meshes of the afternoon regia di Maya Deren USA 1943
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meshes of the afternoon (1943)

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locandina del film MESHES OF THE AFTERNOON

Titolo Originale: MESHES OF THE AFTERNOON

RegiaMaya Deren

InterpretiMaya Deren, Alexander Hammid

Durata: h 0.14
NazionalitàUSA 1943
Generecorto
Al cinema nel Gennaio 1943

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Trama del film Meshes of the afternoon

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Voto Visitatori:   8,57 / 10 (21 voti)8,57Grafico
Voto Recensore:   9,50 / 10  9,50
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Voti e commenti su Meshes of the afternoon, 21 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  05/04/2010 23:07:57
   9 / 10
Capolavoro del surrealismo. Ho preferito il cane andaluso di Bunuel(più simbolico, nonostante in questo corto vi siano più rimandi che si ripetono), ma questo è un autentico capolavoro del cinema di quegli anni. I simbolismi sono di natura difficile da spiegare, ma in molti ritengono che la trama sia intorno ad un suicidio(e in questo potrebbe avere influenzato moltissimo Lynch).
Il ripetersi di quelle visioni molto personalmente l'ho interpretato alla maniera bunueliana: l'irraggiungibilità dell'oggetto del piacere. L'oggetto del piacere non ha un proprio volto, ma è piuttosto una soddisfazione narcisistica, una masturbazione: infatti a mio avviso l'uomo che ha uno specchio al posto del volto potrebbe significare che l'oggetto del nostro desiderio è tutto ciò in cui ci si rispecchia. E la scena del coltello - anche se non l'ho molto ben presente, dato che ho visto il film molto tempo fa - potrebbe signficare che l'eliminazione dell'oggetto del desiderio è tutto ciò che resta quando esso è irraggiungibile. E se l'oggetto del desiderio è ciò in cui ci si rispecchia, ecco allora che potrebbe trattarsi di un suicidio. O forse non si tratta di un vero suicidio come in molti hanno pensato, ma solo di un suicidio parziale.
Infatti, il fatto che l'amante(?)arrivi per trovare il cadavere della donna potrebbe alludere al disvelamento dell'essenza del piacere, conseguente l'eliminazione parziale del desiderio - di sé stessi - . O forse si tratta di un sucidio. O, più probabilmente, come tutte le opere surrealiste si tratta di un'opera estetica, non da interpretare univocamente, che solo fa leva sull'inconscio dello spettatore. E da amante del cinema dell'inconscio, non posso non amare questo piccolo grande film. Esso è una pura opera d'arte, a prescindere dal significato che possa avere o dai messaggi che l'autrice voleva esprimere, o, detto meglio, aveva in mente durante la realizzazione.
Per quanto riguarda il paragone con il(molto)precedente "Un chien andalou" di Bunuel(1929), nonostante ci stiamo basando ugualmente su quella che è l'interpretazione più comunemente diffusa del corto bunueliano(e Luis Bunuel stesso era contrario all'interpretazione dei suoi film, come anche Kubrick o Lynch), posso dire che quest'ultimo era - almeno all'apparenza - molto più "forte" perché mostrava quelle che poi saranno le tematiche che Bunuel in seguito svilupperà, di chiare tendenze antiborghesi ed anticlericali e di quanto le istituzioni neghino l'Eros, schiacciato dalle convenzioni sociali.
Il film della Deren inolte presenta un filo conduttore molto più stabile, caratterizzato dalla ripetizione di un avvenimento: la donna che vede un uomo, lo insegue, ma non lo raggiunge. Forse qui si potrebbe intravedere anche la lotta femminista: la donna è in costante competizione con l'uomo per ottenere i suoi stessi diritti(ricordiamoci che siamo nel '43!), ma, dinanzi al fallimento, non trova altra scelta che eliminarsi. Sarebbe un messaggio molto pessimista se così fosse...
Ad ogni modo quella scena ripetuta più volte rende il film non più comprensibile del cane andaluso, ma certo più semplice da seguire: ricordiamoci poi che il cane andaluso è molto più visionario ed ha alcune scene dall'impatto emotivo molto forte sullo spettatore.
Inoltre quella scena ripetuta mi ricorda molto una de "Il fascino discreto della borghesia", dove la classe borghese(interpretata da 6 attori)è vista camminare lungo una strada: anche questa scena si ripete più volte nel corso del film ed è stata oggetto di svariate analisi critiche, quando Bunuel - alla faccia di tutti - disse di non avere in mente alcun significato preciso!
Che si sia ispirato a "Meshes of the afternoon" per questa scena?
Quel che mi sembra evidente è che Lynch ne abbia tratto ispirazione per qualcuno dei suoi film, specialmente per Mulholland Drive.
Insomma, sia "Un chien andalou" che il meno famoso "Meshes of the afternoon" rappresentano dei capolavori assoluti del cinema surrealista e, anche se in modi differenti, suscitano entrambi delle emozioni forti nello spettatore, come dopo ci riuscirà soltanto Lynch.
Se amate questo genere di film non potete permettervi di perdere questo film, altrimenti fatene a meno, soprattutto se non amate i film apparentemente incoerenti e senza un esplicito messaggio o una trama lineare, beh, evitatelo. E' pura Arte, ma non è arte spensierata o semplice da accettare. Solo per pochi.

4 risposte al commento
Ultima risposta 04/05/2010 19.32.11
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  16/03/2010 18:18:22
   9 / 10
Fantastico questo corto della Deren,personaggio incredibilmente interessante e a cui tanti registi devono molto, probabilmente anche il buon vecchio David (Lynch).
Surrealismo che ha ispirato molti,ma che al contempo attinge a piene mani da Un chien andalou (e a chi,sennò) e,da quel che ho sentito,ad un certo cinema di Keaton che conosco solo di nome,ahimè.
Se sia un allegoria del suicidio,dell'amore (dico questa) o semplicemente un esercizio stilistico,è comunque riuscito bene.
Bellissimo quando lei si perde nelle scale,ma anche la figura con il vetro ha il suo fascino incredibile...
All'avanguardia per quegli anni,il tempo non ha diminuito la sua potenza visiva. Le musiche,aggiunte successivamente dall'allora compagno della regista,sono snervanti e affascinanti.
Preferisco il Cane di Bunuel,ma è vero che è un esperimento da vedere.

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Ultima risposta 12/04/2010 15.10.38
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Gabo Viola  @  15/03/2010 17:34:54
   10 / 10
Il capolavoro del cinema surrealista, anche i ponti di Apollinaire impallidiscono davanti alla potenza visiva di Meshes. Veri e propri pannelli di sogno, incasellati l'uno dentro l'altro, con una struttura a "carciofo" o "matriosca". La
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Ultima risposta 16/03/2010 18.08.53
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bulldog  @  01/03/2010 18:58:46
   8 / 10
Si può collocare a metà strada tra il Caligari di Wiene,il cinema di B.Keaton e 'Un chien andalou' di Bunuel.
Surrealista ed espressionista dunque,colmo di simbolismi e metafore,smarrisce e confonde lo spettatore grazie anche all'aiuto di splendide musiche del giapponese Teiji Ito.
Onirico.

5 risposte al commento
Ultima risposta 15/03/2010 19.21.50
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DarkRareMirko  @  03/11/2008 06:32:36
   10 / 10
Fantastico primo tra tre cortometraggi (tra l'altro l'unico dei tre in qui è presente una certa colonna sonora, tra l'altro aggiunta postuma) estremamente weird che sono senza giri di parole tre grandissimi capolavori della storia del cinema; purtroppo non son famosissimi, ma ad ogni modo si tratta di lavori ampiamente studiati su libri e manuali di cinema e, diciamo, anche il caro vecchio Lynch (soprattutto per quanto riguarda Mulholland Drive, che in molte sue parti omaggia e deve molto a questo Meshes of the afternoon) deve molto a questa Maya Deren, che il grande Brakhage chiamava "la madre di tutti noi".


Qui eprò, per questi 3 fantastici corti, ci vuole una bella analisi, eh:
In sostanza qui la stessa Deren (che oltre che dirigere superbamente, recita pure, e lo fà anche bene) altro non fà che sognare.
Sogna un sogno prima di morire, SPOILER 1


Sostanzialmente la Deren si assopisce sulla poltrona rappresentata on screen e muore schiantata sotto al lampadario che le crolla purtroppo giusto sulla sua testa (i vetri rotti creati dal botto tra l'altro moltiplicano la sua figura dal momento che quest'ultima ci si specchia dentro); nel frattemo però lei (molto bella come donna tra l'altro) produce una fuga psichica (altro tema Lynchiano), tentando di sfuggire giustappunto alla morte (rappresentata nel corto dalla donna coi fiori con lo specchio al posto del volto), ma l'unica via di salvezza che ha una persona che stà per morire di non raggiungere quest'ultima triste fine è per l'appunto il ripetersi, il ripetere il sè stesso già avvenuto, dato che il futuro sfugge sempre più.


La chiave rappresentata on screen SPOILER 2, è un segnale del passaggio verso il risveglio, ovvero è la morte, è il coltello, dato che la vita sopravviveva solo nel sogno.
L'uomo col mazzo di fiori, oltre a rappresentare la morte, è l'ombra dell'amante atteso ma sempre arrivato purtroppo in ritardo, amante che infatti aprendo la porta con la chiave giungerà solamente alla fine del corto, per assitere al risveglio/disvelamento/morte sotto ai vetri infranti (SPOILER 3), amante sognato inutilmente in un ultimo tentativo di consolare i sensi stravolti dalla vertigine del vuoto postmortem che ci attende tutti.


Ma anche l'amante inquadrato nel letto è sogno ed è anch'esso specchio, cioè morte; di lui però resta un buco perché la Deren ne colpisce l'immagine e la rompe; lui non è lì, è letteralmente uno specchio...
La lama stessa del coltello è riflettente, e dietro lo specchio sono presenti il mare, la libido irraggiungibile, verso il quale oltretutto si dirigeva la morte, donna velata, girando l'angolo all'inizio. sesso e morte, fine del cerchio.


Tornando all'analisi del corto, c'è da dire che la regia è assolutamente superlativa, da lasciare attoniti, da far invidia anche ad Orson Welles; è capace di sfruttare al meglio spazi minimi, facendoli trasformare in abissi senza uscita.

Tutto questo con una mdp davvero da due lire...

Non male, eh?


Ringrazio l'amico Filippo "System Shocko", senza il quale non avrei mai saputo commentare ne sapere l'esistenza di questi fantastici 3 cortometraggi, che straconsiglio di cuore a tutti; li trovate anche su Ubuweb e su Youtube.

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Ultima risposta 09/09/2010 13.35.16
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