l'ora del lupo regia di Ingmar Bergman Svezia 1968
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l'ora del lupo (1968)

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locandina del film L'ORA DEL LUPO

Titolo Originale: VARGTIMMEN

RegiaIngmar Bergman

InterpretiMax von Sydow, Liv Ullmann, Gertrud Fridh, Georg Rydeberg, Erland Josephson, Naima Wifstrand, Ulf Johansson, Gudrun Brost, Bertil Anderberg, Ingrid Thulin, Agda Helin, Lenn Hjortzberg, Mikael Rundquist, Mona Seilitz, Folke Sundquist

Durata: h 1.30
NazionalitàSvezia 1968
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1968

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Trama del film L'ora del lupo

Il pittore Johan Borg e sua moglie Alma vivono su un'isola. L'uomo è tormentato da incubi che dipinge su un quaderno. Invitati a cena nel castello del barone Von Merkens, padrone dell'isola, Alma scopre che i commensali sono gli stessi mostruosi soggetti ritratti dal marito.

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Voto Visitatori:   8,11 / 10 (40 voti)8,11Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su L'ora del lupo, 40 opinioni inserite

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Romi  @  28/06/2018 23:27:38
   9 / 10
Non e' un film facile, molto surrealistico e all'avangiardia per il suo tempo. I temi cari al regista ci sono tutti: la fragilita' dell'uomo, l'incapacita' nel controllare le pulsioni dell'inconscio, la solitudine, l'amore non corrisposto, l'incomunicabilita', la tendenza alla depressione che, forse, piu' deli altri vi sprofondano. E' un film estremamente visionario, in bilico tra incubi e realta' fino a confondersi. Guardare questo film e' come correre dentro un tunnel buio, in fuga dalle nostre peggiori paure, angosce...senza mai vedere la luce. Forse solo Bergman poteva descrivere attraverso le immagini l'effetto devastante della mente (malata) sull'uomo.

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BlueBlaster  @  18/11/2015 01:13:52
   6 / 10
Grande tecnica di Ingmar Bergman, fotografia di alto livello e un Max von Sydow molto espressivo...la sceneggiatura punta in alto, troppo per miei gusti!
Un horror (solo in senso lato del termine) psicologico e drammatico giocato su suggestioni e oniricità.
Alcune sequenze sono squisite da vedere ma il ritmo soporifero, i dialoghi filosofici, la recitazione teatrale ed allucinata ne fanno un'opera non per tutti ed io per primo mi pongo in questa piccola e coraggiosa fazione :)
Non l'ho gradito e non so se mi capiterà ancora di visionare un film di Ingmar Bergman.

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Ultima risposta 18/11/2015 09.52.36
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GianniArshavin  @  13/10/2015 15:08:04
   9 / 10
Al momento fra i tanti capolavori che costellano la filmografia di Bergman il mio preferito è uno dei suoi lavori meno noti , ossia L'ora del lupo,che nella mia classifica personale metto anche davanti a pezzi da 90 come Il settimo sigillo e Il posto delle fragole.

L'ora del lupo è un dramma che affonda spesso nell'horror, un'opera ambientata su un'isola desolata e sperduta dove avrà vita una vicenda fra realtà e follia davvero straniante e dalla forte connotazione allegorica.
La storia è alquanto ermetica e metaforica, viene spiegato pochissimo di quello che si vede e l'atmosfera spettrale e rarefatta non aiutano in tal senso. Comunque sia questo ermetismo e quest'alone di mistero che avvolgono il racconto rendono lo stesso più affascinante e spingono chi guarda a cercare risposte a visione conclusa.

Come detto l'impronta horror è palese,e le situazioni surreali a limite dell'inquietudine aumentano a dismisura il senso di disagio già presente. Tutta la fase della seconda visita al castello è un capolavoro di cinema, una lezione di eleganza e maestria assoluta , un trattato su come alienare e inquietare il pubblico senza mostri e sangue. Proprio le scene più contorte sono state chiaramente fonte d'ispirazione per moderni maestri del disagio come Lynch e Von Trier,che hanno attinto a piene mani da questa pellicola incredibile.

Tecnicamente si rasenta la perfezione,ed il ritmo è molto più scorrevole rispetto ad altri film del regista. Grande lavoro anche da parte di tutto il cast , da uno spaesato ed enigmatico Von Sydow alla smunta ma ternace Ullmann,senza dimenticare tutti gli interpreti secondari che caratterizzano al meglio i sinistri "abitanti" dell'isola.

Dunque un prodotto di levatura assoluta, ambiguo e dai criptici significati che però riesce ad ammaliare nel suo mix di contenuti,dramma e orrore. Una pietra miliare da riscoprire.

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Ultima risposta 09/02/2016 20.38.18
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ferzbox  @  27/08/2015 18:45:10
   8½ / 10
Fiuuu....che diavolo di film questo di Bergman; non sono sconosciuto alla sua regia, avevo visto altre opere, quindi ero abbastanza consapevole di cosa stavo per vedere, però certo, questa pellicola è un incubo ad occhi aperti.....
Qui si assaporano le paure del passato, si affrontano gli scheletri nell'armadio, si concretizzano in forma fisica i demoni dell'inconscio, "L'ombra del lupo" è un viaggio nell'isolamento umano, una metafora grottesca che rappresenta la caduta nei baratri della mente, un confronto tra razionalità e follia, il soffocamento dell'amore per mano del crudele destino, la mancata fiducia e autostima con conseguenze annesse....un incubo vero, fatto di deliri e insicurezze, cupo, ambiguo, disagevole, inquietante e visionario....
Molte cose mi sono arrivate ad urto, altre ho cercato di assimilarle con i miei ragionamenti e pensieri, ma non si tratta di un film da vedere una volta sola, è una di quelle pellicole che bisogna rivedere più volte per poterne cogliere le diverse sfumature, i significati nascosti.....
Ammirevole tecnicamente, ottimi utilizzi delle luci, splendidi attori, curiosa impostazione teatrale(bhè, Bergman si sa...) e magnifica interazione con il pubblico, sopratutto evidente nei monologhi della moglie del pittore interpretata da Liv Ullmann......
Notevole....e concordo sulla scena del fiammifero citata da altri utenti....stupenda....e non solo quella, alcuni primi piani sono splendidi, nonchè la carrellata circolare durante il pranzo al castello.....impeccabile...
Un opera di grande intensità che azzarda ad entrare nella follia umana come un pittore azzarda a riportare su tela ciò che vede.....

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Ultima risposta 22/09/2015 08.31.26
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zerimor  @  28/03/2015 20:48:07
   10 / 10
Uno dei miei film preferiti in assoluto.
Visto in una notte d'inverno, al buio.
Disperazione, angoscia, solitudine, inquietudine. Tutti stati d'animo sinergici che affluiscono nella mente umana man mano che la pellicola scorre.
E con lo scorrere di quest'ultima cresce sempre più la consapevolezza che Bergman ha saputo tirar fuori dal cilindro una meraviglia.
Una meraviglia splendente nelle ombre del terrore.

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Ultima risposta 01/04/2015 12.58.38
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steven23  @  09/09/2013 21:01:54
   9½ / 10
Mmh, non saprei proprio da dove cominciare. Anzi, su una cosa non credo di avere il minimo dubbio, il film mi ha inquietato... e anche parecchio. Andando a memoria non ricordo un'altra pellicola che sia riuscita a mettermi addosso una sensazione simile o meglio, ce ne sono alcune, ma non l'hanno fatto con la stessa intensità di questa. Forse "Che fine ha fatto Baby Jane" poteva vantare un'atmosfera che fosse perlomeno paragonabile a questa, perchè i vari cult tipo Shining, L'esorcista e simili assolutamente no pur essendo Horror veri e propri.
Questa è una vera e proprio discesa senza ritorno negli abissi della mente di un uomo, Johan Borg, un viaggio allucinante tra incubi spaventosi e incontri che definire bizzarri mi sembra un semplice eufemismo.
Che dire sulla regia. Si tratta del primo film di Bergman che mi guardo e beh, già a partire dalla prima scena, quel lungo primo piano della Ullman che narra le vicende è un qualcosa di fantastico. Per non parlare di innumerevoli inquadrature successive, credo uno dei motivi principali per cui il film mi abbia colpito in maniera così forte. Tra quelle che ritraggono visi e dettagli dei due protagonisti, volti in ombra accompagnati solamente dalle voci e l'intera cena al castello di Von Merkens c'è da uscirne praticamente incantati e inquietati.
Lascio per ultimi gli interpreti, anche se non certo per ordine d'importanza. Tralasciando i personaggi "secondari" le sole performance di Max Von Sydow e di Liv Ullmann farebbero impallidire quelle della gran parte di coppie protagoniste che abbiano preso parte a un film che contenga almeno una piccola traccia di orrore. E sia chiaro, qui ce n'è ben più di una piccola traccia. Comunque, per tornare ai due attori, in una parola direi stratosferici. Per non parlare dei dialoghi e delle singole battute, alcune memorabili e di grandissimo effetto. Me ne vengono in mente parecchie, su tutte Borg che parla dello scorrere del tempo. Quell'attesa e quel suo tono cupo, unito a un'inquadratura di profilo illuminata da una singola lampada con dietro la moglie intenta a rammendare non so cosa è sensazionale.
Senza dubbio un grandissimo film che, da parte mia, merita almeno un'altra visione per essere compreso al meglio. Perfezione quasi totale!!

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Ultima risposta 05/04/2014 21.10.37
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  14/11/2007 00:11:32
   8½ / 10
Bigio
Ermetico
Raggelante
Greve
Mnesico
Atroce
Nebuloso

Strabiliante opera che, allo stesso tempo, attrae e inquieta.
Il legame quasi morboso tra due amanti si rivela così profondo, da rendere l'una compartecipe dei disturbi psichici, delle fobie, delle visioni e dei tormenti dell'altro. Si tratta di una storia d'amore al limite della patologia, in cui l'empatia è cosi profonda e ed esasperata da determinare una sorta di immedesimazione, di identificazione che porta la donna a vivere il mondo popolato dai fantasmi interiori del suo uomo, generati da atroci esperienze pregresse.
Sembra di asistere ad una persistente allucinazione, intervallata soltanto da sprazzi sporadici di coscienza in cui affiorano la fragilità e lo sgomento di un uomo provato dal suo passato.
Non esistono "isole" felici: neanche una straordinaria relazione amorosa rende immuni e protetti.
Registi come Tarkovskji e Lynch sono stati sicuramente influenzati dal maestro svedese, e questa pellicola ne è la dimostrazione.

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Ultima risposta 14/11/2007 11.43.24
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Ch.Chaplin  @  04/08/2007 02:11:08
   9 / 10
grandissimo..fa accapponare la pelle in alcuni punti..ma bergman non mi stupisce mai, rimane sempre uno dei + grandi registi di sempre..peccato se ne sia andato...

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Ultima risposta 09/11/2007 09.16.25
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Beefheart  @  24/04/2007 16:03:20
   7 / 10
Drammone visionario e surreale cento per cento Bergman.
Un pittore alienato ed ossessionato dal buio si ritira, con la moglie, a vivere su un'isola remota in cerca di quiete ed equilibrio. Quì però si imbatte in una compagnia di isolani nobili castellani, crudeli e decadenti, che lo scherniscono ed attaccano, provocando in lui un'amplificazione delle stesse paure dalle quali scappava. Alla fine, nonostante l'aiuto e la vicinanza della moglie, le conseguenze saranno tragiche.
Il film insiste con la riflessione sul legame di coppia che talvolta, se fondato e motivato, può portare ad una vera e propria simbiosi tra i due individui che arrivano così a condividere le stesse piacevoli o angoscianti emozioni. In tal senso la sensazione è resa assai bene a suon di azzeccate musiche gravose, austera essenzialità, estrema pulizia fotografica ed intensa, febbrile, recitazione dei protagonisti (von Sydow ed Ullmann) ai quali fanno da corollario la consueta varietà di personaggi e situazioni di felliniana bizzarria. Certamente non leggerissimo ma, senz'altro, meritevole. A mio avviso uno dei migliori film del regista.

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Ultima risposta 21/05/2007 10.50.17
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ds1hm  @  05/12/2006 15:11:08
   10 / 10
un grande, grandissimo film di Bergman.
pura follia, pura analisi interiore, tra i film più singolari ed atipici che abbia mai visto.
la teatralità del Settimo sigillo è del tutto scomparsa, le figure de Il volto ritornano nel loro aspetto morboso, patologico mentre si è del tutto in apparenza distanti dall'approccio psico-religioso di Come in uno specchio.
film bellissimo, con quella sensazione di essere incompleto, vicino a quel concetto verso il quale il cinema dovrebbe a parer mio tendere sempre di più, a quell'idea di un film senza fine, volutamente senza limiti se non quelli dello spettatore, un cinema incline ad una sospensione mentale che innesti analisi, paura, ossia che produca in chi osserva soltanto ciò che si guarda. "se due persone che vivono insieme finiscono per somigliarsi" allora Bergman pretende che chi guarda un film deve per forza compenetrarsi in esso.
Arte che non si poneva il problema della sua stessa comprensione, e per questo si prova la piena sensazione di aver visto un film unico, libero.
il tema del doppio è analizzato in maniera stupenda, come in Persona si è proiettati verso la pura sperimentazione.
da acoltare il doppiaggio (era una vera e propria arte), per non parlare della fotografia del grande Nykvist che con i suoi giochi di luci ed ombre rende quei volti assolutamente straordinari nella loro efficacia visiva. la scena della cena nel castello è un esempio di arte del montaggio (Ulla Ryghe) e mi ricorda qualcosa dell'8 1/2 felliniano. l'incontro col bambino sulla scogliera farò fatica a dimenticarlo per i prossimi venti o trent'anni. Ullman in stato di grazia, a volte bambina, a volte donna, sempre bellissima.
"L'ora del lupo, l'ora in cui molta gente muore e molti bambini nascono... e quando gli incubi ci assalgono.... e se restiamo svegli abbiamo solo paura"....Il posto delle fragole è lontano anni luce. non c'è alcun dubbio sull'inesistenza di Dio, sull'incompletezza dell'uomo, della sua inutile capacità di essere e di voler essere, di pensare e di capire.
La psiche è indipendente dal suo stesso cervello, e ci annienta. ARTE.

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Ultima risposta 19/12/2006 18.32.44
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Crimson  @  17/01/2006 21:59:18
   9 / 10
Uno dei numerosissimi capolavori del regista, girato quasi in contemporanea con un altro film eccellente, figlio di uno sperimentalismo puro, come "Persona" (entrambi tra l'altro sono stati girati sull'isola di Faro, così come "Come in uno specchio").
Un capolavoro innanzitutto perchè secondo me al pari di "Persona" è un film che riesce a penetrare nei meandri più nascosti della psiche in modo lucido, efficace, profondo. Inoltre è un film offre la possibilità di riflettere su altri temi (o almeno così è stato per me).
Scrivere che è un film sui sensi di colpa e il loro potere devastante sarebbe davvero riduttivo; non tutto avviene in modo semplice, e come in molte altre circostanze il regista non giunge a conclusioni definitive, e in particolar modo l'analisi finale di Alma può essere letta tranquillamente in modo diverso (le ultimissime parole e il gesto che fà non possono essere rimossi.
"E' vero che due persone dopo che vivono per molti anni insieme finiscono per assomigliarsi?" questo interrogativo compare per almeno tre volte nel film, ed è di grande fascino sia per l'evolversi della storia che per come dà adito ad una ulteriore riflessione in sè riguardo il rapporto di coppia, tema caro al regista. Dopo aver visto il film per la prima volta questo aspetto non era emerso in modo particolare, mentre dopo la seconda visione ha assunto maggior valore nelle mie analisi. Dal principio infatti mi ero soffermato quasi unicamente sulla relazione "scandalosa" che Johan ha avuto in passato e che certamente ha avuto un ruolo determinante ai fini della storia. Non credo che sia possibile trarne delle conclusioni definitive, come per tutto il film del resto. Se la vicenda di "Persona" nel finale diventa limpida, qui ci troviamo difronte ad un film maggiormente ambiguo, basato su contrapposizioni con le quali al regista sembra piaccia "giocare" (giorno/notte, mondo reale/mondo irreale, tutto/ nulla - e in merito al tutto o nulla è emblematico il paragone che sorge tra Johan e la vicenda che ha per protagonista il personaggio principale del 'Flauto Magico' di Mozart, in una delle scene più belle e intense del film).
Circa Johan e Alma non posso soffermarmi ulteriormente per non svelare troppo, mi limito a riflettere come siano due persone fragili, instabili. Mi piace sottolineare come il personaggio che assume maggior significato è quello della signora Vogler, naturalmente per la sua (involontaria) destabilizzazione devastante che l'accompagna.
Questo film ha anche delle caratteristiche di un horror, perchè no: al di là di alcune scene di horror puro (come la vecchia col cappello...) non credo sia sbagliato poterlo definire in generale come un horror psicologico. Oltretutto i "mangiatori di uomini" sono davvero inquietanti.
Grazie Italia per averci privato di questo capolavoro in modo infame.
E grazie davvero al ragazzo (bè, ragazzo..vecchiazzo semmai..) che ha messo in giro la versione italiana del film (sai chi sei); spero che possano vederla in molti, anzi moltissimi perchè questo film merita.

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Ultima risposta 26/08/2009 16.20.05
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