la ballata di stroszek regia di Werner Herzog Germania 1977
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la ballata di stroszek (1977)

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locandina del film LA BALLATA DI STROSZEK

Titolo Originale: STROSZEK

RegiaWerner Herzog

InterpretiBruno S., Eva Mattes, Clemens Sheitz

Durata: h 1.48
NazionalitàGermania 1977
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1977

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Trama del film La ballata di stroszek

L'ingenuo Stroszek torna in libertà dopo un periodo di detenzione e stringe amicizia con una prostituta. Lei è perseguitata dal protettore e per sfuggire una volta per tutte dalla mala decide di scappare con il nuovo amico negli Stati Uniti. Per la coppia, però, la vita oltreoceano sarà tutt'altro che facile.

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Voto Visitatori:   8,45 / 10 (21 voti)8,45Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su La ballata di stroszek, 21 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  05/08/2010 16:30:28
   8½ / 10
"Il mondo andrebbe molto meglio se potessimo dare una risposta alle nostre domande"

Film di Herzog triste e molto amaro che racconta la storia di un reinserimento di un uomo nella società e tutte le sue problematiche. Bruno S. ( già pazzesco ne "L'enigma di Kaspar Hauser" ) ci concede una recitazione, più con il corpo che con le parole, sbalorditiva rendendo dannatamente intenso e drammatico tutto questo lavoro. Interessanti tutte le ambientazioni che sembrano essere testimoni muti della sorte del povero Bruno. Grande Herzog, gran film.

3 risposte al commento
Ultima risposta 07/08/2010 19.05.17
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  14/01/2010 14:50:39
   9 / 10
Quando Herzog si accorse che il protagonista perfetto per il suo "Woyzeck" era Kinski e non Bruno S. le cose si complicarono. L'attore (difficile definirlo in quel modo, era più che altro un amico) però aveva già preso le ferie dalla acciaieria dove lavorava e Werner non poteva tradirlo. In poco più di una settimana scrisse una nuova sceneggiatura plasmata sulle sue caratteristiche e ne venne fuori "la ballata di Stroszek", per me un film magnifico.

Un uomo che non ha più nulla da chiedere alla sua patria natia, rea di averlo umiliato, magari anche giustamente (ma chi riceve una punizione si professa sempre innocente), decide di coltivare il sogno americano e trasferirsi negli USA. Tante le speranze e tanta la felicità.

In questo nuovo mondo, inesplorato, sarà facile accorgersi che molto spesso siamo noi i fautori principali dei nostri errori e non gli altri.

Uno stile a tratti essenziale, lirico in altri (bellissima la rapina squinternata a proposito), il film mantiene sempre un sapore di consistenza unico, come se quello che vuole essere trasmesso da Herzog sia esattamente ciò che stiamo vedendo.

Mezzo voto in più solo per la sequenza finale, una delle più strane e poetiche che mi sia mai capitato di vedere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 14/01/2010 15.08.35
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/01/2008 00:01:53
   9 / 10
"Il mondo andrebbe molto meglio se potessimo dare una risposta alle nostre domande", beh lo penso anch'io soprattutto in questi ultimi tempi.
Dove finisce l'invettiva e dove inizia il sarcasmo? Non saprei, visto il nonsense che attraversa la storia - soprattutto nel finale - cara al primo Wenders ma anche al cinema dell'est più tradizionalista, nel segno radicale e compiuto di un Wenders mai così realistico e rigorosamente (fin troppo a tratti) riflessivo. A tratti, il linguaggio cinematografico così divergente e acuto (v. il divario tra il tedesco e lo slang americano) diventa l'emblema di un'arte formale molto aderente allo stile del cinema muto (Keaton? Griffith?).
Tutto accade molto lentamente, silenziosamente: e il protagonista, candido e sprovveduto, avverte per primo "lo stato delle cose".
Una bellissima parabola, amarissima, anche davanti a un finale troppo poetico per non suscitare qualche perplessità

1 risposta al commento
Ultima risposta 25/01/2008 17.52.58
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