il sesto senso (1999)

L'esordio di M. Night Shyamalan è un incredibile successo commerciale, che ha portato in auge uno dei più controversi registi cinematografici degli ultimi anni. Personalmente, l'ho sempre considerato un talento dotato di una notevole e suggestiva capacità narrativa, che ne fa un diretto epigono di Hitchcock.
Quanto al film in questione, si tratta di un'opera indubbiamente acerba, in cui è evidente una certa approssimazione formale (la fotografia è davvero scadente). Ma già in essa si ravvisano i germi del tipico modo di fare cinema di Shyamalan, contrassegnato da sviluppi diegetici accattivanti e ricchi di suspence. Così anche "The sixth sense", benché lacunoso in alcuni punti, cattura lo spettatore e gli riserva momenti di tensione non indifferente, che sfociano in un finale veramente strepitoso.
Facendo un paragone con l'opera di Amenabar, laddove "The Others" è caratterizzato da un manierismo a volte esasperato (e che cela una certa spocchia autoriale), "The sixth sense" si presenta invece molto più sobrio e diretto, in quanto capace di produrre effetti suggestivi senza ricorrere a forzati ed artificiosi espedienti. E poi c'è da chiedersi se Amenabar si sia limitato ad ispirarsi a Shyamalan o, più prosaicamente, lo abbia scopiazzato…