Un ispettore ferisce a morte un giovane di colore e la notizia provoca una violenta rivolta nella periferia di Parigi. Vinz, Hubert e Sai vagabandona per la città alla ricerca di un pretesto qualsiasi per scatenare la loro disperazione, la violenza, l'odio.
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Non trovo le parole per descrivere questo titolo... "L'odio" è una macchina perfetta creata per narrare allo spettatore "la storia di una società che precipita da un palazzo di 50 piani (...) ma il problema non è la caduta...E' l'atterraggio." Caratterizzato da ottime interpretazioni e regia eccellente, questo film rappresenta uno dei prodotti migliori della cinematografia europea degli anni '90. E' interessantissimo analizzare i simbolismi con cui gioca Kassovitz (mi dispiace per lo zio ma "la bellezza del film NON viene SOLO dalla storia"): ad esempio la mucca, che viene avvistata di frequente ma solo da Vinz, rappresenta l'assurdità di un pensiero focalizzato nella mente del solo Cassel ("Uccidere un PS cambierà le cose")...Oppure l'aneddoto raccontato dal vecchio (riportato qui sotto da KrOnk) descrive minuziosamente la psicologia dei personaggi (essi hanno vergogna a tirarsi indietro - lasciare cadere i pantaloni - e per questo rischieranno di "morire di freddo"...) INDIMENTICABILE!