perfect days regia di Wim Wenders Giappone 2023
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perfect days (2023)

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locandina del film PERFECT DAYS

Titolo Originale: PERFECT DAYS

RegiaWim Wenders

InterpretiKoji Yakusho, Tokio Emoto, Arisa Nakano, Aoi Yamada, Yumi Asou, Sayuri Ishikawa, Tomokazu Miura, Min Tanaka, Masahiro Koumoto, Daigo Matsui, Tateto Serizawa, Tamae Ando, Morio Agata, Morooka Moro, Motomi Makiguchi, Mijika Nagai

Durata: h 2.05
NazionalitàGiappone 2023
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2024

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Trama del film Perfect days

Hirayama conduce una vita semplice, scandita da una routine perfetta. Si dedica con cura e passione a tutte le attività della sua giornata, dal lavoro come addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo all’amore per la musica, ai libri, alle piante, alla fotografia e a tutte le piccole cose a cui si può dedicare un sorriso. Nel ripetersi del quotidiano, una serie di incontri inaspettati rivela gradualmente qualcosa in più̀ del suo passato.

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Voto Visitatori:   7,37 / 10 (19 voti)7,37Grafico
Miglior attore (Koji Yakusho)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior attore (Koji Yakusho)
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Voti e commenti su Perfect days, 19 opinioni inserite

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BigHatLogan91  @  13/04/2024 00:01:54
   6½ / 10
Film poetico, ma che soffre di un'eccessiva lentezza e ripetitivià.

Cinder  @  09/04/2024 00:22:31
   10 / 10
Wim non delude.

Oskarsson88  @  08/04/2024 09:02:19
   7½ / 10
La bellezza della vita sta nel momento e nel presente, anche quando si ha un lavoro socialmente umile e poco riconosciuto. Una persona fuori dal tempo, mi ha fatto anche pensare alla traccia musicale "An analog guy in a digital world" in quanto il protagonista è legato alle cassette musicali in un Giappone all'avanguardia tecnologica.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  19/03/2024 18:18:09
   8 / 10
Conversando con la nipote Hirayama afferma che lui e sua sorella vivono in mondi diversi. In effetti è vero, lui è una persona sola, ma non soffre di solitudine. Svolge un lavoro umile come pulire i gabinetti pubblici, ma non subisce questa cosa come una punizione, anzi la sua routine quotidiana, pressochè identica ogni giorno è vissuta con piena consapevolezza. Può sembrare una vita infelice, ma il sorriso gentile che accompagna le sue giornate è sincero. Non ha computer o smarthphone, bensì una macchina fotografica a rullino che gli serve per fotografare i riflessi delle foglie negli alberi. Sembra una persona sconnessa dal mondo invece è più connesso di noi che viviamo nella finzione di essere connessi con il tutto. Vive in maniera analogica, se mi si può passare il termine. Legge libri, ascolta audiocasette a nastro e va benissimo così. Non sappiamo nulla del suo passato se non per qualche intuizione attraverso il breve incontro con la sorella, ma per il resto è un uomo felice. Wenders ci accompagna nel mondo di Hirayama, un inno alla semplicità di una esistenza che è diventata troppo complessa e stratificata per tutti ma non per lui. L'espressione del viso di una straordinario Yakusho, nel finale del film, vale da solo il prezzo della visione.

Phenomeno  @  04/03/2024 18:28:24
   7 / 10
Un film probabilmente pensato da Wenders durante o dopo il COVID quando molti, non per volontà propria, si sono dovuti "fermare" dalla nostra folle corsa quotidiana e magari hanno potuto riflettere in modo più profondo sulla propria esistenza, sul declino del nostro impero americano d'Occidente e sul fatto che bisogna imparare a vivere nel presente, qui ed ora, non pensare agli errori del passato e alle preoccupazioni per il futuro. Che senso ha vivere per consumare, guadagnare, accumulare il più possibile, se poi passiamo la vita a prendere psicofarmaci contro lo stress, l'ansia la depressione? Cos'è veramente importante? Quelle che possono sembrare delle azioni normali, come un sorriso a un conoscente, un aiuto a a un collega di lavoro, una passeggiata al parco, la lettura rilassata di un libro alla sera, piccoli gesti quotidiani solo in apparenza insignificanti, in realtà potrebbero essere le più grandi gioie a cui possiamo aspirare in questa vita. Magari però per godere di tutto ciò si rinuncia alla carriera, a una famiglia, agli amici e si fa una vita solitaria. Insomma forse non è tutto oro quel che luccica come sembra voler dire il finale. Quindi? Seguire la via di mezzo: è questa la strada? Come insegna la filosofia del buddhismo zen.

7219415  @  28/02/2024 12:15:23
   6 / 10
Wenders lo digerisco un po' male

Misialory  @  25/02/2024 21:26:47
   7½ / 10
Ogni mattina Hyrayama si alza all'alba nel suo piccolo appartamento e rivive come un rituale giornate apparentemente identiche e ripetitive: stessi gesti di preparazione, stesso tragitto in auto, stessi bagni da pulire, stessa pausa pranzo (con la stessa ragazza nella panchina accanto); in ognuno di questi giorni però accade qualcosa di apparentemente piccolo o insignificante, che dà senso alla sua vita.
E' sufficiente ascoltare la sua musica preferita o scegliere un nuovo libro o recarsi negli stessi locali, per trarne gioia e rassicurazione.
Hyrayama trasmette una profonda pace interiore, sa osservare il mondo, sa vedere al di là delle apparenze, sa apprezzare quello che possiede e lo dimostra con una generosità sincera verso gli altri. Non ha bisogno di nient'altro, il suo piccolo mondo gli da già tutto. Questo film insegna qualcosa a tutti noi, senza dubbio.

Boromir  @  10/02/2024 00:28:27
   8 / 10
Wim Wenders cesella un piccolo gioiello contemplativo in una adorabilissima cornice 4:3 che inevitabilmente richiama il cinema classico e omaggia, nel caso in questione, Yasujiro Ozu. E' il racconto delicato di un uomo di mezza età (lo straordinario Kōji Yakusho, in un'interpretazione quasi muta ma di enorme valenza comunicativa) che pulisce maniacalmente i bagni pubblici di Tokyo per lavoro, scandendo il tempo libero con le passioni per la letteratura, per le piante, la fotografia analogica e le musicassette di The Animals e Lou Reed. Una ricerca rituale e abitudinaria della ricchezza interiore che non trascura il valore del contatto con l'altro, un elogio alla quotidianità che si fa grande nell'illustrazione delle emozioni, un tributo (né nostalgico, né ricattatorio) ai rifugi analogici in un mondo sempre più frenetico, globalizzato, liquido e digitale.

Setter57  @  04/02/2024 09:51:32
   8½ / 10
Molto lento, ma bellissimo! Altro non riesco ad aggiungere.

clemtaf  @  24/01/2024 00:31:16
   10 / 10
Un film perfetto come i days del titolo.

Manticora  @  18/01/2024 17:09:39
   8 / 10
Il film più giapponese di Wenders, dopo risultati altalenanti e film mediocri ( vedasi Submergence del 2017) il regista tedesco ritorna nel 2023 con questo perfect days che nonostante la lunghezza e la trama scarna riesce a toccare l'anima soprattutto di chi come me si ritrova nel Giappone che Wenders narra con un occhio ad Ozu, soprattutto nella parte dei sogni del protagonista. La vita di Hirayama sembra monotona e priva di significato, un uomo che nell'incontro con la sorella capiamo ha abbracciato un altra vita per sfuggire anche dalla figura del padre oramai anziano. Quindi al di fuori degli agi e della vita diversa Hirayama vive la sua vita che sembra sempre uguale e invece è piena di sfumature. Soprattutto quando incontra la nipote scappata di casa. Bellissima colonna sonora diegetica che ci accompagna mentre il protagonista guida ascoltando le audiocassette. Un film per chi lo vuole capire, che fà riflettere sul senso della vita.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  16/01/2024 01:55:32
   7 / 10
Wim Wenders è perfettamente compatibile con il mio modo di vedere "lo stato delle cose" oltretutto adoro i suoi film "tedeschi", con quell'europeo che sognava l'America dal letto di casa. Citava Patricia Highsmith (anche qui) ed era amico di Nicholas Ray, immortalato in quel testamento di Vita e di Morte che era l'immenso "Lampi nell'acqua". Amava Hammett, Sam Spade, forse Richard Ford e Keruack. Poi l'Amwrica l'ha trovata e rivista a modo suo, lo sguardo comunque universale, l'amore per il Rock e via dicendo. Negli ultimi due decenni si era un poco perso in se stesso, ma aveva realizzato alcuni dei più bei documentari mai visti al cinema (lunga lista di capolavori). Dovrei dire Perfetto di Perfect days che mi ricorda forse "Nel corso del tempo" o forse Ozu contemporaneo, ma a ben vedere ha lo stesso stile minimale del primo Jim Jarmusch. Dovrei dirlo, magari lo penso pure, ma non lo trovo il Capolavoro che si dice in giro. La traiettoria del titolo come una nota canzone rock mi sembra abusata, come l'epilogo del piano sequenza, e forse anche la colonna sonora è fatta di scelte troppo prevedibili e sfruttate ovunque, dagli Animals a Nina Simone a Patti Smith. Sì mi sembra più Jarmusch che Wenders, con qualche vago accenno delle (efficaci) location urbane che sembrano uscite da "L'Eclisse" di Antonioni. Hirayama fa pensare solo che un uomo di tante letture non può desiderare di fare una vita "professionale" del genere, di pulire i gabinetti pubblici. Sì ama così poco? O non si pone quesiti del genere? La scena migliore, la più toccante, è l'incontro del protagonista con un uomo malato che ha appena rivisto la sua ex moglie. Ma complessivamente il film mi ha emozionato poco, non ci ho trovato quella complessità psicologica che giustifica un grande film. Interessante, ma sotto sotto prevale una sorta di lietezza umorale del protagonista che assolve ogni presunta malinconia o frustazione

Febrisio  @  15/01/2024 14:40:07
   7½ / 10
Seguiremo una decina di giornate della vita quotidiana del protagonista Hirayama che nel suo modo semplice e passionale riesce a cogliere e ad esprimere emozioni da e a cosa lo circonda. Nel contempo Win Wenders inquadra in modo assai pulito queste vicende e le dona allo spettatore. Non è un docufilm, ma Wim con delicatezza ci racconta una poesia nella vita quotidiana.

Un film piuttosto lento e dai discorsi rarefatti, che meriterebbe essere visto da tutti, ma che malgrado le sue caratteristiche non è per tutti.

marimito  @  13/01/2024 22:41:25
   8½ / 10
Wim superlativo!
Il trionfo della filosofia della felicità delle piccole cose, perfette nella loro ripetizione, e nelle quali anche le sbavature ed i fuori programma concorrono a renderle tali.
Musiche, fotografie, "dialoghi", anche (e forse soprattutto i silenzi) contribuiscono a realizzare quel senso di perfezione in cui l'altro è eventuale e nn sempre necessario per sentirsi felici.
In questa rotondità e circolarità della vita, momenti bui esistono e appartengono ad essa ma fondamentale è trovare la luce fra le ombre, perché c'è sempre il sole fra gli alberi (komorebi). Vivere l'hic et nunc, perchè ora è ora e un'altra volta è un'altra volta.

Thorondir  @  08/01/2024 10:04:12
   6½ / 10
Il cinema (e la vita) delle piccole cose, dei gesti apparentemente insignificanti ma velati di profondo umanesimo, l'amore per Ozu e il Giappone, Tokyo come luogo dell'anima e oasi di una cultura altra (seppur qui contaminata da quella occidentale, dai romanzi alla musica). Ci sono gli ingredienti di un film che Wenders ha rincorso e sognato per anni. Nella storia di Hirayama c'è una routine metodica, sempre uguale a se stessa: la stessa bibita acquistata nello stesso posto, lo stesso tragitto per andare al lavoro, gli stessi luoghi in cui mangiare, lo stesso bagno pubblico in cui lavarsi, le piantine annaffiate tutte le mattine, ecc. . Wenders ci regala questo film di gesti (il gesto molto più importante della parola) e ci invita a riflettere sulla poesia insita nella quotidianità e su quelle cose a cui non dedichiamo molta attenzione. Eppure, nella scelta di raccontare una routine, la coerenza del film rischia di farlo sbandare, perché "Perfect Days" è esso stesso "routinizzato": lo spettatore non viene informato di come Hirayama vive la sua vita ogni giorno, è costretto a riviverla sempre uguale a se stessa. Scelta narrativa rischiosa e che finisce per rendere tutto più soporifero ma soprattutto per togliere screentime agli altri personaggi, a partire dal duo nipote/sorella, testimoni di qualcosa accaduto nel passato ma che non conosciamo minimamente (focalizzazione esterna). E questo finisce per depotenziare il dramma e per rendere un po' bozzettistici alcuni personaggi, affidando tutta la potenza espressiva di "Perfect Days" alla bellezza quasi futuristica di Tokyo e ai primi e primissini piani di Koji Yakusho. Con un finale che omaggia di nuovo Ozu e che ci ricorda che (forse) anche quando scelta e positivamente vissuta, la solitudine fa male e il trascorrere del tempo resta inesorabile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  07/01/2024 14:07:32
   9 / 10
Può un film dove, per buona parte della sua durata, assistiamo al suo protagonista che pulisce bagni pubblici essere così bello? Wim Wenders, ormai alla soglia degli ottant'anni, ci dice di sì con quest'opera così lontana dal cinema frenetico a cui siamo ormai assuefatti, ma che con la sua ritualità riesce a trasmetterci un senso di pace estrema, la stessa pace che prova Hirayama (sacrosanta Palma d'Oro a Cannes per Koji Yakusho) nel compiere tutti quei piccoli e abitudinari gesti che scandiscono quella che per lui è la giornata perfetta. Qualche piccolo imprevisto prova a mutare la routine di Hirayama, imprevisti che però lo stesso Hirayama "assorbe" con serenità e senza farsi scalfire, continuando imperterrito a svolgere i suoi "rituali" con tutta la meticolosità di cui è capace.

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