l'assassino regia di Elio Petri Italia 1961
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l'assassino (1961)

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locandina del film L'ASSASSINO

Titolo Originale: L'ASSASSINO

RegiaElio Petri

InterpretiMarcello Mastroianni, Salvo Randone, Micheline Presle

Durata: h 1.35
NazionalitàItalia 1961
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1961

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Trama del film L'assassino

Alfredo Martelli, antiquario, viene fermato dalla polizia con l'accusa di avere ucciso una sua ex amante per motivi di denaro. La permanenza negli uffici della polizia fa riflettere Alfredo su alcuni episodi poco puliti della sua vita. Affiora il senso di colpa. Poi, il vero omicida viene scoperto. Alfredo, rilasciato, finisce per dimenticare l'angoscia di quelle ore e ritorna alla vita di sempre.

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Voto Visitatori:   7,44 / 10 (9 voti)7,44Grafico
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Voti e commenti su L'assassino, 9 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento marco986  @  04/07/2019 15:23:42
   8½ / 10
Buon esordio di Elio Petri con un grande Mastroianni


Ottimo esordio di quel grande regista che è stato Elio Petri.

Bravissimo Mastroianni come protagonista di questo giallo con tinte drammatiche.

Petri in alcune scene sembra ispirato da alcune opere di Antonioni per la psicologia del personaggio del protagonista.

Molto bravi anche Salvo Randone,Paolo Panelli e Toni Ucci.

Sceneggiano Pasquale Festa Campanile,Massimo Franciosa,Tonino Guerra ed Elio Petri.

Musiche jazzate, ottime come sempre, di Piero Piccioni

Thorondir  @  23/11/2017 11:27:23
   6½ / 10
Petri ritrae il medio borghese Martelli, uomo pieno di contraddizioni, sotterfugi, magagne e sprezzante dei sentimenti umani, se non dei suoi. Il ritratto è quello del marcio della borghesia nel pieno del boom economico. Sullo sfondo una trama noir che più che altro serve a raccontare il personaggio interpretato da Mastroianni. Un film con risvolti interessanti, ma forse troppo debole nell'appoggiarsi tutto sulla sceneggiatura. Infatti anche la storia dell'assassinio non decolla mai, bloccata dalla troppa verbosità della vicenda. Petri farà di meglio (e molto) in futuro.

Goldust  @  28/12/2015 16:00:17
   6½ / 10
C'è un canovaccio giallo alla base del debutto di Elio Petri alla regia: va detto subito che vale poco, ma non era questo l'intento principale del regista ( anche sceneggiatore e autore del soggetto) quanto la descrizione della complessa relazione tra uomo comune e autorità - sulla quale tornerà nel prosieguo della carriera - e la rappresentazione a tutto tondo di un essere umano meschino e profittatore, attaccato ai propri soli interessi di arrampicatore sociale. La messinscena volutamente claustrofobica del racconto, fatta di continui interrogatori e tranelli, toglie inevitabilmente un pò di pathos alla vicenda e la trasforma per lunghi tratti in un duello d'attori Mastroìanni - Randone.

Invia una mail all'autore del commento ciaco63  @  09/07/2014 17:41:28
   9 / 10
Film d'esordio di Elio Petri, come regista. Rappresenta senza ombra di dubbio il sentito apporto di questo grande autore al cambiamento in atto nel cinema del nostro paese, tracciandone il passaggio da una visione strettamente neorealista (oramai schematizzata e arida) verso un cinema di chiaroscuri che meglio rappresenta le tensioni e le contraddizioni negli individui e nella società dell'epoca oramai nel pieno del boom economico. In questo film vediamo già piantati i semi delle tematiche care a Petri che svilupperà con maggiore vigore e spregiudicatezza nei successivi suoi film.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  05/04/2014 12:52:29
   6½ / 10
È un buon esordio per Petri, ricorda 'Lo straniero' di Camus, che casualmente nella trasposizione di Visconti ci sarà proprio il Mastroianni (film molto sfortunato quello di Visconti, andrebbe rivalutato), imputato di omicidio, esattamente come qui. Lì colpevole lo era, qui si avverte subito il suo status innocente anche se l'alibi sembra cozzare, tutto comunque è solo un pretesto kafkiano per meditare sulla sua condotta di vita.
Petri ricorre ad una lunga sequela di flashback, si dimostra ambizioso nel delineare il quadro psicologico, a lui interessa quello, non cavalca neanche una possibile variante tensiva della trama, Mastroianni poi è l'attore perfetto a prestarsi a questo tipo di svisceramenti, uomo qualunque, recitazione sempre misurata e naturale.

JOKER1926  @  07/02/2013 01:24:07
   6½ / 10
Si evidenziano sempre per quelle trame fra l'assurdo e l'intrigante, le produzioni italiane di Elio Petri, "L'assassino" del 1961 è un altro esempio chiaro.
Protagonista della storia è un giovane antiquario cinico e bravo nella sua professione, interpretazione riservata al famoso Marcello Mastr0ianni.
Il film si sviluppa su un'accusa perpetrata dalla polizia al protagonista, Alfredo Martelli, questo ultimo ripercorre, attraverso dei flashback, parte della sua vita.
Traspare, con l'idea di Elio Petri, l'animo di una persona non colpevole di alcun assassinio, però, rea di diverse cose non precisamente etiche.
L'analisi si addensa, ancora una volta, in una carica realista e la regia critica la società ponendo, come campione negativo, il signor Martelli. La società vive di sopraffazione e di pochi sentimenti.
Per quanto concerne il lavoro tecnico Petri si dà da fare però, a più riprese, "L'assassino" pecca di un ritmo davvero spossato e alcuni passaggi ne risentono.
Gli attori non deludono le aspettative, la regia con la macchina da presa è discreta ma non originale, le inquadrature più belle e suggestive riguardano il finale.
Le musiche sono, nel complesso, idonee sposando le concezioni della sceneggiatura.
Sceneggiatura tutto sommato discreta, il problema lo crea, parzialmente, la narrazione fin troppo piatta che non offre nessuna sfaccettatura thriller e/o drammatica al prodotto; praticamente "L'assassino" si dichiara una commedia con un messaggio morale, in pieno stile neorealista, fra luci ed alcune ombre.

Leonardo76  @  13/05/2012 19:59:06
   8 / 10
Ottima commedia all'italiana ai tempi del boom che non risparmia critiche a nessuno. Il protagonista viene dipinto come un arrivista senza tanti scrupoli, la polizia e in particolar modo il commissario (un ottimo Salvo Randone) come degli incompetenti pieni di pregiudizi e dai modi non proprio da paese democratico. Divertente l'uso dei flashback con cui mostrano una realtà spesso opposta da quanto affermato dal protagonista (tecnica usata anche dai simpson e dai griffin).

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  12/12/2011 15:55:09
   7½ / 10
Buon esordio di Elio Petri,intrigante nel porre la propria attenzione su un antiquario indagato per omicidio e per questo motivo fermato della polizia.
Si tenterà in tutti i modi di provarne la colpevolezza ripercorrendo i punti fondamentali di un'esistenza tutt'altro che ammirevole.I metodi psicologicamente asfissianti delle autorità non danno tregua al protagonista,per loro già colpevole e quindi condannabile,situazione che fruttò qualche grattacapo al regista responsabile,secondo la censura dell'epoca,di rappresentare in maniera troppo ruvida la condotta degli inquirenti.
Petri dà rilievo agli atti ignobili di cui si è macchiato l'antiquario per mostrare l'iter per il raggiungimento dello status di cui ora può fregiarsi,sottolineando al tempo stesso con lucidità come un atteggiamento immorale non ne faccia per forza di cose un assassino.
L'ascesa al ceto borghese,la volontà di affrancarsi da ambienti di innegabile penuria ecomico/intellettuale sono personificati dall'inquisito,di cui il regista tenta anche un ritratto psicologico da cui trapela in maniera evidente la contravvenzione di ogni scrupolo ed il bisogno,quasi istintivo,di truffare,plagiare,schiacciare il prossimo per raggiungere il tanto agognato benessere.
L'uomo è un mostro dei tempi,vi è una concessione ad un pizzico di umanità portato a galla da una coscienza incalzante che tuttavia non sarà poi così arduo mettere a tacere.
L'omicidio è solo un mezzo per parlare di un paese ove le possibilità fioccavano ed in cui lo sprovveduto era facilmente depredabile,poca importanza assume scoprire l'identità dell'assassino,a Petri sta a cuore immergersi in una spietata analisi sociale solo camuffata da noir.
Grande il duetto tra Mastro.ianno e Salvo Randone.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/04/2010 00:01:15
   8 / 10
L'esordio di Elio Petri è un noir cupo in cui traspare in qualche momento un'atmosfera quasi kafkiana. La soluzione della trama delittuosa è solo un pretesto per lasciare il posto a quello che Petri vuole far emergere in realtà e cioè un'"indagine" sul personaggio Alfredo Martelli, una vita dedicata passando sopra tutto e tutti in nome di un'arricchimento facile ed all'elevazione sociale. Che sia colpevole o meno del delitto non ha importanza, è colpevole comunque di fronte alla propria coscienza, è colpevole di arrivismo a cui sacrifica amici ed affetti. Molto efficace il finale e bravissimo come al solito Mastr.oianni nel dipingere un personaggio figlio di un'italia che sta cambiando ed in cui si stanno imponendo caratteri che si possono riscontrare anche nell'attualità.

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