kurt cobain: montage of heck regia di Brett Morgen USA 2015
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kurt cobain: montage of heck (2015)

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locandina del film KURT COBAIN: MONTAGE OF HECK

Titolo Originale: KURT COBAIN: MONTAGE OF HECK

RegiaBrett Morgen

InterpretiKurt Cobain, Dave Grohl, Courtney Love, Krist Novoselic

Durata: h 2.15
NazionalitàUSA 2015
Generedocumentario
Al cinema nell'Aprile 2015

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Trama del film Kurt cobain: montage of heck

Il primo documentario interamente autorizzato su Kurt Cobain, il leader dei "Nirvana", l'artista in grado di cambiare per sempre la scena rock degli anni Novanta e dare vita alla nuova generazione musicale del "grunge". Il documentario, prodotto dalla figlia di Kurt, Frances Bean Cobain, ci apre l'archivio personale e in gran parte sconosciuto del frontman: arte, parole, musica, fumetti, filmati amatoriali e interviste ai familiari e agli amici più cari. COBAIN MONTAGE OF HECK avvicina il pubblico alla vita, all'arte e all'anima di Kurt, creando un contatto indimenticabile con una figura capace di ispirare una generazione. Primo documentario pienamente autorizzato, il film raccoglie ed elabora lo smisurato archivio di Cobain, passando fra arte, musica (tanto le sue canzoni più famose che incisioni mai ascoltate prima), testi, riprese realizzate in casa, tutto combinato con animazioni e significative interviste di familiari e amici. Dai primi anni ad Aberdeen (Washington), seguendo il suo percorso musicale, lo sguardo del pubblico viene a contatto con la potente e intensa vita di un artista capace di gestire e modellare la propria immagine, anche se consapevole delle pericolose trappole della notorietà. I coetanei di Kurt conosceranno aspetti della sua vita che non hanno mai saputo. Quanti hanno scoperto più recentemente l’uomo e la sua musica, capiranno cosa lo rende un'icona immortale. Proprio come il leggendario cantante dei Nirvana, COBAIN MONTAGE OF HECK è un lavoro autentico, intimo e risoluto, che entrerà nelle teste degli spettatori per rimanerci a lungo anche dopo la fine dei titoli di coda.

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Voto Visitatori:   6,94 / 10 (8 voti)6,94Grafico
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Voti e commenti su Kurt cobain: montage of heck, 8 opinioni inserite

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DogDayAfternoon  @  06/07/2015 13:53:07
   7½ / 10
Al di là degli opportunismi, degli approfittatori, della Love e della figlia...volendo commentare solo il documentario in sé non è affatto male, anzi mi ha entusiasmato parecchio. Tanti filmati originali, molto teneri quelli con Kurt bambino e quasi angoscianti quelli con Kurt padre e Love madre, che trattano la figlia quasi fosse un giocattolo. Impressionante lo stato attuale di Tracy, la prima ragazza di Cobain.

Le oltre due ore sono forse un po' troppe, soprattutto gli intermezzi animati a volte sono tirati un po' troppo per le lunghe e rischiano di spezzare il ritmo e l'interesse. Gli spunti di riflessione sono comunque tanti, come accade vedendo un po' tutti i documentari sul personaggio più controverso degli anni '90. Ottima la scelta delle canzoni che si sposa sempre benissimo con le immagini di fondo.

(Kurt Cobain prima di suonare 'Molly's Lips' ad un concerto)
"Questa canzone ha due note...questa...e questa".

L'essenza della genialità dei Nirvana.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  12/06/2015 19:12:15
   7 / 10
Bel lavoro sulla vita di un artista che per chi,come me,era teenager nei '90 era un mito..
si parte dall'infanzia per arrivare al successo,molto lunga a parte iniziale su gli anni dell'adolescenza,poi quando arriva il successo l'autore sembra andare avanti col fast forward!..
mi sarebbe che fosse analizzato anche il suicidio (reazioni,commenti,storia dell'ultimo giorno)..mentre invece c'e' solo una triste didascalia..
Bello ..ma poteva esser fatto meglio

TheLegend  @  27/05/2015 16:23:47
   7½ / 10
Interessante documentario che non si limita a raccontare dei fatti ma cerca di esprimere anche un suo lato artistico,sempre basandosi sulla figura e sui pensieri di Kurt Cobain.
Ha il difetto di dilungarsi in alcune parti e di essere frettoloso in altre più importanti.
Resta comunque un buon prodotto,soprattutto per chi ha apprezzato la musica di questo problematico artista.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/05/2015 21:48:37
   7½ / 10
Il documentario è molto buono, non c'è dubbio. Attinge da una quantità di materiale sterminata, arricchito da belle animazioni dalle tonalità cupe che rendono l'idea di un ragazzo non solo terribilmente solo, ma dopo i primi anni, vissuti in un continuo rifiuto da parti dei suoi familiari, con pochissime eccezioni. Secondo me questa è la parte migliore di questo film. Un racconto formazione dalle tonalità tragiche, ma forse senza questo ci sarebbe stato il Cobain dei Nirvana? Si è sempre parlato di un uomo apatico, ma francamente credo sia il contrario: un continuo flusso creativo, pari almeno a quei conati di vomito che i dolori senza tregua allo stomaco gli procuravano. Molto bello e toccante l'episodio della ragazza grassa e psicolabile: un toccare il fondo di quell'abisso di solitudine che non l'avrebbe mai completamente abbandonato, neanche di fronte ad un successo che sicuramente non ha saputo gestire. Poi la droga, la Love, il successo ed il tragico suicidio. La seconda parte è più ovvia e scontata, perchè sembra di vedere percorsi già visti per tante rockstar prematuramente scomparse. Un ritratto che vuole essere più esaustivo possibile slla figura e sull'intimità di Cobain ed è forse per questo che i Nirvana, cioé la nascita e l'evoluzione del gruppo sono praticamente assenti (di Grohl nessuna traccia), anche se la presenza di Novoselich attuale fornisce una delle testimonianze più sincere di questo lavoro.

1 risposta al commento
Ultima risposta 23/10/2018 01.36.21
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Mic Hey  @  02/05/2015 01:43:16
   4 / 10
Altro che eroe !
Per me è un criminale Cobain che con la sua musica "depressa" e "deprimente", tecnicamente squallida per chiunque si intenda un po di musica rock, ha fatto "morire" la vera musica rock quella degli anni 80 (BonJovi, BryanAdams, Journey, Foreigner, Fm, Aerosmith, Motley Crue, ..)

39 risposte al commento
Ultima risposta 19/07/2015 02.06.55
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  30/04/2015 15:12:54
   7½ / 10
Assolutamente interessante questo documentario su uno dei personaggi più amati e sconvolgenti della storia del rock. Cobain con i Nirvana non hanno solo inventato il grunge ma soprattutto hanno liberato lo sfogo musicale da diverse etichette. La parte iniziale del documentario inerente all'infanzia sofferente della rockstar e quella finale in cui il disagio sembra aver avuto la meglio su tutto sono le più riuscite. Fantastico il montaggio e ottima la scelta dei brani. Non ho per nulla apprezzato le animazioni presenti ed avrei evitato alcune lungaggini sul rapporto con la moglie.

10 risposte al commento
Ultima risposta 21/11/2015 14.52.10
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looking-glass  @  29/04/2015 15:28:07
   7½ / 10
Brett Morgen ha fatto davvero un bel lavoro su questo film-documentario: ha mostrato il ragazzo di talento e con molti problemi che è arrivato al successo troppo presto e in modo sbagliato nel momento giusto. E' un'attenta analisi-collage attraverso gli archivi della famiglia Cobain.
Mi è piaciuto molto proprio perchè il regista ha saputo eliminare tutta la patina della rock star maledetta che lo avvolge dal 1994. Inoltre le scene inedite familiari sono molto tenere e dimostrano quanto Kurt Cobain e Courtney Love si volessero bene contro tutte le cattiverie che circolano su di lei da oltre venti anni, la Love è stata sicuramente una figura ingombrante nella vita di Cobain e dei Nirvana ma le ipotesi di omicidio sono orrende. Purtroppo il pubblico, i fan dei Nirvana in particolare, continuano a sparlare senza davvero conoscere i fatti privati di queste persone.
Frances Bean Cobain, figlia della coppia, è co-produttore esecutivo.
Bravo Morgen.

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Ultima risposta 29/04/2015 15.49.45
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  29/04/2015 13:26:56
   7 / 10
Una carrozzina guadagna con fatica il palco, di fronte ad esso una folla in strepitante attesa. Nelle vesti del falso paraplegico c'è un uomo dal volto folle, con parrucca e camice da ospedale: trattasi di Kurt Cobain, corre l'anno 1992, siamo a Reading ed i Nirvana sono diventati grandi.
Con questo giocoso gesto il cantante/chitarrista sembra quasi camuffarsi per sottrarsi a quel successo agognato ma per cui prova anche ribrezzo e timore, in un'antitesi che tornerà più volte nel corso della sua breve vita.
Insieme al bassista Krist Novoselic e al batterista Dave Grohl, Cobain fu genio rivoluzionario capace di abbattere etichette e confini musicali, di fondere l'hard e il punk con maestria ora melodica ora rasentante il noise, per sfociare in una corrente espressiva dai più definita grunge ma che in fin dei conti è solo rock, un fottutamente grandioso, trascinante, allucinato rock.
Il biopic di Brett Morgen ha un solo difetto, quello di cercare risposte dove forse non ce ne sono. L'iter di Kurt su questa terra, durato 27 anni fino a quel colpo di fucile con cui mise la parola fine, è un continuo sali e scendi sull'altalena della depressione, dell'emarginazione, del non sentirsi adeguato e del dover eccellere a tutti i costi dopo aver vissuto un 'infanzia in cui il rifiuto e il vilipendio diventano la costante. Il segmento inerente i primi anni di vita del frontman è sicuramente il più interessante e toccante; il ragazzo viene scaricato un po' da tutti in quanto di non facile carattere, il divorzio dei genitori pesa come un macigno mentre il suo talento cresce incanalandosi in una dimensione anarchica, solitaria, in estrema controtendenza verso il "fuori". La musica è il mezzo per imprigionare quel flusso di idee in costante fermento, mentre paranoie e amarezze si alleviano tra le corde della chitarra.
Nell' 87 insieme a Novoselic forma i Nirvana (Grohl arriverà tre anni dopo). Da Aberdeen, stato di Washington, alla conquista del mondo il passo non è poi così lungo.
Il documentario si segnala per un montaggio iperbolico, rabbioso, psichedelico, in linea con l'iperattività dell'artista. Vecchi video di famiglia, i primi live, registrazioni audio, disegni, appunti, fotografie, stralci di diari si avvicendano sullo schermo a formare un patchwork spiazzante eppure non privo di logica.
Lo stile sopra le righe è spesso irruento, in simbiosi con i riff più abrasivi dei vari brani, alcuni passati alla storia e altri meno conosciuti almeno al neofita.
Le note grezze ma aggressive di "Bleach" (primo lavoro in studio) lasciano spazio a quelle eterne di "Nevermind", album della consacrazione cui fece seguito il meno diretto ma altrettanto eccezionale "In utero". Ovvero il canto del cigno di una carriera durante la quale il magico trio incendiò palazzetti, arene e stadi di tutto il mondo, con Kurt scisso tra felicità, paura, tristezza, euforia e la persistente avversione alla fama. Le contraddizioni del personaggio vengono ben centrate, la musica è del resto il suo specchio plusvalente in cui dolcezza, dolore, ironia e furore si fondono.
Giungono poi gli anni dell'eroina e della relazione con Courtney Love, ingombrante presenza anche in questa sede, in qualità di produttrice si permette l'inevitabile ed esibizionistico amarcord. Momenti rubati da un'invadente videocamera in cui sostanze stupefacenti e vita domestica scorrono sino al concepimento di Frances Bean, usata immediatamente come grimaldello dai mass media per penetrare l'intimità dei coniugi non certo dediti a vita morigerata.
Nemmeno l'eccentrico amore della ex leader delle Hole e quello smisurato per la figlia cambiano le carte in tavola, Cobain continua a flirtare con la morte, presenza poderosa, compagna onnipresente in continua combutta con la depressione pronta a sferrare quel colpo di grazia ormai divenuto storia.
Morgen afferra solo a tratti le sfaccettature di una personalità insondabile, tenta di fornire risposte come un novello psicoanalista pagando dazio con sequenze prolisse sino ad un risultato non proprio soddisfacente. E' parziale la dose di disagio messa in luce e sviscerata a dovere. Capire Cobain è pura utopia, seppur dell'artista venga restituito un ritratto inedito e umano. Genuinamente si offre al mondo senza sotterfugi, cantore di adolescenze border-line di cui è indiscusso principe, per poi ritrarsi quando compreso che l'essere idolatrato non è la cura, bensì l'aggravio dei suoi mali.
Le parole degli intervistati che l'hanno conosciuto e amato restano prigioniere di un inferno misterioso in cui è permesso solo sbirciare, come se Kurt, conscio del suo fardello, volesse nasconderlo agli altri, per evitare di essere ancora giudicato oppure per proteggere chi aveva deciso di accettarlo per com'era.
Mentre i titoli di coda scorrono meglio godersi il suo lascito senza troppo rimuginare; che pogo sia per l'ennesima volta sulla grandiosa Smells like teen spirit.

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Ultima risposta 30/04/2015 10.13.41
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