Una segretaria fugge con 40.000 dollari e si rifugia in un motel gestito da uno strano ragazzo molto timido. Quando la donna viene assassinata sotto la doccia...
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Sono rimasto colpito soprattutto dalla grande arte registica di questo film. Anch’io sono stato catturato dal vortice delle emozioni, delle domande, dei misteri che vengono evocati con cura, scena dopo scena, attraverso una sapientissima scelta di ciò che viene mostrato e di ciò che invece viene tenuto nascosto. Il messaggio del film è evidenziare la grande fragilità della psiche umana e allo stesso tempo il grande potere che ha persino di annullare il reale. Questa è però la materia bruta del film, l’oggetto su cui Hitchcock si è esercitato per farci vedere a che punto arriva la sua bravura, la sua capacità demiurgica di evocare l’ansia, il dubbio, la curiosità e infine la sorpresa e lo sbalordimento. I mezzi usati sono molti, tutti ben amalgamati e ben coperti in modo da rendere plausibile la storia. Prima di tutto non c’è un protagonista assoluto. All’inizio seguiamo Marion, ma poi viene uccisa. Allora la storia segue Norman Bates, quindi l’investigatore privato, infine la sorella di Anne. In pratica lo spettatore non si identifica in un personaggio specifico e il suo interesse si appunta sui meccanismi e le cause più che sulla fortuna o sfortuna di qualcuno. Inoltre le paure e le ansie vengono così moltiplicate per quattro. Altro mezzo è il disvelamento parziale: si rivela della scena e della psiche solo ciò che serve e non certo tutto quello che avviene. Questa è una convenzione così radicata che nessuno ci fa più caso. Hitchcock però ne è pienamente cosciente e ci gioca in maniera quasi scoperta, in aperta sfida con lo spettatore; come dire: “vediamo se sei bravo a indovinare con gli elementi che che ti metto a disposizione”. Ci sono artisti che hanno cercato di inscenare il reale così com’è e altri che invece cercano di far capire che è solo una fantasia costruita; Hitchcock è il campione di questa seconda categoria. In diversi film spesso si presenta all’inizio o appare in qualche scena, come per ricordarci che è tutto frutto della sua “arte”. Qui si è guadagnato tutta la mia ammirazione. Forse solo Kubrick con Shining (fra i film che ho visto) riesce ad avere ancora più maestria nel suscitare ansia, emozione e mistero.