Dopo essersi "liberata" delle vecchie colleghe O-Ren Ishii e Vernita Green nel Volume 1, la Sposa prosegue nella sua vendetta in KILL BILL Volume 2. Eliminate le prime due dalla sua personale "lista della morte", rimangono altri due nomi da barrare - Budd e Elle Driver – prima di affrontare il suo ultimo obiettivo... uccidere Bill.
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Epica resa dei conti finale. Le caratterizzazioni sono più approfondite ma i dialoghi (a mio parere un tantino evanescenti) sovrastano troppo l'azione che, comunque, resta ad un livello di raffinatezza sempre ineccepibile. Non delude ma ho come l'impressione che scorciando qualcosa ne sarebbe potuto venir fuori un unico, evidentissimo capolavoro. La Miramax non avrà pensato altrettanto. Se nel primo volume uno dei momenti di massimo climax era la sequenza animata sulla vita di O-Ren Ishii (magnificamente kitsch), stavolta l'empatia massima è per l'addestramento crudele di Beatrice ad opera del maestro asceta Pan Mei (un grandioso Gordon Liu). Indispensabile una lode per il ripescaggio di tre attori che vale la pena di gustarsi: Madsen, Carradine e Daryll Hannah, l'incantevole ex sirenetta a Manhattan trasformata da Tarantino nella memorabile killer sguercia Elle Driver. Per la Thurman, strepitosa, quello della sposa-madre-giustiziera spietata è il ruolo della vita ed è impossibile immaginare un altra attrice al suo posto. "Kill Bill" segna una tappa nella storia del cinema contemporaneo.