Un prete, dopo anni passati in varie missioni umanitarie, si ritrova alle prese con una famiglia molto più disastrata di quando l’aveva lasciata, e soprattutto con una ragazza che lo costringerà a mettere sé stesso e la propria fede in seria discussione.
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Siamo lontani dal brutto Grande,Grosso e Verdone,i toni qui sono più da Verdone che da cinepanettone e non può che essere un bene. Manca ancora qualcosa e i difetti ci sono e lo rendono un prodotto non proprio da ricordare nella vasta fimografia del regista/attore romano però le risate non mancano,gli attori recitano bene e quando non sono una cima (la Chiatti) perlomeno supperiscono con la fisicità,e c'è un minimo di originalità nell'intreccio della storia che va a toccare vari temi etici e sociali.
Forse il più grande difetto è un Verdone che da regista e sceneggiatore non riesce ad andare fino in fondo a ciò che vuole dire,quasi ritraendosi timido dopo essersi accostato ad argomenti comunque non facilissimi da toccare (celibato,ad esempio) ma d'altronde è un film diviso a metà e si nota,ovvero metà sono esigenze artistiche e l'altra metà sembra più un accomodamento verso il pubblico; è una formula un tantino irritante perché alla fine,pur non stonando nel contesto generale,il finale ottimista e il buonismo che pervadono la vicenda possono puzzare di patetico. Ciononostante bisogna riconoscere la qualità delle battute e delle situazioni,un Verdone buono sia come attore che dietro la macchina da presa e prendere atto di un evidente risollevamento dopo la brutta prova precedente. Comunque di qualità.