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Mel Gibson veste i panni di regista in quella che è la rivisitazione della morte di Cristo. Piu' tardi dirà di aver preso i contenuti del suo film da una traduzione ottocentesca o forse settecentesca del libro che ne narra la gli accadimenti.
Proprio per mantenere una certa sobrietà e non scadere nel commerciale limita quelli che sono gli effetti speciali legati a luci, apparizioni di angeli et similia, riuscendo in qualche modo a non infastidire chi guarda. Il film è ovviamente crudo, del resto le varie testimonianze bibliche dell'epoca inerenti alle pene di morte (se cosi' si possono definire) fanno pensare a tutto fuorche' i boia ci andassero leggri. Un film che indubbiamente trova consensi e dissensi per i suoi modi molto diretti che mira a trasmettere un significato purtroppo poco discusso perche' coperto dalle incessanti scene di martirio.
Toccante e sconvolgente per i tanti che sono abituati ad immaginare un cristo quasi lindo e intatto sulla croce delle tante chiese o nei dipinti dei nostri maestri di pittura contemporanei e del passato. Controversa per molti la questione inerente Cinereo , cosi' come lo e' l'interpretazione di alcuni passi degli scritti, ma in fin dei conti questo fa parte del cinema d'opinione.