le fate ignoranti regia di Ferzan Ozpetek Italia 2001
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le fate ignoranti (2001)

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locandina del film LE FATE IGNORANTI

Titolo Originale: LE FATE IGNORANTI

RegiaFerzan Ozpetek

InterpretiMargherita Buy, Stefano Accorsi, Serra Yilmaz, Andrea Renzi, Gabriel Garko

Durata: h 1.51
NazionalitàItalia 2001
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 2001

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Trama del film Le fate ignoranti

Antonia e Massimo sono sposati da più di dieci anni, vivono in una bella villetta nella periferia residenziale di Roma e sono una coppia felice. Massimo muore all'improvviso in un incidente di macchina. Antonia sprofonda in un lutto totale, assistita dalla madre Veronica e dalla domestica filippina Nora. Antonia non riesce a riprendersi, non va a lavoro, trascura le amiche e le colleghe, si chiude nel suo dolore. Finchè non scopre per caso che Massimo aveva da sette anni un'amante.

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Voto Visitatori:   7,09 / 10 (142 voti)7,09Grafico
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Voti e commenti su Le fate ignoranti, 142 opinioni inserite

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Goldust  @  12/03/2019 18:13:54
   5½ / 10
Dopo aver visto quest'opera di Ozpetek è automatico pensare ad Almodovar ed al suo colorato microcosmo omosessuale fatto di personaggi al limite, reietti e donne senza speranza. Avesse almeno l'abilità affabulatoria del regista spagnolo, o la sua stessa portata contenutistica.. Ozpetek sceglie invece la strada più semplice, quella di disegnare un bozzetto di varia umanità con poco capo e nessuna coda, giocando di linearità senza mai affondare il colpo. Ed è imperdonabile quando cerca la facile empatia del pubblico cavalcando il malato di aids di Garko. Il lavoro d'insieme, finale sconclusionato compreso, è quantomeno pasticciato eppure ci sono ovviamente anche alcune cose buone, a partire dalle performance dei due attori protagonisti fino al disegno della madre scapestrata della Blanc, forse l'unica figura veramente in grado di scardinare le solite convenzioni borghesi del personaggio tipico ( donna inaffidabile dalla morale dubbia, di conseguenza un involontario nemico in più per il recupero psicofisico della figlia ) e quindi di bucare lo schermo.

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kafka62  @  27/04/2018 11:29:26
   5½ / 10
"Le fate ignoranti" ricorda a tratti il mondo cinematografico di Almodovar, i suoi personaggi eccentrici, vitali e alternativi, i suoi ambienti rumorosi e colorati, il suo gusto per il melodramma e le passioni forti, sopra le righe, ma con una vena narrativa maggiormente minimalista. Questa ambiguità è la ricchezza, ma anche il limite del cinema di Ozpetek: la coesistenza di moduli estetici tra loro distantissimi, se da un lato lotta in continuazione per diventare cifra stilistica autonoma e originale (sintomo di una esuberanza creativa, cui non è estranea l'intenzione di voler evidenziare in continuazione i propri referenti geografici e culturali, come il riferimento alla situazione politica turca e la citazione del poeta Hikmet), dall'altra stride con un'esigenza di credibilità e di realismo. Così, la comunità di gay in cui si imbatte Antonia dopo la morte del marito è dipinta con uno sguardo affettuoso e partecipe, non dimentico dei drammi che si nascondono dietro le apparenze più folcloristiche e caciarose, ma la preoccupazione di fare di essa un inno alla tolleranza sessuale rende il film a tratti un po' stucchevole e didascalico, come se si stentasse a credere, nonostante tutti gli sforzi fatti, che l'universo omosessuale sia veramente così e non si siano invece semplicemente messi uno accanto all'altro stereotipi abbastanza abusati, come il malato di AIDS, il travestito che parla in dialetto meridionale, perfino l'omosessuale in stile "Vizietto", e così via, ognuno in funzione di segnale indicatore per il messaggio che si vuole proporre.
Resta comunque il fatto che le psicologie di Antonia e di Michele non sono mai banali, che la pellicola ha a tratti dei bei momenti allusivi e poetici e che lo stile è elegante e raffinato. Ma quello che in altri tempi ci sarebbe bastato, ora che il cinema italiano è tornato maggiormente in auge non ci accontenta più e anche da Ozpetek ci aspettiamo non solo film riusciti a metà, ma opere più organiche, dialettiche, sociologicamente attendibili (a maggior ragione se non c'è più il sostegno dell'ambientazione esotica degli esordi) e capaci di affrontare i grandi temi (qui l'amore, la verità e la menzogna, la tolleranza) non solo in maniera trasversale.

colorants  @  25/05/2017 15:02:52
   4½ / 10
Non riesco a capire come alcuni possano aver dato a questo film lo stesso voto che io ho dato a "c'era una volta in America".
Film lento, colonna sonora poco azzeccata, dialoghi costruiti e finti... Secondo me non basta prendere degli spunti su temi complicati e piazzarli qua e là per fare un buon prodotto

eruyomè  @  01/06/2015 20:50:10
   3½ / 10
Ho sempre pensato ci fosse un motivo se me ne stavo alla larga dagli acclamatissimi registi italiani degli ultimi anni. Però, in un impeto incosciente semi-masochistico, ho voluto provare e recuperare proprio uno dei prediletti.
E ho anche provato col pregiudizio al minimo, cercando i film con valutazione più alta, sperando in bene. Questo è solo il secondo che vedo di Ozpetek, e finora è il peggiore.

Non ho veramente parole, mi ha lasciata interdetta. Per carità, a me i film con lo schemino ideologico preimpostato mi son sempre stati un po' qua, però posso anche passarci sopra. SE il film ha un senso, è fatto bene, e ha qualcosa da dire in modo credibile e sincero.
Io qui ho trovato solo una sequela di robe finte artificiose e pretestuose buttate là per far quadrare questo benedetto schemino. Ma, per me, non ha funzionato per nulla.
E credibile non lo è mai. Né sincero. In nessuna circostanza, nessun dialogo, nessuna situazione, nessun presunto slancio emotivo. Per non parlare della spocchia dei personaggi, di un'antipatia rara. Non basta neanche la decenza di qualche attore a farmi superare il tutto.

Matteoxr6  @  24/09/2013 19:13:02
   5½ / 10
Il mio voto non è che la media tra la prima (6,5) e la seconda parte (5-) del film, che poteva affondare un po' di più il colpo e invece è si è sviluppata in modo quasi banale.

Ps: Garko sta alla recitazione come la mia bisnonna sta alla lap dance.

Niko.g  @  02/07/2013 17:38:44
   4½ / 10
(Leggeri spoiler)

La prima mezz'ora è ben realizzata, scandita da un'ottima progressione narrativa e da una sensazione palpabile di mistero e drammaticità. Ottimo cinema.

Il seguito è tutt'altra pasta, un totale disfacimento della verosimiglianza e di contenuti.
Va premesso che "Le fate ignoranti" è solamente in apparenza un film sulla realtà omosessuale. Si tratta piuttosto di un pretestuoso incontro/scontro tra il mondo dei cosiddetti "diversi" (rappresentato in modo macchiettistico e superficiale) e il mondo normale o delle cosiddette "convenzioni sociali".
Va considerato che è sempre più diffusa, soprattutto tra gli omosessuali (non tutti per fortuna), l'idea che la famiglia naturale e l'amore coniugale tra uomo e donna, siano delle mere convenzioni sociali e questo Ozpetek non perde occasione di ricordarlo attraverso il percorso narrativo e il profilo psicologico disegnato per la protagonista femminile (una donna forzatamente ingenua e predestinata alla rottura del proprio sistema valoriale).

Il fatto che la Buy sappia conquistare lo spettatore con il suo indiscutibile talento e i suoi occhioni, non può distogliere l'attenzione da quanto inverosimili siano il comportamento e le reazioni a certe situazioni del suo personaggio.
Prendiamo ad esempio la figura materna, da sempre connotata da una marcata identità sessuale col suo ruolo biologico e relazionale primario. Agli occhi del regista, tale figura appare un evidente ostacolo per la "conversione" di Antonia e infatti Veronica è glaciale e cinica da fare spavento (quale madre parlerebbe così ad una figlia appena violentata nell'anima?). E' chiara la ragione per cui Ozpetek decide di caratterizzare in questo modo il personaggio interpretato da Erika Blanc. Nel sottotesto di quel dialogo fra madre e figlia, perfettamente collocato all'ombra del manifesto omosessuale e anticonformista del regista, Antonia viene umiliata e fatta passare per un'emerita cretina, vissuta nella convinzione e nella convenzione del suo ottuso concetto di famiglia e del suo perbenismo (eccoci alle immancabili formulette ideologiche: perbenismo = ipocrisia, anticonformismo = onestà). Questa grandissima cretina di Antonia non immagina nemmeno quanto sia dura la vita dell'amante (???). Ciò è quanto gli viene sardonicamente fatto notare dalla madre in questo dialogo raccapricciante.
E sì che Ozpetek ha sempre ammesso l'importanza delle donne nel suo cinema, dichiarando che esse sono state fondamentali nella sua formazione e che se tutti dessero più retta al lato femminile che c'è in ognuno, ad un approccio più positivo verso la vita, le cose andrebbero meglio.
A parte il fatto che non si capisce la correlazione tra il lato femminile e l'approccio positivo verso la vita, ma Ozpetek dimentica che le donne sono anche e soprattutto mogli e madri, ruoli che evidentemente gli procurano qualche turbamento, visto che li distorce sia sul piano etico che sociale.
In questo caso la sceneggiatura fa terra bruciata attorno ad Antonia, a cominciare dalla persona a lei più vicina. Antonia deve uscire dal suo guscio limitato e limitante, emanciparsi e capire che l'infedeltà non è poi tutto questo dramma, se non per gli amanti che tanto soffrono e tanto si sacrificano, poverini.

Una volta declassata la figura materna a cinico mostro postmoderno con tanto di pernacchia narrativa alla famiglia tradizionale, la deviazione sessuale del defunto marito diventa strumento per l'avvicinamento di Antonia ad un mondo dove finalmente vigono regole di vera unione, vera solidarietà, vero amore, vera libertà (ohh finalmente!).
Con un debole escamotage, Antonia entrerà a far parte della "famiglia" allargata di Michele (un carosello di buffe macchiette), approcciandovi in modo tanto automatico quanto superficiale.
Al dolore per la perdita del proprio marito e allo shock per la scoperta della vita parallela dell'uomo, segue l'umiliazione dell'assistenza psicologica e materiale offerta dagli amici di Michele, della quale Antonia ringrazia. Ora, passi pure la commovente solidarietà domestica con annesso taglio delle cipolle, ma qui bisognerebbe domandarsi quale donna, in quello stato psicologico, sarebbe disposta a perdere dignità fino a quel punto! Ma non è finita. Michele, sconvolto e addoloratissimo per la recente scomparsa dell'amato compagno, si lancia allegramente in un'orgia notturna (scena schifosa quanto inutile). Antonia lo sgrida forte, anzi fortissimo e vorrebbe fargli le tottò (scena davvero strong), ma poi come d'incanto finirà

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Il film è ben confezionato e fotografato.
Oltre alla conferma della brava Buy, che mette in buona luce anche lo starnazzante Accorsi, va notata la prova della turca Serra Yilmaz, un misto di simpatia e malinconia in versione soft, trasmesse in modo autentico.
Si chiude con i titoli di coda sulle immagini del Gay Pride di Roma. C'era da aspettarselo.

5 risposte al commento
Ultima risposta 28/05/2014 17.09.04
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The BluBus  @  22/06/2010 12:19:23
   5½ / 10
Primo film di Ozpetek che vedo e non mi ha convinto..

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  30/05/2010 13:22:36
   5 / 10
Buona idea di partenza ma mal sviluppata. Giudizio negativo anche sugli attori.

albio1985  @  13/04/2010 23:46:53
   5½ / 10
Idea di base ottima,ma sfruttata male. Peccato,alla fine della visione non rimane granchè da ricordare.Recitazione insipide dei protagonisti. Musiche buone.Essenzialmente deluso,forse ho dato troppa fiducia agli elogi su questo film

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  11/12/2009 14:41:22
   4 / 10
La recitazione è ciò che spiazza più di tutti qui. Sono convinto che il regista non abbia affatto il talento che gli si attribuisce, sopravvalutato direi, e infatti in questa pellicola lo si nota bene. La scelta di accorsi è raccapricciante come anche la prova di una Buy tutt'altro che emozionante, ma secondo me diretta in maniera approssimativa. Non salvo quasi nulla.

carriebess  @  30/09/2009 11:18:23
   4½ / 10
Film sull'omosessualità assolutamente non realistico, direi piuttosto che tratta questo delicato argomento con una certa superficialità e rifacendosi a delle situazioni e personaggi stereotipati.
Vuole essere riflessivo con lo stratagemma della regia e delle inquadrature lente, che invece lo rendono addirittura noioso. Di un buonismo irreale.

tavullia86  @  28/03/2009 12:57:44
   4 / 10
non mi ha convinto x nulla...forse l'idea c'era, ma è stata malsfruttata...solo un'accozzaglia di eventi non ben definiti, senza un filo logico e senza un vero scopo. direi che proprio non ci siamo.

metafisico  @  09/08/2007 23:09:19
   2 / 10
filmaccio immorale in stile almodovar

5 risposte al commento
Ultima risposta 06/02/2011 09.30.28
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the saint  @  29/06/2007 18:04:12
   5½ / 10
non mi è piaciuto, lento, macchinoso a tratti incocludente...

Macs  @  09/06/2007 22:01:28
   5½ / 10
Interessante la prima mezz'ora, fino al momento, per capirci, della "rivelazione". Poi il film diventa un polpettone difficilmente sopportabile. La Buy che triangola col turco e con Accorsi è un pò patetica e inverosimile - non lei come attrice, ci mancherebbe, ma la parte che è costretta a recitare. Guardabile ma con riserve.

tarantinato88  @  04/06/2007 16:23:16
   3½ / 10
soporifero e scontato..

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MisterX  @  14/05/2007 12:18:30
   1 / 10
...semplicemente orrendo...vomitevole...

1 risposta al commento
Ultima risposta 14/05/2007 12.50.59
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Phelps  @  12/09/2006 21:59:27
   3 / 10
Si salvi chi puo' da Ozpetek.......

2 risposte al commento
Ultima risposta 22/08/2013 14.18.13
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Gruppo COLLABORATORI Aenima  @  22/07/2006 15:26:02
   3 / 10
...So di aver sbagliato...Ma non vedo perhè a pagare debbano essere i miei testicoli...

...Ozpetek...Ozpetek...Ozpetek...

Il peggio della retorica patinata in stile "drammamaperchè?" ...

Sapete; penso che ci siano 2 modi per affrontare il gravoso compito di dover dirigere un film: quello di virare sull'ironia, e quello di dosare saggiamente le componenti ontologiche del genere di riferimento...

Faccio un paio di esempi:

"Ichi the Killer" / "A history of violence" [vedi Cash cfr. 15 par. 23]

Ma attenzione!!!! C'è un TERRIBILE punto di raccordo tra i 2 estremi citati e lo si raggiunge quando le stesse "componenti ontologiche" vengono buttate alla "***** di cane" nella sceneggiatura per aumentare il tasso di...[dramma, terrore, suspance, ecc...]; il risulatato che si ottiene è generalmente "IRONIA NON VOLUTA", e credetemi: non c'è niente di più deleterio per un film...

Bhe, in questo "le fate ignoranti" accade qualcosa di molto simile...Il tutto nasce nella sequenza dell'incidente...Avete presente "BIP BIP"?

SCENA:

Il coyote ha appena piazzato un dispositivo anti-struzzo...L'inafferabile passa e il marchingegno non scatta...Willy scende in strada per vedere cosa non ha funzionato e...

FRAM!!!!

Falciato da un camion in corsa che "non si sa bene da dove ***** sia uscito"...

Ecco: togliete lo struzzo, sostituite il coyote con un attore e avrete ottenuto la sequenza iniziale de "LE FATE INGOMBRANTI"...

TERIBBILE!!!

Ma non basta...Ozpetek (che non deve essersi accorto che qualcuno in sala stava ridendo) tira dritto e butta altre 30, 40 costine sulla brace...

Patabim, patapam si viene a scopire che il marito/morto aveva una TURBO relazione da sette anni con un uomo...La moglie cerca di farsi amico l'amante del defunto per capire "perchè", e si ritrova a fare da balia a un malato terminale di AIDS in una comune di casi umani che le insegneranno ad apprezzare il bello delle cose semplici...

STOOOOOOOP!!! Mi deve essere sfuggito qualcosa...No perchè vista così mi vien da rivalutare la definizione di "S****" e Fantozzi mi torna un vincente su due piedi...

Eppure pare proprio che non ci siano errori...Certo; per avere la certezza dovrei riguardarmelo...Ma, tutto sommato, credo che un dubbio di tanto in tanto non fa poi così male.

DJ_Fetish  @  17/07/2006 11:41:08
   5½ / 10
Secondo me è uno dei casi in cui la critica italiana esalta un film per motivi che mi sfuggono...il tema? il regista? mah!
Non bruttissimo , intendiamoci, ma nemmeno così bello!
Manca di ritmo, alcune interpretazioni non sono all'altezza (a me Accorsi poprio non convince...anche se quì non è ai suoi minimi), alcune parti lasciano a desiderare (la scenza del bacio su tutte) e il finale...mah!
SOPRAVVALUTATO

Sauron00  @  28/09/2005 19:34:11
   2 / 10
Trama poco piacevole e tipica delle commediole italiane che al solito si mostrano per la tristezza tipica delle più insulse soap-opere. Accorsi, un cane a recitare come di consueto, rende il film ancora più su questa linea di pensiero.

Heyitsmeuthere  @  31/05/2005 17:50:14
   4 / 10
Confuso e sopravvalutato. Ma ci si commuove e si riflette davvero su films così? Mah, beati voi che ci riuscite.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  26/08/2004 11:25:20
   5 / 10
completamente d'accordo con un commento precedente, film che cerca di ricalcare i temi di almodovar ma non ne ha la brillantezza e la poesia, ne rimane un film confuso e abbastanza povero.

2 risposte al commento
Ultima risposta 27/09/2004 21.27.19
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checco  @  05/12/2003 00:04:42
   4 / 10
direi poco che è un film molto mediocre e non capisco come faccia a piacere così tanto.
forse l'ho guardato con superficialità ma non credo proprio che il regista sia riuscito a sviluppare i temi che si era preposto.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/12/2003 00.05.21
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Simone  @  17/11/2003 11:57:06
   3 / 10
Questo film é davvero poca cosa. E' manchevole in un mare di punti. La regia é immatura e affrettata, ben inferiore a quella di "La finestra di fronte", un film decisamente migliore sotto questo aspetto. La storia é banalizzata, a partire dai personaggi, stereotipati e piattissimi (sembra un calderone di altri film, da Philadelphia a Tutto su mia madre, ma senza uno sprazzo di novità), ma soprattutto é vuota: un intreccio confuso e contradittorio, a partire dalla storia d'amore tra i due protagonisti, superficiale nella delineatura, quanto surreale (e alquanto inutile) nello sviluppo. Pochi momenti significativi, forse nessuno meritevole di menzione. E a causa di questo il film scorre lento e noioso da morire. Ma le vere note dolenti sono nella recitazione, dove Margherita Buy é decisamente sotto tono rispetto alle sue potenzialità. Per il resto il cast é da buttare: Garko, a metà strada tra il malato terminale saggio e filosofico (e smettiamola di descrivere questi poveri sfortunati come se fossero dei maestri spirituali, sempre buoni, calmi, sereni... non é così che si dà loro dignità, così li si rende solo delle icone, poco verosimili, ma tanto politically correct) e il profeta é ridicolo; il turco non si capisce nemmeno se ha idea di dove si trova; Stefano Accorsi, che si atteggia a divo, ma che, come sempre, recita in modo orripilante (faccia da triglia lessa con occhio a mezz'asta e bocca semi-aperta ad acchiappar mosche)... e qui proprio mi piacerebbe sapere come può essere considerato bravo. Evidentemente devo pensare che abbiate visto solo lui. Ha sempre quel tono monocorde, che pianga o rida, senza la minima espressività, finto fino nelle budella (quando si mette a piangere é patetico, addirittura sbircia dietro per guardare dove si é messa la Buy, facendo vedere che non ha nemmeno gli occhi lucidi, una vera pena!). Comunque, a prescindere da questo, il film é fatto male. Per fortuna il regista si é tirato su con il lavoro successivo, grazie ad una maggiore direzione, una sceneggiatura più completa (specie nella prima parte) e attori decisamente più capaci (e non ci voleva molto).

ringhio  @  17/11/2003 08:03:59
   5 / 10
sinceramente mi aspettavo molto di piu... Sceneggiatura lenta lenta e mi da l'idea che il film nn riesca mai a decollare.
Ma a giudicare dagli altri voti devo essere io quello che nn capisce!!!

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