ombre bianche (1960)

Bizzarra pellicola di Ray che accanto al racconto di finzione accosta degli elementi documentaristici sugli usi e costumi degli eschimesi.
È sicuramente una pellicola eccessivamente ambiziosa, però è abbastanza ben interpretata e a tratti anche interessante.
Un opera sicuramente minore di Ray ma non proprio da buttare...

In questo film di Ray viene messo in evidenza il mito del buon selvaggio, l'incomunicabilità tra i nativi ed i cosidetti "civilizzati". Un film che vive costantemente di questi contrasti ma che non é lontanamente paragonabile al Nanuk di Flaerthy. In quel caso c'era la solidita del documentario, qui invece un Anthony Quinn, bravo ma poco convincente come esquimese. Patina hollywoodiana francamente fastidiosa per un film che non mi ha convinto appieno.

un film -di quelli che non ne fanno piu-
e aggiungo peccato perche risulta convincente e ban fatto
un film -vero- dove sono gli attori a fare il film
e non -il contorno- di effetti business e marketing di varia natura
una storia che inizia in modo molto interessante
almeno per la prima metà
ma che purtroppo poi con -l'incontro alla civilta-
tende a essere meno piacevole nella visione
per ovvie scene poco verosimili
magistrale Anthony Quinn
in un film che è come un perla dimenticata
con i suoi pregi e difetti
è comunque un film che mi ha saputo piacevolmente intrattenere

In piena parabola discendente Ray ritenta il saggio naturalista fallito con 'Il paradiso dei barbari' a causa della sua dipendenza dall'alcool, l'asso nella manica vorrebbe negli intenti essere Anthony Quinn ma la sua presenza stona con la sobrietà dell'operazione, tuttavia il suo impegno non manca, è l'operazione ambiziosa di Ray a non riuscire, il contatto incomunicabile tra 2 razze diverse, 2 culture agli antipodi, eschimesi con le loro usanze, costumi, la loro selvaggina, splendida la sequenza dell'attacco all'orso nella quale vengono a contatto con le armi da fuoco.