Le storie di due delinquenti, un pugile e una coppia di rapinatori di tavole calde si intrecciano in quattro storie di umorismo e violenza nel tempo stesso.
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Molto banalmente, il Tarantino al più puro stato d'arte, o almeno quello dove i suoi marchi di fabbrica ne escono più rafforzati. Tre storie di violenza si sfiorano e danzano avanti e indietro nel tempo con una struttura narrativa circolare, con i lunghissimi e deliranti dialoghi tipici del regista americano a fare da tesissime pause tra uno spargimento di sangue e l'altro. Stravaganza e grottesco costituiscono la cifra stilistica di un fluviale tributo al cinema popolare, quello dei gangster e del noir iperviolento, quello che forse non riesce a far breccia nei festival ma riesce a travalicare i generi e la qualità effettiva del prodotto attraverso la memorabilità. Lo script vincitore dell'Oscar è un puzzle perfetto di capitoli, circolarità, rimandi pop e caratterizzazione dei personaggi tramite battute fulminanti. Tarantino, regista che mai ha fatto del virtuosismo un tratto estetico, muove la macchina da presa quando necessario (il bellissimo piano-sequenza al diner, poi replicato/superato in Kill Bill) perché ciò che gli interessa è marchiare a fuoco le espressioni e i gesti di un un cast di primo piano i ruoli sono praticamente "cuciti addosso" agli interpreti. La raccolta di brani di repertorio che compone la colonna sonora, si adatta perfettamente alla vivace ed eccentrica mood di un film da definirsi obbligatoriamente capolavoro.
uno dei migliori,interpretazioni ottime,da una trama semplice e riuscito a far provare diverse emozioni da ridere all angoscia,uomini che uccidono con freddezza ma che riescono a divertirsi in mezzo alla gente.