Dopo il furto della propria bicicletta, mezzo che gli permetteva di lavorare, un uomo vaga per la città con tutta la famiglia sperando di poterla ritrovare. Preso dalla disperazione non gli resta che rubarne una a sua volta ma viene bloccato dalla polizia...
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Un film esistenzialista: si basa sul macrocosmo della vacua e sofferente esistenza introdotta nel microcosmo del sofferente secondo dopoguerra. Una scena da ricordare è la scena al ristorante: la gioia forzata, un aggrapparsi a varie speranze (come il cibo che soddisfa) che improvvisamente vengono distrutte dalla triste realtà. Il finale non poteva essere più calzante.