ladri di biciclette regia di Vittorio De Sica Italia 1948
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ladri di biciclette (1948)

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locandina del film LADRI DI BICICLETTE

Titolo Originale: LADRI DI BICICLETTE

RegiaVittorio De Sica

InterpretiLamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Lianella Carell, Elena Altieri, Gino Saltamerenda, Giulio Chiari, Vittorio Antonucci, Michele Sakara, Carlo Jachino, Emma Druetti, Giulio Battiferri, Sergio Leone, Mario Meniconi, Checco Rissone, Peppino Spadaro, Nando Bruno, Eolo Capritti, Memmo Carotenuto, Umberto Spadaro, Fausto Guerzoni, Piero Heliczer, Massimo Randisi

Durata: h 1.33
NazionalitàItalia 1948
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1948

•  Altri film di Vittorio De Sica

Trama del film Ladri di biciclette

Dopo il furto della propria bicicletta, mezzo che gli permetteva di lavorare, un uomo vaga per la città con tutta la famiglia sperando di poterla ritrovare. Preso dalla disperazione non gli resta che rubarne una a sua volta ma viene bloccato dalla polizia...

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Voto Visitatori:   9,04 / 10 (173 voti)9,04Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Premio onorario al miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Premio onorario al miglior film straniero
Miglior film straniero in lingua straniera
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior film straniero in lingua straniera
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Voti e commenti su Ladri di biciclette, 173 opinioni inserite

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Trucebaldazzi  @  13/11/2013 10:35:34
   5 / 10
Una mattonata!

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Ultima risposta 20/01/2014 14.57.02
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DiReCtOr  @  18/05/2009 02:26:07
   10 / 10
Sembra vero.

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/05/2009 03.05.43
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USELESS  @  14/02/2009 00:51:37
   4 / 10
mah non so, un derubato che cade nell' abisso per aver tentato di fare altrettanto! ...vorrei farlo commentare a qualcun' altro:
Ci hanno insegnato la meraviglia
verso la gente che ruba il pane
ora sappiamo che è un delitto
il non rubare quando si ha fame ...

Non lo so sto film mi ha sempre puzzato di ipocrisia!
Le canzoni di De Andrè mai!

12 risposte al commento
Ultima risposta 11/12/2009 08.45.31
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Invia una mail all'autore del commento Raging Bull 92  @  25/01/2009 19:28:17
   9 / 10
Bellissimo, una grandiosa regia di Vittorio De Sica e un ottima sceneggiatura ,con un paio di scene che possono far sorridere ma non più di tanto.
Una recita perfetta e con delle scene molto commoventi.

2 risposte al commento
Ultima risposta 27/01/2009 20.00.41
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Invia una mail all'autore del commento catenanm  @  25/03/2008 23:53:01
   5½ / 10
Sono dispiaciuto di abbassare la media ad un film come questo, considerato capolavoro universale. Mi è stato consigliato di vedere Ladri di biciclette da un ragazzo che si è meravigliato del fatto che ero stato imprimato nella visione di film in bianco e nero con "Il settimo sigillo"(Stupendo).
Questo però non mi ha affascinato più di tanto, anche se gli attori meritano rispetto per aver fatto la storia del cinema italiano.
Do 5 e mezzo perchè dargli meno sembrerebbe come un affronto, una presa di posizione nei confronti del "cinema vecchio", ma sarà che non sono proprio affascinato dal bianco/nero e ciò non mi permette di avere una lucida visione del film in se

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Ultima risposta 18/07/2009 22.36.46
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the saint  @  20/03/2008 14:07:24
   6 / 10
ci ho pensato un pò prima di mettere questo voto ( e qualche intellettuale su questo sito penserà: potevi pensarci un pò di più...)
ok, ho capito che questo film è il manifesto del neorealismo , che rappresenta i problemi che gran parte delle persone dovevano affrontare nell'immediato dopoguerra, però non mi è apparso tutto questo capolavoro!
è una storia molto semplice , che si basa sulla grande interpretazione maggiorani-staiola, ovvero padre e figlio: suggestiva e significativa a mio avviso è stata solo la scena al ristorante, dove sia padre che figlio non riescono a godersi il piatto, il padre che pensa ai soldi che avrebbe potuto guadagnare con la bicicletta , mentre il figlio osserva il rampollo della famiglia nobile..

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Ultima risposta 01/08/2008 20.29.19
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fratellodiringo  @  09/03/2008 19:38:38
   6½ / 10
il voto lo do' per come hanno recitato gli attori ,ma la storia non mi è piaciuta il finale non l' ho capito e ho trovato il film molto noioso non mi ha mai coinvolto, mi aspettavo qualcosa di piu' da questo film . Mi dispiace dare questo parere a un film che per tanti è considerato un capolavoro,

13 risposte al commento
Ultima risposta 15/03/2008 23.11.24
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Qualcuno  @  13/02/2008 13:01:05
   7 / 10
Regia-7 (ci sono degli errori , io ne ho trovati 2 vedi spoiler)
Trama-7 (periodo del dopoguerra in cui ricominciare a vivere nn era certo una risata)
Ambienti-8
Recitazioni-7
Note-ottima pellicola , per molti un capolavoro , avrei dato qualcosa di più soprattutto per la regia ma quegli errori nn ci volevano...

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Ultima risposta 04/03/2008 23.19.38
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Gruppo COLLABORATORI julian  @  10/02/2008 21:11:05
   10 / 10
Mi rincresce non poter utilizzare il superlativo assoluto per giudicare Ladri di biciclette.
Perciò, poiché non posso definirlo il più grande capolavoro italiano di tutti i tempi, non avendo visto tutti i titoli sfornati dal nostro buon cinema, devo limitatamente definirlo 'uno dei più bei film italiani di sempre'.
Spero di riuscire a rendere ugualmente l’idea…
A parte il fatto di essere il manifesto del neorealismo, questo film presenta innumerevoli immagini di una sbalorditiva potenza visiva e trasuda perfezione in ogni scena.
Cominciamo con la storia: tipico contesto neorealista, siamo nel dopoguerra, la classe proletaria stenta a risollevarsi, gli uomini cercano disperatamente un lavoro, anche umile e portano con sè i bambini.
Tra i tanti disoccupati ce n'è uno, Antonio Ricci, che riesce a procurarsi un posto da attacchino.
Durante la sua prima giornata di lavoro, mentre attacca un poster su cui giganteggia spensierata la Hayworth, gli viene rubata la bicicletta, essenziale per lavorare.
La bicicletta in questo caso non è più semplice mezzo di trasporto, ma assurge a unico strumento di sopravvivenza, senza la quale Antonio non può portare il pane a casa.
Perciò inizia la disperata ricerca della bici, durante la quale il popolo si dimostra solidale, verso Antonio prima e verso il presunto ladro poi.
Quando è ormai chiaro che è un’impresa impossibile, Antonio prova a rubare la bici ad un altro povero disgraziato; si tratta di una sequenza di straordinaria bellezza, nella quale Antonio si trova in conflitto con sé stesso, di fronte a un dilemma atroce, al bruciante bivio tra sopravvivenza e onestà, assimilabile per un certo verso alla scena dell’elemosina di Umberto D, l’altro capolavoro neorealista di De Sica.
E la fine rimane in sospeso, lo spettatore può solo immaginare gli eventi futuri, ma molto probabilmente i protagonisti si avviano verso un poco lieto avvenire, comprensibile dal pessimismo con cui si chiude il film e dal trionfo finale della disperazione.
Gli interpreti sono attori di strada, come di consuetudine per i film neorealisti, ma il risultato è grandioso: il linguaggio popolare, l’accento romano, tutti elementi senza i quali il film perde metà della bellezza.
Inutile stringere i voti, quando un film è da 10 merita 10 e credo che se nn glielo mettessi, stanotte potrei essere tormentato da atroci rimorsi.
Intenso ed emozionante.

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Ultima risposta 11/02/2008 16.13.52
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solitecose  @  09/02/2008 18:47:24
   10 / 10
troppo forte il pezzo con le navicelle spaziali, quando il protagonista dice: "ca-zzo di buddha!"

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Ultima risposta 19/06/2008 17.41.31
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Max78  @  06/02/2008 16:58:20
   9 / 10
Da viziati e viziosi quali siamo diventati c'è solo da imparare,

ebbravo De Sica.

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Ultima risposta 11/02/2008 12.34.01
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  28/01/2008 13:14:49
   10 / 10
Capolavoro di De Sica, insieme agli altri due immensi "Umberto D" e "Miracolo a Milano" rappresenta la trilogia dell'emarginazione e della dignità, sebbene preferisca personalmente il secondo a questo e "miracolo" sia più una favola.
Ad ogni modo storia del cinema.
Mi spiace che forse grazie a questo mio voto entrerà in top25, facendo sì che qualche moccioso lo abbassi di media senza nemmeno vederlo. Ma è così.

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Ultima risposta 29/01/2008 14.50.41
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Invia una mail all'autore del commento pastapasta  @  17/01/2008 13:20:51
   10 / 10
sicuramente uno dei migliori film neorealisti e anche il migliore di de sica..
commovente , reale, diretto divinamente, questo film è uno dei massimi capolavori del cinema italiano di sempre.. bravissimo il bambino, bellissimo e commovente il finale...

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Ultima risposta 29/01/2008 11.42.03
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Gaza  @  16/12/2007 11:44:55
   8½ / 10
mi è piaciuto abbastanza,ma il neorealismo non è il mio genere..bella prova di de sica...la chiamerei esaltazione del sentimentalismo.bello ma a tratti un po lento..

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Ultima risposta 16/12/2007 12.43.34
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gardner  @  28/11/2007 15:15:17
   10 / 10
La dimostrazione tangibile che un grande film è una storia ben raccontata

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Ultima risposta 28/11/2007 15.43.39
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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  27/09/2007 15:28:40
   10 / 10
Nonostante il vero protagonista del film sia il padre, lo spettatore osserva la storia attraverso lo sguardo del piccolo Bruno. Il bambino assiste alle peripezie dei poveri genitori, alla disperata ricerca di un lavoro per trovare almeno il denaro sufficiente e poter preparare il pranzo e la cena; tuttavia conservano la speranza di poter superare il momento drammatico - siamo nel dopoguerra - in cui si trovano a vivere.
Bruno osserva suo padre, lo idealizza e vede in lui un punto fermo, cerca di capire i suoi pensieri e le sue preoccupazioni; partecipa alla felicità del genitore per il nuovo lavoro ma anche alla sua tristezza per aver perso la bicicletta.
La ricerca della bicicletta rubata comporterà una “spedizione” nella città povera e sconvolta dalla guerra; spedizione che si svolge una domenica, tra le vie di Roma, i suoi mercati e i vari rivenditori di biciclette; durante la quale padre e figlio sono circondati dalla totale indifferenza degli altri. Bruno, in particolare, osserva la città, le sue piazze, i quartieri degradati, i senza tetto, la partita di calcio e la modesta trattoria dove le differenze sociali si notano anche dalle pietanze ordinate.
La miseria ed una vita di stenti faranno crollare il referente eroico di Bruno e mostreranno al ragazzo un padre non così infallibile ma comunque coraggioso; un uomo che combatte per offrirgli una vita più dignitosa in un mondo difficile. Bruno ammira suo padre pur cosciente dei suoi difetti e della sua fragilità, e corre in suo aiuto per salvarlo dal linciaggio quando quest'ultimo - preso dalla disperazione - tenta di rubare un'altra bicicletta.
Torneranno a casa in silenzio, padre e figlio; mano nella mano. Nonostante non siano riusciti ad ottenere giustizia il loro legame è diventato più profondo dopo "essersi scoperti" l’un l’altro durante l’affannosa ricerca.
Un film commovente, toccante e soprattutto reale, dove si percepisce la disperazione ma anche il coraggio di un padre che deve sbarcare il lunario e che sente di dover essere un esempio per il figlio Bruno in un’epoca in cui la dignità è un lusso alla portata di pochi.

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Ultima risposta 27/09/2007 16.53.14
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AKIRA KUROSAWA  @  01/06/2007 15:33:38
   10 / 10
assolutamente fra i migliori film della storia del cinema. un altro film del cosidetto neorealismo. nn ci sono commenti, dico solo che cristian è un insulto a suo padre che era un genio......

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Ultima risposta 03/06/2007 16.14.03
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eizenstein  @  22/05/2007 00:26:04
   10 / 10
De Sica era un grandissimo e questo film ce lo dimostra. Attori non professionisti sono forse necessari per immedesimarsi nelle condizioni di degrado e povertà e per non evocare nello spettatore segni di irrealismo.
Bellissima la recitazione del bambino, che è il vero capocasa, lavora, prende il padre per mano quando sbaglia e gli fa notare gli errori. Commovente il finale.
Ovunque si svolga la scena, al centro c'è la povertà degli essere umani: funzionari indisponenti, borghesi bigotti, miseri ladri. E questo entra dentro l'anima dello spettatore, ricordandoci chi siamo, da dove veniamo e che non sappiamo dove andiamo.
Il protagonista alla fine è il popolo, il pretesto della ricerca della bicicletta serve ad esemplificare una condizione generale, ripresa nelle scene collettive dei mercati illegali, dei conniventi del ladruncolo, dell'enorme massa di lenzuola impegnate al banco dei pegni. Scioccante e con un interrogativo: siamo sicuri che oggi il mondo sia sostanzailmente diverso e che questo film non abbia valenza universale?

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Ultima risposta 23/03/2009 09.31.04
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  10/03/2007 15:17:10
   8½ / 10
mi pesa molto dare un voto normalmente al di sotto della media, ma a me è piaciuto fino a un certo punto.
a De Sica non tolgo nulla, è un grande regista (anche se preferisco Fellini, ma non si sa mai) e questo è il Neorealismo per eccellenza, ne ho visti altri di film di questa corrente come Soliti Ignoti, La Strada, Ossessione e mi sono piaciuti immensamente (soprattutto il primo), ma questo non mi ha preso alla stessa maniera degli altri. tutti quelli citati hanno quest'enorme ombra di amarezza, disillusione, tristezza, ironia, povertà, ma questo supera il livello che gli altri registi non hanno mai valicato (meglio). ora si dirà che dovevo guardarlo più a fondo e cosa del genere, ma a me tutta questa tristezza, quest'alone di miseria (non oggettiva, ma spirituale, interiore) mi ha toccato negativamente (ho tra l'altro dormito malissimo dopo e per tutta la sera sono rimasto inavvicinabile, tanto era il mio rancore) e ne sono ancora scosso. una scena che mi ha ferito è stata quella in cui il bambino che suona la fisarmonica viene calciato via dall'attacchino che sta spiegando il lavoro al protagonista con una violenza, una cattiveria, una malvagità spaventose.
il film a mio parere prende due cose: la situazione italiana nel dopoguerra che tutti notano e che è un simbolo del neorealismo e la ricerca del vero: è una mia fissa poichè il mio scrittore preferito è Manzoni e farò un confronto con le due differenti ricerche di questo verostorico: l'interrogativo che pone questo motivo letterario è Dov'è nel mondo la giustizia? ne I Promessi Sposi e in Ladri di Biciclette notiamo come l'umile viene martoriato dalla giustizia terrena in ogni luogo: nella polizia, nella religione, nella società, nella famiglia. anche Renzo nei capitoli su Milano è un innocente perseguitato dalla giustizia, ora questi due capolavori hanno una sostanziale differenza, ossia che il romanzo offre una via di salvezza, quella divina (la vera giustizia è quella di Dio e alla fine il vero cristiano è vessato da quella dell'Uomo, ma trionfa prima o poi tramite la Carità e la Grazia divina...in soldoni, ma è più complicato), mentre il film non offre nulla e seppur arrivi a una rappresentazione quasi documentaristica della realtà, non offre nulla allo spettatore se non profonda sfiducia e disillusione; era il Dopoguerra, ma non poteva essere meglio senza sfociare nel buonismo, dare una visione di speranza a questa realtà? il mio è un interrogativo senza pretese e senza moralismo religioso, perchè comunque è un film bellissimo.

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Ultima risposta 19/03/2007 21.16.17
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Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  18/11/2006 19:03:11
   9 / 10
Il primo grande capolavoro del maestro De Sica.
Un’opera neorealista che traccia uno spaccato di vita sociale nel difficile periodo del dopoguerra, andando ad evidenziare la drammaticità di una situazione di degrado economico (i cumuli di lenzuola e le tante biciclette in fila al monte di pietà) ed istituzionale tangibile ..la disperazione negli occhi di un uomo che ha nella propria biciclette l’unico vero strumento per garantire una vita dignitosa alla propria famiglia e che gli viene impietosamente portata via, passando così dalla gioia per il tanto agognato lavoro all’assoluto sconforto perché gli viene portato via il suo futuro, il suo sogno di “serenità”.
Così si intrecciano superstizioni, una affannosa quanto inutile ricerca, ed infine ci si immerge in una lotta tra poveri, in una società in cui si sgomita per andare avanti, in continua evoluzione, ancorata solo al saldo concetto di famiglia ..così il rapporto padre-figlio ci mostra il rovescio della medaglia, un unione nel dolore e nell’umiliazione, nella se pur breve gioia (la “mozzarella in carrozza” consumata nella trattoria) prima del ritorno alla triste realtà.
Un’analisi critica e veritiera di un momento storico e sociale difficile, attraverso una storia semplice, fatta di quella quotidianità che rappresenta la vera essenza di un popolo ..la poesia della scena conclusiva suggella uno dei più grandi capolavori del cinema neorealista, intriso di tristezza ma anche di speranza.
Una perfezione stilistica nel dipingere le situazioni, gli ambienti, la realtà che i volti delle persone si portano addosso, che colpisce per le sue immagini e per la coinvolgente colonna sonora ..magistrale le interpretazioni degli attori, molti non professionisti, come il protagonista Lamberto Maggiorani ed il piccolo Enzo Staiola.
Uno dei capolavori intramontabili del nostro cinema ..imperdibile per chi ama questa nobile arte!

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Ultima risposta 10/01/2007 10.20.35
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  31/07/2006 07:58:41
   9½ / 10
Avevo 6 anni. Muore De Sica e la Rai gli dedica un'esauriente retrospettiva. Grazie a una lunga serie di film, capisco già allora che il cinema sarà il grande amore della mia vita. Fra l'altro c'era l'occasione per vedere film inediti, o comunque - come scopriro' in seguito - sconosciuti o sottovalutati di Papà Vittorio.
In famiglia non erano amati: "film sulla miseria" diceva mia madre, senza celare quel particolare senso di disagio nel ricordare anni non propriamente gloriosi del dopoguerra.
Lo chiamavano Neorealismo.
Di "Ladri" ricordo tante cose, ma solo su alcune scene vorrei soffermarmi: lo sguardo asettico e "superiore" del figlio benestante di una famiglia abbiente mentre osserva Bruno che sta mangiando una mozzarella.
E' là che si compie la "rottura", davanti a quella emancipazione sociale che assume a status mentre per altri il mezzo (cfr. la bicicletta) diventa il viatico per un nuovo posto di lavoro.
Nell'Italia del dopoguerra di De Sica, ci sono tutte le ferite dilaniate dei bombardamenti: non si vedono, ma si toccano nella disperazione della gente. La gente paga a caro prezzo la propria disperata sopravvivenza economica, il paese è una terra che costringe qualcuno a rubare, altri a seguirne le orme (il protagonista, un tentativo disperato di essere cio' che non è), un figlio è l'unica vera speranza per un futuro migliore.
Per quanto accusato ingiustamente di essere "morbido" il dualismo De Sica-Zavattini è spesso crudele e spietato: sarà forse di Zavattini questo sguardo vetriolico e severo verso un paese che non ha neanche oggi estinto la propria fede nei pregiudizi, o nella superstizione?
Come accadrà anche nell'amaro "Miracolo a Milano" (ma certo con intenzioni meno coercitive e truffaldine) compare la figura di una presunta "maga" che sfrutta la credulità popolare per fare soldi.
Noi vediamo in "ladri" - del resto citato decine di volte in film iraniani o cinesi (il delizioso "le biciclette di Pechino" per esempio) "solo" una storia commovente su un uomo e suo figlio, ma esistono e si vedono pure dei "piccoli mostri" divorati dall'opportunismo e avarizia, come suggeriscono i comprimari del film.
E' naturale che oggi appaia datato, eppure... cambiano i presupposti, le società, le diverse epoche, ma qualcosa piu' forte di noi è rimasto.
Un certo frastornante orientamente pseudo-religioso, e la necessità di stilizzare attraverso lo spirito una figura "proletaria e laica" come il protagonista del film, con la sua piccola e grande Croce quotidiana

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Ultima risposta 01/08/2006 00.11.43
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phemt  @  06/06/2006 12:22:34
   9 / 10
Dramma neorealista a cura del grande Vittorio De Sica amaro, toccante e profondo… Un istantanea di Roma (ma in realtà di tutta l’Italia) del dopoguerra, una città in via d’espansione, popolata da una folla opprimente, aggressiva ed egoista; il destino beffardo che nega ad un uomo la bicicletta che gli consente di lavorare e far vivere la sua famiglia, e il destino beffardo che non gli permetterà né di recuperarla né di averne un’altra malgrado il tentativo “estremo” finale… Regia cast e colonna sonora perfetti… Nota a margine: un allora giovanissimo Sergio Leone fa da comparsa in una breve scena (è uno dei preti che quando piove si rifugiano sotto il balcone dove si trovano i protagonisti)…

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Ultima risposta 16/06/2006 20.28.44
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Rusty il Selvag  @  10/10/2005 13:39:58
   10 / 10
Quando il Cinema diventa Arte

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Ultima risposta 27/10/2006 22.14.46
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