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Jordan Peele non fa un horror nel senso proprio del termine ma un omaggio allo squalo di Spielberg. La storia come messa in scena non è quasi mai prevedibile, tranne nel finale
dalla caccia del predatore alieno avevo capito che l'unico modo per farlo cadere era fargli mangiare dell'esplosivo, Peele usa il gas di un pupazzo gigante gonfiabile e funziona
Anche l'interazione con Steven Yeun mostra la dualità e ossessione che portano gli uomini a fare scelte folli come sfidare qualcosa di ignoto
con tutte le conseguenze del caso, in tutto questo solo la collaborazione tra il quartetto formato da Daniel Kaluya, Keke Palmer, Terry Notary e Michael Wincott può serivire a capire e fermare la minaccia. Buon ritmo, mai banale Nope è l'ennesimo centro per il regista che con l'horror parla soprattutto della società americana, delle sue problematiche, ipocrisie e carenze. Senza mai puntare ad una spettacolarizzazione fine a se stessa. Soprattutto le sceneggiature sono sempre molto originali e mai scontate. Diventerà un cult.