pieta' regia di Kim Ki-duk Corea del Sud 2012
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pieta' (2012)

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locandina del film PIETA'

Titolo Originale: PIETA

RegiaKim Ki-duk

InterpretiLee Jun-Jin, Jo Min-Su

Durata: h 1.36
NazionalitàCorea del Sud 2012
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2012

•  Altri film di Kim Ki-duk

Trama del film Pieta'

Il film parla di un uomo violento e brutale che lavora per uno strozzino arrivista e crudele. L'uomo non ha famiglia, nessuno che gli voglia bene, nessuno per cui doversi preoccupare. Quando deve compiere le sue malefatte, non ha timore né esitazioni. Un giorno incontra una donna misteriosa che afferma di essere sua madre. All’inizio lui non le crede perché non ricorda assolutamente di aver mai avuto una madre, ma pian piano inizia ad affezionarsi alla donna finché non ne scoprirà il triste ma terribile segreto.

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Voto Visitatori:   7,11 / 10 (56 voti)7,11Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su Pieta', 56 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

pinhead88  @  23/07/2013 03:08:23
   8 / 10
Il Dio denaro visto come inizio e fine di ogni cosa, un terzo incomodo che si pone tra l'amore e la morte, impossessandosi anche di questi ultimi e diventando quindi l'unico punto di riferimento nella vita. Non rimane appunto che la pietà.
Questa morale sarà pure facilotta e scontata, ma davanti si pone una storia articolata, densa di pathos e con delle scene da paura.
Un Ki-Duk poeticamente terreno.

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Ultima risposta 03/09/2013 19.23.19
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  22/12/2012 19:55:46
   7½ / 10
L' ultima storia di Ki Duk è bella, semplicemente bella. C'è un lui e c'è una lei, quanto basta. Un uomo avvolto su se stesso come un feto nel liquido amniotico, mai nato davvero, crudele della crudeltà di un cane di strada. Una donna che cercando la vendetta sovverte la propria natura, e giunge all' azione cruciale con estremo dolore materno. Il rapporto che i due instaurano è libero da qualsiasi stigma. Tenero, lascivo, rabbioso. Lo spettatore non conosce le ragione di una tale ambiguità, eppure avverte sotto il silenzio un fracasso emozionale soffocato. Impulsi ora carezzevoli ora abietti rissano sulla scena, saturata da anime implose ma percettibilmente elettriche.

Opera dura, ma non potente. Un film sulla proprietà, del denaro e delle persone. E, non così ovviamente, sulla Pietà. Grande protagonista del magistero femminile dei sentimenti.

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Ultima risposta 22/12/2012 21.23.13
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Invia una mail all'autore del commento Sboccadoro  @  12/12/2012 10:38:36
   1½ / 10
Il contesto narrativo è senza speranza, agghiacciante e di una miseria inaudita, come la scia di sangue di Kang-do lasciata sulla strada da un furgoncino condotto dalla compagna di una delle sue vittime. Non si esce da un messaggio depressivo di incomunicabilità, solitudine, profonda amarezza, cinismo interiore, morte, di uno squallore inimmaginabile.

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Ultima risposta 16/01/2013 17.16.14
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KasinaKD  @  08/10/2012 13:41:04
   3 / 10
Non riesco a dare un voto a questo film. Riconosco che la trama è intrigante e gli eventi si incastrano in una macchinazione perfetta, ma è talmente morboso e disturbante, insistito e volutamente violento che mi ha lasciata più volte disgustata, con la voglia di lasciare la sala. Non lo consiglierei a nessuno. Non vale la pena di avere la nausea per due ore solo per vedere dove il film va a parare. C'era davvero bisogno di vedere più e più volte la giornata tipo del protagonista? Seguendolo nel suo inferno di solitudine e efferatezza? Abbiamo afferrato il concetto, non siamo stupidi. Il fatto che il regista invece ce lo faccia trangugiare a forza per quasi un'ora di film prima di farci vedere qualche sviluppo interessante nella trama, mi fa pensare che stia cercando l'effettaccio al posto di seguire la narrazione. Sconsigliato. Alla faccia dei premi e dei supervoti e dei supercritici.

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Ultima risposta 20/10/2012 21.22.48
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  27/09/2012 17:34:19
   8 / 10
Sono veramente contento per Kim Ki-Duk, il Leone d'Oro se lo è meritato.
E' un regista dallo stile personale, profondo come pochi in circolazione, e in questo film ci ha messo molta rabbia: non risparmia niente e nessuno, animali e persone vengono lacerati continuamente, la sofferenza è inesorabile.
Certe scene non le dimenticherò mai. Talmente crude ma BELLE.
Non c'è che dire, mi è piaciuto in tutto: tematica, stile e interpreti.
Dall'altra parte invece un bruttissimo lavoro è stato fatto dal doppiaggio in italiano... talmente brutto che stona.

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Ultima risposta 02/10/2012 17.06.18
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bulldog  @  22/09/2012 14:10:37
   6½ / 10
Mah..

Il Kim Ki Duk della post-depressione (che brutto Arirang..) è un regista palesemente a corto di idee.
In "Pietà" ricicla se stesso, ci butta dentro la "demonia del denaro" e ci tira su un filmettino.

Nulla a che vedere con "Primavera, autunno.." o "Ferro 3", qui ci troviamo di fronte ad un Kim Ki Duk minore e monocorde.

Il definitivo tramonto è vicino.

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Ultima risposta 06/03/2013 01.47.36
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  19/09/2012 09:50:53
   4½ / 10
Una Pietà quella di Kim Ki-Duk costruita come un quadro a tasselli che costruisce su di sé la propria nitidezza esplicitata nella metafora visiva incanalante costante che suggerisce e indica col dito pigiando ogni ferita evidentemente aperta e che vuole collimare e scollinare attraverso la potenza visiva nell'occhio vigile dello spettatore a cui viene tutto suggerito e rimane e mi rimane tuttavia solo una scala esterna in ferro con due anime dannate che scelgono, comunque, la loro profetica e sincronizzata morte in contemporanea: scendendo, salendo.

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Ultima risposta 23/10/2012 16.59.52
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Teo_Kubrick  @  17/09/2012 00:55:13
   9 / 10
Innanzitutto un film senza sbavature, né sul piano tecnico né nella sceneggiatura!
Molte sono le scene indimenticabili:

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Film ambizioso che già nel titolo vuole inserirsi nei grandi temi dell'arte occidentale, da Dostoevskij a Tarantino, passando per Hesse: la Madre che dà vita, la vendetta, la violenza e l'insensatezza del capitale.
Un pugno allo stomaco che dà grandi emozioni.

"Ma come vuoi morire un giorno , Narciso , se non hai una madre ? Senza madre non si può amare. Senza madre non si può morire"

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Ultima risposta 17/09/2012 22.13.18
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  16/09/2012 00:58:54
   7 / 10
Per quanto la storia possa essere sconvolgente e per come riesce a catturare l'animo dello spettatore in un dedalo di angoscia e mistero, devo dire che non amo molto questo tipo di cinema che spiattella ogni emozione sullo schermo senza preoccuparsi minimamente di andare per il sottile. Non c'è episodio o snodo del racconto che non sia ben accompagnato da un didascalismo a tratti fastidioso, la narrazione stessa ha dei picchi di inverosimiglianza notevoli (soprattutto nei cambiamenti radicali dei due protagonisti) e il finale, per molti versi, delude. Si resta ugualmente colpiti da questo percorso di redenzione attraverso un viaggio di coercizione e morte, eppure Kim Ki Duk in passato era stato capace di ben altra potenza poetica, un'intima magia dei gesti e della vita che in "Pieta" ho fatto fatica a rintracciare.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

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Ultima risposta 16/09/2012 13.27.39
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Ciaby  @  14/09/2012 13:53:34
   10 / 10
"Che cosa sono i soldi?
"L'inizio e la fine di ogni cosa: amore, odio, rabbia, gelosia, vendetta...la morte."

Kim Ki-Duk dimentica amore, poesia e la delicatezza che tanto lo caratterizzava negli ultimi anni, rifiondando alle radici del suo cinema, quello grezzo, sporco e disperato. E riesce a firmare quello che è, sicuramente, il suo film più cupo di sempre. Persino peggio de "L'Isola". Perché, sebbene qui non ci sia gente che si infili gli ami in bocca o in altre parti del corpo, c'è qualcosa che nasce dagli inferi, un incubo che scivola sullo schermo. Qualcosa di affascinante e pericoloso.

Il nuovo Kim Ki-Duk è, almeno per me, un grande Kim Ki-Duk, che sebbene non smetta mai di autocitarsi (ma quale autore non lo fa mai?), che riconferma un talento visionario straordinario, quasi alieno, sicuramente metafisico. E da una depressione, ne nasce il suo film più CUPO, DISPERATO, STRANIANTE e, sopratttutto, VIOLENTO.

Film che elimina o semplifica il simbolismo (che prima era alla base dell'intera sua opera): è un film che morde, dilania e, alla fine, commuove, lasciandoti in un bagno di lacrime (e sangue). Un film che si apre su una carcassa abbandonata sul pavimento di un bagno, che affonda nella disperazione per portarti alla luce. è la visione pessimistica di un mondo dove anche i rapporti sono stati corrotti dai soldi, dove l'unico sentimento che rimane è la vendetta. Meraviglioso. Dovrei elaborare ancora il blocco mentale per parlarne di più.

Un inno livido e disperato di misantropia che non può lasciare indifferenti. Ancora una volta, grande cinema.

MOMENTO ALTAMENTE DISTURBANTE: "Ah, quindi io sono uscito da qui, vero? E allora ci posso rientrare!"

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Ultima risposta 14/09/2012 23.43.44
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Invia una mail all'autore del commento kampai  @  11/09/2012 20:33:49
   8½ / 10
non ho parole per questo film.bellissimo, disperato e struggente.è la storia di una vendetta che più spietata (a ragione) non si può.gli interpreti sono perfetti e bravissimi con delle maschere facciali di dolente sofferenza che ti attorciglia lo stomaco e ti fa il cuore freddo.un kim ki-duk molto vicino all'isola, altro film splendido e devastante. il più bel film dell'ultima mostra del cinema di venezia, giustamente premiato col leone d'oro.imperdibile.

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Ultima risposta 18/09/2012 17.20.45
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/09/2012 01:11:16
   8½ / 10
Non ho parole, c'è una violenza disperata che è quasi ablutoria davanti a questa irraggiungibile vitalità che, in fondo, è solo il covo più letale per la disperazione. Un cineasta immenso capace di scavare nell'animo umano mettendo la metafora al servizio di una specie di tragedia greca trapiantata in Asia. Tra i tanti momenti da antologia, assassino e vittima si affrontano nell'abisso, in una scala antincendio: dove non si sa cosa sia più mortale, se salire o scendere

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Ultima risposta 19/09/2012 10.37.29
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