kigeki (2002)

Favola d’atmosfera, romantica, tra dark e fantasy, dal sapore antico, sfocata da una coltre nostalgica di leggenda.
Nell’accento sublime, remoto, solenne dei luoghi e dell’Ave Maria di Schubert, suggerisce una malinconia che io non ho provato, davanti a questa breve vanità, che languidamente guarda il passato; velata dall’ombra di un amore ambiguo e, ancora, dalla fatua passione per il rosso del sangue.

Storia dal sapore gotico illustrata mediante tocchi eterei,quasi ultraterreni.Colori smorti e delicati che deflagrano nel rosso acceso del dolore e dello scontro,unico picco adrenalinico di questo cortometraggio accompagnato dalle sempre struggenti note dell’Ave Maria di Schubert.
Un piccolo gioiello di semplicità estrema dal punto di vista narrativo,capace però di inglobare, come spesso capita in queste opere,svariati argomenti sfocianti nelle più disparate interpretazioni.
Un misterioso cavaliere nero e una candida bambina,il bisogno che diventa destino suggellato da un’ unione indissolubile.
Molto bello.

Un disegno eccezionale per questo corto tragicamente poetico, cupamente fulgido, inspiegabilmente figo, fottutamente orgasmico.

Seducente e mortale.

Inspiegabilmente figo.