficile rapporto madre/figlia che non può ricordare il Family life di Loach, oltre naturalmente a quel destino così comune, in un annichilimento della personalità alimentato dalla ottusità maggiore di una chiesa cattolica incapace di distinguere fra malattia mentale e possessione demoniaca, tanto che l'unico momento volutamente stonato di una pellicola misurata è proprio l'esorcismo, così fuori posto da risultare grottesco, come se una persona che ha mal di denti va a curarsi dal dermatologo.

Jolly Roger  @  04/11/2012 16:50:48
   7½ / 10
Requiem è un film drammatico, intelligente, sobrio, curato e recitato bene da tutti gli attori (in tal senso, spicca comunque la bravura della protagonista).

Il film tratta la tematica della possessione demoniaca. Lo fa in modo realistico e serio, senza mai usare facili artifici horror (come il vomitino verde o la voce gutturale, per intenderci) e senza mai entrare nel banale, anzi! Gli autori ricostruiscono con grande cura il background culturale, familiare, educativo ed emotivo nel quale Michaela vive, cresce e, successivamente, purtroppo, sviluppa (o semplicemente accresce?) il proprio "male" interiore. Un male che, forse, è radicato in lei da molto più tempo, nascente da un profondo conflitto interiore sviluppatosi nel tempo soprattutto a causa del complicato rapporto con la rigidissima madre, conflitto che viene a galla ancor di più quando, una volta trasferitasi in città e frequentando i coetanei nell'ambiente studentesco, matura in lei il desiderio di vivere una vita normale, di assomigliare alle altre ragazze.
La debolezza della ragazza aumenta ancor di più in ragione dello sradicamento profondo che esiste tra l'ambiente giovane e cittadino in cui vive durante la settimana, e l'ambiente freddo e carico di tensione che vive nel fine settimana, quando ritorna nel proprio paesino di campagna in seno ad una famiglia che non accetta, anzi letteralmente rifiuta, il cambiamento della protagonista da "adolescente timorosa di Dio" a donna adulta.

Tanto che lei non riesce più ad essere completamente sè stessa in nessuno di questi due ambienti: si ribella, in famiglia, rifiutandosi di essere succube, come in passato, dei dogmi e delle severe regole educative imposte, soprattutto, dalla madre. Tuttavia, nello stesso tempo, quando si trova insieme ai coetanei non riesce ad essere totalmente "normale", trovandosi sempre in preda ai sensi di colpa - rappresentati in modo particolare dalle voci che lei sente, che le urlano "sgua.l.drina!".

Quoto in pieno il commento precedente, quando si parla di concorso di colpe. Se uno ci pensa bene, l'intero sviluppo della vicenda è condizionato dai binari di un inquietante e (relativamente?) inconsapevole concorso di colpe - cui la stessa protagonista, invero, sembra non essere esente. La domanda è: vuole davvero essere salvata?
E, al di là di questo,

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  29/08/2012 17:08:56
   7 / 10
Il tema della possessione demoniaca viene affrontato in maniera inconsueta per il genere,lasciando quasi totalmente sullo sfondo ogni momento riconducibile al cinema horror e addirittura non mostrando le scene di esorcismo che da Friedkin in poi sono diventate il momento più atteso di questo tipo di produzioni.
Ad interessare il regista sono le motivazioni del disagio e del crack psicologico della protagonista ,scandagliato attraverso un'analisi compatta e molto scrupolosa dell'ambiente in cui la ragazza è cresciuta e si trova a vivere.
Lo sguardo si posa sugli aspetti culturali ed educativi,volgendo l'attenzione soprattutto sull'innegabile indottrinamento cattolico e il conflittuale rapporto con la madre.Unici indizi cui ci si aggrappa per non cedere totalmente all'ipotesi del paranormale,suggerendo magari un rifiuto estremo verso quella religione che da sempre è stata un importante punto di riferimento.Da non trascurarsi anche l'attrazione verso figure religiose divenute note come simboli di martirio e sacrificio estremo,l'ammirazione per S. Caterina è a dir poco morbosa.Comunque sia non vengono fornite risposte esaustive,con garbo si lascia solo intendere come la ragazza avrebbe potuto ricevere le cure del caso ed invece resta vittima di un concorso di colpe riguardante anche lei stessa,oltre ad una scienza incapace di andare oltre inconcludenti esami ed una Chiesa ferma a precetti arcaici tra l'altro caldeggiati in maniera preoccupante dal sacerdote più giovane tra quelli chiamati in causa.
Ispirato ad una storia vera ha avuto anche un'altrettanto pregevole versione americana ("The exorcism of Emily Rose") che a differenza di questa punta molto sullo spavento e su presenze infernali.In "Requiem" ci si ferma ad un resoconto se vogliamo più realistico ed ugualmente inquietante.

YourBestEnemy  @  10/02/2012 01:03:18
   6 / 10
Sono venuta a conoscenza di Requiem facendo ricerche per la maturità sul caso vero di Annaliese Michel trasposto poi al cinema con questo film e con il più famoso The Exorcism of Emily Rose. Personalmente io preferisco The Exorcism of Emily Rose. Da quel che ricordo questo film ha un modo più pacato di raccontare la possessione della protagonista, sinceramente ho trovato la protagonista forse un tantino legnosa e il un po' noioso ma nel complesso lo ritengo un film da 6, ritratto di una storia vera raccontata in modo pacato e drammatico.

Clint Eastwood  @  08/04/2011 16:41:34
   7 / 10
Fa più paura della versione americana sempre alla ricerca dello spettacolo fine a se stesso. Il film ti cattura per la sua esposizione realistica dei fatti, ordinari e semplici. Il misticismo e la paura sorgono quando in un ambiente del tutto naturale succedono strani fenomeni in balia tra la realtà e qualsiasi forma di mistero, l'incarnazione del diavolo o possessione. Il regista definisce bene la sua neutralità sull'argomento ma sul finale l'interpretazione assume aspetti ben più complessi, sempre a vantaggio dell'autore.
Quindi riuscito film sull'esorcismo diviso tra chiesa e scienza con un'ottima ricostruzione storica.
Dura poco quanto basta adempiendo il compito a dovere 7/7.5

pinhead88  @  08/04/2011 16:05:33
   7½ / 10
Un film introspettivo, cupo che si distacca anni luce da tutte quelle porcate fracassone americane sul tema esorcistico. Un'opera che offre spunti di riflessione intelligenti tra quello che può essere il conflitto tra credenze mistiche e possessioni e i meandri sconosciuti della psiche. Un film che nella sua dimensione realistica potrebbe anche confondere qualsivoglia esorcista convinto della propria professione.
Finora uno dei film più veri e intelligenti che abbia visto sul genere.
Si astenga chi cerca il mero intrattenimento pacchiano.

JOKER1926  @  19/03/2011 16:09:05
   6 / 10
Visionando "Requiem" si ha la netta impressione di assistere ad un buon film a livello tecnico ma niente di più; la regia di Hans-Christian Schmid insomma riesce a creare, nella fattispecie contesto tecnico, una buona, valente confezione ma per quanto concerne il contenuto la storia di questo "Requiem" è un po' deficitaria.
Infatti la trama prevede come protagonista una giovane perseguitata da una malattia, la giovane sarà preda costante di crisi nevrotici, nella sofferenza di questo personaggio subentrano parrochi e famiglia forse veri colpevoli del dramma.
Come annunciato la trama seppur buona non prevede niente di speciale e inoltre la regia cerca di trattare il tema dello pseudo esorcismo con tanta freddezza e drammaticità facendo inesorabilmente prevalere il carattere drammatico a quello thriller/horror.

"Requiem" è in linea sommaria un prodotto accettabile, regia troppo sulle sue però.

ifry  @  27/12/2010 16:10:38
   7 / 10
per documentarmi sull'esorcismo di anneliese michel, ho conosciuto questo REQUIEM. Pensavo che solo l'esorcismo di emily rose si basasse su questa storia vera.

Emily rose ha atmosfere horro, requin non vuole essere un film horror e non lo è (fortunatamente). Con questo film si riescono a capire determinati meccanismi psicologici che derivano dal fanatismo religioso. Se a questo aggiungiamo un rapporto conflittuale con la madre, ed un disturbo schizzo frenico, si arrivano a risultati difficilmente prevedibili.

Il film spiega meglio il rapporto intimo e personale della ragazza. Le sue ossessioni, la madre, la religione, ed in un certo senso molto più inquietante del film horror. Terribili le scene il cui lato "posseduto" prevarica. in quanto fa sembrare il tutto terribilmente vero e reale. bravissimi tutti gli attori. Sandra Hüller assolutamente maestosa, nel passare dalla commedia al dramma, al dolore, alla pazzia...

paride_86  @  13/11/2010 02:04:11
   7 / 10
Da una storia vera - la stessa de "L'esorcismo di Emily Rose -, "Requiem" racconta la vcita e il dramma di Michaela, una ragazza epilettica, forse psicotica, che ritiene di essere posseduta da demoni maligni.
La storia è raccontata da una prospettiva esterna, seppur lo spettatore è spinto a provare empatia per la ragazza; tutto questo porta ad una visione più laica (e realistica) della vicenda, cosa che invece non succedeva ne "L'esorcismo di Emily Rose", tutto incentrato sulla spettacolarità tipica dell'horror da botteghino.
I personaggi qui sono ben costruiti, anche grazie ad un ottimo lavoro degli attori.
La cosa che non ho gradito, invece, è l'uso della camera: asciutto, sconnesso, con varie e orribili zoomate, proprio come nei peggiori dogma.

Ciaby  @  24/09/2010 15:08:39
   9 / 10
Ispirato ad una terribile storia vera, "Requiem" inquadra più che le vicende, i corpi, la pressione psicologica dei personaggi, l'avvicinarsi della morte. é un film che racconta molto poco (la stessa storia, in mano ad un altro regista sarebbe diventata un romanzo scassamaroni), per farci provare emozioni intense, riesce nell'intento di farci immedesimare alla perfezione nei suoi, estremi, personaggi. Sandra Huller è straordinaria, interpreta il difficile personaggio di Michaela con una forza immane, riuscendo a cambiare più registri (timidezza, follia, rabbia, amore). Girato quasi in dogma, con telecamera a mano e (quasi) assenza di musica extradiegetica, è un cineverité delle emozioni destinato a sconvolgere lo spettatore. Finale bellissimo, prima che un intervento didascalico (non necessario, francamente) distrugga un po' il senso di pathos creatosi, lasciando un po' di inconcludezza. Resta un grande film, imperdibile anche solo per la recitazione di Sandra Huller, che giustamente si è portata a casa il premio come migliore attrice al festival di Berlino.

carriebess  @  20/07/2009 14:12:58
   10 / 10
decisamente reale.

bulldog  @  16/07/2009 01:21:51
   8 / 10
Davvero un gran film.

Stessa storia trattata ne 'the exorcism of emily rose'.
Solo che qui abbiamo un gran prodotto europeo,lì un americanata banale.

marfsime  @  28/05/2008 14:32:45
   6 / 10
Rivisitazione drammatica del film the exorcism of emily rose. E' un film molto diverso da quest'ultimo..molto più riflessivo e introspettivo..qui si analizza soprattutto la vita della ragazza..il suo vivere con una madre che la detesta e la sua escalation da ragazza normale a ragazza folle/posseduta. Non è il mio genere perciò non riesco a premiarlo più di tanto..troppo lento purtroppo..poca suspence ed emozioni..però non m'ha nemmeno annoiato più di tanto..sufficiente..nulla di più.

Invia una mail all'autore del commento piernelweb  @  02/12/2007 15:57:24
   7 / 10
Il regista tedesco Hans-Christian Schmid, rielabora un fatto di cronaca accaduto in patria negli anni 70, recentemente raccontato al cinema in "The Exorcism of Emily Rose" rinunciando ad un'adattamento propriamente horror, preferendovi una narrazione più realistica dalle forte tinte drammatiche. La regia è ruvida e nervosa, talvolta eccessivamente frammentaria per il montaggio esasperato, ma nei momenti decisivi riesce sempre a cogliere impreparato lo spettatore trovando la giusta ambiguità tra l'interpretazione patologica e quella soprannaturale dei mali della protagonista. Ne escono comunque a pezzi la madre bigotta ed l'ipocrita clero locale. Molto buona l'interpretazione sofferta di Sandra Hüller, premiata con l'Orso d'Argento al Festival di Berlino 2006. Il mistero resta neccessariamente irrisolto, ma il film nel suo complesso è decisamente compiuto.

sestogrado  @  26/09/2007 10:28:13
   7 / 10
inquietudine e mistero si fondono in questo racconto (basato tra l'altro su fatti realmente accaduti) che non trova soluzione. interessante lo scontro tra la vita religiosa estremamente semplice (quasi da devoti maniacali) della famiglia di Michaela e degli abitanti del paesino di cui è originaria, con quella più normale e distesa della piccola cittadina di Tubinga. le atmosfere ricordano a volte il decalogo di Kieślowski e ci coinvolgono nel misterioso mondo delle malattie mentali seguendo un climax ascendente di dubbio e paure che porterà ad un già visto scontro finale tra fede e ragione. quale sarà la soluzione?

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  05/07/2007 12:45:27
   8 / 10
Requiem,ovvero la versione europea di"....Emily Rose".La vicenda nasce da un fatto di cronaca avvenuto negli anni 70 in Baviera,con protagonista una ragazza morta in seguito a oscure pratiche di esorcismo.
Il regista tedesco,rispetto alla verione hollywoodiana,rilegge il tutto in chiave drammatica:la storia gioca tutta sulla psicologia e la continua crescita dell'ossessione della protagonista,ed e'propio il senso di realismo a catturare dalla prima all'ultima inquadratura....questa volta pero'niente horror o mirabolanti effetti speciali,ma solo un'efficace lavoro su scenografie e costumi,con una straordinaria protagonista(Sandra Huller,premiata al festival di berlino 2006)nei panni della giovane malcapitata.
Un film da rivalutare assolutamente:rispetto alla pellicola di Derrickson e'dieci volte piu'inquietante.

Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  03/12/2006 19:09:01
   7 / 10
Il regista tedesco decide di portare sullo schermo la storia di Annaleise Michael, una ragazza affetta da un'incerta patologia psichica , difficile ai trattamenti della medicina classica e resistente ad ogni tentativo di interpretazione. La triste storia di questa adolescente ci era già nota ,grazie a "The exorcism of Emily Rose", che in chiave horror aveva alterato il drammatico evolvere della malattia.
Questa volta il soggetto è molto approfondito sul piano psicologico; la protagonista è molto studiata, e l'analisi dei contrasti nel suo ambiente familiare e sociale è molto interessante.
La storia diventa un pretesto per far luce su un complesso di fatti, ideologie e generi di vita che caratterizzano quel particolare periodo storico e ogni azione di Michaela è la spia di un contrasto culturale tipico della fine deli anni '70.
Tensione tra genitori e figli, tensione tra una visione bigotta-conservatrice e un' esperienza progressive colorata di luci, rock e indipendenza giovanile. Michaela vive continuamente in una situazione limite tra il cattolicesimo repressivo di una famiglia ottusa e la totale molteplicità di stimoli di una vita universitaria eccentrica e rischiosa. La sua isteria degenera e una soluzione estrema la porta al totale deperimento.
La critica del regista vale la visione del film, ma la scelta di una chiave documentaristica mi ha perplesso: il tentativo di fornire dati e notizie e l'attenzione di convincere sul piano logico mal si conciliano con esigenze artistiche. Una totale assenza di impatto emotivo caratterizza tutto il primo tempo del film; anche l'eccessivo realismo delle ambientazioni offende il gusto estetico di un pubblico sensibile.
Brava, ma non eccezionale la protagonista ,troppo legata alla sua impostazione teatrale, e non riesce a trasformare da sola un bel documentario in un 'opera d'arte.
Non rimane che ascoltare i Deep Purple e riflettere sui numerosi riferimenti culturali di questa operazione.

giumig  @  29/11/2006 16:05:46
   7½ / 10
La storia di Michaela Kingler, di cui hanno "abusato" gli americani con The Exorcism of Emily Rose, è qui raccontata in modo minuzioso, realistico e senza alcun tipo di esagerazione nei momenti piu drammatici.

Una fotografia a toni grigi, una regia a tratti documentaristica e ottimamente calibrata, nonchè la magistrale prova di Sandra Huller rendono questo film tecnicamente ineccepibile.
Dal lato della storia invece abbiamo, come detto sopra, una resoconto minuzioso degli ultimi mesi di vita di Michaela, dal suo arrivo all'università fino agli esorcismi finali. Non c'è spazio per la fantasia, ne per alcun tipo di perplessità: la storia è quella ed è raccontata cosi com'è accaduta. A parte pochissimi momenti di stasi, tutta la pellicola si lascia seguire, anche se è necessaria una buona dose di attenzione e la consapevolezza assistere ad un film non facile, proprio per la sua vena documentaristica e realista.

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Ultima risposta 02/01/2007 12.05.10
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