l'infernale quinlan regia di Orson Welles USA 1958
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l'infernale quinlan (1958)

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locandina del film L'INFERNALE QUINLAN

Titolo Originale: TOUCH OF EVIL

RegiaOrson Welles

InterpretiCharlton Heston, Janet Leigh, Orson Welles, Joseph Calleia, Akim Tamiroff, Joanna Cook Moore, Marlene Dietrich, Zsa Zsa Gabor

Durata: h 1.35
NazionalitàUSA 1958
Generenoir
Tratto dal libro "L'infernale Quinland" di With Masterson
Al cinema nell'Agosto 1958

•  Altri film di Orson Welles

Trama del film L'infernale quinlan

In un paesino al confine tra Messico e Stati Uniti, un'automobile nella quale viaggiavano un uomo d'affari e una ballerina salta in aria. Sul caso indaga un poliziotto messicano della narcotici, Mike Vargas, che è sul luogo del delitto con sua moglie, e un poliziotto americano, il capitano Hank Quinlan. Vargas si rende conto che Quinlan non esita a fabbricare prove false pur di incastrare l'uomo che ritiene responsabile dell'attentato e decide di far passare la moglie di Vargas come implicata in un giro di orge e stupefacenti...

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Voto Visitatori:   8,83 / 10 (106 voti)8,83Grafico
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Voti e commenti su L'infernale quinlan, 106 opinioni inserite

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DogDayAfternoon  @  02/03/2018 13:32:19
   5½ / 10
Devo avere qualche problema con Orson Welles. Dopo aver provato 2-3 volte a vedere "Quarto potere" ancora non sono riuscito ad apprezzarlo completamente, e "L'infernale Quinlan" mi ha fatto un po' la stessa impressione: eccezionale e all'avanguardia dal punto di vista tecnico (sembra un film di almeno vent'anni dopo), ma in quanto a intrattenimento davvero molto scarso.

Un'infinità di personaggi che non fanno altro che creare confusione alla storia già di per sé complessa, complessità che poi porta inevitabilmente alla noia e alla pesantezza e a spegnere il televisore anzitempo.

Sono sicuro che sia un mio limite, ma noir come "La fiamma del peccato" tanto per citarne uno sono di tutt'altra pasta.

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Ultima risposta 26/08/2021 14.19.34
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Federico  @  13/03/2015 13:53:13
   9 / 10
poco da aggiungere a quanto ampiamente detto: un film che non dimostra gli anni che porta sul groppone grazie a una regia fantastica. Di Welles avevo già visto quarto potere che mi aveva preso molto meno (soprattutto la prima parte) e che mi riservo di votarlo dopo che avrò avuto la forza di rivederlo.
Questo "touch of evil" invece è decisamente più "abbordabile" e mi è piaciuto decisamente anche se non è mai facile giudicare un vecchio film perché è necessario (cosa non facile) cambiare i parametri di valutazione.

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Ultima risposta 15/03/2015 11.35.34
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ZanoDenis  @  25/08/2013 12:32:43
   9½ / 10
Mamma mia che film! Le basi del noir sono tutte qui, sono trattati temi veramente interessanti e ci sono atmosfere paurose, questo è il NOIR!
Ma poi che caratterizzazione favolosa hanno i personaggi di welles?

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Ultima risposta 25/08/2013 12.42.03
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david briar  @  13/12/2010 18:18:38
   7½ / 10
"L'infernale Quinlan" è un vecchio film in bianco e nero, il primo che vedo di questo regista e attore.
La maestria tecnica di Welles è indiscutibile: memorabile la sequenza iniziale, ad esempio ; ottimo è tutto il lavoro tecnico in generale sul prodotto, molto curato.
Tuttavia la storia ha sentito un po il passare degli anni, difatti visti oggi alcuni personaggi appaiono ridicoli e un po scontati, così come qualche battuta, molto prevedibile.
Perfetta la caratterizzazione del personaggio di Quinlan, fra l'altro interpretato dallo stesso Welles, bravissimo, ruba la scena al resto del cast, composto di attori celebri ma non particolarmente brillanti in quest'occasione.
Il ruolo del capitano è senza dubbio la cosa migliore della pellicola, il motore della vicenda e ciò che la rende coinvolgente, scorrevole, interessante e mai noiosa.
Buono il finale, la storia rappresenta un poliziotto in un certo senso "cattivo", tuttavia viene naturale provare più simpatia per lui che per qualunque altro personaggio, tutti a parte lui appaiono caricaturali e poco credibili, è più facile immedesimarsi in Hank Quinlan.
Nonostante le scene vistosamente forzate presenti, nel complesso è un buon prodotto, senza urlare al capolavoro.
Rimane però fra i film più sopravvalutati della storia del cinema.

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Ultima risposta 29/04/2016 22.22.42
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pinhead88  @  24/08/2010 15:53:49
   7 / 10
Probabilmente una delle pellicole più sopravvalutate della storia del cinema e della filmografia di Welles. dotato di grandi virtuosismi tecnici, si dimostra comunque un noir avvincente ed originale che tiene incollati alla poltrona, ma fin troppo teatrale ed enfatico nei dialoghi, risultando a volte stucchevole per quello che rappresenta. Inutile dire che l'arma vincente di tutto il film è la figura spietata del capitano Quinlan, ma il faccione bonario di Welles fa fatica a caratterizzarlo nel migliore dei modi, risultando così sempre poco convincente. personalmente non lo metterei mai a fianco di perle quali "La fiamma del peccato" o "Il grande caldo", noir immortali e capolavori assoluti.
Oggettivamente può essere considerata un'opera di grande impatto, ma aldilà della figura imponente di Quinlan e il classico sfoggio di abilità tecniche, mi è rimasto molto poco di questo film.
Simpatico il cameo della Dietrich, con frase finale molto azzeccata.

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Ultima risposta 24/08/2010 18.19.08
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JOKER1926  @  28/12/2009 20:41:45
   7 / 10
Noir molto importante e famoso della regia Orson Welles è "L'infernale Quinlan"; attori in grande spolvero, fotografia bellissima, grandi ambientazioni e affascinante scenografia; ecco un preambolo circa la pellicola americana del 1958 praticamente ineccepibile sul piano prettamente tecnico.

"L'infernale Quinlan" è dunque lo scontro fra giustizia e cinismo, la regia rafforza, espone tale concetto attraverso una serie quasi perfetta di dialoghi e soprattutto grazie alle prestazioni di Orson Welles, Charlton Heston e Janet Leigh.
Due poliziotti (Quinlan e Vargas) scanditi da una bellissima fotografia si imbatteranno con un mondo fatto di illegalità e di violenza, il primo determinato e "rozzo" si affida all'intuito (vedere il dialogo terminale della pellicola) e quindi da un semplice "impulso" istintivo nasce la condanna!
Il secondo è un poliziotto della narcotici calato nell'amara e insopportabile lotta contro il crimine così imponente da allearsi anche con la polizia generando l'impensabile.
Insomma la regia propone una sceneggiatura davvero compatta e con pochissime ma quasi inevitabile forzature come il cronico "isolamento" della moglie di Vargas nell'albergo; ma oltre ciò è doveroso apprezzare e quindi lodare Welles per l'introspezione circa i protagonisti, specialmente quella di Quinlan.
L' "infernale" poliziotto infranto dalla morte della moglie (uccisa) risponde con odio e rancore alla società e con i suoi metodi (sicuramente discutibili) cerca di "raschiare" (a suo piacimento e a sua comodità) criminali e presunti tali; insomma grande analisi caratteriale/comportamentale della regia che naviga, o meglio lascia "penetrare" lo spettatore nella mente del personaggio; certo la trasposizione in scena di Quinlan è caratteristica anche se a tratti tale icona inesorabilmente cade nell'enfasi e nell'esagerazione ma questa "amplificazione" non è un difetto oggettivo.
Il finale molto movimentato e drammatico sigilla in modo egregio questo Noir scandito da ottima tecnica cinematografica e da un notevole e accuratissimo lavoro musicale.

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Ultima risposta 01/02/2010 18.28.31
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  24/02/2009 14:25:58
   6 / 10
Mah, ci sono delle cose molto curate e davvero ben realizzate, ma qualcosa non mi convince. Forse il grassissimo polizziotto o forse l'ambientazione messicana o magari la storia, troppo veloce e senza tensione. Preferisco "Quarto potere" ma ammetto che il bianco e nero, molto più nero che bianco, è davvero presente e determinante come anche folli riprese continue come quella iniziale. Risultato mediocre secondo me, diciamo che in parte è bellissimo, dall'altra un pò ridicolo.

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Ultima risposta 19/03/2009 02.48.39
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  30/04/2008 16:21:22
   10 / 10
Capolavoro indimenticabile.
Il piano sequenza iniziale è ormai storia del cinema da vedere e rivedere. Così come le sequenze girate nel motel o la scena finale.
Un noir cupo magistralmente diretto ed interpretato da Orson Welles che ha ritagliato un ruolo marginale ma di forte fascino a Marlene Dietrich, che con il suo sguardo ipnotico sentenzierà al cupo Jack Quinlan: "Tu non hai futuro".
Imperdibile.

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Ultima risposta 30/05/2008 16.41.08
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  25/03/2008 20:28:31
   8½ / 10
E' il ritratto "shakespeariano" di un uomo, le cui cattive azioni derivano dall'odio e dalla rabbia originati dalla morte della moglie per mano di un delinquente mai catturato. La ricerca a tutti costi, da parte di Quinlan, di assicurare alla Giustizia soggetti anche solo marginalmente coinvolti in una situazione delittuosa coincide con la sua volontà inconscia di "eliminare" chiunque si presentasse ai suoi occhi come delinquente della stessa risma di colui che lo ha privato della persona più cara, secondo un meccanismo psicologico che porterà a risultati sempre vani e frustranti. Quinlan è, a modo suo, un grande uomo, votato sì ad azioni nefande e ingiuste, ma sempre mosso dall'eterno amore e dalla devozione incrollabile per la moglie. Quinlan è il paradigma vivente di come un uomo malvagio non è mai totalmente malvagio, e di come chi è buono può mutare in cattivo a cagione di infausti e intollerabili eventi (come la morte di un proprio congiunto) che possono facilmente destabilizzare la psiche di un uomo e farlo oscillare lungo la sottile linea tra il Bene e il Male, qui metaforicamente rappresentata frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti (mi chiedo quanto un film del genere abbia influito sulla produzione di un regista come Michael Mann).
Hanno fatto la storia del cinema alcuni primi-piani messi in atto da Welles, come quelli di Quinlan mentre assassina Joe Grandi, o quella dello stesso Grandi morto con la testa appoggiata penzoloni allo schienale del letto.

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Ultima risposta 08/04/2008 09.30.28
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  17/03/2008 12:01:09
   8½ / 10
L'Infernale Quinlan è un capolavoro della tecnica che si misura con un immenso piano sequenza (capacità che Welles ha sviluppato nel suo immortale capolavoro) iniziale e con atmosfere noir grandiose che si manifestano in un gioco di luci ed ombre come appunto si vede solo nei migliori noir. Io ammiro il cinema di Welles, ma più per la magia che mette in ogni film che per il messaggio in se e per se. Non sto a fare l'esegesi del film, se è barocco o meno anche perchè non me lo posso permettere, non studio cinema nonostante sia l'arte che ammiro di più.
Ma effettivamente ho notato che il personaggio di Quinlan è un cattivo con qualche incoerenza. Ha sempre intuizioni giuste, ma cerca di incastrare ugualmente in modo scorretto i colpevoli. Dal punto di visto psicologico (o forse dovremmo dire psicanalitico) avrebbe più senso che un fallito si abbassasse con ogni mezzuccio ad arricchire il suo curriculum a spese di qualche poveraccio. Anche in questo film Welles, afflitto dalla sua megalomania di rappresentare il male come entità astratta, costruisce un cattivo più ideale che reale. Heston in questo film è meno pesce lesso del solito, ma è decisamente improponibile come messicano, anche se da un film di Burton si capisce che fu imposto dalla produzione e non scelto da Orson che anzi era piuttosto perplesso . Io ho cmq un debole per i noir, e qui l'atmosfera creata è delle migliori che si siano mai viste sullo schermo. Dietrich perfetta dark lady.

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Ultima risposta 08/04/2008 11.25.59
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  21/02/2008 13:29:42
   10 / 10
A mio parere la più alta rappresentazione cinematografica del bene e del male, dal titolo "Touch of Evil" e dal primo minuto, non ho potuto far altro che pensare al famosissimo simbolo, un bianco e nero che Welles mischia vorticosamente e magistralmente con un continuo gioco di luci ed ombre, ok è un noir, ma che B/N ragazzi.
Tutta la pellicola del resto è una continua messa in opera di simbologie vertenti questo tema, Pancho di nero vestito in contrapposizione ad un bimbo in fasce bianche, il piccione e le sue uova (che Quinlan romperà cercando frettolosamente poi di "ripulirsi"), e gli onnipresenti, assidui, continui cambi di contrasto.
Insomma anche Stanley Kubrick ha avuto il suo maestro: Orson Welles, in una tematica come in "Arancia Meccanica" dove abbiamo un'istituzione, ipotetica rappresentazione del bene ed il singolo soggetto, il male.
Il riferimento a questo film per quanto riguarda Kubrick è per la scelta di mostrarci una realtà distorta, con un uso smodato del grandangolare.
Hank Quinlan non è poi tanto diverso da Foster Kane, "non riprenderò il distintivo finchè i cittadini non mi richiameranno" un personaggio agli antipodi della lealtà, inizialmente presentatoci nei primi piani più significativi, con un'ombra che letteralmente divide il viso, oscurandone l'altra metà, quella parte di personalità maledetta ed ambigua non visibile immediatamente agli altri.
Scelta non casuale il carattere del tutto simile allo zio Joe, entrambi arroganti, che non ascoltano mai quando gli si parla, che non ti fanno neanche finire.
Una grandissima lezione di tecnica, forse un pò di maniera ma ineccepibilmente all'avanguardia (avanti almeno di 40 anni), tecnicamente perfetto appunto, in poche parole, anche configuratamente parlando, un capolavoro.
Da ricordare l'incredibile piano sequenza iniziale di 3 minuti, tanti quanti quelli impostati sulla bomba, e la fine tra i rifiuti della città, tra i rifiuti che restano, che non sono mai stati portati via.

Debiti con "Riso amaro".

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Ultima risposta 08/05/2008 23.22.25
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  20/02/2008 22:56:56
   9 / 10
"Chi è che comanda? La legge o il poliziotto?" (cit.)


Ho avuto modo di rivedere dopo anni il capolavoro di Welles e il mio stato d'animo è attraversato da emozioni diverse. E' sempre un immenso apologo sulla corruzione del potere (e mi meraviglia vedere che pochi si soffermano sul "clan" di Quinlan, su quell'ambigua ammirazione che incute timore e inconscio desiderio di essere come lui, che non rende i "colleghi" meno colpevoli di lui) ma a tratti il virtuosismo tecnico sembra predominare su certe enfatizzazioni recitative che, col tempo, forse risultano eccessivamente sopra le righe.
Tuttavia è straordinaria la vena amara - il senso di fallimento di morte di sconfitta - che regna nella brutalità di Quinlan, un personaggio degno dei migliori noir letterari, e lasciano ancora a bocca aperta le innumerevoli trovate tecniche e stilistiche del Welles regista: l'aver introdotto il sottofilone della delinquenza giovanile (cfr. i nipoti del messicano Grandi) o la tematica razziale e la tossicodipendenza in un contesto classico è un'intuizione degna solo di un Genio.
Il pathos che reca il film ancora oggi è fuori discussione, appena smorzato da un finale dove le cose sembrano procedere troppo in fretta, almeno in fase di montaggio, quasi come le strane indagini dell'ineffabile capitano della polizia.
I fans di Psycho ritroveranno pane per i loro denti in un motel con tre anni di anticipo rispetto a Norman Bates, mentre il personaggio della Dietrich. la conturbante Tanya, è assolutamente funzionale al tema del film, rea di essere l'unica individualità fedele fino in fondo al protagonista, e in fin dei conti di comprendere la sua crudeltà: straordinaria.
Strepitoso il piano sequenza iniziale, dove la tensione è placata dalla tranquilla ruotine di una cittadina di confine, e assolutamente carismatica l'entrata di Welles, quasi un "ultracorpo" al quale molti devono rispetto, stima e una dose inesprimibile di timore

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Ultima risposta 22/02/2008 23.17.09
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Sestri Potente  @  14/02/2008 23:04:46
   7 / 10
Noir datato ma sempre avvincente, con Orson Welles nei panni di Quinlan, uno che nessuno vorrebbe incontrare nemmeno per farsi controllare la patente! La trama è abbastanza intricata e alcune sequenze sono pregevoli: soprattutto il "testacoda", ma nemmeno l'interrogatorio a casa di Sanchez è da sottovalutare.
Tutto sommato un buon film, anche se di km ne ha fatti davvero tanti!

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Ultima risposta 28/05/2008 22.36.48
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  30/01/2008 20:32:51
   9½ / 10
E il confronto arrivò...
"Quarto Potere", il film che fece il Cinema Grande.
"L'infernale Quinlan" che fece Welles Grande.
Non posso negare a me stesso che quello che ho provato nel vedere il primo no è neanche lontanamente paragonabile a quello che ho provato in questo, mi ha attratto e coinvolto di meno, ma non posso negare anche che questo mi è sembrato più personale, il Vero film di Orson Welles.
La sconcertante vicinanza fra Male e Bene, due estremi che tendono a toccarsi in nome di qualcosa di superiore: il Trionfo, la Gloria, il Potere.
Vargas e Quinlan, due volti della stessa medaglia separati da un Tempo che ha fatto da silente spettatore fino a quando il Cinema, arte subdola che fa l'eco alle mediocrità dell'Uomo, non ha deciso di appiattire le distanze temporali e guardare in faccia l'Uomo, ma anche se stesso per vedere se come Arte ha veramente senso.

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Ultima risposta 06/04/2008 20.27.32
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  08/01/2008 22:29:33
   7½ / 10
Cominciamo dalle cose positive. Prima di tutto il grande coraggio di Orson Welles ad accusare a livello istituzionale il suo stesso paese, cioè gli Stati Uniti. In questo film è un messicano che dà una lezione di rettitudine e onestà ad un disonesto e sbrigativo funzionario americano. Il messicano è ben vestito, di belle maniere, felicemente sposato; l’americano è sciatto, sgradevole, vizioso. Viene rovesciato il luogo comune che vede gli USA e gli americani più belli e superiori in istituzioni e maniere agli altri paesi. Volutamente non si concede alcun appiglio ottimistico finale. Già con “Quarto Potere” Welles aveva dato il via alla travagliata tradizione del cinema di denuncia civile americano, che porterà fino all’altro grande ciccione cineasta americano, cioè Michael Moore.
Inoltre c’è la grande perizia tecnica di Welles e ce ne dà subito un saggio virtuosistico nelle scene iniziali, in cui la cinepresa diventa una specie di disco volante che fluttua dal primissimo piano al campo lungo, alla panoramica, all’incrociarsi dei piani spaziali, in un continuo movimento. In seguito diventa tutto uno sfoggio di giochi di luce ed ombre, di riflessi negli specchi, di scorci arditi dal basso, di panoramiche su tetti e soffitti; in pratica una rincorsa a superare se stesso e la bravura dimostrata in QP.
Il Barocco è conosciuto come uno stile che abbonda in decorazioni non funzionali alla struttura dell’opera d’arte, uno sfoggio a volte fine a se stesso e, secondo me, questo è un film molto barocco. Tutto lo sforzo tecnico serve più che altro a creare una certa atmosfera “dark”, ma non riesce a far luce nell’animo dei personaggi. Queste figure discusse, complesse, imperiose, sregolate, anticonvenzionali come Kane e Quinlan rimangono dei misteri. A parte qualche vago cenno a fatti privati passati, non ci viene adeguatamente spiegato perché Quinlan si comporta in quella maniera. Qual è la molla profonda che lo porta a trasgredire le regole di comportamento etico? Da dove viene il suo schifo esistenziale? Sembra che indagando l’animo umano Welles arrivi ad un certo punto in cui un cartello di “No Trespassing” gli impedisca di andare. Questa debolezza era l’elemento centrale di QP, la grande forza di quel film; qui invece fa sentire tutto il suo peso limitante. Tanto più che Hitchcock sembra si sia preso la briga di fargli notare questo limite.
Quando accompagnano Vivien Leigh ad un motel, le spiegano che è un po’ in disuso perché non ci passa più l’autostrada. Ecco, mi sono detto, Welles si sta divertendo a citare Psyco. Poi quando ho visto quella macchietta nevrotica tutta mossette ho pensato: quella è una parodia di Norman Bates. Come sono rimasto interdetto quando ho visto gli anni di uscita dei due film! Allora ho capito che Hitchcock ha volutamente ripreso la scena del motel e del suo custode schizzato per dimostrare che si può benissimo penetrare nei recessi umani e farli vivere intensamente e emotivamente da parte dello spettatore, senza bisogno di tanti arzigogoli. Insomma una lezione che Hitchcock ha voluto dare ad un grande collega, riuscendolo a superare.
Un’appunto su Marlene Dietrich: bravissima, bellissima ma francamente inutile. In pratica recita solo se stessa, il suo mito – non mi sembra che abbia voluto recitare Tanya, la quale è comunque un personaggio non essenziale nel film.
Il mio giudizio personale è che A Touch of Evil è un film tecnicamente di prim’ordine, coraggioso nella sua denuncia, ma che non riesce a essere coerente, compatto e completo. Non è di quelli che rivedrei volentieri una seconda volta.

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Ultima risposta 22/02/2008 23.08.51
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  11/12/2007 13:00:55
   8 / 10
un grande noir, che purtroppo però fà sentire la sua età, non tanto nei contenuti estremamente attuali e ben sviluppati, piuttosto nella qualità della pellicola stessa!! grandissimo il personaggio di quinlan, caratterizzato da welles alla perfezione, rappresentazione della corruzione e della genialità! più monocorde invece vargas, un poliziotto dedito al suo lavoro fin troppo da risultare noioso!
incredibile la sequenza iniziale, da far spavento al miglior de palma!

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Ultima risposta 11/04/2008 19.25.18
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  22/11/2007 20:53:50
   9 / 10
L'estrema attualità di linguaggio di cui era dotato Welles, è davvero impressionante; un regista capace di compiere nel 1958 evoluzioni visive di tale portata, non è umano (e non mi riferisco solo al primo piano sequenza).
Non do' il massimo dei voti solo e unicamente per una sceneggiatura troppo frettolosa in alcuni snodi narrativi, ma per il resto Touch Of Evil rimane un pezzo di storia della settima arte.

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Ultima risposta 23/11/2007 15.14.53
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  15/10/2007 17:04:40
   10 / 10
Che cosa sono il cinema e il male?

Il cinema e il male sono un lungo pianosequenza che entra nei personaggi senza soluzione di continuità, un filo che lega, o meglio, "tocca" tutti riempendoli di fascino e grandezza.
Il cinema è un'arte referenziale delle altre arti, anche opposte tra loro, ma indipendente nel suo essere un'estetica del linguaggio figurativo unica.
E anche il male è un'unione di contrasti, in questo caso etici, legati da imprescindibili ragioni e la cui fascinazione deriva proprio dal suo essere lontano e indefinibile.
E ovviamente il concetto di cinema e di male di Welles sono sempre intesi nel senso più shakespeariano del termine e cioè come strumento di grandezza: "Touch of evil" ovvero "Il cinema e il male d'autore".

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Ultima risposta 09/11/2007 16.40.58
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Invia una mail all'autore del commento montecristo  @  17/04/2007 08:50:19
   10 / 10
Grande film. Oltre le eccellenti trovate registiche, vorrei soffermarmi sull'ambientazione, ricca di fascino , alternqandosi tra spazi aperti e chiusi.
Il motel in mezzo al deserto (bellissima la scena dove Vargas viene a cercare su moglie e trova il custode pazzo e si aggirano come fantasmi in mezzo al vento e le abitazioni fatiscenti nel silenzio assoluto).
La città messicana, ricca di suono, personaggi allegri...
E gli scheletrici paesaggi dove imponenti pompe petrolifere o ruderi troneggiano nel loro cicliopico silenzio lasciando spazio al dialogo degli artisti.
Altro punto di forza di questo film sono i personaggi caratterizzati eccelentemente (Vargas e Quinlan su tutti) che hanno una loro personalità, idee e ci rendono partecipi delle loro emozioni.
Bellissima la cartomante (Marlene D.) .....
FILM CAPOLAVORO

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Ultima risposta 08/04/2008 09.49.33
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  12/01/2007 13:03:39
   8 / 10
film bellissimo dove la storia non è al livello del modo in cui è girata...davvero penso che orson welles sia un genio di regista per pensare di girare un film in questo modo per l'epoca in cui è stato fatto e per l'opposizione dei produttori del tempo...poi il personaggio che interpreta lo stesso regista è quanto di piu incredibile e attuale che ci sia...l'antierore per antonomasia(come gia detto nei precedenti commenti)...
dopo "quarto potere" penso sia il suo miglior film

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Ultima risposta 28/02/2007 17.52.50
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  15/12/2006 21:04:35
   10 / 10
Io amo questo film.
Inutile ripetersi sul fascino perverso del personaggio di Quinlan, sul vertiginoso splendore del piano sequenza iniziale o sulle atmosfere noir imbastite dalla regia impeccabile di Welles; touch of evil tocca il cuore, e lo fa con sapienza e passione. Perfetto, sotto ogni punto di vista.

6 risposte al commento
Ultima risposta 20/07/2007 17.33.33
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Aliena  @  24/08/2006 15:36:42
   9 / 10
sono sempre loro gli indefiniti meschini maestosi reietti a rendere grande un film

(magari qualche merito va pure all'ammirevole regia di welles..eh)

ADIOS!

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Ultima risposta 19/10/2007 14.39.00
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Gruppo COLLABORATORI antoniuccio  @  29/03/2006 09:21:45
   6 / 10
Visto prima di Quarto potere, rivisto dopo. Pensavo di essere esagerato, ma poi do giusto la sufficienza per il rispetto a un personaggio che ispira tuttora i registi del mondo.
Bello il pianosequenza iniziale, di impatto, tecnicamente insuperabile. Il film è tutto basato sulla simbologia, ma appare a tratti noioso e non lineare. Alcune scene sono strumentali per le ossessioni Wellesiane dell'angolo di ripresa della macchina, che come in Quarto potere alla fine danno solo l'effetto di distrarre dalla storia (in sè abbastanza scarsina).
Non mi è piaciuto per niente.

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Ultima risposta 10/02/2008 13.33.55
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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  13/07/2005 10:39:03
   9 / 10
Ieri sera ho rivisto questo film dopo tanti anni. Dopo l'inizio folgorante (il piano sequenza iniziale è davvero qualcosa di incredibile!!) qualcosa è iniziato a mancare....Mi spiego meglio. Il film resta un grande film, ma nella mia mente era un capolavoro e ieri sera non mi è sembrato più tale. Anche la regia di Welles mi è sembrata compiaciuta e a tratti un pò forzata:troppe inquadratura dal basso e tagli obliqui con luci a 45°, daccordo è un noir...ma alla fine se queste inquadrature diventano ripetitive perdono anche un pò dell'effetto che dovrebbero dare....Per intenderci, se il "sistema di immagini" che il regista utilizza diviene palese, questo perde chiaramente di efficacia.
Per quanto riguarda la sceneggiatura, ha delle risoluzioni un pò frettolose: dai su...la storia della foto nella sottotrama della moglie è un pò una ******* anche perchè troppo vicina all'evento dinamico del film e quindi ancora non si è riusciti a capire del carattere geloso del marito che anzi non uscirà neanche dopo perchè appena vede la moglie in galera si fida immediatamente di lei. Quindi un espediente non proprio azzeccato.
Ed infine anche Heston non mi è sembrato "nella parte".
Sia chiaro che le mie critiche sono volte comunque a minare solamente la perfezione del film, perchè appunto ora lo considero un grande film, ma non un capolavoro, ma comunque il voto sarebbe 8 e 1/2, ma non potendo dare mezzi voti allora propendo per il 9. Resta assolutamente un film da vedere. Basterebbero la scena iniziale e quella finale per renderlo immortale.


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Ultima risposta 04/09/2006 12.34.50
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marco86  @  18/03/2005 21:47:07
   10 / 10
Su un capolavoro del genere si potrebbero dire praticamente mille e più cose,ma cercherò di trattenermi.Conviene partire innanzitutto dalla prima cosa che si vede,cioè il lungo e difficilissimo piano sequenza iniziale.Ora,io mi rendo conto che avendo 18 anni non posso pretendere di avere visto chissà quanti film,ma posso assicurare che tra tutti quelli che ho visto,questo iniziale de L'infernale Quinlan è uno dei più bei piani sequenza in assoluto.Non solo è lungo,ma è praticamente semi impossibile da realizzare:si parte da un uomo che mette una bomba in una macchina che poi seguiamo attraverso la strada nella quale incrocia una coppia che ancora non conosciamo,i due si fermano a baciarsi e la macchina scoppia.In pochi si metterebbero a riprendere tutte queste cose in un solo piano sequenza.Evidentemente Orson Welles sarebbe uno di questi pochi.Ed era l'anno 1958!Ma lungo il film la tecnica non manca di certo:ci sono altri piani sequenza molto belli,ogni singola inquadratura è realizzata in maniera superba e,soprattutto,c'è una fotografia che regala dei contrasti luci-ombre da antologia.

Ma prima di dirigerlo,un film và scritto.Ed anche qui si è dato il meglio:i dialoghi sono indimenticabili,come ad esempio l'ironia nera di Quinlan,o l'ultima frase del film,rimasta una delle più celebri della storia del cinema.La sceneggiatura è ottima anche nel costruire e caratterizzare i personaggi:Quinlan e Vargas,due poliziotti tanto bravi quanto agli antipodi sui metodi utiulizzati.In particolare su Quinlan ci sarebbe da dire una cosa:chi ha visto qualche altro film di Welles,avrà notato che i personaggi da lui interpretati sono molto simili tra loro:sono personaggi per lo più negativi,che peccano di quella che gli antichi Greci chiamerebbero "ubris",cioè tracotanza.Lo stesso Welles in una sua intervista dichiarava che i suoi personaggi sono tutte delle diverse versioni di Faust.E non è un caso che la frase più celebre pronunciata dal regista è:"credo che per l'uomo sia impossibile essere grande,senza ammettere che c'è qualcosa più grande di lui".
Memorabile anche il personaggio interpretato dalla stupenda e bravissima Janet Leigh,nonchè tutti i personaggi di contorno,dalla fattucchiera alla famiglia Grandi.

Ma questi personaggi sarebbero poca cosa se ad interpretarli non ci fossero dei mostri di bravura.In particolare meritano di essere citati Charlton Heston(chi però come me ha acquistato l'edizione rimasterizzata in dvd rimarrà un pò deluso perchè Heston è doppiato malissimo)e Marlene Dietrich.Il suo personaggio è stato costruito in poco tempo,infatti non era neppure previsto nella sceneggiatura originale,ma alla fine è risultata essere uno dei personaggi più azzeccati del film,che non a caso pronuncia la celebre frase conclusiva a cui accennavo prima.

Si potrebbe anche stare qui ore a parlare delle altre componenti filmiche,dalla già citata fotografia all'ottimo montaggio,senza tralasciare le musiche,sempre importanti in un film noir.
Insomma,L'infernale Quinlan è senza dubbio uno dei film più belli della storia del cinema,imperdibile sia se siete dei cinefili,sia se siete degli appassionati del genere noir.Ma oserei dire che è imperdibile anche se siete dei semplici esseri umani che non si interessano nè di cinema nè di noir!



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Ultima risposta 05/09/2009 19.37.24
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  13/12/2004 00:22:11
   10 / 10
Bellissimo film del Maestro, possiede quell'atmosfera lugubre e decadente al cui centro ruota l'attrice che più in parte non potrebbe essere: la divina Marlene.
Mozzafiato alcuni piani sequenza che partono da vette vertiginose (in tutti i sensi).

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Ultima risposta 20/07/2007 17.39.13
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  29/10/2004 16:45:06
   10 / 10
"Touch of evil" ( questo è il bellissimo titolo originale) è un film memorabile, assolutamente avanti con i tempi, e sicuramente una della vette del cinema nero e di quello Wellsiano.
Barocco, pieno di virtuosismi registici e di sceneggiatura (memorabile la frase finale della Dietrich: "a suo modo era un grand' uomo"), "Touch of evil" è il ritratto non convenzionale di un uomo di legge, in cui i personaggi e l'atmosfera (supportata da uno splendido bianco e nero) contano più dell'azione. Mitici gli Interpreti, dal grande regista che ovviamente interpreta Quinlan alla Dietrich, che interpreta un ruolo memorabile e brava anche janet Leigh.

Non capisco come si possa votare solo 6, per uno dei film + belli della storia, datato 1958, è una pellicola a dir poco impensabile per l'epoca, per non parlare ci certi piani sequenza vertiginosi, che sono assolutamente geniali.

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Ultima risposta 29/10/2004 16.47.23
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dragonfly  @  29/10/2004 16:27:28
   6 / 10
Questo film è stato la mia rovina. Ammetto che è un capolavoro, vero, ma non sono stato in grado di apprezzarlo. L'ho trovato veramente noioso. Non riesco neanche a capire perché, Welles fa il suo lavoro, trasforma una schifezza di sceneggiatura in un'opera d'arte; Marlene Dietricht nei panni dell'oracolo (versione Macbeth o Edipo Re) è stupenda e azzeccata, ed è forse il solo Charlton Heston l'unica nota stonata. Comunque il film non mi è veramente arrivato, e gli do la sufficenza solo per la straordinaria sequenza iniziale e per Welles che considero un regista geniale.
Adesso ragazzi tocca a voi, salvate la media di questo capolavoro che io purtroppo non sono riuscito a cogliere.

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Ultima risposta 08/10/2010 22.54.35
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