la signora senza camelie regia di Michelangelo Antonioni Italia 1953
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la signora senza camelie (1953)

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locandina del film LA SIGNORA SENZA CAMELIE

Titolo Originale: LA SIGNORA SENZA CAMELIE

RegiaMichelangelo Antonioni

InterpretiAlain Cuny, Ivan Desny, Andrea Checchi, Gino Cervi, Lucia Bosé

Durata: h 1.45
NazionalitàItalia 1953
Generedrammatico
Al cinema nel Luglio 1953

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Trama del film La signora senza camelie

Clara Manni, ex-commessa, fa fortuna nel mondo del cinema. Di Clara si innamora un produttore: la sposa e mette in cantiere apposta per lei un "Giovanna d'Arco" che è un fiasco e lo porta alla rovina economica. Dopo averlo aiutato interpretando un film commerciale, Clara fugge con un diplomatico, ma anche questa storia d'amore finisce male e la donna, per rientrare nel mondo del cinema, deve adeguarsi alle parti insulse che le offrono.

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Voto Visitatori:   6,90 / 10 (10 voti)6,90Grafico
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Voti e commenti su La signora senza camelie, 10 opinioni inserite

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Thorondir  @  11/04/2023 14:51:15
   7 / 10
Ci sono i temi cardine del cinema di Antonioni e c'è già la sua straordinaria capacità di catturare l'isolamento, l'infelicità e l'incomunicabilità degli esseri umani in rapporto allo spazio in cui si trovano (temi che raggiungeranno il picco massimo nella trilogia "L'avventura, "La notte", "L'eclisse"). C'è però anche un cinema non del tutto formato, frutto da un lato di un certo retroterra neorealista e dall'altro di una linearità descrittiva e narrativa che è ancora classica e poco antoniana. Di certo c'è anche una critica feroce al maschilismo impositivo del mondo dello spettacolo, nonchè un ritratto cupo e senza speranze di un mondo cinematografico descritto come già pesantemente soggiogato dalle spietatissime leggi del mercato (e così gli esseri umani che ne sono vittime).

alex94  @  14/05/2020 01:55:35
   6½ / 10
Non tra i più riusciti di Antonioni, un ex commessa divenuta un attrice famosa va incontro ad una serie di fallimenti professionali e sentimentali.
Un lavoro sicuramente ambizioso nella sua critica al mondo dello spettacolo e supportato in questo da un grande cast ma poco coinvolgente e non sempre convincente nei suoi snodi narrativi.
Non da disprezzare ma preferisco altri lavori di questo regista.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  28/03/2020 22:14:21
   7 / 10
Interessante film del primo Antonioni.


Terzo film del regista diverso, come stile, da quello che diverrà poi il maestro del cinema dell'incomunicabilità.


Film che parla del mondo del cinema di produttori improvvisati e di attrici il cui successo viene mal utilizzato.

Vede come protagonista una bella Lucia Bosè(ben doppiata da Andreina Pagnani) affiancata da ottimi attori come il bravissimo e superagitato in questo film Gino Cervi, Andrea Checchi e alcuni attori stranieri.


Scenegggiato da Antonioni con l'aiuto all'epoca Citto Maselli e Suso Cecchi D'Amico.


Musiche di Giovanni Fusco.

topsecret  @  16/07/2018 13:44:06
   6½ / 10
Antonioni tratteggia una critica al mondo del cinema, raccontando la storia di una giovane commessa che diventa una diva in breve tempo, ma che altrettanto velocemente riesce a rovinare la sua vita privata e lavorativa facendo scelte sbagliate e prendendo coscienza della sua mediocrità interpretativa.
Un film ben diretto, anche ben interpretato, ma che ha dei momenti poco dinamici che rendono la visione leggermente statica, colpa forse di un ritmo poco fluido in alcune situazioni che prendono corpo in maniera un po' ripetitiva.
Comunque, un dramma quasi discreto che pone alcuni accenti che mostrano sempre una certa attualità.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  21/11/2013 21:58:28
   5½ / 10
Ciò che accomuna "La signora senza camelie" agli altri film di Antonioni è il carattere della figura protagonista e i problemi che si trova ad affrontare.
Clara Manni, la protagonista (Lucia Bosé su standard bassi di recitazione - in "Cronaca di un amore" era tutta un'altra cosa), è una persona incerta, debole, dubbiosa; i suoi problemi sono di ordine esistenziale (non riesce a conoscersi e a esprimere se stessa, non sa cosa vuole, non riesce a comunicare e a trovare comprensione). La solitudine e l'infelicità è anche qui lo spettro che incombe e che alla fine condanna i personaggi.
Anche in questo film Antonioni affonda il bisturi sulle ipocrisie e le fatuità borghese, anche se utilizza un tono satirico e leggero che mal si addice alla sua vena artistica (l'approccio drammatico di "Cronaca di un amore" era più nelle sue corde).
E' proprio questo che non fa girare il film: il contrasto fra le problematicità esistenziali e il tono leggero con cui si dipana la vicenda. Il film insomma non convince e non colpisce, si lascia facilmente dimenticare. Non aiuta nemmeno la tematica e l'approccio alla condizione femminile (vista ancora come un essere inferiore a rimorchio del maschio) a rendere interessante il film: troppo datato.
Si salva solo il lato tecnico, con il solito uso esclusivo dei piani sequenza. In alcune scene ci sono delle soluzioni visive originali che rivelano grande padronanza e maestria della mdp. Prevalgono in genere i piani medio-lunghi con effetto estraniante (a discapito della fruizione del film).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/01/2011 22:42:09
   7 / 10
Antonioni disegna un bel ritratto di donna prigioniera del proprio ruolo di diva cinematografica, disegnato su misura da produttori, mariti e amanti. La sua è una lotta contro un contesto, familiare e lavorativo, pervaso da quel maschilismo che le impedisce di emergere. Prova tuttavia a cercare di riprendersi la propria vita, ma è una lotta inutile, destinata alla sconfitta.
Intensa la prova della Bosé, molto celebrata come Miss Italia, ma poco valutata come attrice.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  05/07/2010 20:50:06
   7 / 10
Considerato l'anno di uscita, è un dramma di inusitato realismo sui dolori del mondo del cinema. Antonioni era troppo avanti coi tempi ed infatti critica e pubblico non lo capirono. Oggi fanno effetto la descrizione cruda dei set e la recitazione 'naturalistica' della bellissima Bosé.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  28/05/2009 12:58:42
   7½ / 10
Bel film metacinematografico di Michelangelo Antonioni, contrapposto a "Bellissima" di Luchino Visconti sempre del periodo. Dopo l' episodio di "Amore in Città" improntato sul suicidio, il regista ritorna con la sua grande capacità di filmare l' universo interiore delle donne, in una storia che parla comunque delle illusioni, e delusioni, di un mondo - quello del cinema - che purtroppo riserva sistematicamente.

paride_86  @  13/10/2008 00:52:48
   8 / 10
Clara Manni è una commessa che improvvisamente diventa popolare come piccola diva del cinema. Lascia sempre che siano gli altri a decidere per lei, ma quando finalmente prova a fare di testa sua le cose non andranno come avrebbe sperato.
In realtà, invece di fare un film sul mondo del cinema, Antonioni è riuscito a descrivere bene alcuni tipi di mentalità maschile (e maschilista) molto diffusi all'epoca. Il marito di Clara è - seppur in buona fede - il tipico uomo padrone, convinto che la moglie non debba neanche accendere il cervello per pensare e decidere; Nardo, invece, è il classico playboy vigliacco e restio alle responsabilità. L'unico personaggio positivo è Clara, forse troppo avanti per la sua epoca, che si troverà a fare i conti con l'autodeterminazione personale e le illusioni del cinema.
Molto brava Lucia Bosè.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  30/07/2007 23:28:25
   7 / 10
Un film sottovalutato, dove l'idealizzazione della bellezza restituisce del cinema un'accorata accusa al Divismo e alla crudeltà della fama... in un certo senso sembra essere la storia biografica della Bosè, che ci ha messo anni prima di essere presa sul serio come attrice, nonostante fosse richiesta da registi come Antonioni (appunto), Bunuel o Cocteau.
L'intensa interpretazione dell'attrice, e la sua ossessione per Giovanna D'Arco (la stessa della Bergman) dona al film un pathos particolare, e una forte vena realistica che purtroppo gli amanti di Antonioni hanno spesso mancato di sottolineare

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