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Eccetto la location, idonea per un esercizio di tensione come quello che avrebbe dovuto fare Lenzi, tutto il resto è da gettare nell'indifferenziata. A partire da un cast di attori uno più ingessato dell'altro - salvabile solo la Cupisti - ed uno script con più buchi logici di un groviera, il disinteresse palese di Lenzi si ripercuote anche sotto il profilo registico, mai valore aggiunto della pellicola e semplice occhio asettico di una improbabile sequela di omicidi. La noia prevale sulla tensione e si arriva alle battute conclusive con il fiato corto per la marea di scempiaggini visionate. Il finale autocitazionista è la pietra tombale.
Da mani nei capelli la traduzione della profezia, la quale conferma che i monaci si sarebbero palesati come ragni o uomini spaccatori di roccia (vedi speleologi). Perché, come risulta chiaro a tutti, nel 1200 i monaci avevano abiti del 20esimo secolo, con tanto di torce e caschetti.