rattle & hum regia di Phil Joanou USA 1988
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rattle & hum (1988)

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locandina del film RATTLE & HUM

Titolo Originale: RATTLE & HUM

RegiaPhil Joanou

Interpreti: -

Durata: -
NazionalitàUSA 1988
Generedocumentario
Al cinema nel Gennaio 1988

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Trama del film Rattle & hum

Un film concerto senza precedenti, Rattle and Hum segue gli U2 - sul palco e dietro le quinte - durante il loro spettacolare tour attraverso gli Stati Uniti. Passando da gigantesche esibizioni in coloratissimi stadi fino ad intense performances in bianco e nero durante concerti indoor, gli U2 danno il meglio di sè. Seguiamo il gruppo nel suo viaggio attraverso l'America, cantando un intenso duetto di Bono e B.B. King in viaggio da Dublino a Graceland, da San Francisco alle strade di Harlem.

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Voto Visitatori:   8,00 / 10 (3 voti)8,00Grafico
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Voti e commenti su Rattle & hum, 3 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  07/07/2014 00:55:33
   7 / 10
Documentario da vedere a tutti i costi se siete fan della mitica band, ripresa sul palco e dietro le quinte lungo il loro storico tour attraverso gli USA.
A livello musicale ogni aggettivo si spreca, e se gli U2 sono quel che sono tanto da riuscire ancora oggi a far piazza pulita di biglietti ad ogni loro concerto un motivo ci sarà.
Certo farne un film/documentario sarebbe stata una mossa di successo garantito vista la loro immensa popolarità, ma "Rattle & Hum" va oltre ed emana amore e passione sincere per tutto quello che mostra, cio' che piu' colpisce infatti e' l'indiscutibile abilita' di Joanou nel saper catturare lo splendore della band (specie del suo inconfondibile frontman) ad ogni singola inquadratura, senza eccezioni, e con dei virtuosismi tecnici più che azzeccati (a cominciare dalla scelta di utilizzare un bianco e nero vivido ma capace al tempo stesso di mettere perfettamente in risalto la drammaticità dei testi).
A livello personale nulla potrà mai battere la potenza di "Pride" o della divina "With or Without You", ma credo che gli apici di "Rattle & Hum" vengano raggiunti con i segmenti di "I Still Haven't Found What I'm Looking For", con la band che si reca in una chiesa di Harlem per cantarla assieme ad un gruppo gospel, e soprattutto di "Sunday Bloody Sunday" con Bono che prima e durante la performance si cimenta in un monologo pieno di rabbia e sofferenza contro gli attentati in Irlanda.

Non metto più di 7 sia perché non la considero un'opera cinematografica vera e propria sia perché non sono mai stato un amante dei live in generale; ad ogni modo, tanto di cappello.

DogDayAfternoon  @  07/12/2013 14:18:42
   9 / 10
Documento imperdibile per gli amanti degli U2 e del rock in generale. Un film documentario che testimonia il periodo di massimo splendore degli U2, quello di fine anni '80, in cui il gruppo conquistò gli Stati Uniti con il celeberrimo tour di promozione di The Joshua Tree.

La chitarra di The Edge è qui ai suoi massimi storici (che troviamo anche come cantante nella sua bellissima "Van Diemen's land" nei titoli di testa), così come la carica e il carisma di Bono (oltre al suo indiscutibile sex appeal per il pubblico femminile), entrambi con un look molto cowboy. Una carellata di brani storici alternata da cover riuscitissime di capolavori del passato: "Helter skelter" forse addirittura superiore all'originale beatlesiana (per inciso a mio parere uno dei gruppi più sopravvalutati della storia), e "All along the watchtower" che non sfigura affianco alle versioni di Bob Dylan e Jimi Hendrix. Sensazionale poi come gli U2 riescano a mettere anche all'interno delle proprie canzoni e musiche altri pezzi storici del rock, come nel caso di "Exit" che si sposa a perfezione con "Gloria" di Van Morrison, o la struggente "Bad" che si conclude con un medley di "Ruby tuesday" e "Sympathy for the devil".

Bellissima anche la regia di Phil Joanou, con inquadrature originali e l'azzeccatissima scelta del bianco e nero per la maggior parte del film; il quale evidenzia ancor di più l'avvento poi del colore, in particolare del rosso, con "Where the streets have no name".

Per l'ultima parte del film, preparatevi alla pelle d'oca più alta che vi sia mai venuta. "Sunday bloody Sunday" è qualcosa di indescrivibile, molto probabilmente qui nella sua miglior versione arricchita dal celeberrimo discorso di Bono sulla rivoluzione irlandese ("Fuck the revolution!"); ma i peli non vi scenderanno facilmente perché subito dopo c'è il finale con il botto, "Pride (In the name of love)" di una potenza devastante.

Resta un grande rammarico, alla fine del film, per non esser stato un puntino tra le migliaia di persone che affollavano gli stadi. Purtroppo gli U2 nel nuovo millennio hanno perso completamente il loro smalto, questo documentario è il modo migliore per rivivere i veri U2.
D'altronde 25 anni fa avevano i film sugli U2, ora abbiamo i film sugli One Direction, quindi forse vale proprio la pena di vivere di ricordi.


"Ok Edge. Play the blues!"

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  07/01/2009 16:09:28
   8 / 10
Famoso documentario che si configura come una sorta di tributo all’America, e in particolare alle origini della musica americana (rock, country, gospel, jazz), da parte del celebre quartetto irlandese. Il lungometraggio si presenta come un “road movie” che coniuga il tema del viaggio e delle influenze che esso produce nell’ambito di una produzione artistica con con quello più prettamente musicale, mostrando stralci del “Joshua Tree Tour” nonché momenti in cui il rock degli U2 si incontra con stili musicali differenti, ma allo stesso tempo in perfetta sintonia con le loro sonorità: ne sono i più lampanti esempi la splendida collaborazione tra il gruppo irlandese e B.B King, da cui è nato il brano “When Love Comes To Town”, o la versione gospel di “I Still Haven’t Found What I’m Looking For” , o ancora l’esecuzione nei leggendari Sun Studios di “Angel Of Harem” suonata con l’orchestra del posto.
L’intenzione degli U2 (ancora giovanissimi ma già famosissimi in tutto il mondo) pecca sicuramente di presunzione –e forse anche un po’ di ingenuità- laddove essi si propongono di accostarsi ai miti del rock americano (come dimostrano le sequenze girate nella sontuosa dimora di Elvis Presley a Memphis) o addirittura all’icona europea dei Beatles (vedi la cover di “Helter Skelter”, con cui paradossalmente si apre un documentario realizzato quasi interamente in un contesto americano). Ciò tuttavia non toglie pregio ad una pellicola diretta con mestiere da Phil Joanou, e che offre momenti di straordinaria intensità: come l’esecuzione live di “Bad” che si conclude con gli snippet “rollingstoniani” di Ruby Tuesday” e “Simpathy For The Devil” (forse la più bella in assoluta nella carriera artistica degli U2), quella di “Sunday Bloody Sunday”, intervallata dall’ormai notissimo “sermone” di Bono, e le sequenze nella zona del Mississipi sulle note di una delle più emozionanti canzoni del gruppo: “Heartland”.
“Ruttle & Hum” rappresenta la testimonianza di come la tradizione musicale americana abbia influito sulla composizione di uno dei più celebri album degli U2 (“Joshua Tree”), ma allo stesso tempo costituisce il passaggio con la nuova fase sperimentale inaugurata dal successivo “Achtung Baby” (a mio avviso, la loro più grande opera), così come attestano le sonorità già in parte sperimentali contenute in “God Part II”: brano rivolto a John Lennon che, a suo tempo, compose la canzone di stampo“ateistico” “God” (forse anche qui gli U2 hanno peccato di presunzione?).

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