E' domenica e la pioggia su Salonicco ha il colore del crepuscolo. Alessandro si prepara a lasciare per sempre la sua casa sul mare dove ha sempre vissuto. Girovagando per casa ritrova una lettera di sua moglie, Anna che gli parla di un giorno d'estate di trent'anni prima. Allora, per lui, comincia uno strano viaggio nel corso del quale passato e presente si mescolano.
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Siamo di fronte alla quasi fine di un viaggio che ha visto Theo Angelopoulos prendere la sua formula, quella di un viaggio malinconico tra il reale e lo spirituale dove il passato e il presente si mischiano, e rimodellarlo delicatamente nei dettagli ogni volta. MIA EONIOTITA KE MIA MERA (L'Eternità e un Giorno) rispetto ai film precedenti non da niente di più in termini di estetica impressionista, in termini di narrazione surrealista, in termini di personaggi autoreferenziali e in termini di neorealismo greco. Il viaggio sta per raggiungere la sua destinazione.