Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
In certi punti è di una bellezza straordinaria, ma sembra non sappia dove andare a parare e annoia inevitabilmente. Straordinaria, come sempre, la Miyazaki. Finale illuminante, tuttavia.
Un killer in fuga e una ragazzina rimasta orfana,due yakuza sulle tracce del fuggitivo,luoghi malinconici,cupi,avvolgono personaggi senza sorriso pronti ad affrontare un destino che non può essere riscritto.Dramma e commedia,sangue e lacrime in questo “Loved Gun”,girato meravigliosamente senza mai scadere in uno sgradevole autocompiacimento.Lo stile adottato impressiona e imprime una forte connotazione personale da parte del regista,incline ad un’enunciazione figurativa ricercata,in cui a esistenze tragicamente segnate da eventi sanguinosi si affianca una poetica romantica, spesso riscontrabile nella filmografia orientale. Splendida l’idea dei proiettili colorati,simboleggianti lo stato d’animo di coloro che sparano,come delicato è l’utilizzo di alcune impressioni per riprodurre i fatti salienti di una storia di violenza,in cui non si eccede mai nei toni,preferendo un approccio più intimista ed elegante. Un film che stecca solamente nella gestione dei tempi,quelli tipici di certa filmografia giapponese,molto statici e dilatati,solitamente imprescindibili per analizzare le vicende e comprenderne meglio la sfumature attraverso uno sguardo,un gesto,una frase.Purtroppo Kensaku Watanabe non riesce a riempire i suoi silenzi,le sue riflessioni, a donar loro significati come si converrebbe,tutto rimane molto ancorato in profondità,dando così adito ad una rappresentazione fin troppo algida.Il potenziale dei personaggi è quindi più volte represso,inabilitato ad esplodere,imprigionato in scene eccessivamente inerti.Molto bella la colonna sonora,alla tradizionale musica classica o al pianoforte sono preferiti brani elettronici malinconicamente crepuscolari,ad evidenziare ancora di più l’originalità di un autore che riesce ad un’unire una controllata sperimentazione con soggetti intriganti. Peccato per l’analisi un po’ diluita e coinvolgente solo a sprazzi.
Un film di indubbio fascino, ma che non è riuscito a convincermi pienamente.. La storia, un misto di thriller-grottesco-noir, non colpisce a fondo lo spettatore, e si ha sempre la sensazione che i personaggi agiscano in maniera incerta o confusionaria..
Suggestive alcune idee (colore dei proiettili che indicano lo stato d'animo di chi spara), ma il messaggio di fondo non è molto chiaro..secondo me si poteva fare molto di più..
Affascinante e poetico,leggendo i commenti mi aspettavo un film noioso, invece non l'ho trovato per niente pesante. In certi punti però è poco chiaro e alla fine del film sei soddisfatto ma un pò disorientato.
Magnifiche intuizione visive per questo film che farà la gioia degli amanti del tipico humor parossistico giapponese. L'unico problema un ritmo discontinuo che si risveglia spesso e bene, ma che comunque pecca in alcune parti un po' diluite. Belli i virtuosismi di ripresa, mai gratuiti e prevedibili...
Il trionfo del crepuscolo. Già dalla prima scena si può assaporare l'atmosfera di Loved Gun, sempre velata da una leggera foschia, che riesce a donare alle immagini un'espressività del tutto particolare (Mi ha ricordato Ley Lines di Miike). Qua siamo di fronte ad un grande lavoro di regia: inquadrature straodinarie e immagini di grande effetto sono gradite costanti durante l'intera visione, il tutto contornato da una storia armoniosa ma nel qualtempo insolita, piena di poesia. Un film non facile da digerire, perlomeno se non si è abituati ai canoni orientali (e, più in particolare, giapponesi). Mi sento di consigliarlo.
Veramente un ottimo film, ringrazio l'inquilino del piano di sotto per avermelo fatto conoscere!! Watanabe Kensaku riesce a costruire una storia appassionante incentrata sul casuale incontro tra una ragazza e un killer professionista. Il parallelo sviluppo delle loro vite e raccontato con maestria dal regista il quale dimostra, supportato anche da un ottima fotografia e da una malinconica colonna sonora, di poter descrivere scene di violenza e drammatiche svariando dal freddo realismo alla compassione per i protagonisti sconfinando a volte nella comicità della situazione. Il tutto nella maniera delicata tipica della filmografia orientale.
Intenso e violento, come un quadro di Van Gogh. Loved Gun stesso si autodefinisce tale ( l''affermazione è comprensibile solo dopo la visione :) )....Poesia e violenza: un binomio che solo il cinema orientale è in grado di rappresentare con tanta eleganza... Musiche ottime, una regia, quella di Watanabe Kensaku, che mi ha colpito profondamente... Un grande film di notevole spessura... Atmosfere cupe e romanticismo; "freddezza estetica" e la poesia pulsante di tante scene, forte se non estrema la ricerca estetica in ogni ambito da parte di Watanabe, dalla regia aggraziata e aggressiva alla fotografia splendida sul blu... Bellissimo...
film geniale con scene cariche di emozioni, poetiche e surreali
"il colore di un proiettile dipende dalle emozioni che prova la persona che lo spara... metallo scuro per chi non prova emozioni, blu per chi è triste, nero per le persone sopraffatte dall'odio e giallo per chi ha paura....poi c'è il proiettile rosso...mi chiedo che tipo di sentimenti si debbano provare per spararne uno cosi"
loved gun è una perfetta sintesi del cinema giapponese moderno