inception regia di Christopher Nolan Gran Bretagna, USA 2010
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inception (2010)

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locandina del film INCEPTION

Titolo Originale: INCEPTION

RegiaChristopher Nolan

InterpretiLeonardo DiCaprio, Marion Cotillard, Ellen Page, Cillian Murphy, Michael Caine, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Tom Hardy, Tom Berenger, Lukas Haas

Durata: h 2.22
NazionalitàGran Bretagna, USA 2010
Generethriller
Al cinema nel Settembre 2010

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Trama del film Inception

Dom Cobb è un abile ladro, il migliore in assoluto nell'arte pericolosa dell'estrazione, rubando segreti preziosi dal profondo del subconscio durante lo stato dei sogni, quando la mente è più vulnerabile. La rara capacità di Cobb l'ha reso un giocatore ambito in questo nuovo e infido mondo dello spionaggio aziendale, ma ha anche fatto di lui un latitante internazionale a cui è costato tutto ciò che ha mai amato. Ora a Cobb viene offerto una possibilità di redenzione. Un ultimo lavoro che potrebbe ridargli indietro la sua vita, ma solo se può realizzare l'impossibile inception. Al posto della rapina perfetta, Cobb e il suo team di specialisti devono realizzare il contrario: il loro compito non è quello di rubare un idea, ma di piantare una. Se riusciranno, si potrebbe trattare del crimine perfetto. Ma nessuna attenta pianificazione o esperienza è in grado di preparare la squadra per il pericoloso nemico che sembra prevedere ogni loro mossa. Un nemico che solo Cobb avrebbe potuto prevedere.

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Voto Visitatori:   8,00 / 10 (668 voti)8,00Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
Miglior fotografia (Wally Pfister)Migliori effetti specialiMiglior sonoroMiglior montaggio sonoro
VINCITORE DI 4 PREMI OSCAR:
Miglior fotografia (Wally Pfister), Migliori effetti speciali, Miglior sonoro, Miglior montaggio sonoro
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Voti e commenti su Inception, 668 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

metathron  @  04/10/2010 20:15:57
   9 / 10
Ci sono 6 parole che definiscono questo film.

Semplicità.
Cipolla.
Multitasking/Multithreading.
-ismo.
Coatto.
Pipì.

1) Semplicità.
Brilla per la propria assoluta assenza. Volete andare al cinema e sperare che la vostra mente si plachi? Per dimenticare le fatiche della vita. C'è un'unica possibilità se volete rilassarvi. Dormire. Altrimenti la stratificazione concettuale, l'intersezione di drammi, la macchinosità dell'aggeggio manda il carico di lavoro dei vostri neuroni al 100%. Il cervello rischia l'overload, il sovraccarico. Quindi sì se un'opera d'arte è tanto più geniale quanto più è semplice, quanto più è portata all'essenziale, quanto più sa distinguere tra ciò che permane, e tra ciò che è destinato a passare senza lasciare traccia. Ecco questo film non può essere definito un'opera d'arte. Non è un capolavoro.

2) Cipolla.
È tutto basato sul semplice concetto che contemporaneamente la realtà è formata da uno strato che si sovrappone ad un altro strato. Per cui se volete scendere in profondità dovete sbucciare la cipolla. E il film scende ben di 4 livelli. Pela 4 bucce. Quindi ci ritroviamo ad avere la narrazione di 5 strati di realtà, di coscienza. È un'idea molto antica. La realtà è una compresenza di molti piani. Con tempi diversi.

3) Multitasking/multithreading.
La narrazione dei piani di realtà è affrontata in modo multitasking: contemporaneamente, come una tensione al limite, abbiamo narrazioni intrecciate di 5 (1 reale+4 onirici) piani temporali e spaziali (tempi che scorrono diversamente in spazi differenti). Il vostro cervello opera in modo multithread, almeno con 5 core logici che elaborano indipendentemente ogni piano. Il vostro cervello, la vostra mente è tutta impegnata a ricostruire la continuità logica di ognuno dei 5 piani e a distinguere bene uno dall'altro. Se non ci riuscite è perché siete stanchi, o state già dormendo. È una vera prova prestazionale per il vostro cervello. Un bench test. Il carico di lavoro per neurone è al massimo. Ecco se un'opera d'arte può essere definita come capace di emozionare, muovere il cuore, le suggestioni, questo film non fa parte di questa categoria di opera d'arte. E' in gran parte un trionfo del cervello computazionale, della mente. Non del cuore che immagina. Ma della mente che computa, calcola, processa dati.

4) Ismo.
Be' che dire ci sono dei momenti di virtuosismo tecnico ed estetico spaventosi. Sì gli effetti speciali sono al massimo. Sono persino sovraccarichi. Le scene antigravitazionali dell'hotel mentre il furgone cade nell'acqua sono matrix-ismo puro. Spingono quasi all'ilarità. Elastic-imo. Perfezion-ismo. Gli attori devono essere impazziti a forza di sfondi blu tra cui recitare appesi ad elastici da cancellare in postproduzione. Le architetture, le distruzioni, le smaterializzazioni, i punti di ripresa…. tutto è –ismo. Grafica 3d di maniera, raffinata.

5) Coatto.
Di più e ancora di più, e sempre di più….questo ha un impatto anche sulla narrazione: serrata senza pause, senza respiro. E' una cosa che piace tantissimo a Nolan, che ha costruito sul ritmo da sincope anche il cavaliere oscuro. (se la memoria non mi inganna "syncope" è tra i logo di pre-apertura della sigla iniziale del film :-) praticamente è come essere continuamente stimolati, ossessivamente, compulsivamente, è come se l'orgasmo non finisse mai, andasse sempre più su, più su :-) E' un tratto narrativo molto particolare del regista. Perché soprattutto nella seconda parte non esistono pause nella trama. E' tutto accelerato, infestato di trame storie immagini.
C'è anche da dire che la prima parte del film è più impostata alla spiegazione didattico-didascalica. Come in Matrix ti deve spalmare giù una serie di concetti base sul pensiero e sul sogno, ti delinea un'impostazione concettuale da cui poi fa sorgere l'accelerazione drammatica degli eventi.

6) Pipì.
Be' effettivamente alla fine il tempo vola e succede quella cosa lì: che se non andate subito in bagno potrebbe esplodervi la vescica (come in una delle morti ridicole di un famoso libro di Milan Kundera: Tycho Brahe). Non ci avete fatto caso per ore, ma adesso si rivela questa necessità in tutta la sua evidenza. Il che infondo denota una qualità notevole del film: effettivamente vi ha preso. Vi ha incollato alla sedia.

A parte queste 6 parole chiave che lo definiscono scherzosamente, il film tocca alcuni punti veramente notevoli, soprattutto sulla natura del pensare, della coscienza e del sogno. In questo sceglie un approccio filosofico, molto simile all'impostazione del primo Matrix. Ma lo fa ad un grado più diretto, più psicologico. Non si serve di un mito tecnologico: la lotta con un mondo delle macchine che ci imprigiona in un mondo di macchine. No, qui si tratta della natura dell'anima umana e di uno dei suoi strumenti più fraintesi e importanti: il sogno. E la relazione che può avere col pensiero cosciente, di veglia. Il tema è proprio questo. Come dirigere coscientemente, tramite un pensiero cosciente, il sogno. In altre parole come penetrare in modo cosciente e creativo nei sogni.
Il tema è la base dell'iniziazione. Chi è iniziato è in grado di entrare nel mondo dei sogni mantenendo la coscienza di veglia e il pensiero cosciente. Non servono macchine o sedativi per farlo (come nel film) ma l'Io dell'iniziato accede al piano onirico (astrale) mantenendo il proprio pensiero cosciente e può condividere l'esperienza con altri. Un esempio su tutti l'episodio di Nicodemo che incontra il Cristo di notte, durante il sonno (uno dei vangeli).
Quando dormiamo il nostro Io insieme al corpo emotivo (astrale) si separa dal corpo fisico-vitale che resta nel letto. Essere iniziati significa vivere in modo desto e cosciente questo passaggio. La domanda che Leonardo Di Pecora (.-) fa all'architetta: c'è un modo per sapere se stai sognando: rispondi: ti ricordi come sei arrivata qui, come è cominciato? E' proprio questo. Penetrare coscientemente nel mondo dei sogni significa essere coscienti del momento in cui ci si addormenta. Significa attraversare coscientemente la soglia.
Il film tratta di questo e non è poco. E' un tema da vera iniziazione. Nel film lo tratta come una tecnica meccanica, che realizza con sedativi macchine endovene etc. Ma è una facoltà che l'uomo può acquisire con esercizi spirituali, senza l'uso di macchine.

Il dramma del film poi porta ad affrontare un concetto molto pervasivo della storia umana: la Maya. La realtà come illusione, e la capacità di distinguere tra il reale e ciò che non è reale. Tutto il film nuota in questo: nello sforzo continuo che la coscienza fa per riuscire a distinguere tra sogno e realtà. Non sto qui a ricordarlo e approfondirlo ma quello del rapporto realtà-illusione è un vero e proprio tormentone che percorre tutta la storia umana.


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Lo strumento tramite cui è possibile distinguere la realtà dall'illusione viene mostrato e definito nel film come pensiero: un pensare talmente forte, un pensiero così libero e potente, talmente cosciente da creare mondi senza restarne invischiato. Il che ricorda la natura creativa della Parola-Verbo: il Vangelo di Giovanni parte con "All'inizio fu la Parola". Il Logos. La Parola, il Pensiero crea mondi. Il principio creativo sta nella natura più profonda del Pensiero-Parola. Non a caso il film è incentrato sulla figura dell'architettura-architetto: colui che crea a partire dal pensiero, dall'ideazione. Dare Eidos, dare idea e forma al mondo. Gli gnostici parlavano del Demiurgo, il Creatore del mondo sensibile come del "Grande Architetto", tra l'altro come creatore di un mondo non completamente vero, ma di un mondo di Maya, di Illusione, che bisogna superare, decostruire, riconoscere per elevarsi alla vera Realtà. Gnosticismo. E' il tema del film. Il pensiero come cratore di mondi è il centro anche, tanto per cambiare, di Matrix.


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Questo è un film notevole. Del tipo concettuale filosofico che si sviluppa in un'azione implacabile. Con mille possibili suggestioni e rivelazioni. Impegnativo. Denso.

51 risposte al commento
Ultima risposta 09/10/2010 10.02.52
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